Le vite di tre donne si intrecciano in un ambiguo gioco di fughe e catture, in cui i ruoli di vittima e carnefice si scambiano fino a confondersi. Espandi ▽
Una ragazza, legata e a volte bendata, viene interrogata insistentemente dai due funzionari di un Apparato repressivo che vogliono da lei informazioni sui suoi presunti complici nell'intento dissidente. Non sappiamo se la ragazza faccia effettivamente parte di quel governo, ma una voce fuori campo ripete, probabilmente a lei, le istruzioni su come comportarsi nell'eventualità di essere catturati: non destare sospetti, non rivelare nulla sulle operazioni in atto, osservare i dettagli del proprio ambiente circostante, individuare l'inquisitore più debole, cercare una via di fuga.
Le punizioni dell'Apparato, per chi non è collaborativo, sono rastrellamenti, deportazioni e regolamenti di conti. Uno degli inquisitori è anche l'infermiere di un personaggio invalido e potente. Una donna, probabilmente quella la cui voce fuori campo fornisce istruzioni di fuga, si aggira per le campagne che circondano una Roma disabitata, spoglia e lugubre. E nella caccia fra il gatto e il topo non si è mai certi su chi sia preda e chi predatore.
In
Wanted è evidente anche una buona dose di autoreferenzialità e autocompiacimento, un approccio ascetico che sfiora l'integralismo più ostile e che potrà mettere a dura prova la pazienza anche dello spettatore più abituato alla sperimentazione filmica radicale e disinteressata ad essere compresa. Ma per chi vorrà lasciarsi avviluppare nelle spire del cinema artefatto e stupefatto di Ferraro,
Wanted è un ulteriore tassello di innegabile coerenza.