Una miniserie che catapulta lo spettatore in pista attraverso immagini coinvolgenti e adrenaliniche. Su Netflix.
di Giuseppe Avico
Quella di Ayrton Senna, tre volte campione del mondo di Formula 1, è una delle figure più iconiche, affascinanti e complesse dell'automobilismo. La miniserie, suddivisa in sei episodi, ne racconta la vita fin dal principio: dalle prime gare in kart al trasferimento in Inghilterra, dai trionfi in Formula Ford all'approdo in Formula 1 con la modesta Toleman, dai successi in MacLaren fino al tragico incidente di Imola, durante il Gran Premio di San Marino. Scavando nella vita privata del pilota, oltre alle vittorie in pista, la miniserie prova a restituire al pubblico un ritratto fedele dell'uomo sotto al casco, ma il risultato è lontano dall'essere avvincente e accurato.
La miniserie, che ha nobili intenti e trova la sua massima forma espressiva quando è in pista, cade vittima di alcune logiche seriali che rispondono a una certa approssimazione e ambiscono a tanta, tantissima forma.
Fuori dai connotati di questa spirale narrativa troviamo Gabriel Leone. L'attore, nei panni di Senna, pare aver lavorato con una certa accuratezza al personaggio, sottraendosi, e il rischio era alto, alle insidie caricaturali. Quel che rimane del progetto, però, è un ritratto approssimativo della leggenda Senna che, al contrario di questa produzione, sospesa nel limbo delle logiche seriali del momento, continuerà a vivere nella memoria di tutti gli appassionati di questo sport.