Mary Astor è un'attrice statunitense, è nata il 3 maggio 1906 a Quincy, Illinois (USA) ed è morta il 25 settembre 1987 all'età di 81 anni a Los Angeles, California (USA).
Nel 1942 ha ricevuto il premio come miglior attrice non protagonista al Premio Oscar per il film La grande menzogna.
Un po' di quell'arroganza alla Bette Davis la conservava anche nei suoi personaggi, anche se non era irruente e velenosa come la collega. Creativa attrice americana del muto, passata al successo e con un po' di fortuna al sonoro, è stata una delle prime femme fatale del cinema. Di quelle bitch che prima ti fanno le fusa e poi ti piantano un coltello nella schiena. Bogart, nei panni di Sam Spade, l'aveva avvisata: «Se fai la brava ci rivedremo più o meno tra una ventina d'anni. Se invece t'impiccano, ti ricorderò per sempre». E lei la brava, pur di non essere impiccata, l'ha fatta... Peccato che con gli anni si sia addomesticata, trasformandosi in una mansueta attrice disperata, fino a diventare completamente invisibile.
Mary Astor nasce come Lucile Vasconcellos Langhanke, figlia di un immigrato tedesco e di un'americana di origini portoghesi e irlandesi. I suoi genitori, sono i primi ad accorgersi della bellezza strepitosa della loro figlia e decidono di sfruttarla per farla diventare famosa, iscrivendola a numerosi concorsi di bellezza, grazie ai quali, con un po' di sana fortuna, riesce ad attirare l'attenzione di Hollywood che le fa firmare un contratto alla sola età di 14 anni. Paradossalmente, la ragazza va incontro alle ire dei genitori che sì volevano vederla emergere, ma non come un'attrice (mestiere che allora era considerato quasi simile alla prostituta). Le propongono, in alternativa, una carriera di insegnante, ma ovviamente la Astor rifiuta. L'opportunità di diventare una stella di Hollywood capita solo una volta nella vita e lei non ha alcuna intenzione di lasciarsela scappare, con o senza il consenso dei suoi.
Entra così nell'ambiente cinematografico, come interprete di secondo piano. Debutta nel 1921 in un piccolo ruolo ne Bullets or Ballots, passando poi a essere diretta da registi come Philip Carl, John S. Robertson, Frank Tuttle e Alfred E. Green. Negli anni del muto, brilla come una stellina di proporzionate dimensioni in pellicole storiche e mitologiche, oppure in commedie raffinate, dove presta la sua fisicità per delle donne aristocratiche o comunque sofisticate, venate da una sottile ironia. Si farà così notare per il ruolo di Lady Margery Alvanley nella pellicola Beau Brummel (1924), ma sarà sulla bocca di tutti per la tempestosa relazione che intratterrà con il protagonista del suddetto film John Barrymore (già sposato 4 volte). Lei appena maggiorenne diventa, noncurante, la ragazza dello scandalo e quando la relazione finisce, acquista la notorietà necessaria per il salto nel sonoro, con il suo primo film di qualità Notte d'Arabia (1927) di Lewis Mileston. Sentimentalmente girovaga, si sposa parecchie volte: la prima è con il regista Kenneth Hawks (1928-1930), che la renderà vedova, la seconda con il dottor Franklin Thorpe (1931-1936), dal quale avrà la sua prima figlia Marylyn Hauoli Thorpe, e la terza con l'editor Manuel del Campo (1936-1941), che la renderà madre per la seconda volta, grazie alla nascita del figlio Anthony "Tony" Hauoli.
Tanti sono i registi di livello alto che la vogliono nei suoi film: da Victor Fleming (The Rough Riders e Lo schiaffo) a Mervyn LeRoy (No Place to Go, 1927). Attrice prediletta di Irving Cummings, trova la sua collocazione perfetta nei gialli, come si dimostra nella pellicola di Michael Curtz Il pugnale cinese (1933), ma dà il meglio di sé anche nelle pellicole drammatiche come Il mondo cammina (1933), ancora di LeRoy. Disgraziatamente, la sua vita privata emerge prepotentemente, dato che viene scoperta la sua relazione clandestina con lo sceneggiatore George S. Kaufman, adulterio che le getterà nuovamente la macchia dello scandalo addosso e che porrà fine al suo secondo matrimonio, oltre a spingerla all'alcolismo. Fortunatamente, il bere riesce a non avere la meglio sull'attrice e la Astor si riprende, dimostrando al mondo come sia in grado di poter ruggire ancora recitando in film di grande successo come Infedeltà (1936) di William Wyler, con David Niven, e Uragano (1937) di John Ford.
Poi arriva l'accoppiata John Huston - Humphrey Bogart che la travolge nella trasposizione del giallo di Dashiell Hammett Il mistero del falco (1941), nel ruolo dell'affascinante e doppiogiochista Brigid O'Shaughnessy, che incarica un seducente Sam Spade (Bogart) di ritrovare una preziosa statuetta raffigurante un falcone tempestato di gemme. Parte che ottenne dopo il rifiuto di Geraldine Fitzgerald e la mancata scrittura di Ann Sheridan, e che le rimase addosso soprattutto per i duetti fra lei e il grande attore che facevano scintille per cinismo e ironia. L'Oscar la attende lo stesso anno, ma non per il capolavoro di Huston. La grande menzogna (1941), pellicola drammatica di Edmund Goulding, dove la Astor ha il ruolo della sorella cattiva della grande Bette Davis, che ne adotta la figlia e la fa crescere nella bugia di essere la sua vera madre, la fa salire sul palco, quella notte al Baltmore Hotel, Oscar come miglior attrice non protagonista in mano. Nel discorso di ringraziamento, dà il merito del successo tutto a Bette Davis che, oltre a essere il presidente dell'Academy, aveva obbligato i boss della Warner Bros a far riscrivere la sceneggiatura per equilibrare i due personaggi femminili, dando spessore anche al suo ruolo.
Nel 1942, Preston Sturges la inserisce nel cast di Ritrovarsi, mentre Huston la rivuole per Agguato ai Tropici, replicando l'accoppiata vincente Bogart- Astor. Dopo aver recitato nel musical La parata delle stelle (1943) di George Sidney, si sposa per la quarta volta. Questa volta con Thomas Gordon Wheelock (1945-1955), dal quale poi divorzierà. Ritorna a recitare per Sidney ne Il giudice Timberlane (1947), accanto a Spencer Tracy e Lana Turner, e non va dimenticata la sua partecipazione alla commedia musicale di Incontriamoci a Saint Louis (1944), seguita da Cynthia, con Elizabeth Taylor.
Ormai scelta solo per ruoli secondari (soprattutto quelli da madre possessiva), la Astor affianca Janet Leigh nel drammatico Atto di violenza (1948) di Fred Zinnemann e poi si lascia corteggiare dalla televisione per tutto l'arco degli anni Cinquanta. Dopo aver recitato ne La tentazione del signor Smith (1958) di Blake Edwards, si ritira, scrivendo le sue memorie nel romanzo autobiografico "My Story" che diventerà un discusso best-seller, grazie soprattutto a succulenti temi privati come la sua battaglia contro l'alcolismo e i matrimoni falliti. Seguiranno poi ben 5 altri romanzi e un altro libro di memorie "A Life on Film", uscito nel 1971, che sarà un altro discusso best seller. Nonostante questo, si sente ferita dal mondo e un esaurimento nervoso la porta sull'orlo del suicidio. Malata di cuore, nel 1965, ritrova l'amica Bette Davis nel suo ultimo film Piano... piano, dolce Carlotta (1965) di Robert Aldrich, dopodiché si ritira definitivamente alla Motion Picture Country Home, dove muore per un attacco cardiaco nel 1987, a ottantuno anni.
Sigaretta accesa delicatamente tenuta fra le dita, lo sguardo di chi sa graffiare, di chi ti vuole e ti vuole usare! È stata il simbolo dell'innocenza nel muto, ma si è saputa macchiare quel giusto tanto che le serviva per crescere e diventare una donna. Una donna che seppur distaccata e gelida, è forse il serpente a sonagli più minaccioso per gli uomini, che siano essi ruvidi detective privati con il volto leggendario di Bogart o giovani ribelli con il volto di James Dean.