Di delusioni sportive a Palermo ne ricordiamo parecchie, ma la più clamorosa probabilmente risale alla Coppa Italia 1974, quando i rosanero, che allora militavano in Serie B, riuscirono a conquistarsi l’accesso ad una finale che loro malgrado non avrebbero mai più dimenticato.
La finale
Dopo due gironi di qualificazione vinti, battendo squadre del calibro di Fiorentina, Lazio e Juventus, il piccolo Palermo allenato da Viciani volò a Roma per disputare allo Stadio Olimpico la finalissima contro un’altra sorpresa della competizione: il Bologna.
Migliaia di tifosi rosanero accorsero per assistere a questo grande evento, la prima finale di una squadra che non aveva mai vinto nulla e senza dubbio il momento più importante della storia calcistica della nostra città.
Galvanizzati dalle grandi vittorie dei turni precedenti (la Juventus era campione d’Italia in carica, e la Lazio avrebbe vinto lo scudetto pochi giorni dopo), e dalla importante affluenza di pubblico, i rosanero scesero in campo per vincere e il risultato gli diede subito ragione quando al 13’ minuto l’attaccante Sergio Magistrelli spedì in porta il pallone dell’1-0.
Non pago del risultato il Palermo continuò ad attaccare, sprecando però decine di occasioni che gli avrebbero permesso di chiudere la partita con largo anticipo.
Invece la beffa era dietro l’angolo.
Al 90’, dopo una partita di grande sofferenza Beppe Savoldi, attaccante del Bologna, si affrettò a battere un fallo laterale in zona offensiva che in realtà doveva essere assegnato al Palermo, visto che era stato proprio lui l’ultimo a toccare il pallone prima che uscisse.
Palla lunga in area per Giacomo Bulgarelli che, sentita la presenza di un difensore rosanero, sviene praticamente in area. Per l’arbitro Gonnella di Asti non ci sono dubbi, è calcio di rigore.
Dopo questo episodio, per molti anni a Palermo il termine “Gonnella” fu usato come offesa, ovvero come sinonimo di cornuto.
Il penalty trasformato da Savoldi portò a dei tempi supplementari giocati all’insegna della stanchezza e del nervosismo, ma sempre attaccando la porta della squadra emiliana, che però riuscì a difendere il pareggio. La partita si sarebbe risolta ai calci di rigore.
Il primo rigore calciato da Bulgarelli fu disastroso, parato dal portiere del Palermo Girardi, ma ancora una volta l’arbitro Gonnella intervenne a favore dei felsinei. Secondo lui il portiere si era mosso in anticipo, bisognava ribattere. Stavolta il bolognese non sbagliò.
La batteria dei rigori proseguì fino agli errori decisivi di Vullo e Favalli, che consegnarono la coppa ai rossoblu completando definitivamente la beffa sportiva più cocente della storia del Palermo.
I protagonisti
Il Presidente Renzo Barbera, seppur deluso come tutti gli altri tifosi rosanero, andò personalmente negli spogliatoi a consolare i giocatori ammutoliti, e nonostante il risultato pagò loro ugualmente il premio che aveva promesso in caso di vittoria.
A molti anni di distanza sia Bulgarelli che Savoldi ammisero le loro “furbate”, ovvero il fallo laterale scippato e soprattutto il tuffo che causò calcio di rigore, constatando che in effetti il Palermo avrebbe ampiamente meritato la vittoria. Tuttavia le parole restano parole e a distanza di quasi 50 anni, l’albo d’oro della Coppa Italia dice ancora “Bologna” e lascia al popolo palermitano una ferita che non potremo mai dimenticare.
Ecco il video della partita e l’intervista finale al presidente Renzo Barbera.
Fonti: Storie di Calcio – Quando al Palermo scipparono la Coppa Italia
Wikipedia.org – Coppa Italia 1973-1974
Me la ricordo perfettamente quella partita. Abbiamo sognato una vittoria meritata e tutti, davanti ai televisori, abbiamo assistito al latrocinio dell’arbitro Gonnella. E ricordo bene che alla prima occasione che quell’arbitro venne alla Favorita, fu necessario che un elicottero lo prelevasse prima che la folla lo linciasse. Ormai è acqua passata e speriamo che il nostro Palermo torni a darci belle soddisfazioni in serie A.