Dopo Profondo rosso per lei niente è stato più lo stesso. Una bellezza da modella, una vita da zingara (fin dal principio), un esordio all'insegna della commedia, genere all'interno del quale ha cercato di farsi strada e poi l'incoronazione, meritata, a signora incontrastata dell'horror e del gotico, per essere stata per lungo tempo la compagna del re del brivido italiano, Dario Argento, nonché madre di sua figlia Asia. Si è misurata con i racconti dove il terrore veniva da ogni luogo, da ogni atmosfera, da ogni effetto speciale o musica, giocando con il senso di morte che permea ogni pellicola e rivelandosi un'attrice artisticamente molto ricca. Daria Nicolodi, quando ti guarda stupita, non riesci a trattenere un brivido. Fissi il suo sguardo, contornato dalla sempre presente matita nera per accentuarne il taglio e senti che te ne stai innamorando, lentamente, ma profondamente... come quando un rasoio penetra lentamente nella tua carne. Ci sa fare questa dark lady. Che fra urla che sembrano non finire mai, sangue che non smette di scorrere e una bellezza che stranamente è immacolata rispetto al Male contenuto in molte delle sue pellicole, ha rubato il cuore degli italiani negli Anni Settanta.
Figlia di un avvocato, si trasferisce a Roma alla fine degli Anni Sessanta, entrando in contatto e stringendo una relazione amorosa con lo scultore Mario Ceroli, da cui ebbe la sua prima figlia Anna.
Con l'arrivo degli Anni Settanta si dedica alla recitazione, al principio soprattutto teatrale e sotto la protezione di Carmelo Bene, poi cinematografica, esordendo con il ruolo di un'infermiera nel film di Francesco Rosi Uomini contro (1970) accanto a Gian Maria Volonté.
Nel 1972, dopo aver girato la miniserie televisiva I Nicotera con Claudio Gora, viene diretta da Bene in Salomè, mentre l'anno successivo è accanto a Ugo Tognazzi nella commedia di Elio Petri La proprietà non è più un furto. Un altro incontro importante nella sua vita lo fa nel 1974, quando Dario Argento la chiama per interpretare il ruolo della giornalista Gianna Brezzi in quello che è considerato il suo capolavoro: il cult Profondo rosso (1975). Il suo personaggio, che si affianca a quello di David Hemmings nelle indagini "profane" alla ricerca di un serial killer, si distingue dagli altri - l'alcolizzato Gabriele Lavia, sua madre svanita Clara Calamai, la medium Macha Méril, il cinico commissario Eros Pagni, gli studiosi di occulto Giuliana Calandra e Glauco Mari - per una cura maniacale vero i piccoli gesti, per la finezza e la sagacia che la stessa attrice riesce a mettere di suo. Impossibile non innamorarsene, sia per il personaggio protagonista del film, sia per il regista stesso che intreccia con la Nicolodi una lunga relazione che porterà alla nascita dell'attrice e regista Asia Argento, proprio nel 1975. «È stata molto importante per me. Era la mia compagna di giochi e, in un certo senso, la mia compagna di viaggi, delle scoperte culturali. Il nostro è stato un bel rapporto...», così descrive Dario Argento il suo legame sentimentale con l'attrice che da quel momento in poi verrà considerata una delle prime dark lady del cinema italiano, anche perché, sfruttando l'onda di successo di Profondo rosso, si imporrà sul grande, ma soprattutto sul piccolo schermo in miniserie e film tv come Ritratto di una donna velata (1975), Saturnino Farandola (1977) e Tre ore dopo le nozze (1979).
Particolarmente presente in molti dei film del suo compagno, collabora con lui non solo da un punto di vista recitativo (Inferno, 1980 con Alida Valli), ma anche contribuendo (con estrema qualità) al lavoro di sceneggiatrice. Dalla sua penna nasce infatti Suspiria (1977), che avrebbe dovuto anche recitare, ma che, per un incidente, fu costretta a rinunciare alla parte, sostituita "degnamente" da Stefania Casini. Entrata integralmente nel circuito dell'horror italiano, stringe particolare amicizia con Mario Bava e con il figlio Lamberto i quali la dirigeranno nel film tv La Venere di Ille (1979).
Dopo la fiction Rosaura alle 10 (1981), viene diretta sul palcoscenico da Gabriele Lavia ne "Delitto e Delitto" con Umberto Orsini, mentre cinematograficamente sarà nel cast de Il minestrone (1981), con Roberto Benigni, di Sergio Citti, il quale bisserà la loro collaborazione con la miniserie Sogni e bisogni (1985). Successivamente allo sceneggiato Verdi (1982) di Renato Castellani, torna al cinema accanto a Marcello Mastroianni e Jack Lemmon ne Maccheroni (1985) di Ettore Scola, riabbracciando Lamberto Bava nel film tv Il gioko (1989).
Poi un grave lutto colpisce la sua vita. È il 1994, la sua relazione con Dario Argento è ormai conclusa e sua figlia Anna muore in un incidente stradale. La Nicolodi esce per un po' di scena. Le sue apparizioni si fanno sporadiche, fino a quando non si trasferirà definitivamente in Francia, legandosi a un altro uomo e tornando in Italia solo per qualche piccolo, ma significativo ruolo (La parola amore esiste, 1998 con Gérard Depardieu) o per recitare accanto o diretta da sua figlia Asia.