Una proiezione alle undici meno un quarto? E' un fatto abbastanza insolito anche per me, che sono un vecchio, anzi vecchissimo (vado per i cento ormai, almeno dal punto di vista cinematografico) lupo delle sale. In fin dei conti non è neppure un male, perché hai il tempo di mangiare qualcosina, giusto per non sentire i morsi della fame: qualche chilo di carne (se sei carnivoro), di verdura (se sei vegetariano), o di piante carnivore (se sei indeciso)... o ancora di sushi cinese, se sei aspirante suicida.
Il film inizia. C'è Michael Caine, che dopo decenni di gloriosa carriera è venuto a svernare sulle Alpi. Lo ricordo in tantissimi film. Lui, l'anti-Bond che però recitò insieme a Connery nel meraviglioso “L'uomo che volle farsi re” di Huston.
Huston è morto, ora c'è Sorrentino. Insieme a Caine non c'è più Connery, ma Harvey Keitel, che interpreta un regista al tramonto (Sorrentino tra qualche anno, o Sorrentino qualche anno fa, oppure ancora Sorrentino oggi).
Scorrono le immagini, e non si può dire che non siano belle; che la fotografia non sia curatissima; che ogni sequenza non sia soddisfacente sul piano estetico. Sorrentino è bravo, anzi è bravissimo: è un genio, è il mago Silvan della cinepresa, tira sempre fuori dalle basette qualcosa di straordinario. Così, in rapida (per modo di dire) successione abbiamo: Caine con una massaggiatrice, Caine seduto, Caine che dirige le mucche (non ho scritto “vacche”, si badi bene, perché non voglio che questa recensione venga travisata), Caine con la figlia; ad un certo punto compare Maradona col panzone, poi Maradona che palleggia, e poi Paul Dano, cioè il sosia di Messi, travestito da attore, e poi travestito da Hitler; l'apoteosi è la scena della levitazione del santone buddista, mi ha ricordato Diego Abatantuono in “Grand Hotel Excelsior” di Castellano e Pipolo (che però faceva ridere volontariamente).
La trama del film è tutta qui. Per scandirla bene Sorrentino inserisce delle frasi devastanti, taglienti (le stesse, più o meno, che mette in bocca ai suoi protagonisti ad ogni film) sulle emozioni, sullo scopare male, sulla vecchiaia e sulla giovinezza: il risultato finale è una pellicola che ridefinisce il concetto di “noia cinematografica”, portandolo all'ennesima potenza. Tutto ciò ha un senso? Forse per i critici, o per i festivalieri che gli hanno riservato quindici minuti di applausi a Cannes, loro vivono in un'altra dimensione... non lo ha per me. Che logica c'è nel costruire sequenze perfette banalizzate da aforismi ridicoli? Nel reclutare grandi attori utilizzati malissimo? Nel voler fare cinema per soddisfare il proprio narcisismo senza rispettare minimamente il pubblico? La risposta spetta a Sorrentino, che peraltro ha un'ampia giustificazione: i suoi fans sono contenti così. Vogliono questo tipo di cinema, fatto di sequenze messe una dopo l'altra senza costrutto, di colpi di genio che lasciano il tempo che trovano, di invenzioni che soddisfano l'amor proprio del regista ma lasciano indifferente chi, come me, negli anni ha avuto la fortuna di assistere ad un tipo di cinema diverso: quello che colpisce al cuore.
“Youth” è finito, finalmente: siamo liberi. I pochi spettatori sono sbigottiti, la delusione affiora sui loro volti stanchi. Cerco lo sguardo di chi mi ha accompagnato: qualcosa mi dice che non mi serberà rancore per questa avvilente esperienza. E' l'una e mezza ormai, una fredda notte ci avvolge...
A Cannes stanno ancora applaudendo, probabilmente.
E' un'altra dimensione.
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marezia
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mercoledì 3 giugno 2015
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comment tecnicamente inutile e brutta.
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Intanto perché esordisce all'insegna del sarcasmo (e il sarcasmo non è MAI una qualità né un punto di forza nell'esposizione delle proprie idee) ma poi perché prosegue con reminiscenze dell'utente che poco hanno a che fare con l'argomento se non che, secondo lui, dovrebbero far ridere (e non lo fanno affatto). Se l'utente non ha capito nulla del film e della sua POESIA perché giustificarsi dietro all'orario tardo o ai suoi ricordi da lupo di sala? Basterebbe ammettere di non avere LA SENSIBILITA' GIUSTA, basta. C'è chi l'ha capito per lui, e molto bene. P.S. Sorrentino ha costruito una trama PER IMMAGINI, è vero ma le immagini avevano eccome un senso! Dove? Nella DEDUZIONE. Riprendere una immagine e "spiegarla" più avanti nel corso del film con una pezzo di vita, diciamo così, breve anch'esso quanto una immagine significa confidare NELL'INTELLIGENZA DEL PUBBLICO E NEL SUO SFORZO DI COMPRENSIONE inteso come DESIDERIO DI CAPIRE QUELLO CHE SI STA VEDENDO.
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Intanto perché esordisce all'insegna del sarcasmo (e il sarcasmo non è MAI una qualità né un punto di forza nell'esposizione delle proprie idee) ma poi perché prosegue con reminiscenze dell'utente che poco hanno a che fare con l'argomento se non che, secondo lui, dovrebbero far ridere (e non lo fanno affatto). Se l'utente non ha capito nulla del film e della sua POESIA perché giustificarsi dietro all'orario tardo o ai suoi ricordi da lupo di sala? Basterebbe ammettere di non avere LA SENSIBILITA' GIUSTA, basta. C'è chi l'ha capito per lui, e molto bene. P.S. Sorrentino ha costruito una trama PER IMMAGINI, è vero ma le immagini avevano eccome un senso! Dove? Nella DEDUZIONE. Riprendere una immagine e "spiegarla" più avanti nel corso del film con una pezzo di vita, diciamo così, breve anch'esso quanto una immagine significa confidare NELL'INTELLIGENZA DEL PUBBLICO E NEL SUO SFORZO DI COMPRENSIONE inteso come DESIDERIO DI CAPIRE QUELLO CHE SI STA VEDENDO. Purtroppo è un atto di fiducia rischioso, difatti...
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maramaldo
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mercoledì 3 giugno 2015
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che fegato, reiver...
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sei cattivo, però. Sorrentino è un grande ma ha un problema: deve liberarsi, stavo per dire disintossicarsi di Fellini. Lo deve a se stesso come artista, a noi suoi fan, al cinema italiano. Certo, deve lasciar perdere qualche furbizia e "ripulire" il suo motore visionario inconscio.C'hai fatto caso? Quelle occhiaie, quei "bargigli" di Caine non ti rimandano alla "maschera" di Toni Servillo? Che siano stati "separati alla nascita" Toni e "uno dei più grandi attori di tutti i tempi" (dixit qualcuno a Rai 3)
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luka1975
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domenica 7 giugno 2015
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mangiato male?
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Forse quella sera non eri nelle condizioni di vedere un film che richiede un briciolo di cervello.Lo dimostra la tua piu' che discutibile descrizione del film. Prova a rivederlo a stomaco vuoto e con piu` attenzione.
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reiver
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giovedì 11 giugno 2015
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per marezia
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Perché mi dà del lei? Ognuno è libero di scrivere ciò che vuole. Anche tu, per esempio, hai fatto una recensione della mia recensione, affermando che sono sarcastico, che non ho la giusta sensibilità, che non sono abbastanza intelligente da capire un film che invece è semplicissimo.Coltiva pure questo tuo innocuo sogno, tu e gli altri adepti del bravo Sorrentino, che vi dà la sensazione, per la verità abbastanza aleatoria, di essere più intelligenti e più sensibili della media; io mi sono annoiato, questo è quanto.
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reiver
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giovedì 11 giugno 2015
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per luka
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No, affatto, avevo mangiato benissimo, e nella giusta quantità, come faccio sempre del resto. Ero in perfetta forma, e direi che il film, più che di cervello, necessitava di tanta pazienza: le "piroette" di Sorrentino, che pure è bravo, non mi impressionano più di tanto.
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reiver
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giovedì 11 giugno 2015
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per felipito
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Sorrentino ha avuto paura di fare il suo "Otto e mezzo", e ha messo un finto protagonista, Caine, al posto di quello vero, Keitel.Già questo è abbastanza indicativo...Per quanto riguarda il fegato: non voglio irridere nessuno, offendere nessuno, fare il saputello o l'originale. Credo che Sorrentino sia bravo ma questo film non mi è piaciuto per niente, tutto lì. Ciao!
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