Il regista torna al cinema con Leggere Lolita a Teheran, tratto dal romanzo omonimo di Azar Nafisi. Dal 21 novembre al cinema.
di Fabio Secchi Frau
Sono pochi i nomi del cinema israeliano contemporaneo che riescono ad arrivare fino alle orecchie e agli occhi del pubblico europeo. Il suo nuovo film, Leggere Lolita a Teheran, sarà al cinema dal 21 novembre.
Composta da prospettive narrative entusiasmanti e nuove, la cinematografia di questa nazione ha vissuto, soprattutto con l'arrivo del nuovo millennio, una fresca ondata di arte e di talento, coi quali ha affrontato di petto l'ambiente culturale del panorama israeliano con una dozzina di straordinarie opere, molte delle quali portano la firma di Eran Riklis.
Acclamato dalla critica e sorprendente rivelazione fin dagli Anni Novanta, Riklis cerca di proporre al grande pubblico internazionale delle pellicole personali e ambiziose, spesso supportate da una coproduzione congiunta tedesca e francese, e rifacendosi ai classici del cinema americano.
Ripescando ideali dell'utopico sogno di sinistra di minare alle barriere difensive, cercando quindi pace e giustizia, talvolta nella forme audiovisive di una condizione sentimentale o erotica, Riklis riconfigura l'identità dei suoi protagonisti in uno scambio sovversivo condotto a livello fisico, che spera si traduca in una presa di coscienza sulla riscoperta della propria umanità.
Lo scopo è quello di creare immagini che confondano il confine tra il sé e l'altro, il pubblico e il privato, l'io e il tu, e quindi anche quel nodo tra il personale e il politico, l'essenza e l'esistenza, sfidando gli spettatori a riflettere sulla propria percezione di se stessi e a controllare, vedere se, dopotutto, la realtà con la quale ci interfacciamo è veramente una nostra realtà o quella di qualcun altro.