Terracina
Dati del Comune
Abitanti: 23.549 (1936) – 26.492 (1952. Superficie 136,59 kmq. Altitudine m..26 slm. Situata nell’Agro Pontino, sulla costa del golfo di Gaeta. Comuni confinanti: Fondi, Monte San Biagio, Sonnino, Pontinia, Sabaudia, San Felice Circeo.
La motivazione della decorazione
Terracina è insignita della Medaglia d’oro al merito civile.
Di Terracina era il s.ten. Agostino Quartulli, Medaglia d’Argento al V.M., caduto in Croazia .
Le vicende belliche e resistenziali
Consistente era la presenza militare italiana nell’agosto 1943: l’81° Fanteria con 500 uomini, reparti d’Artiglieria costiera, alcuni cannoni, anche se di antiquata tecnologia e di portata limitata. A margine, erano presenti alcuni tedeschi addetti ai servizi.
In città, alla notizia delle incursioni aeree alleate, era iniziato lo sfollamento verso i borghi e la collina e il 21 settembre il comune si trasferì a Borgo Hermada..
Il primo e più devastante bombardamento su Terracina avvenne alle 16.00 del 4 settembre 1943; esso fu effettuato dai 12 bombardieri B17 scortati da due caccia che sganciarono, in due riprese le bombe sul centro storico e sulla marina che causarono 130 vittime accertate, un numero mai calcolato di feriti, la distruzione di edifici. Secondo uno studioso locale, le conseguenze delle incursioni furono contenute, grazie al fatto che due componenti l’equipaggio di un aereo erano figli di emigranti terraciniesi che sganciarono solo una parte del carico esplosivo.
A fine settembre, su ordine tedesco, la Prefettura di Littoria ordinò, al pari di altri centri, lo sgombero della popolazione residente dapprima ad 1 km e successivamente a 5 km dal mare.
Terracina venne di nuovo bersagliata dalle bombe alleate il 4, 6, 9, 10, 21 ottobre e 13, 18, 19 dicembre, mentre continuarono ruberie e violenze da parte dei nazisti: a dicembre, venne gravemente ferita una ragazza, rapita da un soldato e che si era rifiutato di soddisfare le sue voglie.
Il giorno 21 gennaio gli americani, a scopo diversivo nell’ambito dello sbarco a Nettunia, effettuarono con sei navi due cannoneggiamenti dal mare lungo tutta la costa dei Terracina. I bombardamenti ripresero ripetutamente dal 3 al 7 aprile. In tale giorno , in località San Silviano i tedeschi incendiarono le capanne dei pastori e degli sfollati e uccisero alcuni civili per rappresaglia per l’uccisione di un soldato. Due giorni dopo, il 9 aprile, il cappuccino padre Biagio Trani, del santuario della Madonna della Libera, venne fucilato insieme al civile Domenico Marzullo dai soldati tedeschi in località Monticchio.
La battaglia per la conquista della città, caposaldo marino della linea “Hitler”, divenne una battaglia per il cimitero, alla periferia di Terracina. Esso era posto in un’altura e l’avvicinamento a tale luogo era reso difficoltoso dalle rocce e da tratti scoscesi. Inoltre una leggera pioggia aveva reso scivoloso il terreno e questo inconveniente era d’ostacolo ai carri armati americani, ma grazie al sostegno della fanteria poterono avanzare i semoventi corazzati del 6° Gruppo di Artiglieria da campo.
Nel cimitero i tedeschi avevano creato un avamposto nascosto tra le tombe: mitragliatrici, mortai e cecchini utilizzavano i monumenti funebri come copertura.
Gli scontri infuriarono per tutta la giornata del 24 maggio, ma poco prima dell’oscurità l’ultima resistenza dei tedeschi venne sopraffatta e dalla mezzanotte i battaglioni statunitensi si posizionarono oltre i confini di Terracina.
Il corrispondente di guerra James E.Roper riferì – tramite piccioni viaggiatori – di aver visto, a battaglia finita, in quali condizioni si trovasse il cimitero: molti feretri erano crivellati di colpi e i genieri dovettero bonificare il luogo da trappole esplosive nascoste nella cappella.
Ma le tragedie non terminarono con la liberazione: nella notte del 23 maggio aerei tedeschi effettuarono una incursione che sventrò ancor più gli antichi quartieri e causando decine di vittime tra la popolazione che iniziava a tornare dai luoghi dello sfollamento.
Bibliografia
La grande enciclopedia della tua regione. Il Lazio (57), pp.184-93
C.Volpe, “La grande morte”, in: (a cura) G.L.Campagna, 33 salti nella storia (cit.), pp.192-197
Quaderni sella resistenza laziale, Regione Lazio 1972, vol.6°, p.82
P.G.Sottoriva, Cronache da due fronti, (cit.), pp.48-50, 78, 105, 185-186, 208, 240-241, 263
Cronologia della Resistenza nel Lazio 1943-1944
Dizionario storico biografico del Lazio (cit.), ad nomen
Wikipedia, ad nomen.
Sito del Comune di Terracina
Sito web www.TerracinaBlog.com.