Mentre archiviamo su Sky Atlantic la prima stagione di un prodotto d'eccellenza di HBO, «Westworld - Dove tutto è concesso», ovvero un mondo parallelo dominato da automi che sfuggono al controllo (in pratica come a «Uomini e donne») in un parco giochi per adulti violenti diretto da Anthony Hopkins, confesso che inizio a intripparmi non poco per un altro nuovo gingillo che tenta di riempire l'enorme vuoto lasciato da «24». Va in onda su Netflix e si intitola «Designated Survivor». Kiefer Sutherland non fa più
Kiefer Sutherland in «Designated Survivor»
l'agente segreto che in un giorno deve salvare il mondo facendosi autorizzare torture e azioni disperate in perenne contatto telefonico con il Presidente Usa, ma si cala nei panni del Presidente stesso, «sopravvissuto designato» dopo che mano ostile ha fatto saltare in aria il Campidoglio e l'amministrazione americana al gran completo. Un uomo solo al comando dopo l'Apocalisse, in pratica. C'è meno azione e più intrighi da White House che in «24» (il meritato successo di «The House of Cards» e «Scandal» ha sicuramente lasciato il segno), ma gli sceneggiatori hanno creato un mix che regge abbastanza bene, e il cast è di qualità.
«Z Nation», terza stagione
La terza stagione di «Z Nation» è ripartita col botto, con trovate su trovate, così come l'ultima di «The Walking Dead», solo che gli episodi della seconda si stanno (come al solito, da un paio d'anni) rapidamente afflosciando. A parer mio sarebbe ora di chiuderla, finché si riesce a mantenere una parvenza di dignità. Ma tant'è. Sembra che gli zombie tengano ancora botta per gli ascolti.
Ryan Phillippe in «Shooter»
Non so perché (anzi, lo so: la bellezza della protagonista) mi ostini a guardare «Americans», che sta allungando il brodo in modo spesso indecoroso, ma voglio darle ancora qualche possibilità. Per sopraggiunta noia avevo tagliato i viveri anche ai pirati di «Black Sails», pur girato magnificamente. Sul fronte action-thriller Netflix ha sfornato anche l'onesto «Shooter». Il super-cecchino Bob Lee Swagger viene incastrato, incolpato di omicidio, fugge e cerca la sua vendetta. Vecchia storia, si dirà, ma dipende anche da come si sviluppa.
In chiusura di questo 2016 così carico di dipartite illustri (tra gli altri, se ne sono andati Prince, David Bowie, George Michael,Carrie Fisher, mamma Debbie Reynolds, e mancano ancora tre giorni al 2017), urge fare alcuni considerazioni tecnico-mediatiche sul caro estinto in versione social network.
Oggi come oggi, un morto vip che si rispetti deve "durare" su Facebook e Twitter almeno tre-quattro giorni. Deve garantire cioè un impatto emotivo, con condivisioni e #Rip diffusi negli status dei veri o presunti fan che si spalmino a cascata almeno sulle 72-96 ore successive. Al di sotto di questa soglia siamo di fronte a un personaggio di seconda o terza fascia. Quindi se si è innescata nello star-system mondiale, visto il trend, una comprensibile rincorsa al decesso, vanno considerati tutti gli impatti sulla popolarità. Compreso il rischio di finire in terza fascia. Nessun morto dello spettacolo vorrebbe mai finirci.
È sconsigliabile, naturalmente, passare a miglior vita in concomitanza di grandi eventi sportivi già prefissati, o di attacchi terroristici di estremisti islamici. Frequenti e purtroppo non prevedibili. Notizie che farebbero inevitabilmente passare il trapassato famoso in secondo piano. Serve a poco (ma può aiutare nei casi di personaggi più deboli), ricorrere a bare dalla foggia o forma eccentrica, come quella della foto. Comunque, se in carriera si è riusciti a costruire bene, in Italia o all'estero, basta qualche accortezza e si può spirare aspirando alla giusta visibilità sui social media.
Ora che vi siete (legittimamente?) sfogati con la principessa Leila di «Star Wars», saga che a mio avviso (e so di attirarmi gli strali di molti) è sempre stata sopravvalutata, mi piace ricordare l'unica Carrie Fisher degna di nota. Ovvero l'ex fidanzata pazza di John Belushi (Jake Blues) in quel capolavoro chiamato «The Blues Brothers». Il resto è noia. Del resto, di principesse al cinema ne abbiamo avute milioni, quasi tutte finte come una moneta da 75 centesimi, ma chi non ha mai avuto nella realtà una compagna/fidanzata fuori di testa? Quelle ultra-gelose, violente, vendicative e vendi-cattive. La Fisher la incarna perfettamente (con le dovute esagerazioni del caso) per la prima volta, a memoria mia, in un film che è entrato nella storia, tra una colonna sonora leggendaria e centinaia di auto accartocciate. Un film di formazione. Quindi, se dobbiamo ricordare Carrie, facciamole un favore: ripensiamola armata fino ai denti all'inseguimento dei Fratelli Blues.
Cinquantatrè anni sono veramente pochi per morire. Eppure il giorno di Natale è arrivato anche il «Last Christmas» di George Michael, forse la prima vera icona gay del pop mondiale. Un infarto se l'è portato via con la spietatezza che hanno queste chiamate senza possibilità d'appello.
Mick Jagger lo definì in modo sprezzante "Un parrucchiere con velleità canore", eppure Michael con i suoi Wham, boy band dal successo planetario, fu una colonna degli Anni 80, sdoganando con video e pose ammiccanti l'omosessualità fatta canzone. Oggi i coming out sono persino di moda. All'epoca facevano ancora discutere. Il pop degli Wham, va detto, era di assoluto rispetto, canzoncine ma di qualità (averne, oggi) che infiammavano i cuori di tanti e tante fans, pronte a sciogliersi per George, un mito, a prescindere dalle sue scelte sessuali. Michael ha sempre avuto una vita quantomeno sregolata: nel corso di alcune interviste ha confessato di aver avuto 500 partner in sette anni e di arrivare a fumare anche 25 spinelli al giorno. Il cantante inglese, che nel '98 ha consolidato la propria carriera da solista con «Outside», rendendo anche definitivamente palese la propria omosessualità, negli anni ha sempre cercato, non sempre con successo, di reiventarsi.
Madonna ed Elton John ora sono i primi a piangerlo. Ed è l'ultimo (si spera) grande artista ad andarsene in questi ultimi due anni che hanno decimato il panorama dello spettacolo mondiale. Penultimi della lista, David Bowie e Prince.
Vanessa Incontrada, LucaTommassini e Timor Steffens
Ancora in debito di ringraziamenti in quel di «X-Factor», Luca Tommassini ha avuto da FoxLife il suo segno finalmente tangibile di riconoscimento con l'incoronazione a giudice-perno di DDD, ovvero «Dance Dance Dance», ennesimo talent danzereccio con uso di celebrities (?) creato da John De Mol. Che con mestiere ha messo insieme un po' di tasselli del puzzle di tv contemporanea. «Ballando con le stelle» c'entra poco o nulla, se non per la gara di ballo. Il formato televisivo sta tra XF e «Italia's Got Talent», con un cast giovane per esigenze di pubblico e di rete. Il piatto è ricco e veloce, i tagli del montaggio si avvertono un po' troppo, e funziona la conduzione di Andrea Delogu (se dimagrisce ancora un po' le faranno presentare non un programma ma un ologramma: more piadine, please) e Diego Passoni. Nel cast, in un nugolo di emeriti sconosciuti o quasi, ma belli da vedere, emergono Claudia Gerini, Tania Cagnotto e la fashion blogger Chiara Nasti, che più che sui passi di danza deve lavorare sulla pronuncia, perché le senti l'accento del «A bbbelliiii, tutto a 5 eurooooo!» di Porta Portese. In giuria anche Vanessa Incontrada, sempre più sciura ma col sorriso che incanta, e il ballerino e coreografo olandese Timor Steffens.
L'artista che si è donato con maggiore generosità, raccontando se stesso in un capitolo del mio libro «Il peggio della diretta», pubblicato da Mondadori Electa, è Giulio Scarpati. Lo storico protagonista di «Un medico in famiglia», 60 anni, romano, è persona attenta e sensibile. Nei suoi trascorsi attoriali ci sono vere e proprie perle di difficoltà e imbarazzo finite tra le pagine di questo volumetto che sta incontrando i favori dei lettori e che contiene più di 100 aneddoti inediti di dietro le quinte raccontati dagli stessi protagonisti. Scarpati, che ha una lunga carriera teatrale, si è trovato a volte alle prese con spettatori un po' troppo esuberanti. Quelle platee difficili
da gestire perché tendono a interagire con chi sta sul palco. E con gli inevitabili malori seguiti a mangiate di frutti mare nelle trattorie con tutto il cast, dopo l'ennesima replica. L'attore racconta poi di furti di oggetti e altre esilaranti stranezze di una carriera senza macchia. «Il peggio della diretta» si trova in libreria e nei principali siti di vendita on-line. Qui sotto, in un video, l'elenco di tutti gli artisti che hanno accettato di raccontare i loro difficili, a volte divertenti, a volte dolorosi momenti di backstage.
Uno tra i giornalisti di spicco (insieme con Enrico Mentana) che raccontano se stessi nel mio libro «Il peggio della diretta», appena uscito per Mondadori Electa, è Massimo Giletti. Storico uomo Rai, conduttore del combattivo «L'Arena» la domenica su Raiuno, ha 54 anni ed è originario di Torino. Ama gli approfondimenti di cronaca ed è ricambiato. In un capitolo del mio volumetto a lui dedicato, Giletti si sofferma in particolare su un incidente tecnico che gli capitò negli anni della collaborazione con Giovanni Minoli a «Mixer». E poi racconta un succosissimo aneddoto legato a un rifiuto ad andare in video con un programma leggero in un momento di grande imbarazzo, subito dopo lo scoppio di un conflitto che si trasformò in una strage. Un diniego ostacolato da un funzionario Rai e che avrebbe potuto costargli la carriera. «Il peggio della diretta» si trova in libreria e nei principali store on-line. Qui sotto un video con un'anteprima di tutti i volti dello spettacolo che hanno accettato di raccontarmi i momenti imbarazzanti della loro carriera in una carrellata di backstage.
Piero Chiambretti (non occorre che lo dica io, ma ripetiamolo) è un gigante della nostra televisione. Un conduttore dalla lucidità e prontezza di battuta non comuni. A lui, un tempo colonna della Raitre di Angelo Guglielmi, si deve l'invenzione in Italia di certo giornalismo-show consumato in strada, che è diventato poi pietanza ufficiale nel menu de «Le iene» e di altri programmi o personaggi.
Il conduttore di «Matrix», in onda su Canale 5, si è raccontato nel mio libro «Il peggio della diretta»rievocando un blitz di «Scherzi a parte», consumato ai suoi danni con la complicità dell'ex Velina Maddalena Corvaglia. Scaltro come una faina, però, Piero ha scoperto tutto, mandando a monte una burla costata parecchie decine di migliaia di euro. E nel libro spiega come, oltre a rievocare un'altra gloriosa intemerata che risale agli inizi della sua carriera. «Il peggio della diretta» si trova in libreria e suoi principali siti di vendita on-line. Qui sotto, in un video, tutte le facce (e l'anticipazione di alcuni aneddoti) raccontati nel libro dai personaggi che hanno accettato di raccontarsi in prima persona.
Il Giorgio Mastrota che non ti aspetti (perché ha una simpatia che non tutti conoscono) è fra le pagine del mio libro «Il peggio della Diretta», edito da Mondadori Electa. Un collage di più di 100 aneddoti di personaggi dello spettacolo, che parlano degli imbarazzanti dietro le quinte della loro carriera. Storie inedite, nella maggior parte dei casi esilaranti o divertenti, oppure più tristi o problematiche, che di solito non arrivano mai al pubblico.
in questo volumetto Giorgio, il Re delle televendite italiane, che passa invariabilmente con maestri dalla promozione di un materasso a un divano a una batteria di pentole, racconta alcuni sfiziosi momenti da backstage di quando (sposato con la desaparecida Natalia Estrada) conduceva «Il gioco delle coppie» in spiaggia a Riccione. Una notte partì con tutta la troupe del programma, produzione compresa, per una notte brava in Romagna al mitico «Peter Pan». Da lì in avanti è tutto da leggere. «Il peggio della diretta» si trova in libreria e sui principali store di vendita on-line. Qui sotto, un video con tutte le facce delle celebrities che raccontano in prima persona i loro segretissimi momenti no.
Tra i padri della nostra televisione c'è Antonio Ricci, il deus ex machina di «Striscia la notizia». L'uomo (ma prima ancora il preside e l'autore a «Fantastico», con Beppe Grillo) che a colpi di «Drive in», «Odiens» e «Paperissima», con e senza sprint, ha costruito la televisione commerciale italiana. A colpi di prime serate e access-prime time da milioni di spettatori. Ricci racconta alcuni gustosi aneddoti legati al dietro le quinte della sua carriera di tv maker in un capitolo del mio libro «Il peggio della diretta», appena uscito per Mondadori Electa. Un volumetto che raccoglie le storie (rigorosamente gossip-free) di 50 big dello spettacolo italiano. Momenti di imbarazzo, litigi, situazioni esilaranti o drammatiche che di norma purtroppo non arrivano mai al pubblico. In particolare, oltre ad alcuni imprevisti legati alla presenza un po' sopra le righe di Anna Maria Barbera (una tra le poche donne, assieme a Belen Rodriguez, Michelle Hunziker e Maria De Filippi a essersi seduta alla scrivania del Tg satirico), Antonio parla di problemi tecnici con la pedana che sorreggeva l'orchestra durante le registrazioni di un'edizione di «Paperissima». Contro la tecnologia (l'elettronica, in particolare) avversa, studiò un rimedio a dir poco ingegnoso. Nel libro c'è anche un gustoso annedoto raccontato da Enzo Iacchetti, che con Ezio Greggio spesso conduce «Striscia». «Il peggio della diretta» si trova in libreria e nei principali store on-line, come Amazon.
C'è anche Iva Zanicchi, già «Aquila di Ligonchio», voce leggendaria della musica italiana (di recente tentata anche dal jazz) tra i big dello spettacolo italiano che si raccontano nel mio libro «Il peggio della diretta», appena pubblicato da Mondadori Electa. Un volumetto che raccoglie più di 100 aneddoti di momenti imbarazzanti, esilaranti, litigi, gaffes, situazioni drammatiche e inedite vissute dietro le quinte e raccontate in prima persona dagli stessi protagonisti dello spettacolo.
La sanguigna Iva, la regina di «Ok, il prezzo è giusto» (mi onoro di avere rivelato al pubblico anni fa che conduceva il programma in ciabatte, visto che non le inquadravano mai i piedi), sempre in bilico fra musica e conduzione televisiva, si sofferma su una epica figuraccia che fece durante un concerto nell'Est europeo, molti anni fa, e che ancora torna nei suoi incubi. E poi rivela l'amarezza provata sul palco di un Festival di Sanremo di qualche anno fa, condotto da Paolo Bonolis. Lei era in gara con «Ti voglio senza amore», la sua simpatia politica per Silvio Berlusconi era nota, e Roberto Benigni impostò gran parte del suo monologo su riferimenti e ammiccamenti sessuali legati alla cantante che la fecero infuriare. Fu sul punto di andarsene. «Il peggio della diretta» si trova in libreria e nei principali store on-line, come Amazon.
Renzo Arbore è uno dei padri fondatori dello spettacolo italiano. Figura carismatica e imprescindibile, sin dai tempi radiofonici di «Alto Gradimento», insieme con Gianni Boncompagni. Per questo quando ha accettato di raccontare alcuni suoi momenti di imbarazzo o di impasse, situazioni bizzarre e inedite vissute dietro le quinte di una carriera straordinaria nel mio libro «Il peggio della diretta» (Mondadori Electa), ero al settimo cielo.
Renzo è uno dei 50 big dello spettacolo italiano che parlano in prima persona in quest'agile volumetto, mettendosi a nudo con sincerità. L'uomo di «Indietro tutta» e «Quelli della notte», lo svecchiatore della Rai televisione grazie a «L'altra domenica», si sofferma soprattutto su alcuni scherzi fatti ai danni di amici musicisti, e alcune esperienze di tournée all'estero (come in Russia, accompagnato da Adriano Aragozzini) con la sua Orchestra italiana. Il foggiano che è diventato simbolo della napoletanità (o dell'italianità) nel mondo ha messo a segno un altro grosso colpo, sgranando una serie di chicche a beneficio dei suoi fan. «Il peggio della diretta»si trova in libreria e nei principali store on-line, come Amazon.
Umberto Smaila, uomo-immagine di «Colpo grosso», il leggendario sexy-show notturno che ha plasmato milioni di italiani, è uno dei tanti artisti che si raccontano nel mio libro «Il peggio della diretta», appena pubblicato da Mondadori Electa. Una parata di racconti di gustosi e spesso imbarazzanti dietro le quinte dello spettacolo raccontati dagli stessi protagonisti. Smaila, ex dei veronesi Gatti di Vicolo Miracoli e oggi, con la sua orchestra, re dei trenini notturni non solo di Capodanno sul filo del revival, ha parlato di sé e dei suoi trascorsi televisivi.
Rivelando segreti relativi agli anni del varietà erotico trasmesso in tutto il mondo e del quale cedette incautamente i diritti. Uno spettacolo molto amato, così come le mitiche «Ragazze Cin Cin», persino dall'ex presidente russo Gorbaciov, al quale è legato uno degli aneddoti raccontati nel libro. Smaila si sofferma poi su uno strano incidente al ginocchio capitatogli a teatro, nel corso di una delle mille repliche di uno spettacolo con i suoi storici compagni di cabaret. Cantante, attore, compositore, «l'Umbertone» ha dato vita a una catena di locali in franchising con il marchio Smaila's. «Il peggio della diretta» si trova in libreria e nei principali store on-line, come Amazon.
Maria De Filippi (semi-conduttrice di varietà in un serraglio suo come proprietà ma non come confidenza di genere) ha tenuto a battesimo insieme con Sabrina Ferilli il nuovo «House Party», da ieri in prima serata su Canale 5. La lady di ferro dei palinsesti sconfina dagli usuali territori. Un po' funziona, un po' no. Si lega e si slega, s'impaccia, si scioglie, ma la formula tiene. D'altra parte Mary non è né Bonolis né Fiorello, né Carlo Conti. Quel che le riesce bene - sempre - è mettere insieme il solito tripudio di ospiti, come Patrick Dempsey, pagato un tanto al chilo per farsi palpeggiare dalle suddette signore e arbitrare una gara nella quale le nostre si schiacciano in testa uova fresche e sode. Come nelle sagre di paese. Ecco poi Giorgio Panariello (ma chi gli scrive i testi?), l'impeccabile Gianni Morandi, Enzo Iacchetti, il Pupone ner còre de Roma Francesco Totti, Fiorella Mannoia, Emma Marrone, Elisa, Alessandra Amoroso, Valeria Marini messa lì a fare da collant(e), il principe Francesco De Gregori, persino Roberto Saviano, per non farsi mancare proprio niente. Più di così, che cosa si può volere? Ma il momento «C'è posta per te» con la lettera di mamma Ferilli alla figlia, ça va sans dire, e un balletto autocelebrativo.
C'è chi dice che il nuovo impegno defilippiano made in Fascino P.G.T. (la sua casa di produzione) sia frutto del mancato contratto da 60 milioni di euro con Discovery. Per riuscire a non farsela scappare, Mediaset avrebbe dovuto ripensare tutto il pacchetto e concederle un'altra pioggia di prime serate, forte dei risultati sempre lusinghieri ottenuti dai vari «Amici», «Uomini e donne», «Tu sì que vales», e via elencando. Dove c'è Maria, c'è televisione. «House Party» è un esercizio di tele-cazzeggio puro, con uso di ospiti che ogni tanto abbassano e a volte alzano il livello. Un saliscendi fortemente pop che in termini d'ascolti dovrebbe funzionare, anche perché oltreché su un cast ricchissimo gioca molto sul fattore sorpresa. A guidare il gioco nelle prossime puntate ci saranno Michelle Hunziker con Il Volo e Laura Pausini in coppia con Gerry Scotti. Che in questo momento nel loro lettuccio si augurano di avere a disposizione lo stesso budget di ieri sera.
Di solito alle conferenze stampa, «Segue buffet». Il problema si presenta quando la brutta fama (o forse, meglio, la FAME BRUTTA) ti precede. Contro una presunta «Banda della tartina» che infesterebbe presentazioni ed eventi trendy e di spettacolo sulla piazza di Milano sta circolando nell'ambiente l'e-mail del momento: un'attività di dossieraggio spietata e meticolosa su alcuni soggetti più mangianti che scriventi, a detta del o degli anonimi estensori del messaggio. Che proviene da un account Gmail e che in questi giorni sta arrivando a diversi addetti e addette stampa che organizzano eventi, in genere televisivi o modaioli sul suolo milanese.
Nella «oggettiva delazione», come i mittenti stessi la definiscono, si fanno addirittura nomi, cognomi, soprannomi, circostanze precise, e il messaggio è corredato persino dalle fotografie dei soggetti, scattate nel corso di vernissages o presentazioni di prodotti o programmi. Il testo dell'e-mail, che è già leggenda, lo riporto qui sotto, in giallo, ovviamente omettendo per correttezza tutti i particolari che consentirebbero di risalire ai veri o presunti giornalisti e/o imbucati nel mirino.
Essendo da 29 anni giornalista sia mangiante che scrivente (faccio con gusto entrambe le cose), devo dire che questa presunta «Banda della tartina» è figlia di cento altre gang che negli anni ho visto agire impunemente ai buffet dello spettacolo italiano. Potrei scrivere un saggio in materia, e non è detto che prima o poi non lo faccia. Ho partecipato alle sontuose conferenze stampa degli anni d'oro di Mediaset, seguite da buffet a cura di Biffi Scala, assaltate da colleghi e colleghe che vista la magrezza si credevano inappetenti, eppure... Ho visto imbucati di ogni tipo, i cui volti sono cambiati con gli anni; ho visto gente in preda a fame chimica e anche il progressivo, generale ridursi della qualità e quantità delle derrate alimentari causa crisi. Oggi (lo dico da gourmet) se vuoi mangiare bene e senza risparmiarti ti devi rivolgere agli eventi Sky, che di solito non tradiscono. Ma non voglio con questo dare suggerimenti o dritte alla spietata «Banda della tartina». La quale, stando all'agghiacciante e-mail (depurata) che riporto qui sotto, ha le ore contate.
SALVE,LA PRESENTE PER SEGNALARLE,NEL VOSTRO INTERESSE,CHE LA PRESENTAZIONE DI ... ... ... ... ... ... SARà PRESA D'ASSALTO DAL SOLITO GRUPPO DI PARASSITI,SCROCCONI,EGOISTI,MENEFREGHISTI,MISERABILI MANGIATORI.
QUESTO GRUPPO,TARGET RIGOROSAMENTE DAI 40 ANNI AI 70,UOMINI E DONNE,è FORMATO DA DECINE DI CANI SCIOLTI CHE,TRAMITE SCAMBIO DI NOTIZIE ED INFORMAZIONI TRA LORO,LEGGE GLI EVENTI SUL WEB O SUI GIORNALI E SI INTRUFOLA NELLE SITUAZIONI PIù DISPARATE (FESTE,VERNISSAGES,INAUGURAZIONI,PRESENTAZIONI,PREMIAZIONI,ECC),QUASI SEMPRE SPACCIANDOSI X GIORNALISTI E FREELANCE(OGNUNO HA LA PROPRIA SEDICENTE RIVISTA CON LA QUALE COLLABORA,PECCATO CHE O LA RIVISTA NON ESISTE AFFATTO O,SE VERIFICATE NELL'ORGANICO, ESSI NON ESISTANO AFFATTO E NESSUNO LI CONOSCE),FREGANDOSENE ALTAMENTE DEGLI INTENTI DELL'EVENTO IN QUESTIONE,MA CON L'UNICO SCOPO DI INGOZZARSI E PRENDERE OMAGGI.
TALUNI INDIVIDUI,REFRATTARI AL RISPETTO DEL LAVORO ALTRUI,SE NE FREGANO ALTAMENTE DEL TEMPO E DELLE RISORSE DA VOI IMPIEGATE NELL'ESPLETARE LA VOSTRA ATTIVITà,IN QUANTO IL LORO UNICO INTENTO SARà QUELLO DI GOZZOVIGLIARE E PRENDERE OMAGGI,ARRIVANDO A MOSTRARVI BIGLIETTI DA VISITA FASULLI E RICICLATI,PRESI AD ALTRI EVENTI O CREATI DA LORO.
LA SIGNORA ... .... ... CHE PROBABILMENTE VEDRETE ALL'EVENTO SUL TARDI,GIUSTO PER IMBUCARSI E SCROCCARE,è STATA RIPETUTAMENTE VISTA IMBOSCARSI BOTTIGLIE DI VINO NELLA BORSA..
UN'ALTRA FAMOSISSIMA SCROCCONA ARRAFFONA IMBUCATA PARASSITA,DI NOME ... ... ... ... CHE ASSERISCE DI GESTIRE UN SITO WEB SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE, COMMETTE PURE IL REATO DI FALSO E MILLANTA IL TITOLO DI GIORNALISTA CHE NON HA, è SOLITA ... PRESENTARSI AGLI EVENTI ALLA FINE,SALTANDO LE PRESENTAZIONI ED I CONVEGNI,CON L'UNICO SCOPO DI MANGIARE A SCROCCO E PRENDERE REGALI.
NOI NE CONOSCIAMO MOLTI,E MOLTI NE ARRIVERANNO DA VOI DOMANI,QUINDI FATE MOLTA ATTENZIONE,SOPRATTUTTO NEI MOMENTI DI CONFUSIONE,NON TRALASCIANDO QUELLI CHE HANNO CHIESTO L'ACCREDITO TROVANDO LA VOSTRA MAIL SUI SITI DEDICATI AGLI EVENTI E CHE NON CONOSCETE PERSONALMENTE COME FACENTI PARTE DEI MEDIA...
PERTANTO CONSIGLIAMO DI PRESTARE MOLTA ATTENZIONE SOPRATTUTTO ALLA GENTE CHE ENTRA A PRESENTAZIONE ORMAI GIà INIZIATA O IN PROCINTO DI CONCLUDERSI (TUTTI GLI ELEMENTI DI QUESTO SFASATO GRUPPO VENGONO X DEPREDARE,NON HANNO MAI SCRITTO RECENSIONI O REDAZIONALI E MAI LO FARANNO E TENDENZIALMENTE QUANDO SI PRESENTANO AGLI EVENTI NON SONO MAI PUNTUALI,PROPRIO PERCHè CERCANO DI TAGLIARE I TEMPI MORTI,SCROCCARE E RECARSI AL SUCCESSIVO EVENTO GIORNALIERO).
SEGNALIAMO INOLTRE CHE QUESTA GENTE,OLTRE AD ESSERE EGOISTA,TACCAGNA,AVIDA ED AVARA,PRIVA DI VALORI,IGNOBILE E VERGOGNOSA,HA REDDITI DA LAVORO E DA PENSIONE DECENTI,ALCUNI DI LORO SE LA PASSANO PROPRIO BENE, QUINDI C'è PURE L'AGGRAVANTE CHE NON SI TROVANO IN STATO DI NECESSITà.. .
SPERANDO DI AVERE FATTO COSA GRADITA NELL'INVIARVI QUESTA OGGETTIVA DELAZIONE E NEL SEGNALARVI LA PRESENZA DI QUESTI INDIVIDUI PER TUTELARE L'IMMAGINE E LA CREDIBILITà DEL BRAND CHE RAPPRESENTATE E PER SALVAGUARDARE IL VOSTRO E L'ALTRUI LAVORO,AUSPICANDOCI VOGLIATE VIGILARE AFFINCHè QUESTA MISERABILE ARMATA BRANCALEONE NON SI FACCIA BEFFA DI VOI MANCANDO DI RISPETTO AI VERI PROFESSIONISTI,CONFIDANDO NELLA VS ASSOLUTA RISERVATEZZA X LE INFORMAZIONI DA NOI ELARGITE NEL VOSTRO INTERESSE,PORGIAMO DISTINTI SALUTI. ALCUNI AMICI.
«Mi chiamo Francesca, vivo a Milano (orgogliosamente di origine siciliana), sono laureata in Psicologia all’Istituo San Raffaele e lavoro come impiegata presso la GE Capital Funding. Ho deciso di prendere parte al calendario BeautyfulCurvy2017 (partecipando a un casting che ha coinvolto circa 600 ragazze di ogni età e taglia) in quanto condivido e seguo da gennaio 2016 il messaggio che Barbara Christmann manda tramite il suo blog www.beautifulcurvy.com e la pagina facebook beautifulcurvy.com.
Il suo è un messaggio chiaro, forte e deciso sull’accettazione e l’amore per il proprio corpo, le proprie curve appunto. Si rivolge sia alle donne che agli uomini che hanno difficoltà ad accettarsi o che già si amano per come sono e vogliono valorizzarsi. È un messaggio per tutti, senza distinzione, che infonde speranza. Come dice il suo motto “La curva più bella è il sorriso”. Attenzione a non confondere il messaggio di accettazione con “grasso è bello”. Quello che si legge chiaramente è: “Ama te stessa e proprio per questo migliorati per vivere meglio”, perchè la bellezza non si misura con i numeri ma al contempo amarsi significa rispettarsi e quindi prendersi cura del proprio stato di salute. In passato ho partecipato a qualche shooting di ritrattistica con alcuni fotografi e a “IOMIAMO” by Alice Pasti, ma mai nulla di simile, effettivamente. Nulla che mi abbia mai lasciato il segno come in questo caso.
Ho conosciuto la pagina di Barbara in un momento difficile della mia vita, durante il quale non riuscivo ad accettarmi e a essere felice nel mio corpo; grazie al suo messaggio sono riuscita ad andare oltre, a superarlo, a capire che la mia bellezza non dipendeva dalla taglia dei pantaloni che indossavo. Ho compreso che è tutto l’insieme che rende una persona ciò che è, che la rende bella. La sua armonia. E se una persona è in armonia con se stessa, allora si piace, e se ti piaci, diventi irresistibile. Lo dico col sorriso sulle labbra. Vorrei far capire a tutte le donne e gli uomini che ci seguono o che ci seguiranno che la bellezza non si misura, non è un numero. Direi piuttosto, come direbbe Platone, che la bellezza è un’idea pura, iperuranica.
Purtroppo viviamo in una società che vuole etichettare tutto e che impone dei canoni talvolta improponibili, difficilmente realizzabili. La nostra è una battaglia contro gli stereotipi che ti vogliono più magra, più grassa, più alta, più bionda, più mora, con più seno, con meno seno... Che cerca di importi come essere, pensare, e vivere “felice”. Spesso non ci si pensa ma tutto ciò ha un impatto enorme sulle nostre vite, specie a livello psicologico. Basti pensare alle malattie alimentari o al bullismo. Credo moltissimo che questa nostra goccia sia l’inizio di una grande e travolgente “onda”, specie in Italia dove la cultura del curvy non è ancora così diffusa e/o accettata.
Credo che essere curvy sia una bandiera, per gli ideali, ma al contempo una constatazione: chi di noi non ha delle curve? Ogni corpo è “curvy”. Come si può notare non amo etichettare neanche in questo caso. Per come mi vedo ed interpreto io il termine “curvy”, non puoi definirti tale se non hai superato una serie di barriere mentali che ti portano a volerti vedere totalmente diversa.
Non può essere una scorciatoia verso l'accettazione, perchè se non hai imparato ad accettarti (sempre in maniera costruttiva) e ad amare il tuo corpo, difficilmente riuscirai a pubblicare una foto che mostra anche le tue imperfezioni o che non sia ritoccata. Per esempio noi ragazze beautifulcurvy, nelle foto dei calendari che Barbara ha fatto in questi anni (questo è il quinto anno) non siamo passate attraverso photoshop, compariamo al naturale nelle forme, non ritoccate. Difficilmente una persona che prende una scorciatoia riesce ad accettare che si veda il rotolino nella schiena o il braccio morbido. Io invece amo il mio rotolino e il mio braccio morbido.
Mi domandano: esiste qualcuno che si approfitta del mondo curvy per scopi e personali? Come si riesce a distinguere chi opera bene da chi cera solo visibilità? Credo, anzi ne sono certa, che come in tutte le cose ci sia sempre chi si approfitta del dolore delle persone e della loro vulnerabilità. Sono quelle che parlano ma che poi in concreto non fanno nulla, che non ci mettono la faccia. Quelle persone che ti dicono che sei bellissima, ma che se dimagrissi quel poco, staresti meglio. Ecco, quelle sono persone che non credono davvero nel messaggio che promuovono, bensì vogliono solo apparire».
Loredana Lecciso e Al Bano in clinica passata la paura
«Sarà Sanremo» (una tra le poche certezze italiane proiettabili nel futuro, altroché Governi), e così Carlo Conti si porta avanti centellinando durante lo show in prima serata su Raiuno i nomi dei 22 big in gara. Ecco l'elenco ufficiale definitivo.
VECCHIE GLORIE E DONNE COMBATTENTI Si comincia con la restaurazione di un Re dell'era baudiana, Al Bano, reduce da un ricovero per infarto ma già bello arzillo (vedi foto) e pronto a spiegare l'ugola sul palco dell'Ariston con «Di rose e di spine». A seguire Elodie, uscita seconda da «Amici» e quindi dal parco talent di Maria De Filippi, in gara con «Tutta colpa mia». Riciccia anche Paola Turci, che con «Fatti bella per te» pare intenzionata a confezionare un inno all'autostima femminile. Il torinese Samuel, all'anagrafe Umberto Romano, frontman dei Subsonica, canterà «Vedrai», e sempre sul fronte dei classici ecco Fiorella Mannoia (ultimamente criticata da qualcuno per aver lasciato un po' da parte la canzone d'autore corteggiando le canzonette pop) con «Che sia benedetta».
RIPESCATI DAI TALENT E UN CLASSICO NAPOLETANO Nesli e Alice Paba (lei viene dal defunto «The Voice of Italy», lui vuole andare in riviera a «Spaccare tutto») proporranno «Do retta a te», e sul fronte repechage si fa notare il giovanissimo Michele Bravi da«X-Factor», che sembrava già sparito nel tritacarne infernale degli ex dei talent, con «Il diario degli errori». Il solido Fabrizio Moro sarà in gara con «Portami via», e Giusy Ferreri (dopo il tormentone estivo con Baby K) pare intenzionata a farsi ancora valere con «Fa talmente male». Il secondo gruppo si chiude con un altro nome Doc, quello del napoletano Gigi D'Alessio, che si porta appresso tutto con «La prima stella».
IL RAPPER TRENDY E QUEL DIAVOLO DELLA COMELLO Il rapper Raige e Giulia Luzi (attrice e cantante vista anche a «Tale e quale show») si faranno avanti con «Toglimi la voglia». Sul fronte dei ritorni, un altro classico: il pavese Ron, in gara con «L'ottava meraviglia». E se Ermal Meta (una carriera già visibile ma lo scorso anno in gara tra le nuove proposte) proclama che è «Vietato morire», il redivivo Michele Zarrillo ha scritto per il festivalone «Mani nelle mani». Il botto, se il pezzo si rivelerà buono, potrebbe farlo una talentosa ragazza che ha già dimostrato di saper fare un po' tutto sul palco: Lodovica Comello con «Il cielo non mi basta». A completare il terzo gruppo c'è un altro giovane: Sergio Sylvestre, vincitore di «Amici 2016». Il Rapper Clemente Maccaro, in arte Clementino Iena, porterà «Ragazzi fuori». Alessio Bernabei, già front man dei Dear Jack, potrebbe essere un'altra sorpresa e sicuramente manderà in sollucchero le fans con «Nel mezzo di un applauso». La padovana e inquieta Chiara Galiazzo ci farà sapere che «Nessun posto è casa mia», mentre Francesco Gabbani, lo scorso anno tra le Nuove proposte, sarà in gara con «Occidentali's karma». E se l'algida Bianca Atzei proclama «Ora esisti solo tu», si chiude con un classicone: la voce potetente del Marco Masini di «Spostato di un secondo».
La talentosa Virginia Raffaele, showgirl lanciata in tv dalla Gialappa's band e che insieme con Carlo Conti ha dato vita agli sketch più divertente dell'ultimo Festival di Sanremo imitando la sexy Belen Rodriguez, è uno dei personaggi che si raccontano nel mio libro «Il peggio della diretta», pubblicato da Mondadori Electa.
Insieme con altri 50 big dello spettacolo italiano che raccontano più di 100 aneddoti inediti e imbarazzanti dei loro dietro le quinte, Virginia si è lasciata andare a confessioni non da tutti. Per esempio quando si sentì male, all'inizio della carriera, con paurose crisi di vomito da contrastare con ogni mezzo possibile, e senza farsene accorgere dal pubblico. Racconta poi della sua memoria prodigiosa per la quale (piccola curiosità) è nota nell'ambiente, e che le consente di imparare con una velocità pazzesca intere parti senza difficoltà. Comprese quelle dei colleghi. «Il peggio della diretta» (che ha una sua pagina Facebook) è disponibile in libreria e in tutti i principali siti di vendita on-line, come Amazon. Nel video qui sotto un promo con le facce di tutti gli artisti che si raccontano nel libro.
C'è anche l'always young Francesco Facchinetti, generatore automatico di turbolenze in tv e nello showbiz, fra i personaggi che raccontano i loro segreti nel mio libro «Il peggio della diretta», appena pubblicato da Mondadori Electa. L'iperattivo figlio di Roby dei Pooh, agente di spettacolo e testimonial di marchi pubblicitari ma all'occorrenza anche cantante (Dj Francesco) e conduttore, rivela alcune idiosincrasie dei cantanti alle prese con i sound check, e altre problematiche da palco, meglio note come sfighe. Un aneddoto spassoso riguarda Morgan, e un altro Lorella Cuccarini, appena tornata in video con «NemicAmatissima» accanto a Heather Parisi, ma all'epoca ospite di un'edizione di «X-Factor» condotta da Facchinetti. «Il peggio della diretta» (disponibile in libreria e sui principali siti di vendita on-line) contiene più di 100 storie da backstage raccontate in prima persona da 50 artisti che hanno accettato di confidarmi i loro più imbarazzanti, esilaranti, divertenti, ma a volte anche drammatici o problematici dietro le quinte. Un capitolo molto intenso è dedicato proprio a un membro dei Pooh, Red Canzian. Qui sotto, in un video, tutti i personaggi che si raccontano nel libro.
La copertina de «Il peggio della diretta», di Franco Bagnasco
Vuoi regalare un libro a Natale? Se il destinatario del tuo dono è appassionato di tutte le sfumature dello spettacolo, non c'è che una scelta (e lo dico in modo del tutto disinteressato): il titolo del momento è «Il peggio della diretta» (Mondadori Electa), raccolta di più di 100 aneddoti da dietro le quinte dello showbiz di casa nostra raccontati in prima persona da 50 Big. Che hanno accettato di vuotare il sacco per la prima volta su momenti imbarazzanti, spesso divertenti o esilaranti, ma in qualche caso drammatici e problematici vissuti sul palco o nel backstage. Non c'è gossip. Non ci sono leggende senza fondamento, ma tutte le sfumature della verità dalla viva voce dei protagonisti. Qui c'è il cosiddetto elenco dei nomi, ossia tutti i personaggi che in qualche modo compaiono nel libro, scritto da me, che mi occupo di spettacolo da 29 anni. Alcuni (come Nek, Paolo Villaggio, Giovanni Allevi, Eros Ramazzotti, Giulio Scarpati e Pupo, il cui aneddoto ha fatto il giro d'Italia web e giornali) hanno scritto personalmente i loro contributi. Altri - e sono la maggioranza - hanno accettato di parlarmi appositamente per il libro. È un volumetto di facile e veloce lettura ma l'elenco dei contributi è così ricco che dovrete recuperarlo persona cercando sul web. Il pregevole manufatto è reperibile in genere con il 15% di sconto su siti come Amazon o lo stesso Mondadori Store. Cliccando qui c'è un video con una panoramica di presentazione del progetto abbastanza esaustiva. Buone feste e auguri di cuore con «Il peggio della diretta».
Si arriva alla finale di «X-Factor 10» (#XF10 per gli amici hashtaggatori), giovedì 15 dicembre dal Mediolanum Forum di Milano, con una vincitrice annunciata: Gaia. Ma come, dice: annunciata da chi? Beh, nientemeno che da Fedez, il quale ieri sera, durante la semifinale in onda su SkyUno ha di fatto preconizzato (ricorrendo a un'immagine suggestiva, stile Cenerentola al grande ballo) la sua vittoria. La ragazza in ogni caso è brava, carina, impostata e precisa, con un inedito da pop-internazionale, che non fa stravedere ma è perfetto per il mercato.
Al tilt ci ha lasciato le penne, ed è un vero peccato, il povero e talentoso Andrea Biagioni, al quale il pubblico ha preferito Roshelle. Una che urlacchia e gorgheggia molto, in preda ad ansia da virtuosismo, ma che meritava meno dell'introspettivo Andrea. Poi ci sono i solidi Soul System, bravi e trascinanti, la vera spina nel fianco di Matteo Salvini, argine psicologico all'avanzare della Lega, e infine la super tatuata Eva (alle braccia ha due maniche giapponesi che manco Francesco Facchinetti) con un bell'inedito zilliano scritto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Giusto per avere almeno un pezzo italiano in questo dilagare di anglofonia. Sul fronte giudici è stato l'anno più cloroformizzato in assoluto, complice l'assenza di Morgan. Il fenomeno Alvaro Soler si è sgonfiato immediatamente, e Fedez ha preso subito, idealmente, il bastone del comando; la vera rivelazione è stata il sincero Manuel Agnelli, dagli Afterhours alla prima serata. Con Arisa si sono beccati pesantemente giusto sulle fasi finali, ma dev'esserci stato un armistizio dietro le quinte: ieri Rosalba era così anestetizzata che avrebbe parlato bene anche del buco nell'ozono. Dov'è lo Champagne in camerino, quando serve?