iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.
iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.



Link to original content: https://www.academia.edu/29923897/A_special_intervent_for_handicapped_people_in_High_school_a_proposal
(PDF) A special intervent for handicapped people in High school: a proposal | Sara Auriemma - Academia.edu
Academia.eduAcademia.edu

A special intervent for handicapped people in High school: a proposal

The book is particular overview on what now are becoming italian schools and on what we can find inside: BES with a particular references to DA people. The 'Law for the inclusion' and the necessity to put inside schools everybody restricting differences among pupils and overcoming the social barriers among people is one of the first rules for the best inclusion of all not only in the Italian schools also. The best inclusion is also another goal of the 'ItalianLaw: the Good School' and gives, in this sense, another key of lecture to the teacher figure for handicapped people. So, herein we show a simple unit, called 'unit of apprehendiment', on how to educate and -how to do it in the better way -a teenager suffering from Epylepsya, considering in the classroom the presence of other friends used to be called Special Educational Needs. All in order to find the right metodologies or teaching strategies and to improve the quality of Italian's RAV. It is a proposal that could be considered in the area of evaluation and of the best practices adopted in the schools.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’AQUILA Corso di specializzazione sul sostegno A.A 2014/2015 Interventi educativi per ragazzi con speciale normalità nella scuola secondaria di secondo grado: una proposta Sara Auriemma Matr 245030 Relatore Prof.ssa Lucia Chiappetta Cajola 1 INDICE Introduzione pg 5 PARTE PRIMA Capitolo primo L’epilessia 8 1.1 Definizione 9 1.2 Epidemiologia 9 1.3 Eziologia 9 1.4 Classificazione 10 1.4.1 Classificazione crisi epilettiche 10 1.4.2 Classificazione delle sindromi epilettiche 10 1.4.3 Classificazione in relazione alla prognosi 11 1.5 Protocollo diagnostico 12 1.6 Indagini Neurofisiologiche 13 1.7 La terapia 17 1.8 Interazioni farmacologiche 21 1.8.1 Interazioni con contraccettivi orali 22 1.8 2 Interazioni con anticoagulanti orali 23 1.8.3 Farmaci potenzialmente convulsivanti 23 1.9 Comunicazione della diagnosi 24 1.10 Aspetti medico legali e sociali 25 1.10.1 Occupazione lavorativa , invalidità ed esenzioni ticket 25 1.10.2 Idoneità alla guida 28 1.10.3 Servizio militare e porto d’armi 29 1.10. 4 Epilessia e Sport. 30 Capitolo secondo Epilessia e comorbidità 31 2.1 Le dimensioni del problema 31 2.2. Epilessia e comorbidità psichiatrica 32 2 2.2.1 Disturbi dell’umore ed epilessia 2.3 Psicosi ed Epilessia 33 34 2.3.1 Caratteristiche cliniche e diagnostiche 35 2.3.2 Strategie terapeutiche e scelta del farmaco 35 2.4 Epilessia e stroke 36 2.5 Epilessia e disturbi del sonno 38 2.5.1 Ridotta efficacia del sonno 38 2.5.2 Epilessia ed apnee ostruttive in sonno (OSAS) 39 2.5.3 Parasonnie 39 Capitolo terzo Tumori cerebrali 40 3. 1 Incidenza 40 3.2 Definizione 40 3.3 Tecniche Diagnostiche 41 3.4 Classificazione 42 3.4.1 Tumore del tessuto neuroepiteliale 42 3.4.2 Tumore dei nervi periferici 43 3.4.3 Tumori meningei 44 3.4.4 Tumori della regione stellare 44 3.4.5 Tumori metastatici 45 3.5 Trattamento 45 Capitolo Quarto Epilessia Tumorale 46 4.1 Incidenza 46 4.2 Descrizione 46 4.3 Diagnosi 47 4.4. Epilessia tumorale e qualità della vita 47 4.5 Profilassi delle crisi epilettiche 48 4.6 Trattamento delle crisi epilettiche 49 4.7 Effetti collaterali dei farmaci antiepilettici 49 3 PARTE SECONDA 1. Relazione di tirocinio…………………………………………………… 51 1.1 Premessa………………………………………………………… 52 1.2 Tirocinio diretto 52 1.2.1 La fase osservativa 52 1.2.1.1 Analisi del contesto socio-culturale di Casalnuovo di Napoli 53 1.2.1.2 Analisi del POF, poi PTOF del Siani 53 1.2.1.3 L’Analisi del PAI 67 1.2.1.4 Sostegno agli alunni diversamente abili 75 1.2.1.5 Il RAV, rapporto di autovalutazione della scuola 77 1.2.1.6 Analisi dei documenti dei soggetti DVA della scuola 85 1.2.1.7 Il PDF/PEI di A. E. 85 1.2.2 Fase progettuale: l’ UdA proposta per classi miste mediante l’uso del cooperative learning 1.2.3 1.2.4 1.2.5 Fase operativa: l’ attività didattica svolta con A. 99 106 Fase valutativa: tipologia della verifiche relative all’UdA ‘’ Via la ruggine di qui!” 110 Fase riflessiva sull’attività didattica compiuta 111 2. Descrizione del prodotto multimediale relativa all’UdA effettuato Bibliografia, sitografia e filmografia generale e selezionata 115 117 4 INTRODUZIONE Sin dal dopo la riforma Gentile, i ‘diversamente abili’ si sono da sempre battuti affinchè essi potessero integrarsi nei contesti scolastici, ed i risultati di questa lotta sono tangibili dal 1961, con la creazione della classe media unica, poi la conquista è stata ottenuta dagli invalidi civili, poi degli handicappati gravi e poi a mano a mano si è andato strutturando il lento cammino verso l’integrazione scolastica nelle nostre scuole. Tuttavia, oggi il problema dell’inclusione è ancora un tasto dolente, poiché le buone prassi non sono sempre attuate. Seppure le classi differenziali sono state abolite in Italia, queste, sono di fatto realtà ancora esistenti e tangibili in altri contesti scolastici ed in particolare in altri paesi, come Inghilterra, America, etc. In Italia una particolare attenzione ai Disability Studies si è avuta con Comoglio, che resta anche uno dei più grandi artefici dell’attività di divulgazione e di aggiornamento sulle disabilità e sulle sue difficoltà (Medeghini, 2014): Sono inoltre noti numerosissimi testi per il trattamento di persone affette da disabilità ( Erickson, 1991 al 2014). E’ necessario comunque ricordare che prendersi in carico una persona in difficoltà, corrisponde al prendersene cura. Ecco che dunque l’insegnante di sostegno, spesso visto come insegnante di serie ‘’B’’ andrebbe invece considerato un super insegnante, che più degli altri deve avere sviluppate doti di empatia, poiché egli si appresta a ricoprire un ruolo di delicatissima importanza, svolgendo una professione di aiuto, e che per tale motivo, lo rende consapevolmente un soggetto facilmente sottoposto al fenomeno di’’ burn out’’. (Vaccarelli, A. Isidori, M. R. 2013) contro cui si cerca di attuare delle normali strategie di coping. Le nuove leggi prevedono l’introduzione nelle scuole di nuovi insegnanti di sostegno, che sono chiamati a svolgere ruoli di delicatissima importanza e quindi a dover lavorare difatto su un duplice fronte: sia essere a conoscenza delle differenti patologie dei DVA delle scuole e quindi quali tipi di interventi educativi utilizzare per favorire gli apprendimenti, sia operare e progettare nell’ottica dell’inclusione scolastica, per la quale, quindi, tutti si devono sentirsi partecipi senza via possibile di esclusione. Questa tesi di specializzazione, risultato finale di un percorso educativo semestrale, è costituita di due parti: Una prima parte in cui più che soffermarsi sul ruolo assunto 5 dall’insegnante di sostegno sulla base delle attuali norme in fatto di diritto scolastico, sono illustrate in modo meticoloso i sintomi, le eziologie ed i trattamenti farmacologici previsti per l’ epilessia in generale sia nel normale percorso evolutivo che nella fase di declino fisiologico. Sono poi indicate le particolari patologie in comorbidità con l’epiliessia ed un particolare focus e condotto su un problema che sta a cuore di milioni di italiani, in quanto si innesta su sentieri già varie volte solcati in differenti circostanze, dalla tesi di laurea alla tesi di dottorato: i tumori cerebrali con riferimenti alla epilessia tumorale, che non vanno quindi fatte coincidere erroneamente con altra forma di epilessia. Non sono stati invece approfonditi gli argomenti relativi ad altre situazioni di epilessia come i casi di epilessia nell’anziano, in gravidanza, nei bambini e così via vista la vastità degli argomenti e la possibilità di trovare fonti piuttosto approfondite su specifici siti che avrebbero rischiato di essere semplicemente una sterile ripetizione degli argomenti e dei copia ed incolla. Piuttosto si potrebbe pensare di poter scrivere un pratica guida manuale per chi soffre di epilessia nella scuola, a meno che questo non sia già presente nelle stesse. A tal riguardo si potrebbe condurre un’analisi specifica di interesse al problema e vedere quindi quanto ci siano dei pratici manuali nelle scuole che trattino questa patologia e cosa si faccia in realtà per ricavare l’efficacia degli insegnamenti, quindi facendo buone pratiche. Nella seconda parte della tesi di specializzazione, invece, saranno riportati l’analisi di pdf, pei, pai, rav d’istutituto del ragazzo affetto da questa patologia, che è causa di un’ altra serie di importanti disturbi del comportamento e /o cognitivi per i quali si necessita della 104. Si indica quindi un possibile intervento educativo declinato come UdA di apprendimento immaginata su un’intera classe in cui vi sia la presenza di una pluralità di alunni BES. L’UdA, progettata in seguito ad un’idea ed ad un reciproco scambio di informazioni con il tutor, è giustificata sia nelle scelte delle metodologie, degli strumenti, dei mezzi, dei tempi ,dei luoghi, sia nei criteri di valutazione e verifica, ed è declinata sulla base degli obiettivi da voler raggiungere e sulla base delle competenze chiave di cittadinanza, competenze chiave riferite agli assi culturali in uscita ed attesi alla fine del percorso quinquennale secondo il PECUP d’istituto 6 desumibile dalle linee guida della riforma Gelmini del 2010. Sara’ poi descritta la fase operativa del tirocinio diretto, nella quale si illustrerà ciò che è stato effettivamente svolto di fatto con l’alunno, il suo comportamento e le diverse difficoltà incontrate nel cammino dovuti ad imprevisti – non prevedibili- e che quindi possono aver causato un rallentamento delle attività didattiche o il non raggiungimento di alcuni obiettivi, con conseguente modifica dell’UdA e PEI Dopo questa parte è seguita ancora una più delicata di valutazione ed infine di riflessione sull’ operato svolto, coincidente quindi con un’opera di autovalutazione dell’insegnante. 7 Parte I Capitolo primo 1.L’epilessia 1.1.Definizione L’Epilessia è un disturbo neurologico cronico caratterizzato dall’occorrenza di crisi epilettiche, definite come manifestazioni cliniche a occorrenza parossistica, ricorrenza imprevedibile nella maggioranza dei casi, di brevissima durata, caratterizzate da segni e/o sintomi dovuti a un’attività neuronale anomala. Le crisi epilettiche, in rapporto all’intervallo temporale tra crisi ed eventuale patologia predisponente o scatenante le crisi, si distinguono in: Crisi epilettiche sintomatiche acute o provocate, quando insorgono in stretto rapporto temporale con condizioni patologiche cerebrali strutturali o tossico/metaboliche. - Crisi epilettiche sintomatiche remote o non provocate, che si manifestano in assenza di fattori precipitanti e che possono occorrere anche in presenza di un danno non recente del SNC. (Herdforder, 2009; Beghi 2010; Minicucci, 2009) Una particolare manifestazione di tipo epilettico è lo Stato di Male Epilettico (SE), situazione clinica nella quale una crisi si prolunga per più di venti minuti o nella quale le crisi si ripetono a brevissimi intervalli tali da rappresentare una condizione epilettica continua. (Minicucci, 2009) L’Epilessia è definita dall’occorrenza di due o più crisi epilettiche non provocate o sintomatiche remote, separate da un intervallo di tempo di almeno 24 ore. Crisi multiple che insorgono in un intervallo di 24 ore o un episodio di SE sono da considerarsi come un singolo evento. (Hauser, 1997) Non si pone diagnosi di Epilessia in soggetti che abbiano presentato un solo episodio critico non provocato o crisi sintomatiche acute; anche le crisi febbrili e le convulsioni neonatali (insorte entro i primi 30 giorni di vita) sono escluse dalla diagnosi di 8 Epilessia. 1.2 Epidemiologia I fattori facilitanti e/o scatenanti le crisi epilettiche sono il sonno e/o la sua privazione, l’assunzione eccessiva di alcool o di droghe eccitanti, la fotostimolazione o altri tipi di stimolazione (in soggetti predisposti), etc. Anche la febbre, gli squilibri idro-elettrolitici, i disordini endocrino-dismetabolici possono essere responsabili della comparsa di crisi epilettiche L’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse ed in Italia colpisce circa 500.000 persone. La prevalenza è di 4-8/1000/ anno mentre l’incidenza: e stimata sui 24-53/ 100.000/anno . Essa è - più alta nel primo anno di vita (86/100.000) - decresce durante l’adolescenza - rimane relativamente bassa nell’età adulta (23-31/100.000) - aumenta nuovamente nell’età avanzata dopo i 65 aa (180/ 100.000 > 85 anni) . L’incidenza della E presenta dunque due picchi rispettivamente nel primo anno di vita e nell’età anziana che risultano essere le fasce di età più colpite. (Hauser et al, 1993; Fosgren, l. 2004) 1.3. Eziologia L’epilessia è un disturbo eterogeneo, le cui cause possono essere individuate fondamentalmente in: - fattori genetici: caratterizzati da diverse modalità di trasmissione, localizzazione cromosomica e tipo di mutazione genetica implicata (alcune già note, molte del tutto sconosciute) - fattori acquisiti: sofferenza pre-peri-post-natale; anomalie dello sviluppo corticale; esiti di traumi cranici, stroke, infezioni cerebrali e interventi neurochirurgici; tumori cerebrali, etc 1.4. Classificazione 1.4.1 Classificazione delle crisi epilettiche (ILAE – 1981, 2001) - Crisi focali o parziali, (CCTILAE, 1981; Engels J.,2001) in cui la scarica 9 parossistica neuronale interessa inizialmente un settore limitato delle strutture corticali, definito zona epilettogena. La semeiologia iniziale della crisi indica o è consistente con l’iniziale attivazione di una singola parte di un emisfero cerebrale e dipende dalle caratteristiche anatomo-funzionali delle strutture coinvolte, mentre quella finale è prodotta dalla successione e dalla integrazione spazio-temporale di un certo numero di segni clinici elementari di tipo positivo o negativo (motori, psichici, sensitivo sensoriali, vegetativi etc).( CCTILAE, 1993) La scarica può secondariamente generalizzare coinvolgendo l’emisfero controlaterale. La compromissione dello stato di coscienza non ha un valore localizzatorio dipendendo dalla estensione della scarica critica e comunque può essere assente oppure di entità variabile. - Crisi generalizzate, in cui la semeiologia iniziale della scarica indica o è consistente con un coinvolgimento di entrambi gli emisferi cerebrali. Si distinguono diversi tipi di crisi generalizzate (crisi di assenza, tipica e atipica; crisi miocloniche, atoniche, toniche, cloniche e tonico-cloniche ) caratterizzate da un diverso correlato elettroclinico ma in genere accompagnate dalla totale perdita di coscienza. - Crisi indeterminate, così definite per dati clinici insufficienti o per semeiologia fuorviante. Essendo l’esordio delle crisi epilettiche sostenuto in ciascun paziente da un ben specifico circuito neuronale con peculiari caratteristiche anatomo-funzionali, le stesse crisi epilettiche mostrano la tendenza a ripetersi con caratteristiche analoghe nel corso della vita dello stesso paziente. Infatti, una delle principali caratteristiche che accomuna tutti i tipi di crisi epilettica, oltre alla brevissima durata e all’andamento accessuale, è la stereotipia. 1.4.2 Classificazione delle sindromi epilettiche (ILAE -1989, 2001) In riferimento alla “malattia epilessia” sono state identificate una serie di sindromi epilettiche definite come un complesso di sintomi e/o segni che compaiono costantemente associati fra di loro determinando una entità unica e caratteristica. Questi sintomi/segni diversamente associati a seconda dei casi corrispondono: ai differenti tipi di crisi (topografia, fenomenologia, gravità e ricorrenza); al contesto clinico nel quale l’epilessia si inscrive (età di esordio, familiarità e antecedenti 10 personali); alle caratteristiche EEGrafiche critiche ed intercritiche; ai dati neuroradiologici. In base al tipo di crisi, le sindromi epilettiche si distinguono in: - Generalizzate, associate a crisi generalizzate - Focali, associate a crisi focali - Indeterminate, associate a crisi con caratteristiche non ben definibili (focali o generalizzate). In base al tipo di eziologia, si distinguono in: - Idiopatiche: non associate a lesione strutturale cerebrale e con una connotazione eziologica genetica reale o presunta. In questi casi è necessario indagare in modo specifico la familiarità. - Sintomatiche : associate a una lesione cerebrale focale o diffusa - Criptogeniche: epilessie che si ritiene essere sintomatiche ma la cui causa non è identificabile con i mezzi diagnostici disponibili. In rapporto alla congiunzione dei due assi, si identificano le diverse sindromi epilettiche. Le Epilessie Generalizzate Sintomatiche sono in genere encefalopatie epilettiche ad insorgenza in età infantile dovute, oltre che ad importanti sofferenze neonatali, anche a gravi malattie dismetaboliche, cromosomopatie o altre cause genetiche. 1.4.3.Classificazione in relazione alla prognosi Da un punto di vista prognostico le sindromi epilettiche possono essere divise in quattro gruppi:13 - Sindromi epilettiche a prognosi eccellente (20-30%): sono le epilessie ad evoluzione benigna, caratterizzate da una remissione spontanea età-correlata e non associate ad anomalie dello sviluppo psico-fisico.(ILAE e Sander, 1993) Il trattamento non è sempre necessario ma, se prescritto, sono sufficienti dosi modeste di farmaco per controllare immediatamente le crisi. Rientrano in questa categoria le Crisi Neonatali Benigne, l’Epilessia Focale Benigna, l’Epilessia Mioclonica Benigna dell’infanzia e altre epilessie le cui crisi sono scatenate da specifici fattori precipitanti. - Sindromi epilettiche a prognosi buona (30-40%): è il gruppo delle epilessie farmacosensibili in cui la remissione delle crisi, una volta ottenuta mediante idoneo 11 trattamento, è permanente. In tali pazienti la terapia può essere sospesa dopo un certo intervallo di tempo. Rientrano in questa categoria l’Epilessia con assenze dell’infanzia, l’Epilessia con crisi generalizzate tonico-cloniche al risveglio e alcune epilessie focali sia idiopatiche sia criptogeniche. - Sindromi Epilettiche a prognosi incerta (10-20%): sono le epilessie farmacodipendenti che non sembrano guarire spontaneamente, in cui i diversi aggiustamenti terapeutici possono portare ad un controllo delle crisi e che tuttavia tendono a ripresentarsi con la sospensione della terapia. Rientrano in questa categoria l’Epilessia Mioclonica Giovanile e la maggior parte delle epilessie focali sia lesionali sia verosimilmente lesionali - Sindromi epilettiche a prognosi infausta (<20%): sono le epilessie farmacoresistenti, caratterizzate da cronicità e resistenza al trattamento. Appartengono a questo gruppo i pazienti maggiormente a rischio di Sudden Unespected Death in Epilepsy (SUDEP). Rientrano in questa categoria l’Epilessia mioclonica progressiva, la Sindrome di Lennox-Gastaut, altre sindromi in cui le manifestazioni principali sono crisi atoniche o toniche, epilessie focali associate ad importanti lesioni strutturali e alcune epilessie focali lesionali o verosimilmente lesionali. 1.5 Protocollo diagnostico A. Anamnesi Obiettivo: ottenere il maggior numero di informazioni per - definire il tipo di crisi individuare gli eventuali fattori eziologici e/o scatenanti - definire il tipo di sindrome e la sua eziologia - escludere eventi critici di natura non epilettica ( Beghi E, 2006) La diagnosi di crisi epilettica o di epilessia si basa fondamentalmente sui dati clinici e l’anamnesi ne rappresenta il principale strumento, consentendo di formulare una diagnosi corretta in circa la metà dei casi. Alcuni dati clinici possono essere forniti dal paziente stesso, altri solo da un testimone dell’evento (Tab. I, II) I livelli di evidenza indicano come buoni predittori di una crisi epilettica la cianosi e, in minor misura, l’ipersalivazione per i sintomi di accompagnamento, il morsus ed il disorientamento per i sintomi che seguono la crisi. 12 Tabella I. Dati anamnestici ricavabili dal paziente Posizione (supina, seduta o in piedi) Attività CONTESTO (riposo, durante o dopo esercizio) Situazione (minzione, defecazione, tosse o deglutizione) FATTORI PREDISPONENTI Luoghi caldi ed affollati Posizione ortostatica prolungata Periodo post-prandiale Prelievo venoso Paura Dolore intenso Movimenti del collo Privazione ipnica CIRCOSTANZE PRODROMI Assenti Presenti Tipo (es nausea, vomito, sensazione di freddo, sudorazione, aura, cefalea, dolore alle spalle, dolore toracico, cardiopalmo, etc) Tabella II (Dati anamnestici ricavabili dal testimone) SEGNI E INTERCORRENTI SEQUELE SINTOMI Colore della cute (pallore, cianosi) Durata perdita di coscienza Movimenti (aspetto, ritmo, simmetria) Morsus Presenza/assenza del polso SEQUELE Assenti Presenti Tipo (nausea, vomito, sudorazione, freddo, confusione, cefalea, mialgia, traumi, colore della cute) Durata Nell’ambito degli episodi di perdita di coscienza transitoria la diagnosi differenziale delle crisi epilettiche si pone soprattutto con sincopi e crisi psicogene , ma vanno anche escluse le aure emicraniche, gli attacchi ischemici transitori, l’amnesia globale transitoria, gli attacchi narcolettici, le apnee notturne, i disordini del movimento in sonno e altre parasonnie, etc.(Mckeon A, 2006; Benbadis, 2009 ; Elger, 2008; ) 1.6 Indagini Neurofisiologiche L’EEG rappresenta un’indagine di fondamentale importanza nella valutazione e nel management della patologia (Binnie, 1999; Flink, 2002, Mendez, 2006; Noachtar, 2009) su base epilettica perché: - è di grande utilità nella diagnosi differenziale tra crisi epilettiche e non - contribuisce alla definizione del tipo di crisi e/o della sindrome epilettica - è utile a scopo prognostico (ad esempio in corso di sospensione del trattamento) Occorre considerare che una “sovravalutazione” o una scorretta interpretazione di 13 alcuni pattern del tracciato è una delle cause di errore diagnostico nell’epilessia Inoltre va ricordato che non si cura l’EEG ma la sintomatologia del paziente I vari tipi di registrazione EE Grafica utilizzati per la diagnosi ed il management dei pazienti con epilessia sospetta o già accertata sono rappresentati da: - EEG di routine (S/EEG, Standard EEG) -EEG Dinamico o EEG delle 24 ore (A/EEG, Ambulatory EEG) - EEG con Videoregistrazione (Video-EEG) - Monitoraggio Video-EEG a lungo termine (LTVEEG Monitoring) L’EEG di routine può essere richiesto direttamente dal MMG o da altri operatori sanitari nel caso di prima crisi epilettica o nel follow-up del paziente con diagnosi di epilessia. Le altre tecniche EEG rappresentano indagini di secondo livello e vengono richieste dallo specialista in particolari situazioni cliniche. EEG di routine (S/EEG, Standard EEG) E’ l’indagine più diffusa, maggiormente disponibile per l’utente e meno costosa. Per ridurre il più possibile la possibilità di falsi positivi o negativi è buona norma rivolgersi a Servizi di Neurofisiopatologia ad elevata specializzazione e che l’esame sia effettuato da personale tecnico e medico competente. L’esecuzione di S/EEG prevede la registrazione in condizioni basali (a occhi chiusi e aperti) per almeno 20 min., seguita da registrazione durante tecniche di attivazione (Stimolazione Luminosa Intermittente, Iperventilazione). Altre tecniche di attivazione eseguite in particolari situazioni sono rappresentate dalla registrazione durante il sonno spontaneo (EEG di siesta pomeridiana), o dopo privazione di sonno (EEG registrato nelle prime ore del mattino dopo privazione totale o parziale di sonno notturno). Per un approfondimento sulle modalità di esecuzione dell’EEG in Epilettologia consultare: - Sensibilità la possibilità (Zifkin, 2009; Benbadis, 2007; Brigo, 2011.) di rilevare con S/EEG anomalie epilettiformi intercritiche e/o critiche in soggetti con sospette crisi epilettiche è di circa il 50% . Tale possibilità aumenta fino a circa il 90% con registrazioni ripetute o con registrazioni in sonno e/o dopo privazione di sonno e con uno S/EEG eseguito entro 24 h da un episodio critico la possibilità è di circa il 90% (soprattutto nei bambini) E’ quindi possibile che in un paziente con epilessia diagnosticata clinicamente l’EEG, al di fuori della crisi, sia del tutto normale. 14 - Specificità : anomalie epilettiformi intercritiche sono evidenziabili nello 0,5-4% di soggetti che non hanno mai avuto crisi epilettiche. Esistono situazioni in cui l’EEG non è raccomandato perché disinformativo. Nelle sincopi, (Mecarelli, 2006) soprattutto in soggetti giovani con sincopi neuro-mediate, è frequente il rilievo all’S/EEG di alterazioni aspecifiche basali che possono favorire l’errore diagnostico. A livello prognostico non si conosce bene il valore delle anomalie intercritiche riguardo al rischio di ricadute ma più un tracciato è attivo e più tale rischio è presumibilmente elevato. Effettuata la diagnosi elettroclinica di Epilessia, l’EEG va ripetuto a cadenze definibili soltanto in base al tipo di epilessia, alla sua risposta al trattamento ed a molte altre variabili anch’esse cliniche, senza alcun tipo di inutile “accanimento”. La ripetizione periodica o routinaria dell’EEG andrebbe pertanto evitata. - EEG Dinamico o EEG delle 24 ore (A/EEG, Ambulatory EEG) L’A/EEG può essere eseguito per durate variabili (12, 24, 48, 72 ore) e consiste nella registrazione in condizioni dinamiche in un paziente che torna alle normali attività della vita quotidiana. In oltre il 50% dei casi non aggiunge ulteriori informazioni utili. (Schomer, 2006; Mecarelli, 2009; Faulkner HJ, 2012) - Video-EEG in Ambulatorio Registrazione EEG poligrafica con videoregistrazione del comportamento del paziente per registrare un evento critico e consentire di identificarne la natura con certezza, operando quindi una corretta diagnosi differenziale tra crisi epilettiche e non. (Faulkner, 2012; Nordli, 2006; Modur PN 2008; Muniz J, 2010; Mecarelli, 2009 ) - Monitoraggio Video-EEG a lungo termine (LTVEEG Monitoring) Consente di effettuare un monitoraggio che può durare anche molti giorni, con elettrodi sia di superficie sia speciali e/o impiantati nelle diverse strutture cerebrali, allo scopo di definire meglio la sede di origine delle scariche epilettiche. (Velis, 2007; Alving, 2009; Mecarelli, 2009) - Neuroimmagini . L’affinamento delle tecniche di neuroimmagini ha accresciuto di molto il numero di epilessie che, da “verosimilmente lesionali”, sono state definitivamente classificate come sintomatiche di una lesione morfologicostrutturale dell’encefalo. 15 La RM cerebrale costituisce l’esame neuroradiologico gold standard per lo studio dei pazienti con epilessia. La Tomografia computerizzata (TC) mantiene il valore di esame d’elezione in acuto ed è utile nei pazienti non collaboranti o in coloro che per ragioni tecniche non possono eseguire la RM. Le epilessie idiopatiche non richiedono - per definizione - l’esecuzione della RM che andrebbe eseguita in base al rilievo di una qualche atipicità del quadro clinico e/o di quello EEG. Tra le metodiche funzionali di neuroimmagini vanno ricordate SPECT e PET. Si tratta di tecniche di utilizzo non diffuso e molto costose, utili per la miglior definizione dell’area epilettogena, soprattutto a fini di studio pre-chirurgico. - Indagini di Laboratorio e Genetiche Le routinarie indagini ematochimiche (glicemia, azotemia, emocromo, transaminasi, elettroliti, esame urine) in fase diagnostica iniziale e nei controlli successivi non sono sempre indispensabili anche se possono essere utili in casi particolari per escludere squilibri elettrolitici, fattori endocrinodismetabolici, tossicità, etc. Questi esami costituiscono inoltre un’importante base di confronto con eventuali altri test eseguiti nel follow-up, ad esempio dopo inizio di una terapia farmacologica antiepilettica. Nell’ultimo decennio la genetica dell’epilessia ha subito importanti passi in avanti ed attualmente si conosce la causa genetica di molte encefalopatie epilettiche e di alcune epilessie un tempo definite “idiopatiche” Nel sospetto di una causa genetica (per presenza di dismorfismi somatici, familiarità, deficit cognitivo, patologie dismetaboliche, peculiari pattern EEG e di RM, etc) è importante effettuare indagini sia cromosomiche che genetiche e richiedere un counselling genetico sia individuale che familiare. Le indagini genetiche vanno comunque eseguite dietro richiesta da parte di neurologi esperti in epilettologia che operano in Centri qualificati. - Valutazione Neuropsicologica L’assistenza psicologica è necessaria in una grande maggioranza di pazienti con epilessia già diagnosticata, soprattutto a causa della non accettazione individuale della malattia e di tutto ciò che essa implica a livello familiare e sociale. Nel corso del trattamento con farmaci antiepilettici è possibile il riscontro di disturbi della memoria e dell’attenzione e la comparsa di sintomi comportamentali, per cui il confronto con la valutazione neuropsicologica di partenza può rivestire una notevole importanza. 16 1.7 Terapia - Principi generali di terapia antiepilettica Nell’ambito della terapia farmacologica con farmaci antiepilettici (FAE), (Krumholtz, 2007; Glauser, 2006; Guerrini , 2006) occorre distinguere tra interventi terapeutici sintomatici e mirati al controllo di una crisi acuta, da quelli finalizzati a contrastare la ricorrenza delle crisi eliminandole o limitandone numero e gravità nel tempo. In entrambi i casi occorre tenere in debita considerazione eventi avversi dei farmaci e interazioni farmacologiche. - Terapia sintomatica della crisi epilettica La crisi epilettica non pone di regola indicazione a trattamento farmacologico d’urgenza. Importante è che il medico ne verifichi la durata e ne osservi le caratteristiche semeiologiche. (Beghi, 2007). Il trattamento sintomatico è indicato se le crisi (soprattutto convulsive generalizzate): - si ripetono a breve distanza di tempo - hanno una durata superiore ai 3-5 minuti si configurano in stato di male epilettico (SE). I farmaci di prima scelta in questo caso sono rappresentati dalle benzodiazepine, diazepam o lorazepam, per via e.v. o endorettale (soprattutto per crisi febbrili infantili), a dosaggi da valutare in rapporto a età e peso.42 In caso di crisi provocata è raccomandata la terapia eziologica della crisi, se nota o ragionevolmente sospettata. La somministrazione di FAE in modo continuativo riduce il rischio di ricorrenza delle crisi epilettiche ma non ha dimostrato di interferire con l’epilettogenesi o modificare la prognosi a lungo termine dell’epilessia 1 Dopo una crisi singola non provocata può essere difficile stabilire se si sia trattato di un evento isolato o della prima manifestazione di un’epilessia (crisi ricorrenti non provocate) e quindi la decisione di iniziare o meno un trattamento farmacologico continuativo deve tener conto sia dei possibili danni legati alla ricorrenza delle crisi, sia dei potenziali eventi avversi dei FAE. Il trattamento continuativo e sistematico della prima crisi epilettica non provocata non è 1 (PNLG-Regione Toscana: www.snlg.iss.it/cms/files/LG_toscana_epilessia _2009; NICE 2012: http://guidance.nice.org.uk/CG137) 17 consigliato e può essere preso in considerazione in quei casi nei quali i dati clinici e strumentali indichino un elevato rischio di ricorrenza. Non ci sono prove che posticipare il trattamento a una seconda crisi modifichi la prognosi. -. Stato Epilettico Lo SE è un’emergenza che va affrontata tempestivamente e adeguatamente per ridurre morbilità e mortalità. E’ indicato iniziare il trattamento dello SE il più precocemente preospedalizzazione 2(PNLG- possibile, Regione iss.it/cms/files/LG_toscana_epilessia_2009). già nella Toscana: fase di www.snlg- Lorazepam o diazepam per via endovenosa sono indicati per il trattamento dello SE iniziale. -. Convulsioni febbrili Convulsione febbrile semplice (CFS):crisi generalizzata di durata non superiore a 15 minuti e non ripetuta nelle 24 ore. Convulsione febbrile complessa (CFC): crisi lateralizzata, ovvero di durata superiore a 15 minuti o ripetuta entro le 24 ore e/o associata ad anomalie neurologiche postcritiche, fra le quali più frequentemente una paresi postcritica (paralisi di Todd). Il rischio generico di recidiva di CF è stimato intorno al 30-40%. Le convulsioni febbrili semplici (CFS) già diagnosticate in età > 18 mesi, non richiedono di norma alcun trattamento. In caso di CFS prolungata e/o che si ripete nelle 24 h, è indicato il trattamento farmacologico urgente. In età < 18 mesi e/o in caso di CFS non diagnosticata, è indicato il ricovero in ospedale. -. Terapia sintomatica: Diazepam e.v. (0,25-0,5 mg/kg nel bambino) Diazepam per via rettale nel bambino 0,5-1 mg/kg. Lorazepam e.v. (0,05-0,1 mg/Kg, ripetibile dopo 10 minuti). Non essendo idrosolubili, questi farmaci non vanno somministrati per via i.m. perché il loro assorbimento ne verrebbe ritardato Diazepam per via rettale rappresenta il trattamento di scelta a domicilio delle convulsioni e dello stato epilettico febbrile del bambino. Questa via di somministrazione richiede almeno 3 minuti per una concentrazione cerebrale efficace. -. Terapia di profilassi Per la profilassi delle recidive di CFS non è raccomandata alcuna terapia continuativa o intermittente se non in un ridotto numero di casi con crisi a elevata frequenza e/o durata. Il farmaco di scelta è il Valproato al dosaggio 2 PNLG- Regione Toscana: www.snlg-iss.it/cms/files/LG_toscana_epilessia_2009). 18 di 20-30 mg/Kg/die in 2-3 somministrazioni. Il Fenobarbital è efficace ma non è raccomandato per la possibilità di causare disturbi cognitivi Carbamazepina e Fenitoina non sono inefficaci Non ci sono evidenze che la somministrazione di farmaci antipiretici e/o l’attuazione di altri interventi per abbassare la febbre siano in grado di ridurre la frequenza delle crisi. Nelle CFC il farmaco di elezione è il valproato. La decisione di trattare va lasciata allo specialista che deciderà caso per caso. -. Terapia cronica dell’Epilessia Non esistono regole rigide che indichino se e quando iniziare una terapia antiepilettica continuativa. La decisione deve tener conto sia del rischio di ricorrenza delle crisi sia dei potenziali effetti collaterali dei FAE. La scelta del tipo di terapia farmacologica può essere complessa e compete allo specialista, il quale deve individuare il farmaco o i farmaci in associazione più appropriati considerando diverse variabili correlate al tipo di farmaco (efficacia, tollerabilità), al paziente (sesso, età, situazioni di comorbidità e terapie associate, fattori psicologici e sociali) e ai costi. La modalità consigliabile è quella di iniziare il trattamento con un farmaco in ionoterapia e a basse dosi, incrementando il dosaggio gradualmente fino a quello minimo di mantenimento. Tale strategia terapeutica del “start low, go slow” consente di ottenere una migliore tollerabilità. La decisione di intraprendere una terapia continuativa con FAE (Krumboltz A; 2007; Glauser, T; 2006) implica il coinvolgimento attivo del paziente che deve essere informato in modo corretto ed esaustivo in merito alle caratteristiche della sua patologia, del trattamento farmacologico al quale si farà ricorso, delle modalità di assunzione, dei potenziali eventi avversi e interazioni farmacologiche. Il MMG deve inviare allo specialista di riferimento una relazione sulle condizioni cliniche del paziente, segnalando in particolare la presenza di altre patologie e relative terapie. (Hirtz, 2003; Glauser, 2006; Cramer, 2012; Kwan P, 2000) Attualmente il bagaglio farmacologico a disposizione è molto ampio (Tab III) anche se non esistono linee-guida relative alla scelta del FAE di primo impiego. 19 Tab III: FAE in commercio dal 1938 al 2011 VECCHI FAE Fenobarbital Fenitoina Primidone Etosuccimide Diazepam Carbamazepina Clonazepam Valproato 1938 1912 1954 1960 1968 1974 1975 1978 NUOVI FAE Vigabatrin Gabapentin Felbamato Oxcarbazepina Lamotrigina Tiagabina Topiramato Levetiracetam Pregabalin Zonisamide Rufinamide Lacosamide 1985 1993 1993 2000 1994 1997 1996 1999 2005 2006 2011 2011 I meccanismi di azione dei FAE intervengono a vari livelli:- modulazione di canali ionici voltaggio-dipendenti (Na, K, Ca) - potenziamento dell’inibizione sinaptica (GABA) - inibizione della eccitazione sinaptica (Glutammato) In rapporto allo spettro di azione i FAE si possono distinguere in: - FAE ad ampio spettro, efficaci sia nelle forme focali sia nelle generalizzate - FAE a spettro stretto, efficaci solo nelle forme focali; alcuni di questi sono potenzialmente peggiorativi nelle generalizzate (Tab IV) Circa il 50% dei pazienti ottiene il controllo delle crisi con il primo FAE. In caso di inefficacia terapeutica dopo una adeguata diagnosi e la somministrazione appropriata di un primo FAE non esistono sufficienti evidenze per preferire una terapia aggiuntiva a fronte di una monoterapia alternativa . (Kwan, 2001; Beydon, 2002; Beghi, 2003) E’ raccomandabile la scelta di un secondo farmaco anti-epilettico con un meccanismo d’azione diverso rispetto al primo; qualora si dovesse scegliere una terapia aggiuntiva, si deve considerare che: a) esistono delle combinazioni preferenziali b) la combinazione farmaci con identico meccanismo d’azione può portare a neurotossicità per potenziamento farmacodinamico. Nel 20-25% dei casi non si ha comunque una risposta clinica completa. Tabella IV - Spettro di azione dei FAE disponibili e tipo di crisi su cui sono efficaci SPETTRO AMPIO SPETTRO STRETTO Crisi Focali e Generalizzate Crisi Focali, con o senza crisi secondariamente generalizzate Carbamazepina Fenitoina Fenobarbital Gabapentin Lacosamide Oxcarbazepina Pregabalin Primidone Tiagabina Lamotrigina, Levetiracetam, Rufinamide,Topiramato, Valproato Zonisamide 20 - Sospensione della terapia dei FAE La possibilità di sospendere gradualmente la terapia può essere presa in considerazione una volta ottenuto il controllo completo delle crisi per almeno due anni, anche se la sospensione non è mai priva del rischio di recidiva. Inoltre, una piccola percentuale di pazienti che ricade durante o dopo la sospensione non ottiene il controllo delle crisi malgrado la ripresa della terapia. La decisione di continuare o sospendere il trattamento antiepilettico dovrebbe pertanto essere presa in accordo con il paziente e/o i suoi familiari dopo una informazione esaustiva sui rischi e benefici di ciascuna opzione. Fattori associati ad una più alta probabilità di ricaduta: - età di esordio > 16 anni - storia di crisi focali - presenza di deficit neurologici - anomalie EEG per i bambini. La decisione dovrebbe anche prendere in considerazione fattori sociali (patente di guida e lavoro) nonché fattori emotivi e personali. La sospensione della terapia deve essere gestita dallo specialista ed effettuata con gradualità eliminando circa un quarto della dose ogni 3-4 mesi. In caso di politerapia si procede prima alla sospensione del FAE ritenuto meno efficace. 1.8 Interazioni farmacologiche Le interazioni farmacologiche tra vari FAE e tra FAE e altri farmaci si osservano di frequente e possono avere implicazioni cliniche rilevanti. (Patsalos, 2003). E’ quindi importante che vengano sempre prese in considerazione soprattutto all’atto di prescrizioni aggiuntive sia in pazienti già in trattamento antiepilettico, sia in pazienti che devono iniziare una terapia con FAE e che assumono farmaci per altre patologie. Le interazioni fra i farmaci si distinguono in farmacocinetiche e farmacodinamiche. Le interazioni farmacocinetiche si verificano quando un farmaco interferisce con assorbimento, distribuzione ed eliminazione di un altro farmaco. Nella maggior parte dei casi riguardano i processi di trasformazione di un farmaco che si verificano a livello microsomiale epatico. Tali interazioni si possono verificare intra-FAE e tra 21 FAE e altri farmaci. Nella pratica clinica quotidiana in linea generale ci si può rifare al principio che associando a un farmaco (AE o meno) un FAE induttore enzimatico ci aspetteremo una riduzione dei livelli plasmatici del primo, viceversa associando un inibitore enzimatico occorre monitorare la situazione clinica. Utile può essere il ricorso alla determinazione delle concentrazioni plasmatiche. Le interazioni farmacodinamiche si realizzano a livello cellulare senza che vi sia alterazione dei livelli plasmatici; se di tipo positivo l’interazione farmacodinamica può determinare una maggiore efficacia ma anche una maggiore tossicità. L’eliminazione dei FAE avviene in due modi: direttamente per via renale oppure attraverso una trasformazione metabolica a livello epatico mediante il sistema enzimatico del citocromo P 450 che rende la molecola più facilmente eliminabile dal rene. In taluni FAE sono implicate entrambe le vie. Ciascun FAE metabolizzato a livello epatico può essere il substrato di uno di questi enzimi, ma può anche agire su uno di questi quale induttore o inibitore, determinando così alterazioni del metabolismo di altri farmaci AE o meno. In questa ottica il modo con cui un FAE viene metabolizzato rappresenta un problema cruciale. 1.8.1.Interazioni con contraccettivi orali Alcuni FAE (carbamazepina, felbamato, fenitoina, fenobarbital, lamotrigina, oxcarbazepina, primidone e topiramato (Crawford, 2002) inducono il metabolismo della componente estrogenica e/o progestinica dei contraccettivi e questo può essere causa di riduzione dell’efficacia della contraccezione. In questi casi, per garantire l’efficacia contraccettiva, è opportuno ricorrere a formulazioni con un più alto contenuto di estrogeni L’interazione può variare in base al tipo e alla dose del FAE: topiramato altera i livelli serici dei c.o. soltanto a dosi elevate (> 200 mg/die) mentre ha un effetto minimo o nullo a bassi dosaggi. lamotrigina 300 mg/die ne causa solo una modesta riduzione (20%) carbamazepina (600 mg/die) (Crawford, 1990) ne riduce il livello del 50%. Benzodiazepine, etosuccimide, gabapentin, levetiracetam, pregabalin, tiagabina, valproato, vigabatrin e zonisamide, non interagiscono con i contraccettivi orali e questi farmaci sono quindi di scelta nelle donne affette da epilessia che assumono contraccettivi o che manifestano intenzione di assumerli. Per altro verso, i contraccettivi orali possono alterare la concentrazione serica dei 22 FAE, come i verifica ad esempio con lamotrigina, i cui livelli serici possono essere ridotti fino al 50% determinando una possibile perdita del controllo terapeutico dell’epilessia oppure aumentati in caso di sospensione della pillola contraccettiva con conseguenti possibili effetti tossici (effetto rebound). 1.8.2 Interazioni con anticoagulanti orali Nella TAO la finestra terapeutica è ristretta e le interazioni farmacologiche possono causare gravi complicanze. I FAE di seconda generazione, avendo un più basso potenziale di interazione, dovrebbero essere i farmaci di scelta nei pazienti in terapia con anticoagulanti orali. In ogni caso è strettamente necessario il monitoraggio dell’INR. (Harder, 1996; Cropp J.S, 1997) Gli antiepilettici di prima generazione, in particolare fenobarbital e carbamazepina, stimolano il metabolismo del warfarin e di altri anticoagulanti cumarinici, rendendo necessario l’aumento del dosaggio di questi farmaci sulla base delle indicazioni fornite dalla determinazione dell’INR. In caso di sospensione di fenobarbital o carbamazepina o di sostituzione con altri FAE che non determinano induzione enzimatica, è necessaria la riduzione dei dosaggi degli anticoagulanti perché il loro metabolismo viene ridotto con conseguente aumentato rischio di gravi emorragie. Interazioni importanti si possono verificare con fenitoina (aumento/riduzione coagulazione) e con acido valproico (riduzione coagulazione), mentre oxcarbazepina non interferisce con gli anticoagulanti orali fino a 900 mg/die (4), così come leviracetam (fino a 2000 mg/die) e tiagabina (fino a 12 mg/die). (Harder, 1996, Jannuzzi, 2000; Nashef, 2007) 1.8.3.Farmaci potenzialmente convulsivanti Diverse classi di farmaci possono indurre crisi epilettiche, anche se la correlazione tra assunzione del farmaco e comparsa di crisi non in tutti i casi viene spiegata dal meccanismo d’azione e il rapporto di causalità non è sempre dimostrabile. Oltre che nei pazienti affetti da epilessia, le crisi indotte da farmaci si manifestano anche in soggetti non epilettici ma predisposti alla comparsa di crisi per una serie di fattori (storia familiare di epilessia, abuso di alcool, farmaci e sostanze, privazione di 23 sonno, patologie concomitanti). Nella Tab IV vengono riportati alcuni farmaci potenzialmente convulsivanti (Surges, 2012, Nashef, 2007)) Tab V: elenco farmaci potenzialmente convulsivanti ANALGESICI OPPIACEI Tramadolo** Morfina, Pentazocina ANTIASMATICI Teofillina*** Salbutamolo ANTIBIOTICI ANTIVIRALI Aciclovir ANTINEOPLASTICI Busulfano, Cisplatino Methotrexate, Vinblastina, Vincristina ANTIPSICOTICI Tipici*: Aloperidolo, Clorpromazina, Flufenazina Tioridazina Atipici: Clozapina*** Olanzapina, Risperidone ANTISTAMINICI Clorfenamina, Difenidramina, Terfenadina ANTIVIRALI ANTIMALARICI Clorochina* Meflochina** CARDIOVASCOLARI Digossina, Betabloccanti(Metoprololo, Propranololo) Chinidina, Disopiramide, Mexiletina FANS IMMUNOSOPRES SORI Azatioprina, Corticosteroidi , Ciclosporina Interferone-α , Tacrolimus IPOGLICEMIZZANTI Clorpropamide, Glipizide Insulina SIMPATICOMIMETICI Amfetamine , Efedrina, Fenilefrina VARI Cefalosporine** Fluorchinoloni** Eritromicina, Penicilline, Gentamicina Diclofenac, Ibuprofene ,Indometacina Ketoprofene , Naprossene , Piroxicam ANTIDEPRESSIVI TCA* SSRI Bupropione** Mianserina, Trazodone, Venlafaxina Baclofen, Cimetidina, Cicloserina, Dantrolene Desmopressina, Disulfiram, Domperidone Eritropoietina, Fampridina*,Flumazenil*** Probenecid 1.9 Comunicazione della diagnosi Comunicare una diagnosi di Epilessia ad un paziente ed ai suoi familiari è sempre un processo delicato, da effettuare avendo la certezza della diagnosi e tenendo presente le caratteristiche del paziente, il suo peculiare background socio-culturale e le sue capacità di comprensione/ accettazione della patologia. Inoltre è necessario conoscere le specificità della forma di epilessia in atto, le sue possibilità di trattamento e di management in senso generale. Utilizzando una modalità di comunicazione appropriata e un linguaggio personalizzato al paziente e/o ai suoi familiari, occorrerà fornire informazioni dettagliate su: l’Epilessia in generale e la forma specifica (tenendo presente che la diagnosi è subordinata al ripetersi di crisi epilettiche non provocate) le indagini diagnostiche da eseguire subito e da ripetere i farmaci da assumere (tipo, posologia, 24 effetti avversi, etc) i fattori scatenanti (da evitare) i rischi e le modalità di pronto intervento in caso di crisi,singole o ripetute (SE) le problematiche scolastiche in caso di bambini le problematiche lavorative e le limitazioni per la guida in caso di giovani e adulti le problematiche relative alla contraccezione, la gravidanza, il parto in caso di donne lo stile di vita, le pratiche sportive, i rischi relativi all’assunzione di alcool e droghe a scopo ricreazionale gli aspetti socio-sanitari (esenzione ticket, invalidità, assicurazioni, etc) le previsioni riguardo il follow-up dello schema terapeutico e la prognosi in generale in caso di resistenza a vari tentativi di cura con farmaci le altre opzioni terapeutiche (neurochirurgia, stimolatore vagale, etc) l’elevata probabilità di ottenere un completo controllo delle crisi, anche in presenza di forme sintomatiche, purché il paziente assuma regolarmente il trattamento e segua i suggerimenti impartiti per evitare fattori o situazioni facilitanti la comparsa delle crisi la possibilità di morte improvvisa (SUDEP) (i soggetti con Epilessia hanno un rischio 2.6 volte più alto di morte improvvisa rispetto alla popolazione generale).82-83 Nella comunicazione della diagnosi è auspicabile il coinvolgimento del MMG che deve essere opportunamente informato di tutte le fasi e dei risultati dell’iter diagnostico-terapeutico, in modo da rappresentare la figura di riferimento per il paziente e il trait d’union con il Centro specialistico. 1.10 Aspetti medico-legali e sociali 1.10.1. Occupazione lavorativa, invalidità ed esenzione ticket In Italia, per l’inserimento socio-lavorativo delle persone con Epilessia, è previsto il collocamento obbligatorio di cui alla L. n. 482/68 (invalidità civile). Possono iscriversi i cittadini riconosciuti invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% (DL n. 509/88, Art. 7). L’obbligo di assunzione riguarda tutti i datori di lavoro, privati, amministrazioni, aziende ed enti pubblici con più di 35 dipendenti. Il collocamento avviene tramite l’Ufficio provinciale del lavoro, sezione invalidi civili, previa richiesta di iscrizione presentata dagli interessati. In tema d’invalidità civile è ancora in vigore il DM 5 febbraio 1992 che individua, in relazione alle diverse forme di epilessia e alla frequenza delle manifestazioni 25 cliniche, le seguenti percentuali d’invalidità: -E generalizzata con crisi annuali in trattamento: 20% fisso; - E generalizzata con crisi mensili in trattamento: 46% fisso; - E generalizzata con crisi plurisettimanali/quotidiane in trattamento: 100% fisso; - E focale con crisi annuali in trattamento: 10% fisso; - E focale con crisi mensili in trattamento: 41% fisso; -E focale con crisi plurisettimanale/quotidiane in trattamento: dal 91% al 100% Se l’E consegue a un infortunio sul lavoro tutelato dall’INAIL, in base alla DM 12 luglio 2000 è previsto un indennizzo economico delle menomazioni valutato in base alla specifica tabella del danno biologico permanente. L’indennizzo delle menomazioni di grado pari e superiore al 6% e inferiore al 16% è erogato in capitale, mentre dal 16% è prevista una rendita, su cui incidono coefficienti predeterminati in relazione alla categoria di attività lavorativa di appartenenza. Le voci tabellari di cui al DM 12 luglio 2000 relative all’E sono: • n. 176 – E post traumatica con sporadiche crisi, a seconda del tipo di crisi (semplici, complesse, generalizzate): fino al 10%; • n. 177 – E post traumatica trattata farmacologicamente, a seconda della frequenza delle crisi (da mensili a settimanali) e del tipo di crisi (parziali semplici, parziali complesse, generalizzate): fino al 30%; • n. 178 – E post traumatica non controllata farmacologicamente con crisi settimanali, anche plurime, alterazioni di natura psichiatrica, ideomotorie e comportamentali, svolgimento di attività protette, a seconda del tipo di crisi (semplici, complesse, generalizzate): fino al 60%; • n. 179 – E post traumatica con grave compromissione psicofisica, scadimento della perdita dell’autonomia personale di grado superiore al precedente, a seconda del tipo di crisi (semplici, complesse, generalizzate): > al 60%. Il medico competente, di cui alla L. n. 626/94, è tenuto a considerare il lavoratore affetto da E al fine di una sua corretta collocazione occupazionale, non pregiudizievole sia a lui sia ai compagni di lavoro. Quando la forma morbosa non dipende da un infortunio sul lavoro, cioè non è a tutela INAIL, e colpisce in forma grave (per esempio associata a quadri neurologici più complessi) un soggetto in età lavorativa e occupato, questi, a seconda dell’entità 26 del quadro clinico sintomatologico, può richiedere all’INPS l’assegno ordinario di invalidità o la pensione ordinaria di inabilità, di cui agli artt. 1 e 2 L. n. 222/1984. In caso di epilessia post traumatica derivante da eventi connessi alla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, quindi in ambito di responsabilità civile, la valutazione del danno permanente si fonda sul concetto di danno biologico. Il recente DL n. 209 del 7 settembre 2005, all’art. 138, prevede una tabella delle menomazioni ove l’epilessia è stata valutata percentualmente: - E in trattamento farmacologico, senza crisi, in età non evolutiva, a seconda dell’età e dell’entità delle alterazioni elettroencefalografiche: dal 7% al 10%; • - E controllata farmacologicamente, con crisi sporadiche documentate, senza significativa incidenza sulle ordinarie attività, ma con necessità di astenersi da attività potenzialmente pericolose per sé o per gli altri: dall’11% al 20%; - E in trattamento farmacologico, ma con crisi da mensili a settimanali, a seconda del tipo di crisi (parziali semplici, parziali complesse o generalizzate) e a seconda del tipo di interferenza sulle attività quotidiane: dal 21% al 40%; • -E in trattamento farmacologico, ma con crisi plurisettimanali, alterazioni di tipo psichiatrico, rallentamento ideomotorio, disturbi comportamentali, notevole compromissione delle attività quotidiane, fino alla stato di male epilettico: > 41% Quando l’E si associa a gravi deficit cognitivi o neuromotori la persona può ricorrere alle provvidenze istituite dalla legge sull’handicap, la L. n. 104 del 5 febbraio 1992, ove sono definiti i criteri guida per l’assistenza, l’integrazione sociale, i diritti della persona con handicap e i relativi benefici normativi. Esenzione Ticket. L’E rientra nelle categorie delle patologie previste per ottenere l’esenzione dai ticket sanitari (DM n. 329 del 28 maggio 1999), relativi all’assistenza farmaceutica per i farmaci antiepilettici, al controllo dei livelli plasmatici dei farmaci stessi, alle visite specialistiche, agli esami ematochimici di routine, nonché ad alcune tipologie di EEG e di esami neuroradiologici. Il 1.10.2 . Idoneità alla Guida Con il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 30/11/2010 (GU n. 301 del 27/12/2010) ed il DL n.59 del 18/4/2011 (GU n.99 del 30/4/2011) l’Italia ha recepito con qualche modifica le nuove Direttive Europee 112/2009 e 27 113/2009 che disciplinano i requisiti per l’idoneità alla guida per le persone con E. Le nuove norme hanno apportato sostanziali modifiche alla legislazione precedente con conseguente riduzione e, per alcuni casi, azzeramento delle limitazioni imposte. La più importante novità è rappresentata dall’introduzione del concetto di guarigione, che si applica a tutte le persone libere da crisi e non più in trattamento da almeno 10 anni. Questo è un importante riconoscimento che toglie all’E la definizione di malattia incurabile. Un altro notevole passo in avanti consiste nella distinzione tra crisi epilettiche provocate, crisi epilettiche non provocate ed epilessia (vedi sopra). Lo specialista dovrà pertanto rilasciare un certificato molto più dettagliato e le restrizioni per la guida varieranno a seconda dei casi specifici. Ulteriori elementi che distinguono la vecchia e la nuova legge possono essere così riassunti: Il periodo di proibizione della guida per le persone con E è ridotto da 2 anni ad un 1 anno dalla data dell’ultima crisi, con importanti eccezioni, indicate nei punti successivi. Se le crisi riferite nell’ultimo anno sono state esclusivamente notturne oppure sono occorse senza perdita di conoscenza (senza cioè i caratteri delle crisi cosiddette convulsive o delle assenze), non sono previste restrizioni né per il candidato (cioè colui che intenda conseguire la patente) né per il conducente (colui che la deve rinnovare). In presenza di una prima (ed unica) crisi non provocata, il periodo di restrizione scende a sei mesi. In presenza di ricomparsa di crisi durante la riduzione o sospensione della terapia (decisa in accordo col medico curante), il periodo di restrizione scende a tre mesi, purché il paziente si dichiari disponibile a riassumere il trattamento; In presenza di una crisi provocata, non sussistono restrizioni purché le condizioni che hanno determinato la crisi non si ripetano alla guida. Le norme suddette valgono per le patenti A e B. Nel caso invece delle patenti per uso commerciale (C, D ed E) le limitazioni sono maggiori: è richiesto infatti che il candidato o il conducente siano liberi da crisi e non assumano farmaci da almeno 10 anni e che l’EEG non presenti alterazioni compatibili con l’E. Da tenere in considerazione che anche in questo caso i vantaggi della nuova legge sono notevoli in quanto la precedente normativa escludeva del tutto la possibilità di ottenere le patenti commerciali. 28 La nuova legge disciplina in maniera diversa anche i controlli effettuati dalle Commissioni Mediche Locali per la concessione dell’idoneità alla guida. Non sono più necessari controlli biennali indiscriminati. Le persone libere da crisi e senza più terapia da almeno 10 anni saranno considerate guarite dall’E e quindi esaminate con modalità analoghe a quelle delle persone sane della stessa età. Inoltre, per le persone senza crisi da almeno 5 anni, anche se in trattamento, gli intervalli tra un controllo e il successivo potranno essere aumentati a discrezione della commissione giudicante. I nuovi criteri di rilascio della patente di guida alle persone con E sono consultabili in http://www.lice.it/LICE_ita/informativa/normative_patente. 1.10.3. Servizio Militare e Porto d’armi Con l’entrata in vigore della nuova legge sul servizio militare volontario l’idoneità viene sancita dal DM 5 dicembre 2005 “Direttive tecniche riguardanti l’accertamento di imperfezioni e infermità che sono causa di non idoneità al Servizio militare”, ove l’E (art. 15 comma d) è considerata causa ostativa a qualsiasi tipo di servizio militare incondizionato. Fanno eccezione le “pregresse e isolate crisi febbrili semplici senza evoluzione”, forme che fanno inquadrare il soggetto nel profilo sanitario 2, permettendo, quindi, il giudizio di idoneità. I requisiti psicofisici minimi per il rilascio e il rinnovo dell’autorizzazione al porto di fucile per uso di caccia e al porto d’armi per uso difesa personale sono disciplinati rispettivamente dall’art. 1 e 2 del DM 28 aprile 1988 (GU n. 143 del 22 giugno 1998), ove al comma 4 si indica “l’assenza di alterazioni neurologiche che possano interferire con lo stato di vigilanza o che abbiano ripercussioni invalidanti di carattere motorio, statico e/o dinamico”. Secondo il DM “non possono essere dichiarati idonei i soggetti che hanno sofferto negli ultimi 2 anni di crisi comiziali”. 1.10.4 Epilessia e Sport Praticare attività fisica per un paziente con E (Capovilla 2015) è in linea di massima sempre consigliato, sia per aumentare il benessere fisico e psicologico sia per favorire l’integrazione sociale. L’analisi globale della letteratura scientifica, sia clinica che sperimentale, sul rapporto E e sport permette di concludere che globalmente l’attività fisica svolge un ruolo positivo nel paziente con E. Una corretta attività fisica inducendo benefici cardio-vascolari può concorrere 29 indirettamente non solo a migliorare la qualità di vita, ma contribuire anche a ridurre l’incidenza di rischi rari ma esistenti come la SUDEP 30 Capitolo secondo Epilessia e comorbidità 2.1 Le dimensioni del problema Dati di letteratura indicano che l’epilessia è caratterizzata da un aumentato rischio di sviluppare diverse patologie, soprattutto psichiatriche e questo anche per il sovrapporsi di fattori psicosociali, neuroanatomici e farmacologici.(tab.VI). (Rai, 2012; Tellez-treteno, JF 2007; Gaitatzis, 2004) Per altro verso, è noto che alcune patologie possono determinare un aumento del rischio di sviluppare epilessia, come nel caso di stroke. Inoltre, in soggetti predisposti, alcuni fattori esterni possono facilitare la comparsa di una crisi epilettica, come nei disturbi cronici del sonno, o in seguito all’assunzione eccessiva di alcool o sostanze, o per effetto di alcune classi di farmaci Tabella V: Comorbidità-Dati Health Search 2012: Demenza - Epilessia IPA DEPRESSIONE DM2 CHD BPCO IPOTIROIDISO ICTUS ISCHEMICO FA IRC SC prevalenza % nella popolazione generale database HS 25,5 11,6 7,9 4,0 3,9 3,7 3,3 2,0 6*10 1,0 prevalenza % nei pazienti con demenza database HS 57,6 41,6 18,7 14,4 20,3 4,9 24,0 9.8 6,5 6,1 prevalenza% nei pz con epilessia database HS 31,8 19,5 9,5 6,7 5,2 5,7 11,3 4,2 2,7 2,4 Nell’ambito della Medicina generale, è da tempo in atto il progetto di quantificare con dati oggettivi la reale portata delle situazioni di comorbidità e questo con il supporto di Health Search, l’Istituto di Ricerca della Simg, che consente di rilevare dati di qualità dell’attività clinica del MMG. Al riguardo, sono stati estratti i dati di comorbidità realativi alle demenza ed alle epilessie, che confermano l’aumento di prevalenza di alcune patologie di frequente riscontro in MG in questi pazienti (Gaitatzis, 2004) 31 2.2 Epilessia e comorbidità Psichiatrica L’epiliessia (E) è un disturbo neurologico cronico caratterizzato dal ripetersi di crisi epilettiche non provocate e associato ad una serie di comorbidità che complicano il quadro clinico del paziente ed impattano negativamente sulla sua qualità di vità. (Brooks, Kayal, 2013) La comorbidità psichiatrica è una delle più frequenti ed il rischio di psicopatologie nei pazienti con E è maggiore rispetto alla popolazione generale e rispetto a gruppi di controllo affetti da patologia neurologica e non neurologica.(Torta ,R.1999; Hermann, 2000) Sebbene la reale prevalenza della patologia psichiatrica nei pazienti con E non sia ancora ben definita, la maggior parte degli studi segnala che ricorrerebbe nel 20-40 % dei casi, più frequentemente nei pazienti con E farmacoresistenti. (Devisnsky, 2003; Swinkels, 2005; Kanner.AM, 2002) La comorbidità psichiatrica rappresenta un grave problema nei pazienti con E e i suoi familiari/ caregivers peggiorando la qualità della vità, complicando il trattamento e la gestione E ed incrementando il rischio di morte. Il disordine psichiatrico in comorbilità con l’E può precedere la diagnosi di E, insorgere in concomitanza con questa o successivamente.(Kanner, 2002) I sintomi psichiatrici, in relazione al rapporto temporale con ricorrenza delle crisi, possono essere classificati in: 1. Peri-ictali, correlati alla stessa crisi e distinguibili in pre-critici quando precedono la crisi, critici quando rappresentano un sintomo della stessa crisi o post-critici quando compaiono al cessare della crisi. I principali fattori eziopatogenici ipotizzati sono: a) Fattori clinici, quali eziologia e localizzazione della zono epilettogena b) Fattori psicosociali, quali paura delle crisi, percezioni di stigmatizzazione da parte del paziente c) Fattori biologici, fra i quali i farmaci antiepilettici (numeri e tipo) (Tab.VII) d) Le categorie di disturbi psichici che più frequentemente si osservano nei pazienti con E sono: - disturbi dell’umore - disturbi psicotici 32 - disturbi cognitivi Verranno trattati in questa sede i disturbi dell’umore e i disturbi psicotici. Tabella ( VII)- Fattori correlati all’incremento rischio di patologia psichiatrica nei pz con E Fattori clinici età di esordio della E, durata E, tipo e frequenza delle crisi, anomalie strutturali cerebrali, anomalie EEGrafiche critiche ed intercritiche, familiarità per E o patologia psichiatrica Fattori psicosociali cronicità della E, basso livello socio-economico, basso livello educazionale, paura delle crisi, stigma social, sovra-protezione della famiglia, limitazioni legali bassa autostima Fattori biologici danno di aree cerebrali connesse con la funzione psichica (amigdala, sistema limbico, corteccia frontale, gangli basali), effetti collaterali cognitivi e psichici dei FAE - normalizzazione forzata * 2.2.1 Disturbi dell’umore ed Epilessia I disturbi dell’umore sono i più frequenti disturbi psichiatrici in comorbidità con l’E. Nell’ambito dei quesiti i più rappresentati sono i disturbi depressivi, con dati di incidenza e prevalenza stimati fra il 20 ed il 50% nei pz. con crisi ricorreni e fra nei pz. con crisi controllate.(Kanner, A , 2002) L’elevata associazione dei due disturbi può essere secondaria a meccanismi comuni patogenetici alla base delle due patologie, con particolare riferimento a strutture neuro anatomiche e a sistemi neurotrasmettitoriali (Kanner, 2013). La depressione è associata a elevata morbilità, prognosi sfavorevole della malattia di base , peggiore qualità di vita e maggiore mortalità legata ad un aumento del comportamento suicidiario. Il rischio correla infatti significativamente con la comorbidità psichiatrica e quindi è consigliata una particolare attenzione alla ricerca dei sintomi depressivi nei pz con E. (Kanner, 2005, 2007) Classificazione I disturbi depressivi sono classificabili in rapporto alla relazione temporale fra la ricorrenza delle crisi epilettitche e l’insorgenza della sintomatologia psichiatrica in: -Depressione critica in cui i sintomi depressivi precedono e/o seguono la crisi epilettica -Depressione pericritica in cui i sintomi depressivi precedono e/o seguono la crisi. -Depressione intercritica in cui i sintomi depressivi occorrono indipendentemente dalle crisi epilettiche. Quest’ultima è quella di più frequente riscontro. 33 I disturbi psicopatologci nei pz con E hanno un’eziologia multifattoriale potendo essere correlati alle caratteristiche del pz ( sesso, personalità premorbosa., profilo caratteriale ), alla sindrome epilettica stessa (implicazioni psico-sociali che la diagnosi comporta, potenziali alterazioni neurofisiologiche/ anatomiche) ed ai FAE. Un disturbo depressivo iatrogeno non è raro nel pz con E , Nella pratica clinica pertanto se un paziente con E presenta depressione dovrebbe essere considerata l’eziologia iatrogena ed in quest’ottica rivisto il trattamento. (Kanner, 2005; Barry, 2008) Uno screening sulle condizioni psichiche dovrebbe essere sempre effettuato prima di iniziare qualsiasi FAE . Una storia personale di depressione suggerirebbe l’uso di LTG, CBZ, OXC. I pazienti con fattori di rischio clinici quali familiarità/antecedenti personali di sepressione andrebbero sottoposti a stretto monitoraggio per ridurre la ricorrezna di effetti collaterali di tipo psichiatrico. In questi pz è consigliabile l’uso della politerapia. E’ sempre consigliabile utilizzare la dose efficace più bassa possibile e titolare il farmaco lentamente Strategie terapeutiche e scelta del farmaco La finalità del trattamento del disturbo depressivo nei pz con E è quella di ottenere la remissione completa dei sintomi. Le modalità di trattamento includono la terapia farmacologica con farmaci psicotropi e/o la psicoterapia (Kanner, 2013). Nell’ambito del trattamento farmacologico non è condivisibile l’uso di imipramina, clorimipramina, maprotilina e bupropione per il loro effetti pro- convulsivanti.(Patsalos,2003) I farmaci antidepressivi di prima scelta sono rappresentati dagli SSRI, in particolare citalopram e escitalopram, seguiti in caso di inefficacia degli SNRI (Carbonatto, P, 2003; Barry, 2008, Mula, 2009) 2.3 Psicosi ed epilessia I pazienti con E hanno un rischio 2-3 volte superiore rispetto alla popolazione generale di sviluppare disturbi di tipo psicotico (Quin, 2005) . Il termine Psicosi (P) comprende un ampio spettro di sintomi quali allucinazioni, illusioni, anomalie comportamentali, iperattività, ritardo psico-motorio e turbe della ideazione più o meno marcate. In rapporto alla loro relazione temporale con la ricorrenza delle crisi epilettiche le P si classificano in critiche, post- critiche e intercritiche.(Adachi, 34 2006) In rapporto alla loro entità i disturbi psicotici si distinguono in -lievi, in cui il pz , pur in presenza di sintomi psicotici, presenta complessivamente un buon funzionamento sociale - moderati, in cui il pz presenta chiari sintomi psicotici e il suo funzionamento sociale è parzialmente compromesso. - gravi, in cui il pz presenta gravi sintomi psicotici e significativa compromissione del funzionamento sociale (Adachi, 2013, Kanemoto,1996, Sachdev,P. 1998). 2.3.1 Caratteristiche cliniche e potenzialità diagnostiche La PIC (pscicosi intercritica) è definita come qualsiasi P a coscienza conservata che insorge in un pz cui è stata precedentemente posta diagnosi di E e che non ha nessun rapporto temporale con le crisi epilettiche. La PIC può essere farmaco correlata o non farmaco- correlata e acuta o cronica. La diagnosi di PIC spesso non è facile. E’ utile valutare i messaggi extraverbali e raccogliere in questo senso la storia clinica da familiari e caregivers. Esistono fattori predisponenti pz- correlati 8 familiarità/ antecedenti personali per patologia psichiatrica e disabilità cognitiva specie se lieve) ed E- correlati ( tipo di E e tipo/numero di FAE). Rapida titolazione , dosi elevate e politerapia possono esercitare un ruolo precipitante. Sì suggerisce una particolare cautela nell’utilizzo di FAE maggiormente a rischio nei pz con una predisposizione individuale. 2.3.2. Strategie terapeutiche e scelta del farmaco E’consigliabile iniziare il trattamento della PIC il più precocemente possibile utilizzando PAF di prima o seconda generazione scegliendo se possibile quello con il miglior profilo di tollerabilità. Questi farmaci possono essere utilizzati senz problemi nei pazienti affetti da E. FAP e FAE possono influenzare i livelli plasmatici reciprocamente. Per prevedere più facilmente le interazioni è consigliabile semplificare il regime terapeutico il più possibile, monitorare efficacia e tollerabilità, valutare se è possibile i livelli plasmatici dei farmaci e aggiustarli ove richiesto dalla clinica. E’sempre consigliabile utilizzare una bassa dose iniziale , una lenta titolazione fino alla dose minima efficace e trattare il paziente per almeno sei mesi dalla totale remissione dei sintomi psicotici. Essendo elevato il rischio dei recidiva dei PIC dopo sospensione dei FAP è consigliabile uno stretto monitoraggio clinico (Matsmura, 1999; Kanemoto, 2012; Kanemoto 2001. Fisher, 1965). 35 2.4 Epilessia e stroke L’epilessia conseguente ad uno stroke costituisce circa il 10% delle epilessie dell’adulto ed un terzo di quelle che interessano la terza età. In realtà i dati epidemiologici non sono del tutto certi ed il fenomeno può essere sia sovra che sotto stimato. Spesso, infatti, nei soggetti anziani vengono inquadrate come crisi epilettiche situazioni di altra natura, così come può succedere che il paziente stesso non riconosca e segnali i suoi citomi critici. E’ frequente che la diagnosi sia fondata soltnto su racconti anamnestici incompleti ed è molto frequente la mancanza di una registrazione EEG. Alcuni studi cin monitoraggio Video –EEG hanno dimostrato in gruppi di pazienti anziani che riguardo gli episodi critici registrati, nel 55-65% dei casi si trattava di crisi non epilettiche, pur essendo la maggior parte di questi soggetti in terapia con farmaci antiepilettici (AE) ( Abukabr,A 2005; Kawai M. 2007) Per Crisi Precoci sintomatiche acute si intendono quelle che si verificano entro 7 giorni dallo stroke ( per lo più nelle prime 24-48 h): le crisi precoci secondo gli studi pospettici si verificano nel 5-/% dei casi e spesso configurano lo stato epilettico, sia convulsivo che non convulsivo . Secondo un recente studio italiano prospettico le CP in pazienti con promo stroke si verificano nel 6.3% (Hersdoffer, DC 2009; Mecarelli o; 2011; Camilo .O 2004; ) Per crisi tardive (CT) non provocate si intendono le crisi epilettiche a comparsa dopo la settimana dallo stroke. Si pone diagnosi di epilessia post-stroke (Lossius, 2005) solo quando le crisi tardive non provocate tendono a ripetersi ; essa ha un’incidenza del 2-4% che incremta solo lievemente a distanza di alcuni anni dallo stroke Gli stroke emorragici , le trombosi venose e le emorragie subaracnoidee sono più a richio degli stroke ischemici . La localizzazione corticale dello stroke rispetto a quella sottocorticale considerata a più alto richio. Non ci sono evidenze che supportano l’efficacia del trattamento con AE un fase acuta come protettivo nei confronti di un’epilessia poststroke e le reviews pubblicate sull’argomento concludono che essa non debba essere effettuata. Alcune LG considerano però la possibilità di una profilassi con AE a breve termine dopo emorragie intracerebrali. 36 Nonostante sia stata segnalata una maggior incidenza di mortalità in pazienti con CP e SE poststroke in realtà questo fatto sembra essere più correlabile con la severità dello stroke e la sua localizzazione piuttosto che con le crisi di per se . Molti studi inoltre segnalano che l’EPS peggiora le possibilità di recupero ma questo non è stato in realtà mai dimostrato in modo obiettivo, tenuto conto che sulle possibilità di recupero può influire negativamente più che l’epilessia il trattamento antiepilettico con farmaci sedativi del SNC. Una terapia AE cronica può essere presa in considerazione già dopo una prima crisi tardiva poststroke in considerazione del caso clinico specifico, ma è anche possibile aspettare che la crisi si ripeta una seconda volta, tenuto conto che i farmaci AE, soprattutto quelli di prima generazione, possono avere importanti effetti negativi ( effetti avversi , influenza negativa sui processo di recupero, etc.) Dppo una prima crisi tardiva non provocata post stroke la possibilità che si abbia una econda crisi è di circa il 50/60%. L decisione se iniziare il trattamento dopo la prima o la seconda crisi tardiva poststroke deve essere individualizzata e deve tener conto di molti fattori: severità dello stroke , caratteristiche della crisi, ambiente di vita e possibilità assistenziali, preferenze del paziente L’ epilessia poststroke ha una bassa incidenza (2-4%) ed è molto importante la diagnosi differenziale tra crii epiliettiche vere e proprie e sintomi critici attribuibili all e comorbidità. Per limitare la percentuale di misdiagnisi l’anamsnesi deve essere particolarmente accurata ed è raccomandabile comunque un controllo EEGo Video –EEG La terapia cronica occorre ‘’tagliarla su misura ‘’, privilegiando farmaci con scarse interazioni ed effetti collaterali ‘’accettabili’’; inoltre soprattutto nell’anziano vale la regola: ‘’Start slow and go slow’’. Non sono consigliabili come farmaci du prima scelta gli AE di vecchia generazione (PHT, PB, VPA e CBZ) , per tutti i motivi suddetti. La CBZ a rilascio prolungato è comunque una buona opzione, soprattutto in pazienti che non assumono terapia anticoagulante e hanno un buon metabolismo osseo. Tra i farmaci di nuova generazione sono considerati di prima scelta per efficacia e tollerabilità LTG e GBP, da utilizzare a dosaggi bassi (100-150 mg/die per LTG e 900 -1200mg /die per GBP) e con tritation lenta. 37 Anche se non documentato da trials controllati, in base alla pratica clinica sono considerati buoni farmaci per la gestione ell’epilessia poststroke anche l’OXC ed il LEV. 2.5 Epilessia e disturbi del sonno. I rapporti tra epilessia, sonno e Disturbi del Sonno sono molto complessi: il sonno e la sua deprivazione accentuano le scariche critiche interistali ed alcune forme di epilessia si manifestano eclusivamente in sonno. Alcuni sidturbi primari del sonno ( come le apnee ostruttive) peggiorano l’epilessia.( Ericksson, 2012; Foldwary, 2006, Manni, 2010) - l’E di per sé e/o il suo trattamento interferiscono con la struttura / efficienza de l sonno e sono responsabili di eccessiva sonnolenza diurna. - - è necessario spesso porre diagnosi differenziale tra parasonnie e crisi epilettiche nottirne. Ridotta efficienza del sonno, eccessiva sonnolenza diurna (ESD) ed insonnia In generale nelle epilessie sia parziali che generalizzate è stata dimostrata una diminuzione dell’efficienza del sonno . dovuta principalmente ad aumento in durata e frequenza dei risvegli spontanei e ad una riduzione del sonno REM. .L’ESD è il disturbo più frequente in persone con epilessia ( 30-50%) ed è conseguente sia agli effetti sedativi dei farmaci AE che all’influenza delle scariche epilettiche sulla regolazione del ritmo sonno-veglia. Tra i farmaci AE il Fenobarbital (PB) è quello che maggiormente determina ESD . L’insonnia è molto frequente nei pazienti con epilessia ed è dovuta alla frammentazione del sonno indotta dalle crisi, all’effetto di alcuni farmaci AE ( per es LTG, LEV, etc) ed ai disturbi ansioso – depressivi in comorbidità (Manni r, 2010) 2.5.1 Epilessia es Apnee Ostruttive in Sonno (OSAS). E’ stata segnalata da vari AA una maggiore incidenza di OSAS in pazienti con epilessia ( prevalentemente machi e sovrappeso) anche se non esiste un accordo sulla reale incidenza del fenomeno. Le OSAS sembrano essere peggiorate da alcuni farmaci (PB, PHT e BDZ) e dalla riduzione dell’attività fisica, segnalata nelle persone con epilessia, tanto che nei pazienti con OSAS vanno evitati farmaci AE che inducono aumento di peso corporeo. Le OSAS sono più frequenti anche nelle donne in trattamento con VPA e sindrome dell’ovaio policistico. (Malow, 2008,) 38 Infine , è stato dimostrato che il trattamento delle OSAS con la CPAP migliora in modo significativo il controllo delle crisi. 2.5.2 Parasonnie Le parasonnie sono disturbi clinici parossistici che si verificano durante il sonno e che pur essendo benigni hanno un effetto peggiorativo della qualità e quantità del sonno. Spesso le parasonnie sono diagnosticate come crisi epilettiche che avvengono in sonno ( tipo l’epilessia frontale notturna) e trattate in modo scorretto e senza successo con i farmaci AE. La diagnosi differenziale tra Parasonnie ed Epilessie con crisi durante il sonno è quindi fondamentale. (Tinuper, 2012) Per effettuare una corretta diagnosi differenziale tra parasonnie e crisi epilettiche occorre raccogliere le notizie anamnestiche nel migliore dei modi ed è di grande aiuto spesso anche una home video. Nei casi più complessi è necessario effettuare una Video-Polissonografia o a domicilio o in ricovero. Inoltre occorre sempre ricordare che è frequente la coesistenza nello stesso paziente e/o nella sua famiglia di parasonnie e crisi epilettiche notturne, e questo rende più complessa l’interpretazione neurofisiologica dei fenomeni Le sostanze ed i farmaci che possono indurre le parasonnie sono: alcool, antipsicotici, antidepresivi, antistaminici, sedativi ipnotici e benzodiazepine. 39 Capitolo terzo Tumore cerebrale 3.1. Incidenza L’incidenza di tumori cerebrali maligni e dei tumori del sistema nervoso centrale nel mondo è di 3.7 ogni 100.000 persone/anno tra gli uomini e di 2.6 ogni 100.000 persone/anno tra le donne. Negli ultimi trenta anni l’incidenza dei tumori cerebrali è aumentata, non soltanto grazie al miglioramento dei mezzi diagnostici, ma anche per altri motivi non ancora dimostrati. I gliomi a basso grado sono più frequenti dai 20 ai 40 anni, mentre i cosiddetti gliomi di alto grado hanno un’insorgenza in genere più tardiva, dai 40 ai 70 anni. Oltre i 70 anni il glioblastoma multiforme è la forma più frequente. Età, Performance Status (ossia il grado di autonomia personale), e grado istologico rappresentano i fattori prognostici più rilevanti per le neoplasie gliali. Il glioblastoma multiforme (GBM) è la neoplasia cerebrale più aggressiva e più frequente, con un incidenza media di 7-8 casi ogni 100.000 abitanti. Di questi un terzo viene diagnosticato in pazienti >60 anni.3 (Bernstain, 2002) 3.2. Definizione Il tumore cerebrale è una massa in cui alcune cellule crescono e si moltiplicano in modo incontrollabile e apparentemente indipendente dai meccanismi fisiologici di controllo cellulare. Questa massa occupa spazio e può così andare ad interferire con la normale attività del cervello. Il tumore cerebrale può accrescere la pressione intracranica, invadere o danneggiare i nervi e i tessuti sani. La sede anatomica del tumore influenza la sintomatologia, e ciò è dovuto al fatto che aree cerebrali differenti controllano funzioni differenti. Un tumore cerebrale benigno è costituito da cellule che si riproducono con lentezza, ha in genere limiti ben distinti rispetto al tessuto circostante, raramente si diffonde in altre sedi. Se localizzato in aree particolarmente vitali, per quanto le sue cellule siano classificate biologicamente benigne, può creare problemi alle funzioni del cervello. Per questi tumori benigni l'intervento chirurgico è in genere risolutivo. Un tumore cerebrale maligno è costituito da cellule che si riproducono rapidamente, infiltra più o meno estesamente il tessuto circostante, danneggia in 40 poco tempo le funzioni cerebrali. I tumori cerebrali maligni possono diffondere all'interno del sistema nervoso centrale. E' invece molto rara la diffusione ad altri organi, a differenza di quello che accade con i tumori maligni del resto del corpo. Nei tumori cerebrali maligni il miglioramento della sopravvivenza si associa al tipo istologico e alla minore età all’interno del tipo istologico. 3. 3Tecniche Diagnostiche La Risonanza Magnetica Cerebrale (RM) rappresenta l’indagine di scelta per la diagnosi ed il follow up di pazienti con neoplasia cerebrale. Indicazioni all’uso della TC sono costituite dalle urgenze (emorragia, idrocefalo ostruttivo etc.) oppure dalla ricerca di calcificazioni nelle neoplasie oligodendrogliali. Altre tecniche in uso sono  angio-RM, per meglio chiarire le caratteristiche della circolazione intratumorale e per pianificare in modo migliore l’intervento.  risonanza magnetica a spettroscopia nucleare (MRS), tecnica promettente che può visualizzare l’estensione del tessuto neoplastico e contemporaneamente quantificare la sua attività metabolica  PET con 18F-deossiglucosio, può essere utile in fase diagnostica per la diagnosi differenziale di masse intracraniche prive di enhancement oppure nell’identificazione di tumori sistemici in caso di metastasi cerebrali da tumore primitivo ignoto. Nonostante i tumori cerebrali siano inseriti in determinate categorie istologiche, sono anche specifici per ogni individuo; infatti hanno caratteristiche e modi di crescere differenti dovuti all’assetto molecolare. La pratica clinica della neuro-oncologia si fonda sulla conoscenza del tipo di tumore di cui soffre un dato paziente. Il tipo di tumore è quasi sempre stabilito in base all’esame istologico del tumore e la diagnosi patologica comprende la classificazione e la stadiazione. 41 3.4 Classificazione La classificazione prevede l’attribuzione ad un dato tipo di tumore. La stadiazione fornisce una stima di malignità. (De Angelis, 2001) Molte istituzioni mediche usano la Classificazione della World Health Organization (WHO) per identificare i tumori cerebrali. La WHO classifica i tumori in base alla cellula originaria e a come si comportano, partendo dal meno aggressivo (benigno) fino al più aggressivo (maligno). Nel 2007 è stata pubblicata una revisione della classificazione dei tumori del SNC dell’Organizzazione mondiale della sanità (WHO 2007) che ha introdotto 8 nuovi istotipi e alcune varianti istologiche . 3.4.1 Tumori del tessuto neuroepitelieale -Tumori astrocitari: Astrocitoma grado I (pilocitico, gigante a cellule subependimali), Astrocitomi diffusi (grado II) (pilomixoide, diffuso, xantoastrocitoma pleomorfo), Astrocitoma anaplastico (grado III), Glioblastoma (grado IV) (var. a cell giganti, gliosarcoma) -Tumori oligodendrogliali: Oligodendroglioma (grado II),Oligodendroglioma Anaplastico (grado III) -Gliomi misti: Oligoastrocitoma (grado II), Oligoastrocitoma anaplastico (grado III) -Tumori ependimali: Ependimoma (grado II), Ependimoma mixopapillare e subependimoma (grado I), Ependimoma anaplastico (grado III) -Tumori dei plessi corioidei: Papilloma dei plessi corioidei (grado I), Papilloma dei plessi corioidei atipico (grado II), Carcinoma dei plessi corioidei (grado III) -Altri tumori neuroepiteliali: Glioma angiocentrico (grado I), Glioma cordoide del III ventricolo (grado II) -Tumori misti gliali e neuronali: Gangliocitoma, ganglioglioma (grado I), Ganglioglioma anaplastico (grado III), Astrocitoma desmoplastico infantile e ganglio glioma (grado I), Tumore neuroepiteliale disembrioplastico (grado I), Neurocitoma centrale (grado II), Neurocitoma extraventricolare (grado II), 42 Liponeurocitoma cerebellare (grado II), Paraganglioma spinale (grado I), Tumore glioneuronale papillare (grado I), Tumore glioneuronale formante rosette del IV ventricolo (grado I) -Tumori neuroblastici: Neuroblastoma olfattorio (estesioneuroblastoma) -Tumori della pineale: Pinealocitoma (grado I),Tumori pineali a differenziazione intermedia (grado II-III),Tumore papillare della regione pineale (grado II-III), Pinealoblastoma (grado IV), Tumori embrionali, Medulloblastoma (desmoplastico, a cellule giganti,melanotico, medullomioblastoma) (grado IV) -Tumori primitivi neuroectodermici del SNC (PNET) (grado IV) -Tumore rabdoide/teratoide atipico (grado IV) 3.4.2 Tumori dei nervi periferici Schwannoma (grado I), Neurofibroma (grado I), Perineurinoma (grado I-III) Tumori delle guaine nervose periferiche (MPNST) (grado II-IV) 3.4.3.Tumori meningei -Tumori meningoteliali: Meningioma (grado I), Meningioma atipico (grado II) Meningioma anaplastico o maligno (grado III), Emangiopericitoma (grado II), Emangiopericitoma anaplastico (grado III), Emangioblastoma (grado I) -Tumori mesenchimali non meningoteliali: Lipoma, liposarcoma, fibrosarcoma, condroma, rabdomiosarcoma, osteosarcoma, emangiopericitoma, etc. -Tumori melanocitici: Melanocitosi diffusa, melanoma maligno melanomatosi meningea . Incerta origine, emangioblastoma: -Tumori emopoietici: linfomi e plasmocitomi -Tumori a cellule germinali: Germinomi (seminomi), carcinomi embrionalicarcinomi del sacco vitellino, corioncarcinomi, teratomi (maturi, immaturi, con trasformazione maligna), misti 3.4.4 Tumori della regione stellare Craniofaringioma (grado I), Tumore a cellule granulari della neuroipoofisi (grado I), Pituicitoma (grado I), oncocitoma a cellule fusate dell’adenoipofisi (grado I) 43 3.4.5 Tumori metastatici Neoplasie gliali, distribuzione relativa nell’adulto (classificazione WHO 2000) -A basso grado : Astrocitoma grado I e II 4%, Oligodendroglioma 4% -Ad alto grado (gliomi maligni):Astrocitoma anaplastico grado III 35%, Glioblastoma multiforme grado IV 50%, Oligoastrocitoma anaplastico grado III 4%, Oligodendroglioma anaplastico grado III 2%, ependimoma, ependimoma anaplastico, etc. Rari 3.5 Trattamento La resezione chirurgica rappresenta cronologicamente la prima opzione terapeutica, e deve essere quanto più possibile estesa in base alla sede della neoplasia ed alle condizioni generali del paziente. (Drappaz, 2007) Il trattamento radioterapico standard dei tumori gliali prevede la erogazione di 59,4/60 Gy in 33/30 frazioni giornaliere da 1,8-2 Gy ciascuna (sei settimane totali di trattamento), e dovrebbe iniziare il più presto possibile, compatibilmente con la guarigione chirurgica, in genere entro 4-6 settimane dall’intervento. L’impiego della chemioterapia sistemica per i tumori del sistema nervoso centrale rappresenta un impegno importante per i neuro-oncologi. Questi tumori costituiscono un gruppo biologicamente distinto di patologie con particolari caratteristiche di crescita e risposta variabile al trattamento. Meccanismi intrinseci o acquisiti di resistenza svolgono un rilevante ruolo limitante nello sviluppo dei farmaci e nell’ideazione di trials clinici. La chemioterapia viene solitamente somministrata ai pazienti con tumore di nuova diagnosi come parte di un approccio multimodale che comprende la terapia chirurgica e la radioterapia. Sebbene siano noti alcuni rari geni ereditari che possono fare aumentare la probabilità di un soggetto di sviluppare un tumore cerebrale, il ruolo della ereditarietà nella gran parte dei tumori cerebrali è ancora oggetto di investigazione attiva. Una importante linea di ricerca in espansione è quella concentrata sul tentativo di scoprire i marker prognostici molecolari e genetici. (Wen, Soffietti, 2006; Wen 2002) 44 3.6 . Qualità della vita Il tumore, il tipo di trattamento antineoplastico, i farmaci adiuvanti, gli antiepilettici, le complicazioni internistiche condizionano le funzioni neurocognitive del paziente, il suo benessere psicologico e la capacità di svolgere le attività quotidiane. Tuttavia, molto si può fare per migliorare la qualità della vita del paziente e la sua assistenza. La comprensione delle influenze reciproche degli effetti del tumore, del trattamento e di altri fattori sul funzionamento dell’encefalo e sulla vita del paziente guida lo sviluppo di strategie di intervento, sia terapeutiche sia palliative. L’impatto di un tumore cerebrale sull’individuo è ben concettualizzato dal sistema a tre livelli realizzzato dalla World Health Organization. La compromissione è il deficit della funzione cerebrale causato dalla malattia e viene determinata mediante valutazione neurologiche e neuropsicologiche. La disabilità è l’impatto del deficit sulla capacità del paziente di svolgere attività e viene determinata mendiante la valutazione del Performance Status e dello stato funzionale. L’handicap è l’impatto della disabilità sul benessere soggettivo del paziente e sulla funzione sociale ed è generalmente determinato mediante valutazione clinica e l’utilizzo di questionari sulla qualità di vita. 45 Capitolo quarto Epilessia tumorale 4.1 Incidenza Il sintomo più comune in pazienti con neoplasia cerebrale è l'epilessia. Nei pazienti con tumore cerebrale le crisi epilettiche rappresentano il sintomo d'esordio nel 20-40%, mentre in un ulteriore 20-45% dei casi compariranno durante il decorso della malattia. Nell'insieme, l'incidenza di epilessia nei tumori, varia dal 35 al 70%. Considerato che la prevalenza dell'epilessia nel mondo appare stabilmente attestata sullo 0.5-0.8 della popolazione, ciò significa che almeno un soggetto su 200 presenta epilessia. Si stima che in Italia 500.000 persone siano affette da questa malattia. Poichè alcuni studi indicano che i tumori cerebrali costituiscono il 3.6% delle epilessie in toto ed il 12% delle epilessie acquisite si stima che almeno 15.000 persone in Italia siano affette da epilessia dovuta a tumore. Questo dato non appare di poca importanza, visto che molto spesso si tratta di epilessie farmaco-resistenti politrattate, con un notevole impatto sia sulla qualità della vita dei pazienti sia sul controllo della spesa sanitaria pubblica. (Carapella , 2007) 4.2 Descrizione L'epilessia nei pazienti con tumore cerebrale è correlata ad un gran numero di fattori tra i quali i più importanti sono l'istologia, la localizzazione e l'età d'esordio. L'incidenza di epilessia è inversamente correlata al grado di malignità: è più alta nei tumori a basso grado di malignità (astrocitomi, oligodendrogliomi, astrocitomi misti e meningiomi ( Carapella, 2007; Dinapoli, 2009 ) e più bassa nei gliomi maligni. L'esordio in giovane età è più frequente per tumori a lenta crescita ed è associato ad una più alta incidenza di epilessia. Molto importante per determinare o meno la comparsa di crisi è la localizzazione tumorale: le crisi sono più frequenti nelle localizzazioni sopratentoriali con sedi corticali e superficiali. Non è stata trovata una correlazione tra epilessia e sopravvivenza nei pazienti con tumori cerebrali mentre l'esordio con crisi epilettiche sembra essere un segno prognostico favorevole. Per quanto riguarda la tipologia delle crisi epilettiche nei tumori, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di crisi parziali semplici o complesse; le 46 crisi parziali con secondaria generalizzazione sono anch'esse comuni. Talvolta crisi parziali complesse ripetute nel tempo possono causare uno stato epilettico nonconvulsivo della durata variabile anche di alcune ore, che per le caratteristiche cliniche può essere confuso con disordini psichiatrici o stati confusionali da altre cause. Le crisi generalizzate primarie appaiono in questo tipo di pazienti più rare. L'epilessia può presentarsi come sintomo d'esordio della neoplasia o durante la storia naturale della stessa, per fattori correlati al tumore, alle terapie o per cause differenti. 4.3 Diagnosi La diagnosi di epilessia secondaria a neoplasia cerebrale rappresenta spesso la somma, non algebrica, delle difficoltà terapeutico-assistenziali e socio-psicologiche di due patologie: la neoplasia cerebrale e l'epilessia. La diagnosi di neoplasia cerebrale, e la consapevolezza di essere affetti da una malattia oncologica, possono già da sole di indurre difficoltà comportamentali, emozionali ed intellettive che sono in grado di compromettere l'abilità a vivere indipendentemente ed a svolgere le attività della vita quotidiana. (Glantz, 2000) A seconda poi della sede della lesione neoplastica a livello cerebrale, sono spesso presenti importanti disturbi neurocognitivi quali fatigue, depressione e deficit cognitivi; questi ultimi sarebbero già da soli in grado di influenzare sostanzialmente la qualità della vita ed anche la scelta dei trattamenti, condizionando l'indipendenza funzionale più della presenza di una disabilità fisica. Poiché i disturbi cognitivi in pazienti con neoplasie cerebrali dipendono fondamentalmente dalla sede della lesione, dalla chemio e dalla radioterapia, va tenuto presente che le terapie attuali, più potenti che in passato, possono portare ad un loro peggioramento, con una possibile modifica della qualità della vita di questi pazienti. 4.4 Epilessia tumorale e qualità della vita La diagnosi di epilessia, già in un paziente non oncologico, implica una importante modificazione del concetto di qualità di vita che viene ampiamente condizionato e modificato da tre fattori ( Dinapoli, 2009, Glant 2000; Klein, 2003) 47 - i possibili effetti collaterali dei farmaci - l'impatto psicologico negativo dovuto alla perdita del controllo sul proprio corpo e sull'ambiente circostante durante il manifestarsi di una crisi epilettica e - il rifiuto e l'emarginazione da parte della società della persona con crisi epilettiche, considerata ancora oggi come "diversa" Questi tre fattori appaiono ancora più pressanti nel paziente che presenta entrambe le patologie: epilessia e tumore cerebrale. In particolare, il rifiuto della società è più netto in pazienti già portatori di handicaps fisici quali una emiparesi o un disturbo della parola (che possono essere dovuti alla sede della neoplasia) e, sommato alla definizione di "epilettico", può rendere per il paziente estremamente difficile e frustrante la relazione con gli altri. La perdita del controllo sul proprio corpo durante una crisi e la frustrazione che ne deriva (spesso sottovalutate dai medici) appaiono per questi pazienti il segno di una completa mancanza di autonomia e sono fonte di insicurezza, in quanto l'evento crisi è imponderabile e non prevedibile, divenendo pertanto un costante richiamo alla condizione di "malato" e di "diverso". Infine, in questi malati, sottoposti a trattamenti sistemici per la malattia neoplastica (chemioterapia, radioterapia, terapie di supporto) ed a terapia antiepilettica, si possono sommare gli effetti collaterali dei farmaci e le loro possibili interazioni farmacologiche. In quest'ottica il problema della gestione dei farmaci e dei loro effetti collaterali assume, un'importanza fondamentale poiché un buon controllo delle crisi in questa popolazione di pazienti può riflettersi in un importante miglioramento della vita relazionale, sociale, personale e psicologica. Nel 2000 sono state pubblicate le Linee guida della American Academy of Neurology relative alla opportunità di trattare con farmaci antiepilettici per la profilassi delle crisi epilettiche i pazienti con tumori cerebrali di nuova diagnosi. Tali linee guida affermano che i farmaci antiepilettici non sono efficaci nel prevenire l’insorgenza di crisi epilettiche. Per la loro mancanza di efficacia e per i loro potenziali eventi avversi, la terapia profilattica anticonvulsiva non dovrebbe essere utilizzata di routine in questi pazienti (standard); nei pazienti con tumori cerebrali che non abbiano presentato crisi, è appropriato inoltre sospendere i farmaci antiepilettici dopo la prima settimana postoperatoria, in particolar modo 48 in quei soggetti che siano clinicamente stabili e che presentino eventi avversi della terapia antiepilettica (linee guida). Nel 2008 sono state pubblicate le “Raccomandazioni AINO per il trattamento delle epilessie secondarie a tumore cerebrali”, nelle quali viene ribadita la mancanza di efficacia della profilassi anticonvulsiva a lungo termine. Dal momento che l’epilessia nei pazienti con neoplasia cerebrale, incide sulla qualità di vita e sulla disabilità a lungo termine, sia per fattori legati alla malattia stessa che per i farmaci da utilizzare per il trattamento delle crisi, va valutato attentamente qual antiepilettico scegliere, considerando che, oltre a dover essere efficace per il trattamento delle crisi epilettiche, il farmaco inciderà, sia per fattori intrinseci sia per le possibili interazioni con le altre terapie, sui seguenti aspetti: attività cognitive, efficacia delle terapie sistemiche, frequenza degli eventi avversi. Nel 2008 sono state pubblicate le “Raccomandazioni AINO per il trattamento delle epilessie secondarie a tumore cerebrali”, nelle quali viene indicato che i farmaci antiepilettici di vecchia generazione (Carbamazepina, Fenobarbitale e Fenitoina) sono da considerarsi non più indicati come farmaci di prima scelta nel trattamento delle crisi epilettiche in pazienti affetti da neoplasia cerebrale perché sono in grado di modificare il metabolismo di molti chemioterapici, con una possibile riduzione di efficacia degli stessi ed aumento degli effetti collaterali. Pertanto sono da preferire farmaci di nuova generazione, con scarso potere induttivo enzimatico, minori interazioni farmacologiche e minori effetti collaterali, quali Gabapentin, Lamotrigina, Levetiracetam, Oxcarbazepina, Pregabalin, Topiramato, Zonisamide.(Maschio, 2009) La valutazione e il riconoscimento degli effetti collaterali degli antiepilettici è cruciale per la loro scelta in quanto questi incidono sulla percezione della propria qualità di vita da parte del paziente più della comparsa delle crisi stesse. (Maschio, 2009) Tutti gli effetti collaterali possibili nei pazienti con epilessia non oncologica, appaiono con una frequenza notevolmente maggiore nei pazienti con epilessia secondaria a neoplasie cerebrali. In particolare è importante ricordare che, nei pazienti con epilessia e neoplasia cerebrale: 49 - la possibilità di comparsa di importante eruzione cutanea (rash) nei pazienti che effettuano radioterapia aumenta notevolmente se i pazienti assumono contemporaneamente Fenitoina, Carbamazepina o Fenobarbitale. -L’utilizzo di fenobarbitale è associato ad un aumentato rischio di periartrite scapolo-omerale. - Carbamazepina, Valproato, Fenitoina e Fenobarbitale inducono un peggioramento di alcune funzioni cognitive (Maschio, 2008, 2009) PARTE SECONDA 1 Relazione di tirocinio 50 1.1 Premessa In ogni contesto scolastico ed in base alla normativa vigente, ogni scuola ha l’obbligo di prendersi in carico qualsiasi tipo di alunno e di essere corresponsabile con la famiglia del suo percorso formativo, sia per formarlo adeguatamente dal punti di vista delle conoscenze, sia dal puto di vista della personalità, per costruire il cittadino attivo, educato alla civiltà ed oggi ancor di più come non mai, educato alla multiculturalità, al rispetto delle disuguaglianze civili e sociali, al rispetto della persona,, alla legalità, alla pace, contro ogni forma di razzismo, nichilismo, totalitarismo. (Legge dei dipendenti pubblici, 2013). Un cittadino che serve il suo stato, capace di essere attivo nella società ed in ogni contesto sociale, nel rispetto delle istituzioni famiglia, scuola, società, al lavoro, servitore estremo della patria..( La Costituzione Italiana, 1945). L’educazione è sacra ed è un diritto fondamentale di tutti i cittadini (art. 32). Essa va sempre garantita. ’Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno’’!(Dichiarazione dei diritti e del fanciullo e degli adolescenti, Malala 2013 ). L’istruzione è garantita a tutti, inclusi i diversamente abili, che dopo anni di lotte si son visti riconosciuti i propri diritti. (Legge integrazione 104/1992, Index per l’inclusione) La scuola per perseguire i suddetti obiettivi, stipula un patto al fine di creare individui attivi nella società, ma soprattutto completi cui devono essere garantite competenze chiave di cittadinanza ed apprendimento permanente, nel rispetto dei diritti alla studio per studenti normodotati, disabili e non, per studenti figli di immigrati, per studenti ospedalizzati, per studenti adottati, per studenti lavoratori stranieri, per studenti con disagio affettivo relazionale, in situazione di deprivazione, per studenti con svantaggio sociale, culturale ed economico, studenti lavoratori e per adulti, o per indicare in modo più sintetico i cosiddetti BES, special educational needs (Ianes, 2005), per contrastare l’abbandono scolastico. Con il ‘patto’ la scuola si impegna a formare secondo i massimi criteri di qualità gli alunni, usufruendo di un corpo decente altamente preparato ed aggiornato, e usufruendo di collaboratori tecnici amministrativi, dsga, Dirigenti scolastici altamente preparati e ottimi manager della ‘Schola publica ‘ ma comunque consapevoli della ‘materia umana’. 51 Al patto partecipano le famiglia ma anche gli studenti, posti al centro del processo educativo, sui quali si costruisce sempre di più una didattica ad hoc suddivisa in unità didattiche di apprendimento volte a rafforzare le conoscenze, le abilità ed infine le competenze (Petracca, 2015) , secondo un sistema basato sul principio pedagogico del costruttivismo piagetiano e vigostkyano (Mondelli; 2015).. Le competenze sono certificate a chiusura di ogni percorso didattico. Lo studente viene dunque guidato per mano all’interno di ogni grado di scuola, viene addestrato adeguatamente per essere considerato un futuro cittadino ed inoltre è guidato al fine di raggiungere pienamente il proprio grado di autonomia e responsabilizzazione, ma anche realizzazione, poiché questo è un principio sacro della Costituzione Italiana. Rispetto ad ogni scuola, che ha la propria autonomia ( legge Bassanini del 1999) ed in particolare un proprio POF,che con legge del 17/07/2015 si è tramutato in PTOF, posson1 3o esserci piccole varianti, ma nel complesso i punti salienti del patto educativo sono gli stessi. Nell’ottica del rispetto delle vigenti leggi in materia di legge scolastica, considerando i recenti cambiamenti imposti all’istruzione dalla legge Gelmini, si vuole evidenziare quali sono stati gli impegni presi dalla Scuola ‘’Siani’’ di Casalnuovo di Napoli, con il suo patto, nei confronti dei suoi studenti chiunque essi siano. Nello specifico verra’ illustrata tutta la documentazione relativa all’’Istituto ‘’Siani’’ di Casalnuovo in Napoli, luogo sede di tirocinio diretto di questo percorso di abilitazione. 1.2: Il tirocinio diretto 1.2.1.: La fase osservativa del tirocinio Durante questa fase ci si è soffermati sull’analisi diretta e contestuale dei documenti della scuola, con particolare riguardo alla consultazione dei documenti quali il PDF, PEI ed osservazione diretta degli alunni con disabilità. La fase osservativa è la parte diagnostica della progettazione curricolare sia dei docenti disciplinari che di quelli operanti sul sostegno. Essa è necessaria ma deve essere 3 legge 107, la ‘Buona Scuola’ 52 condotta meticolosamente, deve essere condotta in maniera ragionata, è un compito che necessita di concentrazione ed attenzione, poiché è a partire da questa che si decideranno le azioni successive da prendere; poiché da questa dipenderà la qualità della didattica dell’integrazione a favore degli alunni diversamente abili, ma anche a favore degli alunni normodatati, quindi si aumenterà anche la qualità dell’istruzione. La fase osservativa che consta di un’analisi rigorosa, va condotta in realtà per ogni differente disabilità sia per insegnare un comportamento sia per insegnarne di nuovi (Ianes, 2009; Cajola, 2008) L’osservazione deve essere quindi analitica, precisa e rigorosa, organizzata, (Cajola,2013) onde produrre dei risultati coerenti, deve essere svolta con la dovuta attenzione, e soprattutto deve essere diagnostica, formativa, orientativa .(Patrizi, 2006). E’ necessario che venga ripetuta anche più volte in corso dell’anno, poiché sia il pdf che il pei sono dei documenti di natura ‘dinamica’, quindi se necessario, vanno essenzialmente riformulati anche in corso d’anno. 1.2.1.1 Analisi del contesto socio culturale in Casalnuovo di Napoli La sede centrale dell’istituto è sita in Casalnuovo di Napoli; in luogo facilmente raggiungibile dagli alunni in quanto la zona si trova in un punto abbastanza centrale e per arrivarvi ci si deve spostare con mezzi pubblici che collegano Casalnuovo a Napoli, ( autobus pubblici, metropolitana,, treni regionali), mezzi di uso pubblico di natura collettiva ( pulmini privati pagati quindi dai genitori dei ragazzi). La scuola sorge, comunque, nelle vicinanze di una sede dei carabinieri. E’ una nuova struttura, costruita circa 10 anni fa ed è sempre ben curata sia per quanto riguarda le strutture interne che esterne. All’esterno è sempre garantita la presenza della vigilanza anche privata, e gli alunni frequentanti provengono tutti dai paesi limitrofi confinanti quali Casoria, Afragola, Caivano, Casalnuovo e da alcune frazioni di Casalnuovo come Tavernanova e simili, Pomigliano D’arco e altri paesi limitrofi nell’area a Nord di Napoli. La città è comunque dal punto di vista politico e culturale molto attiva sul territorio, visto che i suoi cittadini vivono in un contesto di rinnovamento spirituale e politico, come tutti coloro operanti nei comuni di Napoli, provincia di Napoli, grazie all’ azione di molte persone celebri e di cultura di questi luoghi che 53 combattono per la rinascita della zona a causa di concomitanti connubi politicocamorristici, cosa che può esssere dedotto anche piuttosto chiaramente dall’osservatorio sulla camorra, istituito e consultabile dal sito dell’ Università degli Studi di Napoli ‘’Federico II’’(Osservatorio sulla camorra, 2006-2015; Corriere del mezzogiorno 2012). Si ripetono, purtroppo, così come è possibile desumere dai giornali locali e nazionali, episodi di camorra tra famiglie rivali, agguati nascosti, regolamenti di conti (La Repubblica 2012 ) ed in alcuni casi, gli stessi operatori delle scuole superiori e le forze dell’ordine sono in effetti risultati complici di malaffare e malavita. (Osservatorio sulla camorra, processo Spartacus; , Saviano,2006, gomorra la serie, etc) 4 Dal punto di vista culturale esistono sul territorio differenti associazioni culturali, a Casalnuovo (sito www.comunevi sono cinema, strutture pubbliche per possibili attività ludico-ricreative di bambini, adolescenti ed adulti, stadi, palestre e villa comunali. E’possibile fin da subito, a colpo d’occhio, notare la presenza di un forte abusivismo locale ed incontrastato per quanto riguarda le case, la mancanza di piani regolatori a norma, la mancanza di piste ciclabili per la cittadinanza nonostante la vasta presenza di fondi europei di cui questa scuola ed altre hanno essenzialmente usufruito in quanto zona fortemente a rischio. La zona è stata interesse di forte attività migratorie e di morti a causa del fatto che Casalnuovo, come tutti gli altri comuni appartenenti a questi luoghi della Campania (ex Campania Felix) appartiene alla cosiddetta ‘Terra dei Fuochi’5 evoluzione del concetto di un luogo più antico noto come ‘’Triangolo della 4 Esistono da anni presso l’Università degli Studi di Napoli, facoltà di scienze umane degli osservatori sulla camorra, a cui hanno contribuito giornalisti che vivono sotto scorta e a magistrati che si sono battuti contro la camorra e le attività illegali del posto. Sono inoltre innumerevoli le testimonianze di morti per fatto di mafia e testimoni di giustizia o comunque gente da cui è possibile documentarsi per cercare informazioni (associazione Libera, siti di riferimento su facebook, agenzie sul territorio antiracket ed antimafia, siti anticamorra, etc) 5 Con il termine ‘’ terra dei fuochi’’ si vuole indicare lo stato in cui per anni dal 1980 ad oggi, con complicità delle persone del posto e per mezzo della camorra, si sia permesso il proliferare di attività illecite,; inoltre si fa riferimento ai continui incendi di materiale tossico ad opera sia di camorra sia di rom soprattutto, in tutti i paesi di Napoli e provincia. Le indagini poi hanno dimostrato come il fenomeno poi si sia esteso gravemente in tutta Italia. Per informazioni sito www.laterradeifuochi.it 54 morte’’(dati del ministero della sanità, dati dell’ISPRA, ISS, Istituto nazionale dei tumori di Napoli, Il fattoquotidiano 2006-2014, Patriciello, 2013; Ausiello ,Del Gaudio, 2014) E’ ancora alto il tasso di omertà specie tra le persone più anziane; molte delle quali hanno sfruttato gli avvicendamenti solo per divenire arrampicatori sociali; molti; che dovrebbero essere agli arresti domiciliari a causa di comprovate attività illecite, sono in realtà stati scagionati in quanto il fatto non sussiste (Corriere del mezzogiorno, anni 2006-2015, le cronache di Napoli, anni 2006-2015 processo Spartacus.). Molti di costoro sono i figli di camorristi che godono di libertà e sono ancora parte della società mafiosa a delinquere; molti sono ancora coloro che imperturbati continuano a svolgere attività illegali per conto dello Stato (Fondazione Caponetto) Il livello di corruzione politica, la prevaricazione, camorra, il clientelismo diffuso, la malasanità, il forte degrado sociale, le difficoltà socio –economiche di alcune famiglie e le attività illegali ad ampio raggio in queste zone negli anni passati maggiormente, ma anche attuali -esistono svariati servizi commerciali che fanno tutti la stessa cose- sono fonte di disagio per i cittadini, studenti inclusi, alcuni di loro provenienti da famiglie a connotazione camorristica. (osservatorio campano sulla camorra)5,4 L’ attività economica del paese è basata sul commercio ed artigianato locali, esistono inoltre differenti industrie e fabbriche operanti nel settore tessile e calzaturiero, alcune delle quali in crisi, che dunque sono parte dell’attività economica presente nel paese Casalnuovo. Palestre, negozi di parrucchieri, attività commerciali turistiche (bar, alberghi, etc) di non elevata entità sono altri aspetti preponderanti su cui si basa l’economia del posto. Questi settori hanno comunque, negli ultimi anni conosciuto un periodo di forte crisi con il conseguente aumento di alunni cosiddetti ‘ BES ‘nelle classi.(OM del MIUR del 12/12/2012 ). Dal punto di vista sociale, esistono molte associazioni culturali e registrate al comune che sono di riferimento per le attività dei ragazzi, adulti ed adolescenti. Esistono inoltre molti centri antiviolenza, (www.comune.casalnuovodinapoli.it) dislocati sul territorio a tutela sia del minore che della sua famiglia, poiché si riscontrano spesso casi di aggressioni e familiari che extrafamiliari. 55 Non mancano, in base alle analisi dei reparti di psichiatria delle ASL, casi di persone che soffrono di schizofrenie, oligofrenie a differente entità, disturbi psichiatrici di differente peso e severità, provocate da patologie psicopatologiche degenerative o genetiche o a disturbi a carico del SNC, individui sofferenti di disturbi ossessivo- compulsivi, disturbi d’ansia, disturbi maniacali schizofrenoidi o disturbi depressivi di minore o maggiore entità, disturbi alimentari di differente natura (Reichenberg, 2015; Guidetti, 2007) e seppure siano presenti casi di pedofilia nei comuni limitrofi (www.rai.it) non se ne può negare l’assenza anche nel comune di Casalnuovo. Spesso le interazioni sociali sono ostacolate o ridotte all’uso di social network sia tra adulti che adolescenti e, in misura maggiore da bambini. Sono molti gli adulti, bambini ed adolescenti – fascia compresa tra gli 11 ed i 13 anni- ospedalizzati a causa di tumori relativi a tutti gli organi, ( Atti della regione Campania, 2011-2015, ISPRA 2011- 2015) sono inoltre molte le patologie riscontrate per esposizione continuata a sostanze tossiche e notoriamente cancerogene (atti dell’ISPRA, ISS,) Esiste una forte comunità locale di immigrati di natura differente di sesso maschile e femminile ( famosi neri d’Africa provenienti da Ghana, Nigeria, Senegal, Mauritania, marocchini, tunisini, polacchi, rumeni, ucraini, cinesi, georgiani) tutti integrati sul territorio come ‘vu cumprà’, venditori ambulanti, oppure in attività ristorative, bodyguard nei locali, medici, docenti, parroci, suore, badanti, calciatori per calcio Napoli; altri invece appartenenti alla camorra nigeriana e locale. Dal punto di vista etnico, quindi la città è un fermento di multiculturalità ed il percorso di integrazione è spesso lungo e faticoso. Il Comune è solito organizzare attività informative altamente culturali a difesa dell’ambiente, a difesa del cittadino a cui partecipano tutte le scuole dei distretti e in particolare anche la scuola del Siani. 1.2.1.2 Analisi del POF e del PTOF Dal 1991 i cittadini di Casalnuovo di Napoli fruivano di una sezione staccata dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri “ Manlio Rossi Doria “ di 56 Marigliano. Dal 1° settembre 2008 la sezione staccata dell’istituto tecnico commerciale diventa un istituto scolastico autonomo con la denominazione di istituto d’istruzione secondaria superiore (in quanto dall’a.s. 2007/08 al vecchio indirizzo giuridico economico ed amministrativo (IGEA) dell’istituto tecnico è aggiunto il liceo scientifico, donde l’acronimo I.I.S.S. che anche nei documenti ministeriali è diventato I.S.I.S. La delibera del Consiglio d’istituto del 23/11/2009, confermata dall’autorizzazione della Prefettura di Napoli del 23 aprile 2010, ha stabilito l’intitolazione dell’istituto a Giancarlo Siani, giornalista napoletano ucciso dalla camorra per aver scoperto ed essersi inserito in un giro poco piacevole del clan di Torre Annunziata. Morì venendo massacrato con 26 colpi di pistola mentre era di ritorno a casa sua al Vomero mentre era a bordo della sua Mehari. (filmografia, fort a pasc, Garrone) Gli studenti dell’istituto, con un referendum, indicarono al Consiglio d’istituto una scelta significativa per l’istituto e per la Città di Casalnuovo di Napoli, non un economista, uno scienziato, uno scrittore, un poeta, un personaggio storico ma l’intitolazione ad una giovane vittima della criminalità organizzata. Il 23 settembre 1985, quattro giorni dopo aver compiuto 26 anni, appena giunto sotto casa sua con la propria Mehari, Giancarlo Siani venne ucciso: l'agguato avvenne alle 20.50 circa in via Vincenzo Romaniello, nel quartiere napoletano del Vomero. Siani, trasferito dalla redazione di Castellammare di Stabia a quella centrale de Il Mattino, all'epoca diretto da Pasquale Nonno, proveniva dal quotidiano di via Chiatamone. L’istituto Siani, opera sul territorio cercando di garantire l’inserimento dei ragazzi, ed è per questo che rappresenta un punto di riferimento per la società non solo educativa, che collabora con le reti di scuole presenti su tutto il territorio favorendo attività ludiche, di sensibilizzazione, di ricognizione, di informazione, di partecipazione guidata, di orientamento, di ricostruzione etc.( esempio campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono dei cani, numerose attività sportive che contemplano differenti discipline quali pallavolo, calcio, basket, atletica leggera, attività a favore dell’ambiente, giornalino di istituto, partecipazioni alle olimpiadi di fisica e matematica, etc ). Il degrado culturale viene combattuto promuovendo l’integrazione culturale e sociale dei ragazzi sul territorio grazie al forte clima collaborativo scolastico: E’ forte la cultura dell’integrazione sociale all’esterno 57 della scuola, la necessità di girare documentari e film relativi a quanto successo poiché questi rappresentano la storia per la liberazione dalla camorra e dall’ostracismo di queste zone (filmografia: l’oro di Scampia, come un delfino, io speriamo che me la cavi, il cammorrista, gomorra etc). Si tasta, in qualità di insegnanti, in ogni momento l’emergenza in primo luogo e per questo si lavora in situazioni di emergenza e si promuove la pedagogia dell’emergenza (Vaccarelli, A., Isidori, M .R .2013.) Il POF è il “documento fondamentale costitutivo dell’identità della scuola”in quanto “testo in cui viene esplicitata l’attività curricolare ed extracurricolare, educativa ed organizzativa, adottata dalla scuola nell’ambito dell’autonomia.”Il primo settembre 2000 l’Autonomia Scolastica, introdotta dalla Legge 59/1997e regolamentata dal DPR 275/1999, entra nella fase attuativa determinando per ogni istituzione Scolastica l’obbligo di contemperare le linee generali relative al Sistema Istruzione indicate dal MIUR per il territorio nazionale con scelte specifiche legate alle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico del territorio locale in cui opera. Il Piano per l’Offerta Formativa (POF) è il documento che illustra le linee distintive dell’Istituto2, l’ispirazione culturale-pedagogica, le scelte didattiche, metodologiche, organizzative operate dalla scuola in coerenza con gli obiettivi specifici di apprendimento indicati nel Sistema Nazionale di Istruzione e sulla base di quanto consentito dall’autonomia delle singole scuole. Tale documento è pubblico e si propone di coinvolgere tutte le componenti che interagiscono nell’azione educativa al fine di armonizzare le energie impegnate in una sinergia comune per permettere all’utenza di conoscere la propria realtà scolastica, per favorire la collaborazione e la partecipazione degli studenti e delle famiglie ai processi di formazione e di istruzione, per permettere al personale dell’istituto la condivisione di un progetto comune e la razionalizzazione dell’intervento didattico - educativo secondo metodi di lavoro basati sulla programmazione e orientati all’innovazione, per creare un continuo collegamento con gli enti territoriali, con il sistema educativo locale e con le aziende. Ogni anno l’Offerta Formativa viene implementata ed ampliata a seguito di un attento monitoraggio della progettualità curricolare ed extracurricolare, rilevando 58 le soddisfazioni e le eventuali ulteriori e nuove esigenze dell’utenza per l’adeguamento ai cambiamenti repentini e continui della società attuale. Il progetto POF è una tappa di un percorso che evolve con la scuola e la società. Con la legge ‘ Buona Scuola’ il POF è stato convertito in PTOF, piano triennale dell’offerta formativa. In esso viene illustrato anche il fabbisogno di operatori della scuola suddivisi in organico dell’autonomia, viene rinnovato ogni tre anni sulla base delle esigenze del Dirigente scolastico, è indicato del DS sentito il parere degli studenti e delle famiglie per andare incontro alle esigenze di quanti operino sul territorio, contiene il fabbisogno dell’organico dell’autonomia. Il PTOF contiene un’esaustiva descrizione delle attività curricolari ed extracurricolari che il generico cittadino sarà chiamato ad affrontare. Il PTOF è completato dagli allegati: - Carta dei Servizi - Regolamento Interno di Istituto, - Patto Educativo di Corresponsabilità, - Statuto delle studentesse e degli studenti - Piano di Sicurezza nei luoghi di lavoro Il complesso scolastico è ubicato su una superficie di mq. 20.566 e si articola su tre corpi di fabbrica: a) Il corpo centrale destinato ad aule normali, aule speciali, laboratori, presidenza, segreteria, accessori si sviluppa su due livelli con ascensore, sei gruppi di servizi igienici, bagni per diversamente abili, tre depositi per materiale scolastico, due scale interne, un ascensore e due scale esterne di sicurezza, locale per bouvette; tutte le aule hanno una lavagna interattiva multimediale completa di pc. L’istituto consta di n. 35 aule attrezzate con la L.I.M. (lavagna interattiva multimediale e postazione informatica fissa) , n. 5 laboratori ,3 dedicati all’informatica, 1 all’insegnamento di inglese e francese ed eventuali altre lingue comunitarie ed 1 per le esperienze scientifiche di chimica e fisica. b) Il corpo palestra è posto a destra del complesso ed è dotato di tribuna per 100 spettatori, campo di pallavolo e campo di pallacanestro. Altresì sulla parte laterale sono disposti l’infermeria e due gruppi servizi di servizi igienici. La palestra è dotata di tutte le attrezzature necessarie (compresi biliardini, tavoli da ping pong, ecc.) 59 c) Il corpo auditorium è posto a sinistra del complesso scolastico ed ha dimensioni di ml.25,40 x 14,00; nella parte retrostante ha due gruppi di servizi igienici, bagno per handicappati ed un deposito. Ha una capienza di 200 posti/poltroncine; è dotato di maxischermo con videoproiettore e sistema di amplificazione. Il complesso scolastico è dotato di due ingressi carrabili e di un sistema stradale che percorre tutto il perimetro del lotto sul quale insiste. Tutte le aree non pavimentate sono sistemate a verde e piantumate con alberi di medio fusto. Per la sosta dei veicoli c’è un’area interna al complesso ed un’area antistante. In attuazione dell’autonomia scolastica i docenti (come sancito nel ccnl docenti all’art. 26), nelle attività collegiali, attraverso i processi di confronto ritenuti più utili e idonei, elaborano, attuano e verificano, per gli aspetti pedagogico-didattici, il piano triennale dell’offerta formativa, adattandone l’articolazione alle differenziate esigenze degli alunni e tenendo conto del contesto socio-economico di riferimento, anche al fine del raggiungimento di condivisi obiettivi qualitativi di apprendimento in ciascuna classe e nelle diverse discipline. L’Istituto: • riconosce e sviluppa la ricchezza ( personale e di storia formativa ) degli utenti in ingresso; • esplicita la valenza formativa delle singole aree dei saperi e dei singoli saperi, favorendo l'approccio critico alle materie di apprendimento; • garantisce che nel processo di formazione siano salvaguardate l'integrazione "sapere, saper fare, saper essere", il rispetto e la valorizzazione delle differenti intelligenze e dei diversi stili di apprendimento, la possibilità di compiere scelte di riorientamento formativo; • valorizza le tradizionali valenze formative dei suoi indirizzi di studio; • rinnova i percorsi di studio alla luce delle trasformazioni in campo tecnico, scientifico e nell’ambito economico- sociale;dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali; e) alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini • tende allo sviluppo di abilità trasversali valide per tutti i settori: conoscenza di lingue straniere, competenze informatiche, capacità di lavorare in gruppo; 60 • adegua i servizi didattici e amministrativi, alle nuove e più efficaci tecnologie della comunicazione (sito web, registri elettronici con accesso dei genitori , sms, teledidattica). Le famiglie sono perciò chiamate alla massima collaborazione con la scuola e sono informate sul percorso scolastico dei loro studenti con le seguenti modalità : 1) Colloqui tempestivi con i genitori in tutti i casi di insoddisfacente impegno/profitto ; 2) Colloqui con i genitori dopo le valutazioni quadrimestrali; 3) Colloqui con i genitori degli alunni sospesi o non ammessi alla classe successiva al termine delle lezioni; 4) Utilizzo della bacheca del registro elettronico che consente di conoscere tempestivamente i risultati dei figli nelle prove scritte, orali, pratiche, ecc. L’istituto condivide le priorità previste nella legge 107, in particolare al comma 7 e la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa e organizzativa è finalizzata a : a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all’italiano nonché alla lingua inglese ed alle altre lingue dell’Unione europea, anche mediante l’utilizzo della metodologia Content Language Integrated Learning; b) potenziamento delle competenze matematicologiche e scientifiche; c) potenziamento delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all’autoimprenditorialità per il liceo scientifico; d) sviluppo di comportamenti ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali; e) alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini; Sviluppo delle competenze digitali degli studenti con particolare riguardo al pensiero computazionale, all’utilizzo critico e consapevole dei socialnetwork e dei media nonché alla produzione e ai legami col mondo del lavoro; g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione, all’educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività 61 sportiva agonistica; h) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell’arte e nella storia dell’arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori; i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio; j) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell’inclusine scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e l’applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal MIUR il 18 dicembre 2014; k) valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie e la comunità locale, comprese le organizzazione del terzo settore e le imprese; l) apertura pomeridiana della scuola e riduzione del numero degli alunni per classe o per articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato dal regolamento di cui al decreto del Presidente della repubblica., m) incremento dell’alternanza scuola – lavoro; n) valorizzazione di percorsi formativi individualizzati ; o) individuazione di percorsi e sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli studenti; p) alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l’apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali; q) definizione di un sistema di orientamento. r) diffusione della cultura della prevenzione e della sicurezza d.lgs n. 81/08 e successive disposizioni. All’interno dell’istituto i docenti presenti sono formati ad hoc mediante differenti attività e master che possano permettere l’acquisizione di differenti competenze personali giacchè spesso questi sono impegnati in master, percorsi di formazione ed orientamento specifici, percorsi per il conseguimento della CLIL, ma sono tutti ancora in una piccola percentuale. 62 Il PTOF d’istituto del SIANI si compone di due indirizzi 1. Indirizzo Economico 2. Liceo Scientifico indirizzo normale Di seguito sono riportati i quadri orari relativamente ai due profili proposti in uscita, mentre per la consultazione dei profili in uscita dei diplomati ( Riforma Gelmini per i licei e per i tecnici,MIUR, 2010) 63 64 2) LICEO SCIENTIFICO Dal punto di vista delle attività di progettazione educativa, organizzativa ed extracurricolare, previa adesione di un congruo numero di alunni/classi, compatibilmente con le disponibilità dei docenti interni ed esterni e delle risorse finanziarie necessarie sono organizzati : Corsi di lingua francese e inglese per la preparazione ad esami di certificazione delle competenze - Leggiamoci fuori scuola – Rilevazione precoce del disagio – Attività integrative di preparazione all’esame di Stato per gli studenti delle quinte - Partecipazione a spettacoli cinematografici e teatrali Attività di avviamento alla pratica sportiva e giochi sportivi studenteschi - piano annuale per l’inclusione; partecipazione Olimpiadi di Matematica e di Italiano; partecipazione Olimpiadi di Fisica e progetto in rete con altri istituti e con il dipartimento di fisica della Federico II; partecipazione progetto e-Twinning ; certificazione di competenze informatiche; open day e giornate per l’orientamento degli alunni delle classi terze degli istituti d’istruzione secondaria di primo grado; 65 alternanza scuola-lavoro dal terzo anno (400 ore per l’indirizzo tecnico economico e 200 ore per il liceo scientifico; progetti in collaborazione con il quotidiano La Repubblica ed altre testate giornalistiche anche locali; il progetto sportello ascolto per la rilevazione e prevenzione di situazioni di disagio psicologico; progetti “Educazione ai colori”, “La scuola va al cinema”, visite guidate e viaggi d’istruzione - progetto dalle aule parlamentari alle aule di scuola (lezioni di costituzione) . Una parte del tempo scolastico, circa il 10 % dell’orario annuale, è utilizzata per la partecipazione degli studenti ad incontri, eventi (esperti e rappresentanti di enti ed associazioni), spettacoli cinematografici, teatrali, sportivi nei locali dell’istituto e/o nei luoghi di svolgimento. I criteri per lo svolgimento dell’offerta formativa e le scelte operate dal Collegio dei docenti vengono declinate, a livello operativo, attraverso la progettazione didattica dei Dipartimenti, dei Consigli di classe e dei singoli docenti. I consigli di classe definiscono obiettivi e competenze trasversali di tipo formativo, comunicativo, cognitivo, procedurale, anche articolati per biennio e triennio. Nell’ambito della autonomia didattica l’anno scolastico è diviso, ai fini della valutazione, in due quadrimestri. Il primo quadrimestre termina il 30 gennaio. Dopo gli scrutini di giugno, gli studenti con sospensione del giudizio finale sono ammessi a prove di verifica per il superamento del debito formativo entro il 20 luglio . L’offerta formativa è articolata nelle seguenti attività: Recupero delle carenze formative e dei debiti formativi. Le attività di recupero si svolgono nel corso dell’anno scolastico (febbraio-maggio; giugno-luglio), sono finalizzate a prevenire l’insuccesso scolastico per le discipline e/o aree disciplinari per le quali si registri un più elevato numero di misurazioni insufficienti. Queste si realizzano sin dall’inizio dell’anno scolastico in itinere con pause didattiche e/o con corsi pomeridiani dopo la prima valutazione e con corsi antimeridiani e pomeridiani dopo gli scrutini finali, per coloro i quali i Consigli di Classe deliberino di sospendere il giudizio di ammissione alla classe successiva. 66 Le attività di recupero possono svolgersi per gruppo classe, gruppo di livello e nella forma dello sportello didattico individualizzato e comunque secondo le attuali leggi previste sul territorio italiano. Valorizzazione delle eccellenze Accanto alle attività finalizzate al sostegno ed al recupero si inseriscono quelle volte a promuovere la valorizzazione delle eccellenze. Tali interventi, miranti a potenziare le conoscenze, le competenze e le capacità degli studenti più meritevoli, potranno essere predisposti contestualmente a quelli per il sostegno. L’attività di orientamento in entrata prevede l’organizzazione di incontri/eventi con gli studenti del terzo anno di tutte le scuole medie del territorio; essa tende a fornire una completa informazione sull’offerta formativa e sugli indirizzi di studio presenti nell’istituto. L’attività di orientamento in uscita prevede l’organizzazione di incontri/eventi/visite guidate con le Università , i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di Finanza, la Marina Militare, Aziende, altri enti pubblici e privati che possano fornire agli studenti le conoscenze del mondo degli studi e del lavoro necessarie per operare consapevoli scelte al termine del percorso scolastico. 1.2.1.3 L’analisi del PAI Il PAI o piano annuale dell’inclusione è un documento che deve essere rilasciato da ogni scuola e deve risultare tra l’altro facilmente consultabile e visionabile dal sito della stessa, in quanto è un documento a corredo del PTOF, piano triennale dell’offerta formativa. Esso deve essere visionato con una certa faciltà e deve essere consultato prima dell’iscrizione dell’alunno nella scuola. È’ redatto a fine anno e dal gruppo di lavoro per l’inclusione.. Di seguito si riporta la parte prima del PAI, piano annuale dell’inclusione A. Rilevazione dei BES presenti: n° 1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)  minorati vista 67  minorati udito 1  Psicofisici 17 2. disturbi evolutivi specifici  DSA  ADHD/DOP  Borderline cognitivo  Altro 3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)  Socio-economico  Linguistico-culturale 1  Disagio comportamentale/relazionale  Altro Totali 19 % su popolazione scolastica 1,5 N° PEI redatti dai GLHO 18 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria 1 Si riporta la seconda parte del PAI 68 A. Coinvolgimento docenti curricolari Coordinatori di classe e simili Mediante… Sì / No Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni No Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Si Altro: Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Docenti con specifica Tutoraggio alunni formazione Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva No Si Altro: Altri docenti Partecipazione a GLI No Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni No Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Si Altro: 69 Prevalentemente utilizzate in… B Risorse professionali specifiche Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Sì / No Si Si No No Si No Funzioni strumentali / coordinamento Si Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) Si Psicopedagogisti e affini esterni/interni No Docenti tutor/mentor No Altro: Altro: La quarta parte del PAI A. Coinvolgimento personale ATA Assistenza alunni disabili Si Progetti di inclusione / laboratori integrati No 70 Altro: B. Coinvolgimento famiglie Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva No Coinvolgimento in progetti di inclusione No Coinvolgimento in attività di promozione della comunità educante No Altro: C. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità Si Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili No Procedure condivise di intervento sulla disabilità Si Procedure condivise di intervento su disagio e simili Si Progetti territoriali integrati Si Progetti integrati a livello di singola scuola No Rapporti con CTS / CTI Si Altro: D. Rapporti con privato sociale e volontariato Progetti territoriali integrati No Progetti integrati a livello di singola scuola No Progetti a livello di reti di scuole No 71 Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classe Didattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente tematica inclusiva Didattica interculturale / italiano L2 E. Formazione docenti Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…) Altro: Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti X Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; 3 X Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; X X Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative; Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi; Valorizzazione delle risorse esistenti 4 X X X 72 Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo. X X Altro: Altro: * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici Come si può chiaramente evidenziare dall’analisi del PAI, nella scuola sono presenti 17 minorati psicofisici che necessitano dell’assistenza e per i quali è stato compilato il PEI ( legge 104/1992), secondo la legge vigente. Inoltre nell’istituto vi sono a disposizione insegnanti di sostegno, assistenti alla comunicazione, funzioni strumentali e referenti d’istituto, docenti con specifica formazione ed altre figure che affiancano gli insegnanti di sostegno, anche se tuttavia dal PAI non sono stati quantificati. Mancano rapporti con enti privati e volontariato, che invece dovrebbero essere dei punti di riferimento per gli alunni della scuola poiché potrebbero essere utili a migliorare e a stimolare competenze chiave di cittadinanza e competenze civiche e sociali, oltre che a migliorare i momenti di assistenza di persone affette da disabilità. Esistono i rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza, rapporti con CTS / CTI del comune di comune con cui sono condivise pratiche sociali ( assessori del pratiche sociali), pratiche comuni di altra natura, progetti per inclusione, progetti di intervento su disabili, progetti di intervento nel caso di grave forme di disagio giovanile e psichiatrico, progetti contro la dispersione scolastica, etc. Sul territorio sono presenti e sono stati creati negli anni associazioni di categoria per l’inclusione giovanile, associazioni per la lotta alla camorra, associazioni differenti operanti sinnergicamente sul territorio per il recupero sociale, associazioni per famiglie in difficoltà , per comunità locali 73 sviluppatesi sul territorio e che costituiscono vere e proprie comunità a parte.( rom e simili, altre zone a forte disagio) .Il CTS di riferimento per questo Istituto è L’ISIS di Pomigliano d’Arco in Napoli su un totale di 23 cts attivati solo in Regione Campania. Sono state sottratte dalle mani della camorra diverse aree e vaste aree che prima erano dismesse e che invece ora rappresentano un punto di riferimento per favorire l’aggregazione giovanile, o punti di scambio territoriale: lo sono ad esempio comunità nate a ridosso di comuni limitrofi, sono state riutilizzate vaste aree sottoposte a sequestro o abbandonate per creare dei centri o di accoglienza o di collaborazione tra pari , sono stati rafforzati e triplicati i sistemi di sicurezza locale e territoriale, teatri, cinema e, i luoghi governati dalla camorra sono stati totalmente sgomberati con la nascita di associazioni locali impegnate sul territorio per la crescita e la cooperazione territoriale. Ex manicomi recuperati, ex strutture socio sanitarie abbandonate e restituite alla luce e utilizzate ai fini divulgativi e didattici per fare accoglienza, per creare orti didattici, per creare momenti di associazionismo territoriale . I fondi messi a disposizione dalla comunità europea hanno permesso la pregettazione di attività sul territorio ad alto contenuto migliorativo per le competenze dei giovani in situazione di svantaggio culturale, socio economico ed l’Istituto di Casalnuovo negli AS dal 2008 al 2013 è stato sede di differenti azioni con i PON piani operativi nazionali atti rivolte principalmente agli alunni ed aventi come finalità quella di creare possibilità di crescita per la gioventù locale, talentuosa, ma spesso costretti a vivere in stato di deprivazione. A ciò si aggiunge l’impegno sociale e civile di categorie di appartenenza presenti da anni su questi territori per il recupero di aree complesse, restituite totalmente ai giovani e alle persone del luogo. Da PAI si può però evidenziare come mancano percorsi di formazioni specifici per docenti, mancano figure di riferimento per la creazioni di percorsi di pronto intervento sul territorio, sportello d’ascolto nella scuola, sportello per tutoring, etc. L’ ASL di riferimento della scuola è quella di Acerra; ASL 4. La scuola inoltre intrattiene rapporti con enti di differente natura di carattere socio – assistenziale e 74 per il recupero di persone con disabilità gravi o meno, tra cui l’AIAS ed altre associazioni di categorie operanti su questi territori e su quelli limitrofi. La scuola, proprone dei percorsi di assistenza ai ragazzi diversamente abili, anche se sulla base della lettura del PAI e del RAV queste aree necessiterebbero di miglioramenti. Tra i percorsi proposti nella scuola appositamente per soggetti con handicap figura l’ippoterapia, che si tiene di mattina una volta/ settimana e rivolta a tutti gli alunni delle classi. Sono proposti e programmati incontri continui formativi con personalità di rilievo sul territorio che fungono da modello. 1.2.1.4 Sostegno agli alunni diversamente abili L’attività di sostegno viene inserita in una pianificazione di lavoro comune, dove la programmazione dei tempi, spazi, contenuti e metodi di intervento avviene con la partecipazione di tutti i docenti curriculari, con la collaborazione dell’equipe psico-pedagogica dell’A.S.L n.4., con il consenso dei genitori. Viene garantito un raccordo tra le scuole medie e l’Istituto assicurando la continuità educativa. Nonostante il territorio non fornisca risorse e competenze sufficienti, soprattutto in campo economico, la scuola si è attivata nel definire rapporti con enti locali e istituzioni socio culturali quali: A.S.L. (in particolare Ser.T di Acerra); Comune di Casalnuovo di Napoli (fornitura di buoni libro e messa a disposizione di spazi pubblici per eventi); Protezione civile(prevenzione e sicurezza); Provincia di Napoli (manutenzione spazi interni e esterni); Cooperative sociali e associazioni culturali (l'istituto è sede territoriale di Libera) ed associazioni di categoria. L’analisi del ptof e del PAI permettono di evidenziare come esso sia orientato a migliorare la negoziazione, a promuovere la risoluzione dei conflitti, istruzione alla legalità, alla sicurezza, al senso di appartenenza e come intervenga in modo tempestivo in caso di difficoltà per gli alunni, con forme di vigilanza territoriali, azioni condivise etc. Per i ragazzi diversamente abili, la scuola ed i suoi docenti hanno progettato le seguenti attività nell’ottica dell’inclusione: - -Orientamento in ingresso ed in uscita, accoglienza anche per diversamente abili con continui appelli e riferimenti ai referenti di istituto per il sostegno, 75 - Progetti extracurricolari e curricolari volti all’integrazione scolastica degli alunni, come ad esempio il progetto Ippoterapia , - Per la rilevazione tempestiva del disagio psicologico vi è la presenza sul territorio di diverse associazione per la risoluzione degli stessi sempre in collaborazione con opportune strutture e centri di recupero.del disagio. - Fino all’anno scorso vi era uno sportello di ascolto perl’individuazione tempestiva del disagio, ma ad ora esso risulta assente - La scuola possiede ascensori, strutture ed aule ad hoc, palestre,sala computer con gli opportuni pc dove poter istruire gli alunni diversamente abili. Di ausili più specifici non si è fatta richiesta al CTS. - Sono stati attivate differenti attività d’istituto con i fondi PON , che hanno previsto il finanziamento di percorsi volti propri all’integrazione scolastica. - Esistono rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza, rapporti con CTS / CTI del comune con cui sono condivise pratiche sociali ( assessorato delle politiche sociali), e tali da attuare pratiche comuni di altra natura quali progetti per inclusione, progetti di intervento su disabili, progetti di intervento nel caso di grave forme di disagio giovanile e psichiatrico, progetti contro la dispersione scolastica, e quindi per migliorare l’alternanza scuola lavoro. - della scuola con CTS e CTI di riferimento per la richiesta di specifici ausili a diposizione sia di alunni diversamente abili e sia, in misura maggiore per le famiglie dei ragazzi. - Collaborazioni con enti non lucrativi o altre associazioni di categoria ai fini dell’inserimento sul territorio di quanti affetti da specifiche patologie. Attività didattiche volte al riepilogo della certificazione di competenze informatiche ; open day e giornate per l’orientamento degli alunni delle classi terze degli istituti d’istruzione secondaria di primo grado; alternanza scuola-lavoro dal terzo anno (400 ore per l’indirizzo tecnico economico e 200 ore per il liceo scientifico; progetti in collaborazione con il quotidiano La Repubblica ed altre testate giornalistiche anche locali; il progetto sportello ascolto per la rilevazione e prevenzione di situazioni di disagio psicologico; progetti “Educazione ai colori”. (desumibile dal PTOF per specifiche ulteriori) 76 Nonostante le innumerevoli attività svolte a sostegno dell’inclusione, si evidenzia chiaramente nei punti del PAI, sottolineate anche nel RAV come ci siano molte criticità riscontrate e quindi da dover migliorare, perciò la scuola è difatti non sempre inclusiva e risulta carente soprattutto nel dialogo reciproco e nello scambio di informazioni tra docenti curricolari e di sostegno. Costoro non svolgono sempre lavoro di equipe, necessario allo scambio ed alla circolazione di buone prassi. La criticità nei rapporti e nel passaggio di informazioni costituiscono dei chiari punti di difficoltà dei ragazzi che operano all’interno della scuola e possono essere quindi una seria minaccia per l’intera comunità scolastica per quanto riguarda l’inclusione. La scuola, purtroppo, a causa dei tagli dei fondi negli istituti pubblici, è mancata nell’anno 2015/2016 di uno sportello di ascolto per il sostegno psicologico , anche se la sua presenza risulterebbe essere significativa per il benessere psicologico non solo dei ragazzi, ma anche dei docenti, della famiglie, degli altri ragazzi che lavorano nel contesto scolastico, per la tempestiva rilevazione e risoluzione di situazioni di forte disagio pscicologico. Quindi è fondamentale l’azione di prevenzione che spesso è sottovalutata. 1.2.1.5 IL RAV ,rapporto di autovalutazione della scuola. Il RAV è definito come il rapporto di valutazione dell’istituto, ed è un documento consultabile pubblicamente sul sito del MIUR nella sezione Scuole in chiaro. Il RAV è un chiaro indice dell’operato del corpo docente all’interno degli istituti, giacchè mira alla valutazione del suo corpo docente e delle funzionalità di tale corpo all’interno degli istituti.. Al suo interno si evidenziano i punti di forza e debolezza dell’istituto e collegialmente si cerca di capire come apportare dei miglioramenti e/o dei cambiamenti per gestire e cercare di azzerare le criticità degli stessi, relativamente a tutti i fronti dell’universo scuola (analisi del contesto, esiti, valutazione dei processi, azione di inclusione, raccoglimento dei bes, attività a favore dell’inclusione, integrazione, azioni contro la dispersione scolastica, etc.) compresi quelli dell’inclusione per cui esistono delle chiare 77 linee guida ( Index per l’inclusione, di Both ed Ainscow, 2008, 2014) atti a conseguire risultati ben più che soddisfacenti per l’integrazione degli alunni. Il RAV consta di 4 parti, una prima parte relativa all’analisi del contesto, una seconda parte relativa alla valutazione degli esiti e poi dei processi delle scuola ed infine una quarta parte dove vengono evidenziati i punti di forza e di debolezza della stessa. Nella seconda e terza parte vi è una chiara analisi delle attrezzature possedute dall’istituto sia all’interno che all’ esterno, vi è una valutazione circa i criteri di orientamento in ingresso ed in uscita dei ragazzi, elenca i contatti della scuola con il territorio di riferimento, eventuali attività intrascolastiche ed extrascolastiche necessarie all’attivazione dell’istituto sul territorio, affinchè gli alunni possano raggiungere il successo formativo, l’autorealizzazione, l’inserimento nel contesto lavorativo e poter quindi contrastare le dispersione scolastica, il bullismo, razzismo, climi antidemocratici,etc. l’inclusione, la partecipazione. Insomma tutte azioni volte a favorire l’inserimento dei ragazzi in uscita dalla scuola sia per il prosiego degli studi personali, sia per una possibile collocazione lavorativa. Nel RAV si analizzano in sintesi, le azioni operate dalla scuola necessarie alla costruzioni di cittadini consapevoli e rispettosi del domani, le azioni della scuole dedicate al successo scolastico, all’inclusione dei BES – bisogni educativi speciali- e alle interazioni con le famiglie degli alunni. laddove sono rese manifesti punti di criticità, allora si cerca di apporre dei miglioramenti relativamente ai punti critici e negativi. Di seguito riportiamo una sintetica analisi relativamente ad alcuni aspetti del esiti della scuola ed ai processi.del RAV della scuola Gianacarlo Siani di Casalnuovo in Napoli che interessa e riguarda in prima persona il processo di inclusione e quindi le buone prassi riferite a tale processo.Sono incidicati i voti ed i commenti delle criticità alle scuole. Gli ESITI Risultati scolastici 78 Risultati scolastici Punti di forza Per quanto concerne i risultati di apprendimento nei licei, si evince che la percentuale dei non ammessi alla fine del primo anno è di poco superiore a quella degli anni successivi e in linea con quella dei licei del territorio. Il numero degli alunni sospesi in giudizio in entrambi gli indirizzi è inferiore rispetti agli istituti del territorio e i debiti formativi si concentrano per il liceo in matematica e per il tecnico nelle lingue straniere. Il PTOF prevede griglie di valutazione relative al comportamento e al conseguimento di conoscenze e competenze utilizzate per garantire il successo formativo. Analizzando la distribuzione degli studenti per fascia di voto conseguito all'Esame di Stato, si evince che la parte più consiste degli alunni del tecnico si colloca tra 61 e 70 mentre per il liceo si colloca tra 71 e 80. In entrambi gli indirizzi, gli alunni che si collocano tra i 90 e i 100 è superiore rispetto agli istituti del territorio. Il numero degli studenti che hanno abbandonato la scuola risulta poco significativo per entrambi gli indirizzi. Punti di debolezza Per l'indirizzo tecnico si evince che la percentuale dei non ammessi alla fine del primo anno è significativamente superiore a quella degli anni successivi e a quella degli istituti tecnici del territorio. Tale fenomeno probabilmente scaturisce dal fatto che è l'unico Istituto statale di istruzione secondaria di II grado del Comune e pertanto raccoglie una platea particolarmente eterogenea. Risultati relativi alle prove standardizzate Nella tabella seguente sono riportati il voto dell’ istituto relativi ai risultati delle prove standardizzate, con indicazioni sui punti di forza e di debolezza delle aree. Risultati nelle prove standardizzate nazionali Punti di forza 79 Il punteggio medio della prova d’italiano di due classi su tre risulta superiore o pari alla Campania e al Sud. Il punteggio medio della prova d’italiano di quattro su sei classi del tecnico risulta superiore o pari alla Campania. Nella prova di matematica tre classi su sei del tecnico hanno un punteggio medio pari a quello delle altre scuole della Campania. Punti di debolezza Dall'esito delle prove standardizzate nazionali, per quanto riguarda l'italiano, si evince che l'istituto si colloca al di sotto della media dei risultati del territorio e delle scuole con background socio-economico simile, in entrambi gli indirizzi. Per la matematica, invece, il tecnico si attesta su livelli lievemente inferiori rispetto a quelle delle scuole con condizioni simili, mentre il liceo si colloca significativamente al di sotto della media regionale. Tuttavia, tali risultati non si possono ritenere del tutto attendibili, a causa di possibili comportamenti anomali. La maggior parte degli alunni, in entrambi gli indirizzi, si colloca in fasce basse di livello nelle due discipline. La varianza tra le classi è significativamente superiore rispetto alle percentuali del sud e dell’Italia. Risultati relativi alle competenze di cittadinanza e costituzione Nella tabella che fa seguito si riporta il valore atteso., o meglio la valutazione conseguita dall’istituto relativamente alle competenze chiave e di cittadinanza e dopo poi declinati i vari punti di forza e debolezza. Competenze chiave e di cittadinanza Punti di forza Le azioni previste dall'Istituto sono: - definizione di un regolamento interno a cui gli studenti devono attenersi per non incorrere in sanzioni disciplinari.; lo sviluppo del senso di legalità avviene anche attraverso percorsi di formazione e di informazione definiti e strutturati con l’associazione Libera, di cui l’istituto è sede territoriale.; acquisizione della capacità di collaborazione e di spirito di gruppo grazie ad azioni progettuali che promuovono strumenti quali lo sportello ascolto, il circle-time, la peer-education con referenti esterni e/o con operatori dell'ASL 80 territoriale; interventi volti a sensibilizzare gli studenti ai temi della cittadinanza attiva, quali ad esempio la partecipazione ad eventi culturali e sociali del territorio, la valorizzazione di attività legate alle varie forme comunicative e espressive (web radio, giornalismo, band musicale.; adozione di criteri di valutazione comuni definiti nel P.O.F. per l’assegnazione del voto di condotta. Punti di debolezza Le otto competenze chiave di cittadinanza (Imparare ad imparare, Progettare, Comunicare, Collaborare e partecipare, Agire in modo autonomo e responsabile, Risolvere problemi, Individuare collegamenti e relazioni , Acquisire ed interpretare l’informazione) non sono state sviluppate in modo collegiale in termini di azioni condivise. Inoltre, non è stata ancora definita una rubrica valutativa relativa all'acquisizione di tali competenze. Processi Sono riportati i risultati delle votazioni relativi ai processi della scuola che sono un’altra sottosezione del documento RAV da dover compilare a cura di ogni scuola. Sono riportati i criteri di valutazione relative a diverse subaree, quali curricolo, progettazione e valutazione, inclusione e differenziazione, continuità ed orientamento, orientamento strategico ed organizzazione scolastica , sviluppo e valorizzazione delle risorse umane, integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie. Per ogni voce sono riportate tutte le informazioni necessarie della valutazione di istituto, e laddove rintracciabili, le indicazioni dei criteri di qualità e motivazione a sostegno del relativo voto. Curricolo, progettazione e valutazione Nella tabella che segue sono riportati i criteri di valutazione relativi alle modalità di cui in oggetto, e relativa discussione, con il voto della scuola e con il rispettivo criterio di qualità. Curricolo, progettazione e valutazione Criterio di qualità: 81 La scuola propone un curricolo aderente alle esigenze del contesto, progetta attivita' didattiche coerenti con il curricolo, valuta gli studenti utilizzando criteri e strumenti condivisi. Ambiente di Apprendimento Nella tabelle che segue è riportato il voto della scuola relativa agli ambienti di apprendimento , con relativo giudizio in termini di criteri di qualità Ambiente di apprendimento Criterio di qualità: La scuola offre un ambiente di apprendimento innovativo, curando gli aspetti organizzativi, metodologici e relazionali del lavoro d'aula. Inclusione e Differenziazione Nella tabella viene riportato il giudizio complessivo per quanto riguarda inclusione e differenziazione., con il riferimenti al criterio di qualità e motivazione a sostegno del voto. Inclusione e differenziazione Criterio di qualità: La scuola cura l'inclusione degli studenti con bisogni educativi speciali, valorizza le differenze culturali, adegua l'insegnamento ai bisogni formativi di ciascun allievo attraverso percorsi di recupero e potenziamento Motivazione Le attività realizzate dalla scuola per gli studenti che necessitano di inclusione sono efficaci. In generale le attivita' didattiche sono di buona qualità, anche se ci sono aspetti che possono essere migliorati. Il raggiungimento degli obiettivi previsti per gli studenti che necessitano di inclusione sono solo in parte monitorati. La scuola promuove il rispetto delle differenze e della diversità 82 culturale. La differenziazione dei percorsi didattici in funzione dei bisogni educativi degli studenti sufficientemente strutturata a livello di scuola, ma andrebbe migliorata. Gli obiettivi educativi sono poco specifici e le forme di monitoraggio e valutazione per verificarne il raggiungimento non sono omogenee. Gli interventi individualizzati nel lavoro d'aula sono poco diffusi a livello di scuola. Continuità ed orientamento Di seguito è riportata la valutazione della scuola rispetto alla continuità ed all’orientamento, con la rispettiva gustificazione in capo di criterio di qualità Continuita' e orientamento Criterio di qualità: La scuola garantisce la continuita' dei percorsi scolastici e cura l'orientamento personale, scolastico e professionale degli studenti. Orientamento strategico e organizzazione della scuola Di seguito è riportata la valutazione della scuola rispetto all’ orientamento strategico ed organizzazione della scuola, con la rispettiva giustificazione in campo di criterio di qualità e motivazione Orientamento strategico e organizzazione della scuola Criterio di qualità: La scuola individua le priorita' da raggiungere e le persegue dotandosi di sistemi di controllo e monitoraggio, individuando ruoli di responsabilita' e compiti per il personale, convogliando le risorse economiche sulle azioni ritenute prioritarie. Motivazione La scuola ha definito la missione e le priorità, anche se la loro condivisione nella comunità scolastica e con le famiglie e il territorio è da migliorare. Il controllo e il monitoraggio delle azioni sono attuati in modo non del tutto strutturato. Responsabilità e compiti delle diverse componenti scolastiche sono individuati 83 chiaramente. Una buona parte delle risorse economiche è impiegata per il raggiungimento degli obiettivi prioritari della scuola. La scuola è impegnata a raccogliere finanziamenti aggiuntivi oltre quelli provenienti dal MIUR. Lo scambio e il confronto professionale tra docenti è presente ma non rappresenta una best-practice diffusa, per svariate motivazioni.. Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie Di seguito è riportata una tabella con valutazione della scuola relativa all’area dell’integrazione con il territorio ed i rapporti con le famiglie, con le rispettive giustificazioni in tema di criterio di qualità e motivazione. Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie Criterio di qualità: La scuola svolge un ruolo propositivo nella promozione di politiche formative territoriali e coinvolge le famiglie nella definizione dell'offerta formativa. Motivazione: La scuola partecipa a reti e/o ha collaborazioni con soggetti esterni, anche se alcune di queste collaborazioni devono essere maggiormente integrate con la vita della scuola. La scuola e' coinvolta in momenti di confronto con i soggetti presenti nel territorio per la promozione delle politiche formative. La scuola propone stage e inserimenti lavorativi per gli studenti. La scuola coinvolge i genitori a partecipare alle sue iniziative, anche se sono da migliorare le modalità collaborative. Come si può evincere dall’analisi sintetica di alcuni punti salienti e fondamentali del RAV le aree relative a integrazione ed inclusione, dialogo con la famiglia, orientamento ed accoglienza evidenziano differenti criticità e quindi ci sono elementi che possono rappresentare una vera barriera ai fini dell’inclusione scolastica. Dovrebbe essere migliorato il rapporto tra docente e studente, tra docenti e docenti al fine di creare un clima quanto più collaborativo possibile, volta allo scambio di informazioni, ma anche di best practice per migliorare l’inclusione. Quindi è critica ma fondamentale la collaborazione docente studente, docente – 84 docente, docente .famiglia, corpo docenti- dirigente scolastico, corpo docenti- ata, etc poiché fine ultimo della nuova scuola è mettere al centro dell’attenzione il benessere psicofisico dell’alunno ai fini della sua totale realizzazione. (centralità dell’alunno) 1.2.1.6 Analisi dei documenti dei soggetti con disabilità nell’Istituto Siani All’interno del plesso scolastico è possibile trovare quindi diverse ragazzi ( ben 17), cui è stato affidato per necessità il sostegno. Lo stesso mio tutore, essendo referente di sostegno, segue differenti casi di ragazzi con disabilità e dunque in difficoltà. Quindi in parte la mia attività di tirocinio è consistita anche nel fare l’insegnante di sostegno in differenti classi e per differenti alunni, affetti da differenti patologie. Vi sono infatti sia autistici, che ragazzi immigrati di recente nazionalità certificati DSA e con differenti patologie in atto. Nello svolgere tale attività si ricorda che il docente di sostegno è contitolare della classe, deve operare sulla classe e sarà chiamato ad esperimere un giudizio complessivo sull’attività del ragazzo/e dei ragazzi della classe Quindi l’attività di osservazione ha riguardato differenti ragazzi. Tuttavia in questo gruppo riportiamo solo l’analisi di un ragazzo con un profilo abbastanza complesso, un ragazzo epilettico per il quale, quindi, il livello cognitivo registrato è quello di un bambino di età pari a 10 anni, patologia che tra l’altro si presenta in comorbidità con altri disturbi. A questo ragazzo è stata data la 104. 1.2.1.7 Il PDF ed il PEI di A. Sono stati consultati tutti i documenti relativi ad A. E., (ad eccezione della D.F), pdf e pei. Di seguito riportiamo pertanto i 9 differenti assi, del documento da cui si può desumere il funzionamento globale secondo ICF di A. che attualmente frequenta il quarto anno di un istituto tecnico economico. Le diagnosi funzionale però, non sono aggiornate secondo i modelli pervisti nell’ICD 10 e quindi risulta essere obsoleta , e anche il PDF non è aggiornato nella scuola secondo il modello dell’ ICF. Situazione di partenza A. è un ragazzo di 20 anni che frequenta la classe IV di un istituto secondario di secondo grado sito in Casalnuovo di Napoli. Vive in casa con la famiglia costituita 85 da madre, padre, sorella. A. è molto legato al padre che lo aiuta e lo sorregge in ogni occasione ed in ogni momento. La madre invece costituisce a detta sua un possibile ostacolo poiché non gli permette di svolgere appieno tutti i suoi compiti né lo asseconda spesso. Per esempio gli ha vietato l’acquisto di un cane, che forse A. non può tener in casa a causa del fatto che è allergico o per la sua patologia. Con la sorella A. non sembra aver un buon dialogo, anzi sembra che possano essere considerati come ‘cani e gatti’. Asse cognitivo Il livello cognitivo è inferiore rispetto all’età e legato alla fase del concreto. Necessita di percorsi individualizzati mirati al potenziamento dello sviluppo intellettivo. A. ha pensieri poco articolati e si esprime in modo troppo elementare rispetto alla sua età cronologica. Ciò evidenzia un livello cognitivo molto scarso e che dovrebbe eventualmente evolvere. Non si può di certo pensare che lo stesso riesca a maturare e anche nei tempi successivi un’articolazione più complessa dei pensieri. Sono buone le capacità di problem solving legate al concreto. Infatti A. , ha un forte spirito di iniziativa e seppure manca in parte di organizzazione per ciò che concerne le attività globali, prova anche in maniera impacciata a recuperare ciò che occorre e ciò che non occorre nel fare, soprattutto se sono legate a sue conoscenze pregresse. Ha difficoltà nei compiti che richiedono astrazione e generalizzazione. Descrizione voce ICF-CY (a sx) Qualificatore PDF/PEI come da ICF-CY (a dx) in prima osservazione Pensiero (b160; d163) 2 Pensiero preoperatorio: ragionamento analogico egocentrico non sottoposto a logica formale ma all’ esperienza personale (b1601¸d1630) P. alternativo: produrre più soluzioni diverse possibili Pensiero strategico mezzo fine 2 P. sequnziale 3 P causale 3 p.causale prescolare 3 Ipotizzare d1632 3 Speculare d1631 3 2 3 86 flessibilità: capacità di passare da un sistema categoriale all’altro secondo le necessità contingenti della situazione flessibilità ideativa o simbolica : capacità di produzione divergenete di singole unità b1642 2 b1644 2 b1646 2 b1648 1 b1649 2 2 2 Vista la criticità di alcune di queste aeree si è deciso in qualche modo di potenziarle nel migliore dei modi rispettando i tempi del ragazzo e munendolo di libri e quaderni che gli ricordassero le azioni da fare e/o i materiali da doversi procurare. Asse affettivo-relazionale A. ha una buona percezione di sé e soprattutto sopravvaluta le sue effettive capacità. Tende all’ egocentrismo imponendo a tutti il proprio punto di vista, anche se sbagliato e con questo mostra di fatto la presenza di una forte personalità. Risente purtroppo e malgrado tutto degli atteggiamenti e delle opinioni del padre; degli insegnanti di sostegno a cui si relaziona spesso volentieri. I comportamenti che manifesta sono: aggressività eccessiva, violenza sia verbale che fisica, imprecazioni di diversa natura. Oltre a ciò vanno ricordati comportamenti oppositivi, alterazioni della percezione della fame ( il ragazzo mangia con voracità), iperattività, disturbi ossessivi di varia natura, rabbia e frustrazione, possibile schizofrenia. Il livello di comportamento disadattivo è purtroppo molto elevato. Cerca di relazionarsi molto coi suoi compagni di classe, ma purtroppo a volte suscita delle reazioni negative, perché gli altri lo percepiscono come un disturbo, non riuscendo a contenersi e non rispettando lo spazio altrui. In genearale l’area dei rapporti interpersonali ed intrapersonale risulta alterata giacchè a volte A. manifesta dei forti sbalzi di umore sia nei riguardi dei soggetti adulti che tra pari, specie se non viene di fatto assecondato nei suoi bisogni di egocentrismo estremo.. Non si esclude che tale reazione sia dovuta all’assunzione dei farmaci di cui fa uso. A. è 87 ossessivo ed è sempre alla ricerca di cibo, coca cola e quanto altro ritiene necessario pur di arrivare a ciò che lui cerca. Descrizione voce ICF-CY (colonna sx) e qualificatore PDF/PEI come da ICF-CY a (colonna a dx) per l’asse affettivo relazionale in prima osservazione. b1250 3 b1264 1 d7102 3 d7402 2 d7400 1 b1251 1 b1265 2 d7103 3 d7500 3 d7702 1 b1252 1 b1266 2 d7104 3 d7501 2 d7200 0 b1253 2 b1267 2 d7105 2 d7502 2 d350 2 b1254 3 d2500 1 d7106 2 d7503 2 b1255 2 d2501 3 d7201 3 d7504 2 b1260 0 d2502 3 d7202 2 d7600 3 b1261 0 d2503 3 d7204 2 d7601 3 b1262 1 d2504 3 d7102 1 d7602 2 b1263 2 d7100 3 d7103 1 d7603 1 d7101 1 d7104 1 d7700 1 Viste le criticità riscontrate in questi assi, si cercherà di migliorare le relazioni interpersonali, con la comprensione di regole, di relazioni sociali cercando di far sviluppare metacognizione. Area sensoriale Non presenta alcun tipo di menomazione e ha una buona funzionalità visiva ed uditiva, ma nessuna difficoltà tattile. Esplora il mondo circostante con faciltà. Ha una struttura corporea molto esile che esercita una grande forza. Codici (a dx) e qualificatori a (sx) secondo ICF per l’area sensoriale d110, b1560 0 d1202, b1563 0 d115, b1561 0 d1201, b1562 0 d1203,b1464 0 Nulla da migliorare Asse comunicazionale-linguistico Comunica utilizzando tutti e tre i tipi di linguaggio: verbale, paraverbale e non verbale. Quindi comunica utilizzando la prossemica. Le difficoltà comunicative non sono relative a duna compromissione dell’area del linguaggio, A comunica utilizzando un linguaggio poco forbito, costituito da 88 espressioni dialettiche, e la sua produzione scritta sia in lingua italiana che in lingua straniera sono essenzialmente scarse, basate sull’uso di un linguaggio non specifico neanche nelle rispettive materie.Molto spesso impreca e bestemmia in malo modo e continuativo. Il suo grado comunicativo non è migliorato nel tempo, e quindi anche la ricchezza nel lessico e nella produzione sono essenzialmente scadenti. . Il livello di comunicazione scritta è piuttosto scadente e ci sono problemi anche per l’area del calcolo. Anche l’area logico matematica risultano abbastanza compromesse e restano ai livelli di un bambino di scuola elementare. I simboli matematici complessi sono poco compresi, ed anche i messaggi scritti sono molto elementari dal punto di visto contenutistico.A. A. comprende le comunicazioni verbali ma non comprende altre attività A. interagisce e comunica solo per quanto riguarda fatti e notizie di sua conoscenza, altrimenti è disinteressato. Si esprime utilizzando anche come mezzo il computer. (vedi tab successiva) A. comprende in modo soddisfacente le comunicazioni verbali, mentre evita l’utilizzo di quelle scritte. Produce verbalmente frasi semplici , comprensibili e che assolvano alla finalità comunicativa, evitando la produzione scritta. Codici (a sx) e qualificatori a (dx) secondo ICF per l’area comunicazionale e linguistica in prima osservazione. d3100 1 d3101 0 d3102 0 d3150 2 d3350 0 d3501 2 d3602 0 d3151 3 d3351 1 d3503 2 d1330 1 d3152 1 d3352 1 d3504 2 d1331 1 d330 3 d340 2 d3550 1 d1332 2 d325 2 d345 2 d3551 1 d134 1 d330 1 d345 2 d3600 1 d125 1 d331 1 d3500 1 d3601 2 Sintesi di asse: contenuti sono limitati e vanno migliorati Si prevede di migliorare l’area comunicativa implementando anche l’uso di altri linguaggi specifici; deve essere stimolato alla comprensione e produzione di materiale scritto. Area motorio prassica 89 Non sempre il suo movimento è finalizzato ad azioni precise. Lieve impaccio motorio dovuto a costanti dolori agli arti inferiori. Riesce a compiere semplici prassie, ma non quelle complesse. La sua motricità fine è buona. A. è destrimano , e ha sviluppato principalmente quest’arto per svolgere le sue funzioni pratiche. Cammina anteponendo l’arto destro dinanzi rispetto al sinistro.e pone sempre avanti maggiormente tale arto. Nel complesso la sua coordinazione motoria è bloccata dai dolori articolari di cui è soffre. Non sempre c’è un controllo sull’azione psicomotorie ( gesti e prassie involontarie). Codici ICF ( colonna a sx) e qualificatori secondo ICF ( colonna a dx) per l’area motorio-prassica in prima osservazione b1470,b2351,b16 1 d410, d415, 1 02, b1603 d420, d430 b1471, b2352 1 d435, 2 b1472, b1601 2 d440, d445, 0 d450, d460 b1473 0 d470 0 b1521 0 d7105 0 b1521 0 b1565 0 b1522 0 b1600 0 Il movimento complessivo è disarmonico a causa della patologia, e si prevede solo di migliorare l’area motorio prassica. Asse neuropsicologico Le capacità mnestiche di A. sono labili e dovute soprattutto ad una scarsa capacità di concentrazione e comprensione. Ciò che comprende lo ricorda anche a lungo termine. Mostra un buon orientamento dei tempi organizzandolo in maniera efficace . E’ buono anche l’ orientamento spaziale. Le capacità attentive sono scarse se l’argomento non è oggetto di suo interesse Codici secondo ICF( colonna a sx) e qualificatori ( colonna a dx) per quanto riguarda l’area neuropsicologica b1440 2 b1400 1 b1403 1 b1441 1 b1401 1 b1448 2 b1442 0 b1402 1 Si prevede il miglioramento ed il potenziamento delle aree attentiva e della memoria mediante l’uso di un glossario o si prevede l’uso di strumenti che possano 90 migliorarlo nel ricordare o che possano aiutarlo nella gestione del compito. Quindi si pensa di stimolare la capacità attentiva portandolo sulle cose di suo interesse. . Area dell’autonomia E’ autonomo nel soddisfare i propri bisogni per quanto riguarda l’autonomia personale, invece per l’autonomia sociale collabora normalmente anche se necessita costantemente di una figura adulta che regolamenti il desiderio di prevaricazione con conseguente non rispetto dell ‘autorità Codici secondo ICF(colonna a sx) e qualificatori ( a dx) per quantoriguardal’area delle autonomie in prima osservazione d5100 1 d530 0 d5608 0 d2100 1 d5101 1 d540 0 d5700 2 d2101 2 d5102 1 d550 1 d5701 1 d2101 1 d520 1 d5600 0 d5702 2 d2103 1 d2104 1 d2302 0 d4601 0 d810 0 d2105 1 d2303 0 d4602 1 d815 1 d2200 1 d2304 0 d470 0 d816 1 d2201 1 d2305 1 d6200 2 d820 1 d2202 1 d2306 1 d6201 2 d825 1 d2203 1 d2400 1 d4602 1 d840 1 d2204 2 d2401 1 d630 1 d845 2 d2205 2 d2402 1 d640 2 d8500 2 d2300 0 d2403 1 d650 2 d8501/02 1 d2301 0 d250 2 d660 2 Sintesi di asse A. Buona autonomia personale, scarsa autonomia sociale. Si prevede dunque di migliorare la propria autonomia personale e sociale, anche ai fini di una possibilità lavorativa, con particolare attenzione al saper rispettare gli altri ed i propri tempi. Area dell’apprendimento Comprende ciò che legge se il brano è breve e non troppo difficile. Scrive e riproduce i suoi pensieri in modo molto infantile con una grafia non molto chiara ed esclusivamente con caratteri in stampato. Integra le competenze acquisite. 91 A. non si applica molto per quanto riguarda la possibilità di svolgere degli esercizi per lo sviluppo di abilità numeriche, o per la comprensione dei testi e lingua, e sono ridotte al minimo le abilità di calcolo Segue una programmazione individualizzata differenziata. La programmazione didattica è finalizzata ad esercitare e potenziare le abilità dell’allievo ed a fargli conseguire apprendimenti pratici. Codici secondo ICF( a sx) e qualificatori ( a dx) per quanto riguarda l’area degli apprendimenti in prima osservazione d880 1 d137 1 d140 1 d1661 2 d134 1 d145 2 d145 1 d170 2 d135 0 d134 1 d1550 0 d172 2 d175 2 d177 1 d1551 2 d133 1 L’analisi del PDF mette quindi in risalto numerose difficoltà dell’alunno, che sono state confermate tra l’ altro anche dall’osservazione diretta e continuativa nel contesto scolastico. Per i motivi descritti sopra e per l’analisi contestuale del PDF, si è stilato per l’anno in corso (A:S: 2015/2016), in accordo con la famiglia un PEI con obiettivi didattici differenziati e con obiettivi minimi per cui A. alla fine del percorso scolastico conseguirà solamente un attestato di frequenza a conclusione del suo percorso formativo, giacchè, causa livello cognitivo, il ragazzo non potrà aspirare a più di tanto. L’analisi svolta finora, come specificato anche nelle tabelle, è stata condotta solo in prima osservazione, avendo deciso di aspettar tempi più lunghi per una seconda fase di osservazione ( non relativa cioè all’arco temporale di tre mesi) perché si presuppone che A. in questo lasso di tempo non mostri delle notevoli variazioni sintomatologiche.. In questa parte sono esporti i traguardi educativi per A. tenendo conto delle sue abilità in seguito all’analisi del PDF ed è stata fatta anche un’analisi dettagliata dei fattori ambientali assenti o presenti nella scuola, in prima e seconda osservazione ed è stato stabilito se questi potessero funzionare da facilitatori o da barriera nella scuola (ICF, 2007) all’apprendimento del soggetto. Inoltre se assenti sembra chiaro che non si può dire quali siano stati gli effetti che questi hanno sull’ambiente, al massimo si può ipotizzare solo cosa accadrebbe in loro presenza od assenza. Di seguito si riporta la tabella: con l’elenco dei fattori ambientali redatti 92 sulla base del modello ICF, dove si specifica cosa agisce da facilitatore , cosa no e quindi cosa costituisce freno alle buone pratiche inclusive. Descrizione fattore ambientale come riportato su ICF (2007) e1150: prodotti e Prima osservazione Tipo di qualificatore ( barriera o facilitatore) Presente facilitatore Quantificazio ne qualificatore Seconda osservazione xxx+4 Presente tecnologia per l’uso (come personale nella vita facilitatore) Azioni necessarie alcuna quotidiana e1151 Presenti (solo Facilitatori xxx+4 Presente (solo alcuni) e1152 Non presenti alcuni) Non quantificabile e11520 prodotti e Presente Alcuna Facilitatore Non Non presnete Alcune Presente come Da quantificabile xxx.3 tecnologia usati per facilitatore il gioco introdurre eventuali altri facilitatori e11521 prodotti e Assente tecnologie generali Non specificabile Non Assente quantificabile Da dover eventualme per il gioco nte introdurre prodotti o e11528 Assente Non specificabile e1158 Assente Assente quantificabile Non specificabile 6 Non Non Da introdurre 6 Da quantificabile procurare 7 e1200 Presenti Facilitatore xxx+2 Presnete da migliorare e1201 Presneti Facilitatore xxx+3 Presente da migliorrare Le voci (tipo e11520) sono quelle declinate nell’ICF-CY del 2007 93 e1250 Presente Facilitatore xxx+4 Presente Indispensabile per l’uso e1251 Presente Facilitatore xxx+4 Presente Da incrementare e1300 Presente Facilitatore xxx+2 Presente Aumentare in numero e1301 Presenti Facilitatore xxx+3 Presenti Da incrementare e1400 Presente Faciltatore xxx+3 Presente Alcuna e1450 Presente Barriera xxx2 Presente Allontanare se dà fastidio e1451 Assente Non necessario Assente Alcuna e1500 Presente Facilitatore xxx+4 Presente Alcuna e1501 Presenti Facilitatori xxx+3 Presente Alcuna e1503 Presenti Facilitatori xxx+2 Presente incrementare e1551 Presenti Facilitatore xxx+3 Presente controllare e1600 Presenti Barriera xxx+2 Presente Controllo effettivo e1601 Presenti Barriera xxx+2 Presente e1602 Presenti Barriera xxx+2 Presente Rimuovere Rimuovere barriera Ambienti naturali e cambiamenti ambientali e2100 Presenti barriera xxx1 presente Non specif. faciltatore xxx+3 presente Nessuna (pianura) e2100 Presenti azione e2150 Presente facilitatore xxx+2 presente No azione e2150 Presente barriera xxx2 presente rimuovere e2200 Presenti facilitatore xxx+2 presenti Da aumentare 94 e2201 assenti Non assenti specificabile e2251 Presnete Facilitatore Non Non specif. specificabile xxx+2 Presente Non specificabile e2252 Presente Facilitatore xxx+3 Presente Non specif. e2253 Presente Facilitatore xxx+3 Presnete Non specificabile e2400 presente Facilitatore xxx+2 Presente da migliorare e2401 prensete Facilitatore xxx+2 Presente da migliorare e2408 presente facilitatore xxx+2 Presente Da migliorare e2501 Presnete barriera xxx2 Presente Da abbattere e2600 Presente barriera xxx2 presente da abbatttere e2601 Presente barriera xxx2 presnete Da abbattere (fonte) Relazione e sostegno sociale e310 Presenti Facilitatore è il padre, xxx+4 (padre) Barriera xxx4 (sorella) Presenti Indagare sulla barriera. e315 Presente Facilitatore xxx.3 Presente Non specificabile e320 Presente Facilitatore xxx+3 Presente Non specificabile e350 Assente Non specificabile Non quantificabile Assente Alessandro è allergico e340 Presente Facilitatori xxx+4 Presente Indispensabile per il trasporto personale e325 Assente Facilitatore xxx+4 Presente Sono da aumentare e355 Assenti Se presenti sarebbero facilitatori Non esprimibile Assente Fare eventuali richieste e360 Presenti Facilitatori xxx+4 Presente Discriminare chi lo è e chi non lo è 95 Atteggiamenti e410 Presenti Faciltatori xxx+4 Presenti Indagare su altre barriere familiari e415 Presente Barriera xxx.2 Presente Non specificabile e420 Presente faciltatori xxx+3 Presente Non specificabile e425 Assente Facilitatore xxx+4 Presente Sono da aumentare e440 Presente facilitatori xxx+2 Assente Quantificare amici e360 Presenti Facilitatori xxx+4 Presente Discriminare chi lo è e chi non lo è e460 Presnete Barriere xxx+2 Presente Nulla e465 presnete facilitatore xxx+2 presnete Nulla Servizi, sistemi e politiche di pubblica utilità e5100 presenti faciltatori xxx+4 presente Indagare il tipo e515 presneti faciltatori xxx+4 presenti Indagare il tipo e5150 presenti barriere xxx+2 Presneti Indagare il tipo e5200e5202 presenti faciltatori xxx+4 Presneti Indagare il tipo e5250e5252 presenti faciltatori xxx+3 presente Nessuna azione e5350 – e5352 presenti facilitatori xxx+3 presneti Vedere bene e o cosa e540/e5402 presneti faciltatori xxx+4 presneti Sepcificare bene e5451 presenti facilitatori xxx+2 presenti Individuare e5500/e5502 presenti faciltatori xxx+2 presenti da individuare e5550 to e5552 presenti faciltatori xxx+3 presenti da individuare’ e5600 – e5602 presenti faciltatori xxx+2 presenti ‘’da individuare 96 e5650e5652 presenti facilitatori xxx+3 presenti ‘’da individuare e5750e5702 presenti facilitatori xxx+3 presenti ‘’da individuare e5800/e5802 presenti facilitatori xxx+2 presenti da individuare La sopraspecificata analisi risulta comunque nel complesso abbastanza puntuale e difficile ed esistono dei punti ancora da dover indagare rispetto alla situazione del ragazzo. Costituiscono barriera gli insegnanti e le relazioni sociali che si creano all’interno di questi ambienti sociali. Dall’analisi del Pdf e dall’osservazione sistematica e puntuale, si può capire essenzialmente quale sia l’azione da intraprendere e gli obiettivi educativi e didattici che ci si è prefissati di raggiungere, a causa delle caratteristiche di A. Alcuni dei fattori ambientali devono essere ancora per l’appunto maggiormente indagati. Di seguito sono elencati gli obiettivi. - - Obiettivi educativi - - Obiettivi didattici Saper rispettare le regole della vita sociale. Favorire l’autonomia personale. Consolidare il processo di socializzazione e di integrazione, mediante la costruzione di una più matura consapevolezza nel rapporto con gli altri e con l'ambiente sociale in generale. Favorire l'acquisizione di un maggiore senso di responsabilità come individuo. Favorire i processi di attenzione. Sviluppare la competenza di portare a termine un progetto a lungo e a medio termine Promuovere la curiosità e la motivazione Sviluppare metacognizione Organizzare il proprio apprendimento utilizzando varie fonti e varie modalità. - Utilizzare le conoscenze apprese per affrontare le problematiche del vivere quotidiano. - Comprendere messaggi di vario genere mediante diversi supporti. Sviluppare pensiero critico Sviluppare le capacità di confronto, sintesi, elaborazione ed interpretazione dei dati Saper utilizzare le differenti fonti, Saper utilizzare differnenti strumenti, anche informatici Saper lavorar in sicurezza - 97 Gli obiettivi educativi proposti nelle tabella di sopra sono stati calibrati per migliorare sia gli aspetti affettivo- relazionali del ragazzo/i che quelli cognitivi e di autonomia personale e sociale, mediante la proposta di attività di natura praticomanuale, che possono rafforzare le conoscenze, il problem-solving. La scelta è stata fatta anche nell’ottica di promuovere e rafforzare quelle competenze necessarie ad avviare lo stesso in ambienti di lavoro, (sono infatti attività proponibili nell’ambito dell’alternanza scuola –lavoro e quindi) per un suo possibile inserimento lavorativo. Di seguito si riporta l’attività sulla quali ci si è maggiormente soffermati, organizzata come UdA, a carattere multidisciplinare, indirizzata ad un istituto superiore di secondo grado, dove appunto vi è un ragazzo epilettico di un un quarto superiore indirizzo tecnico commerciale. Sono stati indicati anche i tempi, i luoghi necessari a svolgere le stesse, e le opportune modalità di verifica eventuali collaborazioni con figure ed esperti esterni. 98 1.2.2 Fase progettuale: l’ UdA proposta per classi miste mediante l’uso del cooperative learning . Nell’ambito del progetto ‘’ Recuperiamo la scuola: la nostra comunità!!!’ Titolo UdA: ‘’ Via la ruggine da qui!!!’’: Attività per il recupero delle piastrelliere in ferro destinate alle biciclette nella scuola Compito unitario: Preparare una brochure che illustri le metodiche per togliere la ruggine e verniciare o uno spot televisivo per la vendita di un prodotto antiruggine. Competenze di cittadinanza attiva: cooperare e collaborare, problem solving, imparare ad imparare, promuovere l’autoimprenditorialità, cooperare e collaborare, saper comunicare, imparare il rispetto delle regole Competenze civiche sociali: comprendere l’importanza dello sviluppo sostenibile, saper utilizzare in modo critico e consapevole l’informazione, saper creare collegamenti, imparare il rispetto delle regole Potenziamento nella fase di Alternanza scuola –lavoro con collaborazioni ed inteventi di esperti di settore, visite guidate, visite presso musei, mediante impresa simulata. Aspetti affettivi relazionali Obiettivi - Attività Migliorare il livello di competenza sociale e interazione nel gruppo. - Relazionarsi con le persone che Aumentare il livello di autostima. hanno autorità, come insegnanti, Imparare a rispettare le regole compagni di classe, con i datori Imparare a rispettare gli altri e le loro di lavoro e colleghi di classe cose - Eseguire semplici consegne. Sapersi relazionare e rispettare i tempi degli altri. Aumnetare le capacità collaborative Aumentare il senso di appartenenza del ragazzo alla comunità scolastica Autonomia (personale e sociale ) Obiettivi Attività 99 - Migliorare la coordinazione dinamica generale Migliorare il controllo del corpo nello spazio e nel tempo. Ridurre in parte la mediazione dell’adulto Promuovere l’autonomia delle attività Aumentare il senso di responsabiltà Aumentare le capacità organizzative personali - - Relazionarsi con il gruppo di pari secondo comportamenti socialmente accettabili. Eseguire semplici consegne. Portare a termine progetti a medio e lungo termine Prerequisiti Conoscere gli atomi, elementi e tavola periodica, reazioni semplici l’elettrolisi, matematica elementare Conoscenze di base Abilità di base Conoscere uno degli elementi più diffusi Saper descrivere il ferro, la sua sulla terra,il ferro, i suoi usi, le propietà locazione sulla terra e la sua utilità, gli usi dello stesso Conoscere l’indotto generato dal ferro e la Saper riconoscere dove si lavora il sua industria ferro Conoscere cosa è la ruggine Saper riconoscere la ruggine Conoscere i danni provocati da questa Sapere come allontanare la ruggine Conoscere i metodi di azione per togliere la Sapere in quali negozi acquistare i ruggine prodotti antiruggine o dove acquistarli per poter togliere la ruggine Conoscere i metodi per smaltire i materiali Saper scegliere quale tra le usati per la ruggine metodiche illustrate per allontanare la ruggine Conoscere le misure di sicurezza per Sapere cosa fare per togliere la proporre tutto il percorso. ruggine e per prevenire la sua formazione Conoscere le tecniche di verniciatura, i Sapere da cosa sono costituite vernici pennelli necessari a far questo, i metodi di e smalti, tecniche per poter miscelare miscelazione dei colori i colori, distinguere come miscelare i prodotti sulla base dei substrati, etc. 100 Raccordi multidisciplinari Fisica Conoscere la termodinamica dei processi Sapere applicare la legge della di arruggimento delle sostanze, conoscere dilatazione dei corpi la dilatazione dei corpi , la trasmissione del calore grazie alle sostanze ferrose o meno Matematica Conoscere le misure di massa e densita’, Sapere le leggi di densità dei corpi perimetro, area, congiunzioni logiche Arte Materiali ferrosi, usi delle sostanze, Saper quali tecniche usar per oggettistica, antiquariato, colori, esaminare lavorare il ferro, artisti che usano la tecnica di verniciatura /usarono il ferro Economia Esaminare i costi ed i tempi necessari per togliere la ruggine Biologia Saper valutare i mezzi più convenienti per togliere la ruggine Ferro nel sangue, patologie legate all’assenza di ferro Informatica Saper distinguere il luogo dove trovare la ruggine. Conoscere da quali materiali è fatto il PC Saper fare la manutenzione del proprio PC Storia , Lingue Conoscere le metodiche di smaltimento della ruggine in altri contesti culturali e nella storia, oggetti in ferro Geografia Conoscere i giacimenti minerari del ferro Geografia Astronomica Localizzare la presenza di ruggine su altri pianeti Italiano Conoscere le espressioni e quindi le metafore , conoscere opere letterarie in cui si parla di ferro, ruggine Sapere elencare come gli antichi toglievano la ruggine nella storia e come ciò avviene nella storia Saper dove trovare il ferro sulla terra, anche con GPS Indagare se sugli altri pianeti c’è il ferro e quindi la ruggine Sapere il significato semantico delle parole, modi di dire e metafore, leggere testi specifici in italiano con rif. al ferro. 101 Musica Gli strumenti in ferro in passato presente e futuro Ed. fisica Sapere riconoscere il suono dagli strumenti prodotti in ferro Sapere gli sport in cui si usa il ferro è Saper elencare gli sport nei quali si presente e causa problemi, ed in quali usa o si usava il ferro quantità, anche a livello storico. S egue poi una descrizione delle attività Legge Leggi in fatto di materia ambientale, riciclo Saper interpretare la legge e norme comportamentali, la ruggine è un rifiuto? Scienze dei materiali Conoscere le proprietà chimiche e fisiche del ferro Sapere elencare le proprietà derivanti dall’uso dei materiali in ferro. Elettronica ed elettrotecnica Elettrolisi, legge di Ohm, Scienze degli alimenti Gli alimenti che contengono ferro Sociologia Influenza sociologica del vivere in città di ferro nelle città antiche e odierne. Psicologia Le resilienza Saper declinare le leggi di Ohm e costruire pila Saper elencare gli alimenti con ferro Conoscere lo stato d’animo del vivere in città di ferro, provare differenti stati emozionali del vivere in citta’ in ferro. Sapere cosa sia la resilienza Ecologia Equilibri naturali per la restituzione sviluppo sostenibile. Saper localizzare eventuali punti in cui si trova il ferro e gli effetti di questo sulla natura, Collaborazioni .Si prevedono collaborazioni con interventi di esperti , visite guidate presso industrie locali, presso botteghe d’arte , musei di arte, 102 Descrizione dell’attività: cose da dover svolgere (task analysys) ; scomposizione compito Il/I ragazzo/i, deve/ono analizzare il livello di ruggine presente sugli oggetti. Poi stabilita quale area si deve recuperare, si procede all’allontanamento della ruggine mediante l’uso di strumenti adeguati ed opportuni. Quali strumenti? Si presenta l’attività con un power point, in cui si illustra l’importanza del ferro, come materiale, e dove poterlo recuperare, il giro d’affari a livello industriale, l’utilità del ferro a livello della salute, sottolineando che esso si trova nel sangue Poi si ricorda in quali elementi si trova il ferro in natura e si sottolinea l’importanza dell’assunzione della sostanza nella dieta, indicando quindi gli elementi in cui ritrovare l’elemento in natura (percorso di educazione alimentare). Il linguaggio è ovviamente notevolmente semplificato. Poi si continua dicendo che il nemico principale del ferro è la ruggine quindi con il metodo induttivo, con il problem solving, metodo investigativo ed attività di discussione in classe, brain storming, si cercano possibili soluzioni per togliere la ruggine, si analizzano i pro ed i contro dei mezzi messi a disposizione per allontanare la ruggine. Si amplia il discorso per ogni metodica portando il discorso sulla verniciatura, e facendo quindi una digressione sull’argomento. Si utilizza il cooperative learning per lavorare e per favorire l’inclusione. L’attività dovrebbe indurre alla riflessione (metacognizione) sul perché determinate azioni si svolgono e perché altre, invece, no. Inoltre si riflette e si ragiona anche sulle sequenze delle operazione che andrebbero fatte e si rafforzano le capacità di pianificazione delle attività, e quindi di problem solving. La riflessione si amplia abbracciando anche altri campi, poiché si sta ad indicare cosa fare per verniciare determinati materiali; poi si riflette sul fatto che vanno usate tecniche diverse, coloranti diversi, mezzi di rimozione differenti sulla base dei diversi materiali previsti, etc. Poi si riflette sulla sicurezza, sul costo di una singola metodica e così via e quindi si approfondiscono gli aspetti di impatto ambientale, rischi antropici e sulla salute. Ogni metodica la si approfondisce eventualmente per ricavare un cartellone finale. Questo dunque può essere un metodo per normodotati e per minorati fisici, psichici, ragazzi con disabilità intellettiva media e medio-grave. In caso di ragazzi con disabilità grave si semplifica ancora di più il compito. Acquistato il materiale, si procede alla parte pratica illustrando la sequenza delle operazioni da compiere (task analisys) e tecniche di facilitazione del compito: a) Preparare il materiale di protezione individuale, indipendentemente dalla tecnica usata b) indossare il materiale di protezione b) scegliere la tecnica tra i metodi 103 illustrati; c) procurarsi il materiale in funzione della tecnica scelta d) rimuovere la ruggine; e) miscelare i componenti della vernice, (smalto,vernice); f) indicare come verniciare g) verniciare h) mettere tutto il materiale in ordine (rispetto delle regole) e nei giusti contenitori, (istruzione alla sicurezza); i) esporre i contenuti a compagni della classe, a quelli di classi vicinali ed anche al presiede ( per fine attività) o ad in atre scuole; l) compito unitario: riportare il lavoro svolto su un powerpoint, o su un cartellone o inventare uno spot pubblicitario per un un’azienda di prodotti antiruggine. 8 Altri possibili progetti e linee di intervento In un discorso più ampio si potrebbe progettare un ‘attività didattica nella quale promuovere il confronto con le differenti culture, per vedere se le tecniche usate in altri popoli ed in altre scuole è lo stesso o se ci sono in realtà delle differenze nel trattare la ruggine, oppure se sono state effettuate delle nuove invenzioni sul tema. Ancora in un discorso multidisciplinare si può pensare di illustrare la stessa cosa ma contestualizzata in altri tempi. Ancora in un percorso di’’ mestieri e materiali’’, vedere le attività antiche fino ad oggi che prevedevano l’uso del ferro‘’Musica e materiali’’; elementi e natura (percorso enogastronomico.e di educazione alla salute), materiali e sport;’’ Emozioni e materiali’’ ; etc Tempi e Spazi 1 anno scolastico, laboratori, classe, altri luoghi della scuola, giardino, musei, industrie, enti di collaborazione pubblici e privati Metodologia Lezione frontale. Brain storming, Task analsys con metodi di semplificazioni del compito; Shaping o modellaggio, Modeling e/o Videomodeling, fading, apprendimento senza e con errori, didattica laboratoriale, role playing o lavori per piccoli gruppi o cooperative learning, peertutoring, Gigsgaw, e-learning, Feuerstein, FAD, flipped classroom, CAA, comunicazione in madrelingua, sottotitoli, LIS, Braille, visite guidate presso strutture specifiche etc. Mezzi e strumenti Per presentazione attività didattica: Mappe concettuali semplificate, mediatori linguistici, slides, appunti personali, LIM, internet, foto, video, audio, PECS, Cd, DVD, youtube, social networks come facebook, twitter, pinterest, istantgram, etc 8 In realtà si può pesare di divider in maniera opportuna la classe ( prendere spunti anche dai suggerimenti provenienti dalla stessa) per decidere di suddividere il gruppo classi in più sottogruppi al fine di differenziare il compito unitario di consegna, sia dentro la classe sia all’ interno. Suddividere il gruppo in sottosezioni e premi finali complessivi. 104 libri, riviste , quotidiani, giornali specifici, radio TV , canzoni , libri tecnici specifici. spunti di ricerche, sintesi vocale, audiolibri, mouse-scanner, mouse, dattilobraille, braille. Per svolgimento attività laboratoriale: pennelli,, vernice, materiali specifici per la pittura, smalto, bastone di legno per miscelare, carta vetrata, spatola di ferro, vernici, acqua regia, guanti in lattice protettivi, tuta protettiva, occhiali protettivi, cartoni e giornali vecchi, skotch e tutto quanto ritenuto utile per la realizzazione dell’attività e già presente nella scuola. Verifiche formative, intermedie, sommative in itinere Osservazione sistematiche Domande aperte, colloquio orale, domande strutturate chiuse, semistrutturate, scritte per ordinare le sequenze relative all’attività pratica e /o orali. Valutazioni .Valutazione delle abilità, conoscenza e competenze sulla base del pei e sulla base delle attività effettivamente svolte dal ragazzo. L’UdA può essere pensata anche come inserita in un percorso più generale, alla fine del quale A. può trovare ampia strada di realizzazione, giacchè l’UdA può essere pensata anche come inserita in un opportuno percorso di alteranza scuolalavoro e quindi da svolgere in collaborazione con le aziende presenti sul territorio locale e/o nazionale oppure a livello internazionale con altri enti o ditte private, industrie, piccole botteghe di oggettistica, potrebbe prevedere l’intervento di esperti esterni qualificati (fabbri, esponenti dell’industri siderurgica, carpentieri e coloro quanti sappiano opportunamente lavorare questo materiale). La proposta didattica multidisciplinare può essere portata avanti nell’ora antimeridiana e/o programmata, sia in presenza di alunni Bes, sia in presenza di ragazzini normodotati. Laddove vi sia la presenza di una alunni stranieri si può pensare all’uso della metodologia peer to peer o del tutoring Inoltre giacchè il materiale oggetto di attività è il ferro, che si trova dappertutto, il progetto illustrato può essere un buon metodo per incrementare il problem solving degli alunni, e lo stesso può essere pensato per incrementare il settore dell’industria ed artigianato locali ( apertura di botteghe artistiche del ferro). La stessa UdA (www.didatticare.it) può essere usata anche per il reinserimento sociale di ragazzi in difficoltà ( carceri), per l’educazione degli adulti, per l’educazione dei 105 disoccupati, per l’istruzione ai giovani (attuali neet), mediante raccordo diretto tra miur, regioni, comuni, reti di scuole, nell’ ambito dell’istruzione rivolta all’artigianato. La riduzione del carico cognitivo viene comunque effettuata ogni qualvolta lo si ritiene necessario sulla base anche della caratteristiche della disabilità del soggetto e sulla velocità degli apprendimenti. Per la realizzazione di ambienti di apprendimento favorevoli, si fa riferimento al cooperative learning tecnica consigliata da molti ( Comoglio, 2000; Kagan ed altri, Jigsgow, Johson e Jonhson, etc), ricordando che, spesso sono anche le relazione empatiche a garantire il successo nella formazione. 1.2.3 Fase operativa: l’ attività didattica svolta con A. Per migliorare l’autonomia sociale e personale di A. secondo gli obiettivi riportati nella scheda precedente, sono state programmate le attività illustrate, queste anche con il fine di incrementare la propria autostima, già buone di per sé, e per migliorare il proprio senso di autoefficacia. Quindi sfruttando le sue abbastanza buone capacità pratiche, io e la tutor abbiamo deciso di far svolgere un’attività pratica –manuale ad A: E’ stato deciso di svolgere il lavoro all’aria aperta perché questa è un’ attività di forte aiuto per il ragazzo, lo tiene impegnato e gli permette di svolgere il suo lavoro con maggiore tranquillità. Purtroppo non è stato sempre costante. A. non è stato sempre con altri compagni di classe poiché questi impegnati a fare altro, ma è comunque stato svolto in presenza anche della tutor. Il lavoro che è stato svolto all’esterno è stato quello di sistemare le piastrelliere delle biciclette site nella scuola ed utilizzate da lui e da tutti i suoi compagni, poi farlo riflettere su quanto stesse facendo per aiutarlo nell’ autoorganizzazione, quindi nel raggiugimento dell’autonomia personale.. Prima di iniziare le attività ci siamo riuniti ed è stata svolta una sessione di brain storming, per vedere se Alessandro avesse conoscenza delle operazioni da dover svolgere e per conoscere il suo grado di autonomia, per saper quali tipi di strumenti dover utilizzare al fine dell’attività. Quindi è stata fatta una task analysis seguita da scomposizione del compito ed elencazioni delle attività da dover svolgere, cio’ mediante lezione frontale informale, durante la quale ad A. è stata veicolata 106 l’informazione, e poi lui stesso si è impegnato nel riscriverlo su foglio di carta. Inoltre, autonomamente, si è interessato alle cose da acquistare, un po’ goffamente all’inizio, ma poi è riuscito nel suo intento , a realizzare il suo’ goal’. Inoltre A. mi è sembrato molto entusiasta e con forte spirito di iniziativa, anche se la sua ipercinesi, può costituire un limite poiché lo limita negli apprendimenti. Ciò che è stato fatto è sembrato comunque sufficiente, se non altro per il fatto che A. combatte ogni giorno con vari dolori, anche alle gambe, che gli causano non pochi fastidi per lo svolgimento delle normali attivitàQuesta fase di preparazione si è svolta in aula, in parte in palestra e nell’ingresso a scuola. Successivamente ci si è adoprati per la organizzazione dei tempi e degli spazi necessari a svolgere tale attività manuale, che come è ovvio pensare è stata svolta all’esterno. Ebbene A. si è mostrato durante la realizzazione pratica, collaborativo, entusiasta, partecipativo, e lavorando spesso in piena autonomia, in quanto aveva capito cosa dover fare, mi ha preceduta spesso nelle azioni. L’ attività proposta è iniziata a metà febbraio, per tre giorni a settimana, nei giorni di lunedi e martedi,e mercoledi, tempo permettendo ed escludendo i giorni in cui A. sarebbe stato comunque impegnato a fare altro nel corso dell’anno ( altre attività integrative a queste).e ritenute di priorità indispensabile. Il lavoro è stato svolto all’aria aperta perché questa è un’ attività di forte aiuto per il ragazzo, lo tiene impegnato e gli permette di svolgere il suo lavoro con maggiore tranquillità. Purtroppo non è stato sempre costante. A. non è stato con altri compagni di classe poiché questi impegnati a fare altro nelle classi, ma è comunque stato svolto in presenza anche della tutor. A, per il proprio benessere psico-fisico e per quello degli altri, è stato portato spesso più volte all’esterno della classe a compiere attività in giardino, in palestra, vicino alla bouvette, nella sala destinata agli altri ragazzi diversamente abili, muniti di postazioni al PC e con cui egli ha familiarizzato molto. Inoltre A. nella scuola è stato munito di un wolky toky che gli permette di comunicare con il personale scolastico e con tutto il personale della scuola. 107 E’ sempre stato abbastanza affettuoso sia con i suoi compagni di classe sia con le altre figure di riferimento della scuola, da cui cercava conferme. Ha comunque avuto paura delle autorità e la riconosce, anche quando ha avuto degli scatti d’umore.. Ha seguito, anche se non sempre i suoi insegnanti di sostegno (tre), con cui cerca di avere un rapporto di dialogo comunicando loro, di fatti tutti i suoi bisogni e le sue esigenze. Spesso ha avuto delle reazioni eccessive e manifestato una forte aggressività; e dinanzi ad una sua azione/reazione aggressiva, è stato necessario un intervento forzato consistente in una restrizione fisica per la quale è stato richiesto l’intervento di tre persone contemporaneamente. Non è un caso infatti che su di lui ruotano tre differenti insegnanti di sostegno.. Spesso gli stessi docenti di sostegno non hanno negato la stanchezza derivante dall’accudire A. quando soprattutto questo è assalito da un forte senso di irrequietezza. Sono state talvolta necessarie anche azioni decisive per l’estinzione di un comportamento molto aggressivo, il time-out non è stato sufficiente e talvolta queste sono state effettuate a più riprese, ma A. alla fine è migliorato negli atteggiamenti. E’ fortunato in quanto vi è stata sempre una famiglia presente. Il padre, in particolare, lo ha punito comunque costantemente in occasioni di sbagli ed errori evidenti. Egli costituisce per lui una costante forma e fonte di aiuto. Infatti nell’extrascuola A. si dedica alle sue attività manuali, grazie al padre e grazie a lui ha sviluppato anche una buona manualità per quanto riguarda diverse attività ( elettricista, giardiniere, etc.), anche se lo teme costantemente. Non è stato possibile parlare con la famiglia ed incontrarla se non nel periodo in cui si è svolto il GLH d’istituto, in cui ho partecipato una sola volta. La scuola ha per lui, così come per altri ragazzi disabili, una saletta informatica munita di sedie con schienale mobile e banchetti, LIM ed infine altri PC che sono utili sia ai docenti che si trovano dentro la sala, ad A. ed ad altri ragazzi DVA di potersi muovere. Lo spazio però è contenuto per cui quando fa caldo la zona è off limits. Per fortuna la presenza di saletta aereata permette il riciclo dell’ aria. Manca purtroppo il dialogo con alcuni docenti di ruolo, che sembrano voler scacciare questa cosa che genera fastidi dentro le classi. ( d’altra parte che questo sia un tasto 108 dolente è stato più volte evidenziato dal RAV e nel PAI, non visibile sul sito da tutti e dichiarato esplicitamente) . Per le attività proposte sono aumentate la sua sicurezza personale e la sua autostima, ed inoltre il suo livello di apprezzamento tra i suoi compagni di classe e dell’istituto, che seppure prima tendevano ad ignorarlo, considerandolo magari un incapace, hanno poi iniziato a vederlo con occhi diversi. Il percorso non è stato dei più semplici, poiché non si esclude che a volte è stato necessario combattere con i suoi sbalzi d’umore, con i suoi disagi, con i suoi alti livelli di frustrazione e con le sue patologie. Non è stato possibile proporre in pieno l’attività così come illustrato nella scheda. La preparazione del power point finle di presentazione è qualcosa che è ancora in corso, così come la possibilità di A. di raccontare quanto iniziato ai suoi pari o ai suoi superiori per pura mancanza di tempo. Il ragazzo è stato, comunque, continuamente incoraggiato nello svolgimento delle sue attività, anche perché consideriamo che egli dovrebbe svolgere attività di alternanza scuola-lavoro ed è stato preferito svolger il laboratorio simulato. A. ha sempre trovato un modello (modeling e shaping, Cajola, 2013) nella figura degli insegnanti che, oltre a fornire continue conferme con lodi ed apprezzamenti ( bravo continua così, ce la puoi fare, non sei stupido e cosi via) ha sempre cercato anche di educarlo ai modi corretti per stare in società con pari, con persone più grandi di lui, e affinchè imparasse il lecito e l’illecito, come sapersi difendere, da chi , quando e come. Si è cercato di usare come tecnica quella del modellaggio associata all’uso del gioco in classe e fuori dal contesto classe. Alla fine del percorso didattico con A. si è riuscito ad avere una buon risultato grazie anche al fatto che il suo livello cognitivo può migliorare . Le attività sono iniziate a febbraio e conclusesi nel mese di giugno, sempre sulla base della disponibilità dei tempi e delle attività complementari in cui era già impegnato il ragazzo. L’attività svolta ha riscosso molto successo anche perché A. è stato motivato a svolgere anche gli altri compiti previsti nel pei con particolare riguardo alle altre materie disciplinari quali italiano, inglese e matematica insegnate queste mediante l’uso di software specifici, ma non gestite dalla sottoscritta. La scuola quindi, anche dal punto di vista dei servizi agli studenti disabili offre molte 109 possibilità di integrazione ed una istruzione qualitativamente alta, ma questa non sempre viene attuata per altri differenti e svariati motivi. 1.2.4 fase valutativa: tipologia della verifiche relative al progetto ‘’ mamma mia quanta ruggine!’’ Domande strutturate a stimolo chiuso a) Domande a risposta multipla tipo (V F) Il ferro è usato nello sport sia antichi che moderni Il ferro era un materiale ad uso bellico I giacimenti di ferro sono presenti in America del Sud V F V F V F b )Completa i puntini scegliendo tra le parole riportate sotto Il ferro è un ………………….molto diffuso sulla terra, infatti esistono differenti……………………………minarari, alcuni dei quali localizzati in ……………… , ………….., Ucraina, Australia. Nel Brasile vi è la più bassa concentrazione di ferro. Esso ha molti usi, si può usare in molte discipline come ad esempio, nella ………………, in ………………. . Noi lo ritroviamo anche nel nostro . ……………..La mancanza di ferro comporta come malattia l’………… che quindi va curata con la …………Il ferro viene usato come materiale ma gli ………………causano la formazione di …………. Essa va perà eliminata. Esistono differenti metodi per rimuovere la ruggine. Essi sono metodi ………….., …………….., …………….. Elemento, giacimenti. Brasile, Russia, architettura, musica, sangue, anemia, dieta., agenti atmosferici, ruggine, metodi meccanici, chimici e naturali Domande semistrutturate aperte c) Elencare i differenti metodi di eliminazione della ruggine indicando i pro ed i contro di ognuno. d) Elencare i principali elementi fonti naturali di ferro che devo usare per la dieta. Verifiche orali e) Racconta a voce e con parole tue l’esperienza svolta per la rimozione meccanica della ruggine. 110 Tipologia di VERIFICA relativa all’attività laboratoriale svolta sul campo. a) Disporre in ordine cronologico le figure che indicano le attività che dovrei fare. Porre in sequenza le operazioni necessarie da dover svolgere per descrivere l’attività Sicurezza in laboratorio (domande V/F) Quando maneggio le vernici devo usare i guanti V F L’acqua regia non può essere usata perché è velenosa V F L’acqua regia può sciogliere i bicchieri di plastica V F L’acqua regia è pericolosa V F La griglia di valutazione verte a giudicare i livelli di apprendimento, esposizione, impegno, la partecipazione, e a capire se vi sono dei miglioramenti o, al contrario dei peggioramenti della situazione, elementi comunque necessari sia all’insegnante di fare metacognizione e sia di indurre metacognizione nell’ alunno.( questi sono i criteri alla fase della valutazione diagnostica, formativa, valutativa e sommativa). La valutazione orale si è svolta facendo sempre e comunque in riferimento alle capacità del ragazzo. 111 1.2.5 Fase riflessiva sul tirocinio diretto svolto presso il Siani in Casalnuovo di Napoli. Insegnare a ragazzi DVA richiede una forte predisposizione e sensibilità dell’insegnante nei confronti della persona con cui ci si rapporterà. Il metodo per mantenere un buon rapporto con taluni soggetti è stabilire un rapporto empatico, in accordo con le nuove caratteristiche del docente di sostegno (Ianes, 2015) ed in virtù del fatto che egli svolge un’attività tutt’altro che semplice- di aiuto. Sono state indispensabili le fasi osservative sul ragazzo al fine della progettazione educativa, giacchè una buona osservazione, permette anche la riduzione dei tempi sia nella compilazione del PDF che del PEI, che è sempre contestualizzato e ragionato. Anche la disposizione degli alunni in palestra e la loro osservazione sono necessarie al fine sia della socializzazione, al fine della valutazione del percorso emotivo. Ciò su cui ho potuto riflettere è stato il comportamento di A. in funzione della mia presenza. Il modo in cui ci si relaziona è fondamentale per provocare una risposta od un’altra quindi è necessario sempre ragionare su ciò che si vuole fare per raggiungere quel risultato, prestando anche la dovuta attenzione alle informazioni veicolate mediante prossemica, ovvero modalità non verbale e paraverbale di comunicazione. Anzi con questi soggetti aumenta la possibilità di comprensione, di trasmissione delle informazioni ed apprendimento ed il rapporto affettivo mediante la comunicazione dei propri stati d’animo, delle proprie emozioni e l’espressione dei propri pensieri anche ad alta voce (in virtù del tipo di disabilità). Ho osservato il comportamento di A. in classe ed il suo rapporto con gli amici. A funzionare da barriera non sono i suoi amici, infatti nel complesso egli è ben accettato nelle classi, quanto piuttosto la barriera nella scuola è rappresentata dalla mancanza di relazione e comunicazione tra i docenti curricolari e quelli di sostegno ed in generale dal personale scolastico ed ata. La barriera sono alcuni dei suoi insegnanti, purtoppo non tutti , ma una buona fetta Quindi rappresentano un problema le mancanza di comunicazione tra taluni soggetti. (così come è noto che alcuni ata, sono in realtà pregiudicati inseriti e sistemati negli anni nelle scuole grazia alla camorra, e spesso giustiziati dinanzi ai plessi scolastici anche in presenza 112 dei bambini) e gli scontri esistenti tra docenti e docenti, addirittura nella relazione tra tirocinante e tutor. I docenti, infatti, che sono di ruolo appaiono gelosamente legati ai loro alunni ed alle loro cose, quindi poter svolgere un tirocinio in tranquillità significa riuscire a lottare con i nepotismi scolastici e con le camorre presenti. Il clima di scarsa collaborazione all’interno del plesso non depone spesso a favore del processo di integrazione ed inclusione, anzi spesso questo è lasciato in uno stato embrionale e seppure aspramente criticato dallo stesso corpo docente della scuola,( l’Index per l’inclusione) ed indicato come una criticità sia nel RAV che nel PAI, l’attuazione del percorso collaborativo tra i docenti di sostegno e docenti di ruolo per la facilitazione dell’attività resta spesso un’azione puramente teorica e per l’appunto deve essere coadiuvata anche dall’insegnante (Strollo, 2014), che deve esser fortemente motivato. Risulta comunque buona la comunicazione tra gli insegnanti di sostegno, che costituiscono un gruppo costituito. Costituiscono una seria barriera all’esterno della scuola alcuni soggetti nell’immediata vicinanza perché non si conosce molto sulla loro identità e quindi quanto gli stessi siano pericolosi o meno. Una pecca fondamentale è rappresentata dalla scarsa qualità dei documenti rilasciati dalle ASL in tema di diagnosi funzionale che sono deprivati totalmente dei codici dell’ICD; inoltre vi è una carenza nella trattazione dei dati secondo l’assetto proprio dell’ICF. Questo comporta una difficoltà nella stesura di buoni PDF e quindi PEI, in quanto non viene rispettata la declinazione di tali documenti secondo la trattazione internazionale. Tra l’altro tale lavoro non è stato neanche portato a termine dal corpo docenti a tempo indeterminato nella scuola. Non è stato possibile consultare la documentazione all’interno della scuola a causa di persistenti minacce. Nel complesso è stato comunque utile, nell’ottica di migliorare gli apprendimenti degli alunni ed in particolar modo di A., usufruire del gioco e cercando di mettere in atto le pratiche dell’inclusione, ciò significa anche creando una scuola accogliente, valorizzando quindi le risorse interne fisiche e del personale. (Boith, 2014), ricordando che sentirsi incluso significa che la tua partecipazione ad un’attività in un contesto sociale deve essere più che gradita 113 (Cajola, 2008, 2014), anche se questa, per esigenza va svolta fuori dal contesto classe e comunque nel contesto scuola. Si è cercato comunque di ricreare ambienti di apprendimento efficaci ed incentrati sulla didattica laboratoriale in cooperative learning ( in accordo con le linee guida della riforma Gelmini)., questo sia per favorire gli apprendimenti della materia, sia per migliorare gli apprendimenti trasversali. L’ attività di tirocinio mi ha permesso di fare metacognizione personale e la riflessione sugli altri ( perché agisce così , perché continua, cosa lo infastidisce,etc) e di invogliarla anche nel discente.. Alessandro è stato invitato a svolgere le sue attività anche tramite il gioco, (Cajola, 2014) che è un facilitatore dell’apprendimento, della socializzazione, e della conoscenza dell’individuo, della sua personalità e dunque delle sue capacità ed è un mezzo per determinare quindi gli aspetti caratteriali, dell’altro ed il loro agito. Lo stimolo al lavoro è stato trovato nello stesso divertimento nel fare quanto si stesse facendo;il rinforzo sono stati i docenti esterni, i differenti prompting di svariata natura (fisici, verbali, , etc) . Tra i benefici prodotti su A.: sicuramente non è mancato un aumento della propria autostima, conseguenti alla presa di consapevolezza delle sue possibilità e capacità, divertimento assicurato.. Dovevano migliorare le sue capacità ed in parte questo obiettivo è stato raggiunto; devono solo migliorare le sue capacità espressive. Ed è stato fiero ed entusiasta di quello che da solo era riuscito a portare a termine. L’attività proposta inoltre, può essere implementata anche laddove dovessero essere presenti nelle classi anche altri soggetti problematici, magari scegliendo opportunamente strumenti e mezzi; e organizzando il lavoro con minuzie, organizzando le persone che devono fare da tutori, il numero degli affiancamenti, le ore, etc. La presenza di soggetti autistici deve prevedere l’uso di manuali di CAA e comunque la possibilità di rivolgersi al gruppo GLI del proprio istituto o CTS per poter recuperare informazioni specifiche sul tipo di disabilità, o di poter usufruire di tecnologie per superare i problemi collegati con la disabilità. Un percorso per l’inclusione: è preferibile che l’alunno DVA sia in classe con i suoi compagni specie se questi non costituisce un forte disturbo; ma non è detto che portandolo all’esterno esso della classe esso venga escluso. 114 Purtroppo le mafie hanno vinto in tutto e su tutto ed è scandaloso come il processo comunque vada avanti. Lo si nota la presenza di un inetto scelto come sottosegretario della pubblica istruzione, il Faraone mafioso, il magistrato dell’antimafia che sempre nel PD sceglie per soldi di difendere un camorrista , forse perché ben pagato. Un giornalista COLLUSO che inventa tutta una serie d pagliacciate , mettendo in pericolo la vita degli altri, e che si fa i soldi proprio grazie a quella manna che tanto egli stesso critica : la camorra, buttando fango sulle altrui persone e sulla gente che onesta lavora a Napoli. Un capo di Stato che seppure la mafia gli ammazza il fratello, non proferisce parola a mio avviso davanti a episodi di collusione e che per tale motivo dovrebbe sciogliere ancor di più debitamente le camere non permettendo che altri possano nuocere a quei pochi cittadini italiani onesti. Ma l’Italia non è un paese per Italiani e si crogiala nelle sue eterne nefandezze e contraddizioni. 2 Descrizione del prodotto (tic) per il progetto educativo ‘’ Via la ruggine da qui!’’ Per quanto concerne l’uso delle tic, si è deciso di progettare un power point contenenti un certo numero di slides con funzione conoscitiva, illustrativa, espositiva e descrittiva atta quindi ad introdurre gli argomenti, la sequenza delle operazioni da svolgere, il motivo della specifiche successioni di operazione. Le slides sono corredate tutte da immagini ricavate dalla rete, da immagini scannerizzate, da cd, da fotografie digitali etc.ed ognuna di queste possiede un commento ben preciso con parole chiave atte a richiamare l’attenzione, quindi funzionano da prompting per gli alunni. Le immagini e le sequenze con l’aggiunta delle didascalie, possono essere usate chiaramente da ipovendenti, sordomuti, soggetti autistici, disabili, con pluridisabilità. Il lavoro può essere svolto tra pari oppure in collaborazione con altri soggetti presenti nelle scuole. Non tutte le slides sono corredate di un prodotto multimediale consistente di una registrazione vocale, che si può creare direttamente usando la versione di windows 115 13, sezione power point, inserisci prodotto multimediale, e registra prodotto multimediale.) nei quali una voce narrante (la mia) esponeva i contenuti.. Alternativamente la registrazione può avvenire mediante altro dispositivo, poi questa può essere tramutata speicificamente ed inserita nel ppt, con la speranza che funzioni. Questa è una modalità per aiutare i dislessici o quanti hanno difficoltà di lettura e quindi di comprensione dei testi, mediante canale uditivo. La voce narrante contiene la descrizione delle immagini presenti nel contesto, secondo un ordine che prosegue da sinistra a destra e comunque facilmente deducibile in quanto è riportato ed arricchito il contenuto delle slides , con sequenze di immagini e parole chiave. E’ stato anche introdotto un filmato relativamente ad uno dei contenuti. Esso è stato ricavato da youtube, poi convertito in file mp4 con un software specifico trovato sul sito www.drewdown.com e quindi inserito nelle slides per poterne usufruire. Chiaramente l’uso della rete in una scuola e la presenza di una LIM permettono di trovare ‘in situ’ alcuni video o riferimenti, facilitando quindi i processi di apprendimento e al contempo di insegnamento. Inoltre permettono di caricare e visionare eventuali testi opportunamente scaricati ad hoc. Alternativamente la voce narrante può essere creata con un opportuno registratore, e poi inserita direttamente nelle slide di riferimento. Un altro specifico tool informatico è leggi per me, software specifico che viene utilizzato per facilitare i processi di registrazione, ma dipende dal pc e dal sistema operativo in nostro possesso, perché se troppo nuovo, Leggi per me non può essere usato. 116 Bibliografia e sitografia, filmografia selezionata generale. Adachi N, Nishiwaki S, Onuma T, Murauchi S, Akanuma N, Ishida S, Takei N Interictal (2000) and postictal psychoses in frontal lobe epilepsy: a retrospective comparison with psychoses in temporal lobe epilepsy Seizure; 9: 328-335 Adachi N, Matsuura M, Hara T, Oana Y, Okubo Y, Kato M, Onuma T (2002) Psychoses and epilepsy: are interictal and postictal psychoses distinct clinical entities? Epilepsia; 43: 1574-1582 Adachi N (2005) Treatment of mental disorders in epilepsy patients J Psichiatric Treat ; 20 (Suppl): 370-373 Adachi N (2006) Epilepsy and psychosis. Issues on clinical research in epilepsy psychosis Seishin Shinkeigaku Zasshi ; 108: 260-265 Adachi N, Akamuna N, Ito M, Kato M, Oana Y, Matsuura M, Okubo Y, Onuma T (2010) Epileptic, organic, and genetic vulnerabilities for timing of development of onset of inerictal psychosis Br J Psychiatry; 196: 212-216 Adachi N, Kanemoto K, de Toffol B, Akanuma N, Oshima T, Mohan A, Sachdev P (2013) Basic treatment principles for psychotic disorders in patients with epilepsy Epilepsia; 54 (Suppl 1): 19-33 Andreoli, V., ( 2013), I segreti della mente , Milano RCS libri. Ausiello, Del Gaudio , (2014 ),Dentro La terra dei fuochi, Shake up edizioni, supplemento de il Mattino Assemblea costituente, (1945), Costituzione Italiana, Roma Beghi E, Di Mascio R, Sasanelli F, Tognoni G (1986)- Collaborative Group for Epidemiolo gy o f Epilepsy Adverse reactions to antiepileptic drugs: a multicenter survey of clinical practice Epilepsia; 27 (4): 323 -330 Beghi E, Gatti G, Tonini C, Ben -Menachem E, Chad wick DW, Nikanorova M, Gromov SA, Smith PEM, Specchio LM, Perucca E and BASE Study Group (2003) . Adjunctive therapy versus alternative monotherapy in patients with partial epilepsy failing on a single drug: a multicentre randomized, pragmatic controlled trial Epil Res; 57: 1 -13 Beghi E , De Maria G , Gobbi G , Veneselli E (2006) Diagnosis and treatment of the First Epileptic Seizure: Guidelines of Italian League Against Epilepsy , Epilepsia 4 ( Suppl.. 5) : 2-8 Beghi, E Carpio A , Forsgren L , Hesdorffer DC , Malmgren K , Sander J W , Tomson T , Hauser W A (2010) Recommendation for a definition of acute symptomatic seizure Epilepsia ; 5 1 ( 4 ) : 671 Benbadis S (2006) The differential diagnosis of epilepsy a critical review Epil & Behav; 15: 15-21 Bernstein M Berger MS (2002) Principi di Neuro-oncologia Roma, CIC Edizioni Internazionali 117 Beydoun A, Passaro (2002) EP Appropriate use of medications for seizures. Guiding principles on the path of efficacy. Postgrad Med; 111: 69 -82. 53. Binnie CD, Stefan H. (1999) modern eletroencephalography: its role in epilepsy management, Clin. Neurophysiol, 110:1671-1697 Both, et al., (2008), Index per l’inclusione, Londra Brigo F (2011) An evidence – based approach to proper diagnostic use of the electroencephalogram for suspected seizures Epilepsy and Behaviour 21: 219 -222 Cajola Chiappetta, L.; (2008), Didattica per l’integrazione , Roma, Anicia edizioni.. Cajola Chiappetta, L., (2014), Didattica del gioco ed integrazione, Roma, Carocci editore, Camilo O, Goldstein LB (2004) Seizures and epilepsy after ischemic stroke. Stroke; 35: 1769-75 Capovilla, G, Beccaria E, Beghi E, Giussani, G.; Magaudda, A. Magaudda, I; Beltrami, G.; Bruttini, F; Casasco, E.; Guerra, E.; Ieracitano, V.; Pezzano, A.Verzeletti, A. Veicsteinas, A.(2015) Epilessia ed attività sportive. Raccomandazioni congiunte della LiCE e della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), Medicina dello Sport, 68, 1 N° 1, 3-22. Carapella, CM B Jandolo, M Maschio, AM Mauro, M Riva, R Rudà, M Scerrati, R Soffietti (2007), Certezze e controversie nella gestione dell’epilessia tumorale Raccomandazioni AINO (Associazione Italiana di Neuro-oncologia) Cascino GD (2008) When drugs and surgery don’t work. Epilepsia ; 49 (Suppl 9): 79 -84 Cerruti, R. Guidetti, V. (2007), Psicosomatica in età evolutiva , Roma, Il pensiero scientifico editore, Comoglio, M (2000 ), Educare insegnando. Apprendere ad applicare il cooperative learning, LAS. Comoglio, M, Cardoso M.A.(1996), Insegnare e apprendere in gruppo. Il Cooperative Learning, Roma Commissione LICE per l a Chirurgia dell'Epilessia Percorsi Diagnostico -Terapeutici in Chirurgia dell’Epilessia LICE: http://www.lice.it/LICE_ita/lineeguida/lineeguida.php Commission on Classification and Terminology of the International League against Epilepsy (1981) :. proposal for revised clinical and electronencephalografic classification of epilettic seizures Epilepsia; 22: 489-501 Commission on Classification and Terminology of the International League against Epilepsy (ILAE).(1993) Guidelines for epidemiologic studies on epilepsy. Commission on epidemiology end prognosis Epilepsia; 34: 592-596 Crawford P, Feely M, Guberman A, Kramer G (2006) . Are there potential problems with generic substitution of antiepileptic drugs? A review of issues. Seizure; 15: 165-76. Cropp JS, Bussey HI (1997). A review of enzyme induction of warfarin metabolism with recommendations for patient management. Pharmacotherapy; 17: 917–928. 118 David W, Roger T. Johnson, (2005), Leadership e apprendimento cooperativo, Trento, Edizioni Erickson, De Angelis L.(2001) Brain tumors. N Engl J Med, ;344:114-123. De Crescenzo, D 12/03/2014 Terra dei fuochi, 51 aree a richio, Sarà vietata la vendita dei prodotti, Il Mattino, Napoli. Dinapoli L, Maschio M, Jandolo B, Fabi A, Pace A, Sperati F, Muti P (2009). Quality of life and seizure control in patients with brain tumor-related epilepsy treated with levetiracetam monotherapy: preliminary data of an open-label study. Neurol Sci. May 5 Drappatz J, Schiff D, Kesari S, Norden AD, Wen PY.(2007) Medical management of brain tumor patients. Neurol Clin.;25:1035-1071. Elger CE (2008) , Schmidt D Modern management of epilepsy : a critical review Epil & Behav.; 2 501-539 Engel J,(2001) A proposed diagnostic term scheme for people with epileptic seizures and epilepsy : Report of the ILAE Task force on classification and terminology Epilepsia; 42 : 796-803 Eriksson SH. (2012) Epilepsy and Sleep Curr Opin Neurol; 24: 171-176 Commission on Classification and Terminology of the International League against Epilepsy (1981) . proposal for revised clinical and electronencephalografic classification of epilettic seizures Epilepsia; 22: 489-501 ILAE (1993) Guidelines for epidemiologic studies on epilepsy. Commission on epidemiology and Prognosis Epilepsia Faulner HJ, Arima H, Mohamed A.(2012) The utility of prolonged outpatient ambulatory EEG Seixure ; 21 : 491 -495 Fischer MG, Pedersen KE (1965) Psychotic episodes in Zarondan treatment Epilepsia ; 6: 325-334 Flink R , Pedersen b, Guekht AB; Malmgren K; Michelucci R¸Neville B, Pinto F, Stephani U; Ozkara C (2002) Guidelines for the use of EEG methodology in the diagnosis od epilepsy Acta Neurol Scand; 106 1-7 Foldvary-Schaefer N, Grigg-Damberger M.(2006) Sleep and epilepsy: what we know, don’t know, and need to know. J Clin Neurophysiol; 23: 4 – 20. Fosgren, L (2004) Epidemiology and prognosis of epilepsy and its treatment In : Shorvon S, Perucca E , Fish D , Dodson E (2004). ( eds ) Threatment of Epilepsy (2nd edition ). Made MA : Blackwe l l Science ,: 21-42 Fosgren, L; Beghi E, Oun A et al (2005) The epidemiology of epilepsy in Europe –a systematic review, Eur J Neurol,; 1 2 : 245-253 Glantz MJ, Cole BF, Forsyth PA, Recht LD, Wen PY, Chamberlain MC, Grossman SA, Cairncross (2000) JG. Practice parameter: anticonvulsant prophylaxis in patients with newly diagnosed brain tumors. Neurology 54:1886-1893 119 Harder S, Thurmann P.(1996) Clinically important drug interactions with anticoagulants. An update. Clin Pharmacokin; 30: 416–444 . Hauser WA, Annegers Jk, Kurkand LT (1993) The incidence of epilepsy and unprovoked seizures in Rochester, Minnesota 1934- 1984, Epilepsia; 34:453-468 Hauser WA (1997) Incidence and prevalence In : Enge lJ Jr , Pedley TA ( eds ) Epilepsy : A Comprehensive Textbook . Lippincott, Philadelphia Raven Publishers.Helbig I; Scheffer JC; berkovic SF (2008) Navigating the channels and beyond : unravelling the genetics of the epilepsies Lancet Neurol; 7: 231-245 Hesdorffer D C, Benn EKT, Cascino GD, Hauser WA. (2009) Is a first acute symptomatic seizure epilepsy? Mortality and risk for recurrent seizure. Epilepsia 50: 1102-08. Gilliam FG, Fessler A, Baker G, Vahale V, Carter J, Attarian H (2004) Systematic screening allow reduction of adverse antiepileptic drug effects. A randomized trial Neurology; 62: 23 -27 Hildebrand J, Lecaille C, Perennes J, Delattre JY (2005) Epileptic seizures during followup of patients treated for primary brain tumors. Neurology ;65:212-215. Ianes, D.; Cramerotti, S.; (2009) Il piano educativo individualizzato, Progetto di vita Trento, Erickson. Ianes, D.; (2015) L’evoluzione dell’insegnante di sostegno., Trento, Erickson edizioni. ( ILAE). 1993 Guidelines for epidemiologic studies on epilepsy. Commission on epidemiology and Prognosis Epilepsia ISPRA, (2006-2016); Atti dell’Istituto Superiore per la protezione ambientale, Roma ISS, (2006-2016) , Dati Istituto Superiore Sanità, Roma Johnson, D., Johnson R., Holubec, E.(1996) Apprendimento cooperativo in classe., Edizioni Erickson Trento Kagan, S (1996) Apprendimento cooperativo. L'approccio strutturale. Roma Edizioni Lavoro, Kanemoto K, Kawasaki J, Kawai I (1996) Postictal psychosis: a comparison with acute interictal and chronic psycoses Epilepsia; 37: 551-556 Kanemoto K, Kim Y, Miyamoto T, Kawasaki (2012a) J Presurgical postictal and acute interictal psycoses classification associated with postoperative mood and psychotic disorders J Neuropsychiatry Clin Neurosci; 13: 243-247 Kanemoto K, Tsuji T, Kawasaki J (2001b)Reexamination of interictal psychoses bases on DSM IV psychosis classification and international epilepsy classification Epilepsia; 42: 98-103 Kanner AM, Balanov A (2002), Depression and epilepsy: how closely related are they Neurology 58 (Suppl 5): S27-39 Kanner, AM (2003) Depression in epilepsy: prevalence, clinical semiology, pathogenic mechanisms and treatment Bio Psychiatry , 54: 388-398 120 Kanner, AM (2005), Depression in Epilepsy: a neurobiologic perspective Epilepsy Currents, 5: 21-27 Kanner, AM (2007), Epilepsy and mood disorders Epilepsia ; 48 (9): 20-22 Kanner, AM (2013), The treatment of depressive disorders in epilepsy: what all neurologists should know Epilepsia; 54 (Suppl 1): 3-13 Khatami R, Zutter D, Siegel A, Johannes M, Donati F, Bassetti C. (2006) Sleep-wake habits and disorders in a series of 100 adult epilepsy patients – a prospective study. Seizure; 15: 299-306. Kawai M, Hrachovy RA, Franklin PJ, Foreman PJ.(2007) Video-EEG Monitoring in a geriatric veteran population. J Clin Neurophysiol; 24:429-32. Klein M, Engelberts NH, van der Ploeg HM, Kasteleijn-Nolst Trenité DG, Aaronson NK, Taphoorn MJ, Baaijen H, Vandertop WP, Muller M, Postma TJ, Heimans JJ. Klein M, Engelberts NH, van der Ploeg HM, Kasteleijn-Nolst Trenité DG, Aaronson NK, Taphoorn MJ, Baaijen H, Vandertop WP, Muller M, Postma TJ, Heimans JJ.(2003) Epilepsy in lowgrade gliomas: the impact on cognitive function and quality of life. Ann Neurol.;54:514520. Kotsopoulos IAW, van Merode T , Kesse ls FGH et al; (2002) Systematic review and meta-analysis of incidence study of epilepsy and unprovoked seizures, Epilepsia 43: 1402-1409 lLegambiente, (2003), Report Legambiente 2003 sulle ecomafie in Campania, Napoli Kwan P, Brodie MJ (2000) , Early identification of refractory epilepsy, N Engl J Med; 342: 314 -9 Kwan P, Arzimanoglou A, Berg AT, Brodie MJ, Hauser WA, Mathern G, Moshè S, Perucca E, Wiebe S, French J. (2010) Definition of drug resistant epilepsy: Consensus proposal by the ad hoc Tesk Force of the ILAE Commission on Therapeutics Strategies Epilepsia 51(6):1069 -1077 Kwan P, Brodie MJ (2001) . Effectiveness of first antiepileptic drug Epilepsia; 42: 1255 126; Lossius MI, Ronning OM, Slapo GD, Mowinckel P, Gjerstad L. (2005) Poststroke epilepsy: occurrence and predictors – A long-term prospective controlled study (Akersus Stroke Study). Epilepsia; 46: 1246-51. Malow BA. (2007) The interaction between sleep and epilepsy. Epilepsia: 48 (Suppl 9): 36-38. Malow BA, Foldvary-Schaefer N, Vaughn BV, Selwa LM et al. (2008) Treating obstructive sleep apnea in adults with epilepsy. Neurology; 71:572-577. Manni R, Terzaghi M.(2010) Comorbidity between epilepsy and sleep disorders. Epil Res; 90: 171-177. Maschio M, Albani F, Jandolo B, Zarabla A, Contin M, Dinapoli L, Fabi A, Pace A, Baruzzi A. (2008) Temozolomide treatment does not affect topiramate and oxcarbazepine plasma concentrations in chronically treated patients with brain tumor-related epilepsy. J Neurooncol.;90:217-221. 121 Maschio M, Dinapoli L, Gomellini S, Ferraresi V, Sperati F, Vidiri A, Muti P, Jandolo B (2009). Antiepileptics in brain metastases: safety, efficacy and impact on life expectancy . J Neurooncol. Nov 24 Maschio M, Dinapoli L, Saveriano F, Pompili A, Carapella CM, Vidiri A, Jandolo B (2009) . Efficacy and tolerability of zonisamide as add-on in brain tumor-related epilepsy: preliminary report. Acta Neurol Scand.; Maschio M, Dinapoli L, Vidiri A, Pace A, Fabi A, Pompili A, Carapella MC, Jandolo B.(2009) The role side effects play in the choice of antiepileptic therapy in brain tumorrelated epilepsy: a comparative study on traditional antiepileptic drugs versus oxcarbazepine. J Exp Clin Cancer Res. May 6;28:60. Maschio M, Saveriano F, Dinapoli L, Jandolo B. (2009) Reversible erectile dysfunction in a patient with brain tumor-related epilepsy in therapy with zonisamide in add-on. J Sex Med. Jun 29. . Matsmura M (1999) Epileptic psychoses and anticonvulsant drug treatment J Neurol Neurosurg Psychiatry; 67: 231-2338 . McDonald MG, Robinson DS.(1968) Clinical observations of possible barbiturate interference with anticoagulation. J Am Med Ass 204: 95–99. McKeon A, Vaughna C, Delanty N (2006) Seizure versus syncope Lancet Neurol ; 5: 171 -180 Mecarelli O, Pulitano P; Vincenzini E, Vanacorte N; Accornero N, de Marinis M (2006) Observations on EEG patterns in neurally-mediated syncope: an inspective and quantitative study Neurophysiol ; 25: 294-305 Mecarelli, O. (2009) Manuale teorico- pratico di Elettroenefalografia . Prove di Attivazione Italy Wolters Kluwer Haelth, 194-214 Mecarelli, O. (2009) Manuale teorico- pratico di Elettroenefalografia .Glossario e refertazione e Italy Wolters Kluwer Haelth, 612-622. Mecarelli O, Pro S, Randi F, Dispenza S, Correnti A, Pulitano P, Vanacore N, Vicenzini E, Toni D. (2011) EEG patterns and epileptic seizures in acute phase stroke. C erebrovasc Dis; 31: 191-98 Mendez OE, Brenner RP (2006) Increasing the yield of EEG J Clin Neurophysiol ; 23 : 282-293 Messenheimer J, Giorgi L, Risner ME (2000) The tolerability of lamotrigine in children Drug Safety; 22: 303-312 Modur PN, Rigdon B (2008) Diagnostic yield of sequantial routine EEg and estende outpatient video EEG monitoring clinical Neurophysiol 119: 190-196 Mondelli, G. (2015) Costruire il curricolo d’istituto, Roma, Anicia edizioni Mula M, Monaco M (2009) Antiepileptic drugs and psychopathology of epilepsy: an update Epileptic Disord; 11 (1): 1-9. Muniz J, Benbadis Sr Repeating video /EEg monitoring (2010) : why and with what results Epil & Behav; 18 473-473. 122 Nashef L, Hindocha N, Makoff A Factors in Sudden Death in Epilepsy (SUDEP) (2007) The quest for mechanisms Epilepsia; 48(5): 859-871 Noachtar S, Remi J (2009) The role of EEG in epilepsy : a critical review Epil & Behav.; 15:22-33 Noguchi T, Fukatsu N, Kato H, Oshima T, Kanemoto K (2012) Impact of antiepileptic drugs on genesis of psychosis Epilepsy Behav ; 23: 462-465 Nordli DR Usefulness of Video –EEG monitoring (20069 Epilepsia ; 47 (suppl 19: 26-30 OMS, (2014), ICF-CY, versione per bambini ed adolescenti, Trento Erickson, Osservatorio sulla Camorra, (1995-2016), presso Università degli Studi di Napoli ‘’ Federico II’’, Napoli Patriciello,M (2013) Vangelo dalla Terra dei Fuochi, Reggio Emilia, Imprimatur editore. Patriciello, M., (2013), Non aspettiamo l’ Apocalisse, Milano, Rizzoli editore. Patrizi, Isola, (2006), Relevance of observation and intervention in the scholastic environment: tools, procedure and technique Cognitivismo clinico, 3, 2, 86-96 Patsalos P, Perucca E (2003) Clinically important drug interactions between ant epileptic drugs and other drugs. Lancet Neurol; 2: 473-481 Petracca, C. (2015) La costruzione del curricolo per competenze, Teramo, Lisciani editore Petracca, C. (2015) La valutazione degli apprendimenti, Teramo, Lisciani editore Qin P, Laursen TM, Vestergaard M, Moriensen PB (2005) Risk for schizophrenia and schizophrenia-like psychosis among patients with epilepsy: a population based cohort study Br Med J ; 331: 23-25 Reichenberg,L.; (2015); DSM-5, L’essenziale, Milano, Raffaello cortina editore, Relazione sulle attività svolte dal commissariato di governo ex legge 2013 Ryvlin P, Montavont A, Nighoghossian N. (2006) Optimizing therapy of seizures in stroke patients. Neurology ; 67 (suppl 4): S3-S9. Sabers A, Buchholt JM, Uldall P, Hansen EL (2001) Lamotrigine plasma levels reduced by oral contraceptives. Epilepsy Res; 47: 151 –154. Sachdev P (1998) Schizophrenia-like psychosis and epilepsy: the status association Am J Psychiatry; 155: 325-336 Sander JWA (1993) Some aspects of prognosis in the epilepsy, Epilepsia 34:1007-1016 Saviano, R., (2006), Gomorra, Milano, Mondadori. Saviano, R. et altri, (12/2015), La Repubblica, Napoli Schmidt D, Loscher W (2005) Uncontrolled epilepsy following discontinuation of antiepileptic drugs in seizure -free patients: a review of current clinical experience Acta Neurol Scand; 111: 291 -300 123 Schomer DL Ambulatory EEG telemetry: how goofd is it? J Clinic Neurophisiol 2006, 25:294-305 Sheldon r, Rose S, Ritchie D, Connolly SJ, Koshman M-L, Lee MA, Frenneaux M, Fisher M, Murphy W. (2002) Historical Criteria that distinguish Syncope from Seizures J Am Coll Cardiol; 40: 142-148 Sisodiya SM, Mefford HC (2011) Genetic contribution to common epilepsies Curr opin Neurol 24: 140-145 Soffietti R, Cornu P, Delattre JY, Grant R, Graus F, Grisold W, Heimans J, Hildebrand J, Hoskin P, Kalljo M, Krauseneck P, Marosi C, Siegal T, Vecht C.(2006) EFNS Guidelines on diagnosis and treatment of brain metastases: report of an EFNS Task Force. Eur J Neurol.;13:674-681. Specchio LM, Beghi E (2004) Should antiepileptic drugs be withdrawn in seizure -free patients? CNS Drugs; 18 (4): 201 -212 Spina E, Perucca E (2002) Clinical significance of pharmacokinetic interactions between antiepileptic and psychtropic drugs Epilepsia; 43 (Suppl. 2): 37-4 Stefan H, Hopfengartner R (2009) Epilepsy monitoring for therapy: challenges and perspectives Clin Neurophysiol 120:653-658 Strollo, M. (2015) La Motivazione nel contesto scolastico , Milano, Franco angeli editori Surges R, Sander JW (2012) Sudden unexpected death in epilepsy: mechanisms, prevalence, and prevention Curr Opin Neurol, , 25: 1 -7 Vaccarelli, A. Isidori, M. V.; (2013), Pedagogia dell’emergenza e didattica dell’emergenza, Milano, Francoangeli editori. Vari autori, (2006, 2016), Napoli, Corriere del Mezzogiorno. Vari autori, (2006, 2016), Napoli, Cronache di Napoli. Vari autori, 09/2016 Agguato fallito a Casalnuovo: spari vicino ai bambini, Napoli today, Napoli Wen PY, Schiff D, Kesari S, Drappatz J, Gigas DC, Doherty L. (2006) Medical management of patients with brain tumors. J Neurooncol.;80:313-332. Zaccara G.(2009) Neurological comorbidity and epilepsy: implications for treatment. Acta Neurol Scand: 120: 1-15. Zifkin BG; Avanzini G (2009) Clinical neurophysiolosy with special reference to the electroencephalogram ; Epilepsia 50 (suppl 3): 30-38 Riferimenti Normativi Legge 4/08/1977 n.517, Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme relative per l’inclusone scolastica 124 DPR 24/02/1994, Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle ASL in materia di alunni portatori di handicap Legge 5/02/1992 n.104: Legge quadro per l’ assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate Legge 4/08/2009 Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, 4 agosto 2009 Riforma Gelmini, Linee Guida per la riforma scolastica dei tecnici, dei professionali e dei licei, MIUR 2010. Legge 8 ottobre 2010, n170, Nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento, MIUR Linee Guida dell’Associazione Italiana Oncologia Medica: Neoplasie cerebrali Coordinatore: Alba A. Brandes. D.M.27/12/2102, Strumenti di intervento per alunni con BES ed orarganizzazione territoriale per l’inclusione scolastica, MIUR Legge 12 /12/2014 Linee guida per favorire il diritto allo studio di alunni adottati, ed immigrati, MIUR Legge 21/02/2015 Linee guida per la riforma dei CIPIA, centri per la formazione degli adulti., MIUR Legge ‘’La Buona Scuola’’, legge 107/2015; Sitografia www.didatticare.it www.comune.casalnuovodinapoli.it www.istitutosiani.it http://guidance.nice.org.uk/CG137 www.larepubblica.it www.laterradeifuochi.it www.lice.it www.miur.it http://www.napolitoday.it/cronaca/sparatoria-casalnuovo-9-febbraio-2016.html http://www.sign.ac.uk/pdf/sign70.pdf www.wikipedia.it www.wikihow.it www.usp.napoli.it Filmografia Garrone, Gomorra,2008 Garrone, Gomorra laserie, 2013/2015 RISI, Fortapàsc, 2009 125