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Quando rivolgersi allo psichiatra? | Serenis

Quando rivolgersi allo psichiatra: riconoscere i segni della sofferenza psichica

A volte, riconoscere i segni della sofferenza psichica può essere difficile, ma è importante essere consapevoli dei segnali che potrebbero indicare la necessità di rivolgersi a uno psichiatra. Scopri quando chiedere aiuto e a chi.

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Anxious woman with a psychiatrist

I momenti di sofferenza possono capitare a chiunque e, a volte, questi vanno oltre un carattere transitorio fino a radicarsi e diventare importanti, al punto da compromettere la quotidianità e il benessere di chi ne soffre. In questi casi uscirne da soli diventa estremamente difficile ed è necessario l’intervento di un professionista della salute mentale. In particolare, se i sintomi sono particolarmente invalidanti, può esserci bisogno dell’aiuto dello psichiatra.

Ma ci sono, a livello pratico e concreto, dei segnali che indicano quando rivolgersi a uno psichiatra? Se questa è la domanda che ti stai ponendo, continua a leggere perché qui troverai le risposte che cerchi.

Quando rivolgersi a uno psichiatra: i disturbi psichiatrici

Cosa fa lo psichiatra? Lo psichiatra è un professionista sanitario che si occupa di diagnosi, prevenzione e cura di particolari categorie di disturbi mentali, che vengono raggruppati sotto il termine ombrello “disturbi psichiatrici“. Si tratta di psicopatologie di vario tipo, che spaziano dai disturbi psicotici a quelli dell’umore, dai disturbi d’ansia fino a quelli di personalità.

I sintomi che queste problematiche comportano riguardano la sfera affettiva ed emotiva, quella del comportamento e quella dei processi di pensiero, motivo per cui possono risultare molto invadenti nella vita di chi ne soffre, compromettendo la serenità in diversi ambiti e causando disadattamento e, talvolta, isolamento. Ma in generale, nelle prime fasi della malattia, i sintomi possono insinuarsi in modo subdolo, senza risultare evidenti da subito. Questa dinamica determina spesso un’esitazione che spinge le persone ad aspettare, invece di cercare immediatamente aiuto, nella speranza che tutto si risolva in maniera spontanea.

Questo comportamento, però, può avere come conseguenza l’aggravamento del quadro clinico, perciò è importante riconoscere il disagio il prima possibile e intervenire in maniera tempestiva prima che il percorso di trattamento diventi più difficile da portare avanti. Se pensi di soffrire di una patologia psichiatrica, pensa al modo in cui sono cambiate le attività che svolgi normalmente, le tue interazioni sociali e il tuo modo di sentire piacere, soddisfazione e tutte le sensazioni positive.

I segnali che indicano quando rivolgersi a uno psichiatra

Ci sono dei segni, nello specifico, che possono essere più eloquenti di altri e fungere da campanello d’allarme indicando che è il momento di rivolgersi a uno psichiatra? La risposta è sì, e di seguito trovi quelli che più facilmente potresti notare.

  • L’alternarsi di emozioni positive e negative è del tutto normale: a tutti noi capita di sentirci tristi, nervosi o arrabbiati, ma sono stati d’animo che passano senza lasciare traccia e di cui non ci si deve preoccupare. Al contrario, quando si viene pervasi da emozioni eccessive al punto da avere la percezione di perdere il controllo su di esse e non riuscire a gestirle, questo può essere un segnale di difficoltà che necessita dell’aiuto di un esperto.
  • La qualità del sonno è strettamente collegata al benessere psicologico: quando siamo turbati da qualcosa o ci lasciamo prendere dall’ansia non è così facile addormentarsi. Molte persone, inoltre, sperimentano difficoltà anche a mantenere il sonno in maniera continuativa, svegliandosi pi volte nel corso della notte. Altre volte, invece, il sonno è talmente leggero che non riesce a essere riposante. Tutte queste alterazioni compromettono il livello di energie fisiche e mentali di chi ne soffre, e quindi a sua volta rende più difficile prendersi carico di una psicopatologia.
  • Al contrario, alcune persone usano delle scorciatoie come via di fuga dalla loro sofferenza, anche se si tratta di soluzioni che in realtà non fanno altro che peggiorare la situazione, aumentando temporaneamente la distanza dal problema e accrescendone gli effetti. Ad esempio, l’utilizzo di farmaci o sostanze come l’alcol è molto comune, ma è solo un altro segno che c’è bisogno di uno psichiatra.
  • In presenza di una psicopatologia è anche il rendimento a risentirne, quindi lo studio (per bambini e adolescenti) e il lavoro (per gli adulti) rappresentano dei metri di paragone di importanza fondamentale: le tue performance sono cambiate o ti stanno costando più fatica del solito?
  • Se il tuo dubbio è quello di soffrire di una sindrome depressiva o ansiosa, pensa a come sono cambiate le tue relazioni con gli altri: la socialità è un vero banco di prova per la psicopatologia. Ad esempio, chi è depresso può perdere interesse nelle interazioni e nella vicinanza degli altri, mentre gli ansiosi preferiscono evitare le situazioni in cui potrebbero essere esposti a disagio, pericoli o al giudizio degli altri. In entrambi i casi, generalmente, il risultato è l’isolamento e la chiusura in se stessi e nel proprio malessere.
  • Infine, anche se può sembrarti una domanda insolita, hai notato un peggioramento della tua condizione fisica o qualche malattia o sintomo fisico che non riesci a spiegare? Mal di pancia, cefalea ed emicrania, disturbi intestinali, nausea e perfino la psoriasi possono essere l’espressione visibile di un malessere mentale. Il corpo, infatti, diventa teatro di ciò che succede dentro di noi e chiede aiuto quando noi non lo facciamo.

Quando rivolgersi allo psichiatra: alcuni miti da sfatare

Una volta analizzata la presenza di questi sintomi, come si fa a sapere quando rivolgersi allo psichiatra? Siamo sicuri che sia proprio il caso? Purtroppo è ancora credenza comune che, in quanto medico, lo psichiatra si occupi solo di patologie molto gravi, come depressioni a rischio suicidario, oppure curabili esclusivamente tramite farmaci. Questa convinzione erronea rappresenta uno dei tanti motivi che inducono le persone che soffrono a esitare quando è il momento di chiedere aiuto. La realtà è molto diversa: le psicopatologie di estrema gravità costituiscono solo una piccola fetta della materia psichiatrica. Questi professionisti, infatti, si occupano anche di sintomatologie più lievi e di tematiche esistenziali che creano un malessere.

Per quanto una sindrome possa presentare dei segni lievi, infatti, può comunque compromettere in maniera grave lo svolgimento delle attività e avere delle ripercussioni pesanti sulla salute psicofisica di una persona. Ma in molti casi il timore e l’imbarazzo, ancora oggi, hanno la meglio. Un secondo stigma, infatti, riguarda la presunta platea degli psichiatri, che sono visti ancora da molte persone come i medici dei matti.

Anche per questo alcuni preferiscono rivolgersi al neurologo, che viene visto come una figura più autoritaria e, erroneamente, dedita a disturbi più lievi. In realtà il neurologo tratta problemi completamente diversi, come le demenze e altre patologie di origine organica. La conseguenza di questa mancanza di informazione e di apertura mentale è l’aggravamento e, a volte, la cronicizzazione della malattia.

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Che cosa succede quando ci si rivolge allo psichiatra?

Come abbiamo detto, lo psichiatra si occupa di vari tipi di psicopatologie, effettuando una diagnosi precisa e trovando, per ciascun paziente, il trattamento che meglio risponde alle sue esigenze, in base ai mezzi che la sua formazione gli ha fornito. In particolare, solitamente gli psichiatri si servono, oltre che dei colloqui individuali, anche degli psicofarmaci. Questi possono essere ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore o anche antipsicotici e antiepilettici.

Una volta chiarito il problema, in base alla domanda portata dal paziente e alle informazioni raccolte dallo specialista, occorre monitorare l’andamento della terapia verificandone i risultati. Questo passaggio viene effettuato nelle visite di controllo, in cui lo psichiatra osserva i progressi e valuta la necessità di modificare la terapia per renderla più efficace, mentre il paziente porta avanti anche le sedute di psicoterapia.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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