Schede
Castenaso, comune poco distante da Bologna, è tagliato in due dal torrente Idice. Agli inizi dell'Ottocento Castenaso era un agglomerato di abitazioni agricole e ville padronali - tra le altre quelle dei Gozzadini e dei Pederzana - le cui terre erano coltivate da coloni e mezzadri. Nel corso del secolo acquisì lo statuto di Comune (1852). Lo stemma ufficiale presenta il fiume Idice con, ai lati, le insigne romane e galliche. Castenaso riveste un ruolo importante soprattutto a livello archeologico: al 1853-1855 risale infatti la scoperta della civiltà villanoviana, importante cultura dell'età del ferro che prende il nome da Villanova, frazione di Castenaso, grazie all'opera di Giovanni Gozzadini. In quello scorcio di fine Ottocento, in ambito socio-politico, sorsero invece le prime cooperative di lavoratori legati all'escavazione della ghiaia dell'Idice e al polverificio di Marano, sorse la Casa del Popolo,e nacquero varie associazioni sindacali e politiche. Al 1902 risale la fondazione della Cassa rurale di Castenaso, voluta fortemente dalla diocesi di Bologna, nell'ottica della lotta al degrado sociale che imperversava nelle campagne. Sempre in questo senso, ci si occupò dell’istruzione dei giovani. L’amministrazione del Comune, tradizionalmente moderata, vide salire al governo della città, alla vigilia dello scoppio della Grande Guerra, una giunta in maggioranza cattolica, contrapposta ad una minoranza socialista, nettamente neutralista. Durante la Prima Guerra Mondiale si costituì un Comitato comunale per l'assistenza civile alle famiglie dei richiamati, nell'intento di portare sollievo e sovvenzioni economiche alle famiglie. All'indomani della disastrosa disfatta di Caporetto l’esercito requisì diversi locali per adibirli a caserme e a base operativa, e la cosa ebbe il suo peso, perché “in verità il paese (possiamo azzardarne la definizione?) era in tutto quattro case ed una chiesa lontana, isolata, con annesso cimitero”. La guerra portò con sé anche un forte aumento di prezzi per i generi di prima necessità e il timore della disoccupazione per molti operai e giornalieri, dato che molte industrie dovettero diminuire o fermare la loro produzione a causa delle diverse necessità nazionali. Prosperarono invece le industrie belliche, in particolare il polverificio Baschieri e Pellagri di Marano, che ovviamente poté ampliare la propria produzione. L’esercito requisì anche una fabbrica di conserve per trasformarla nell’Officina del Genio Militare, che arrivò ad impiegare 500 operai. Al censimento del 1911 contava poco più di 4.600 abitanti, dei quali 104 perirono per cause di guerra. Di questi, 6 furono decorati e 34 lasciarono orfani. A loro il comune di Castenaso dedicò una targa commemorativa.
Il Comune viene così viene descritto nel volume "Provincia di Bologna, collana Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "Questo Comune, già appartenente al soppresso IV mandamento di Bologna, venne - per effetto della legge 30 marzo 1890 - aggregato al mandamento di Bologna I. Il territorio del Comune di Castenaso, occupante una superficie censita di 3363 ettari, si stende ad est di Bologna, nella parte piana della provincia, ed è attraversato dalla strada da Bologna a Budrio, alla quale corre parallela la linea ferroviaria Bologna-Budrio-Portomaggiore. E' bagnato dall'Idice, scendente dai non lontani contrafforti apenninici, e da numerosi canali a scopo irriguo. Il Comune è assai frazionato. - Castenaso (44 metrei sul mare), centro principale del Comune , distante 9 chilometri da Bologna, è una grossa e bella borgata d'oltre 1400 abitanti, di carattere misto, tra il rurale ed il civile e di aspetto più moderno che antico. Vi si notano parecchi edifizi di buona architettura e nei dintorni non mancano ville signorili, tra le quali la villa che fu del conte e generale polacco Grabinsky, la villa Gozzadini nella frazione di Villanuova ed altre di minor conto. Il territorio di Castenaso, che dal conte Grabinsky già ricordato nella prima metà del nostro secolo, fu lavorato a colture intensive coi sistremi razionali e perfezionati, è dei più ricchi e produttivi della regione. Vi si raccolgono in quantità cereali d'ogni sorta, foraggi, legumi, canapa. Attiva industria sussidiaria viè pure l'allevamento del bestiame da stalla e da cortile, e la produzione dei latticini e dei salumi. La lavorazione della canapa greggia e la tessitura casalinga di questa pianta è l'industria più diffusa nel Comune, esercitata generalmente dalle donne nelle veglie iemali ed in quegli altri periodi che i minori lavori campestri lo consentono. Cenno storico. L'illustre archeologo e storiografo bolognese, il senatore conte Giovanni Gozzadini, ha scoperto, parecchi anni sono, nel territorio di Villanuova, un sepolcreto del periodo etrusco, che è dei più rari ed antichi fra quanti si siano finora rinvenuti in queste regioni. La preziosa suppellettile rinvenuta dal Gozzadini arricchisce ora il Museo Civico di Bologna. Il fatto avvalora la lunga tradizione delle antiche origini di Castenaso, il cui nome vuolsi derivi dalla corruzione delle parole latine Castum Nasicae, perchè quivi, secondo la tradizione, durante le guerre di conquista della regione emiliana, avrebbe posto il campo il condottiero romano Scipione Nasica. Le cronache bolognesi del periodo comunale ricordano più volte, e per vicende di guerra e come luogo importante, il borgo fortificato o rocca di Castenaso." Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.
Bibliografia: Castenaso: la storia, i luoghi, le immagini, a cura di Giancarlo Roversi, Bologna, Edizioni Luigi Parma, 1984; Castenaso dal Risorgimento alla Resistenza, Castenaso, Comune, 1984
NB: Gli elenchi dei NATI, MORTI e RESIDENTI si riferiscono ai Caduti nella Prima Guerra Mondiale