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Cosa è? È la legge 11 giugno 1974, n. 252, cosiddetta «legge Mosca», recante norme per la regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione. La legge, così chiamata dal nome del primo firmatario, il socialista demartiniano Gaetano Mosca, fu adottata allo scopo di “sistemare” un esercito di funzionari, portaborse, simpatizzanti dei vecchi “datori di lavoro” PCI, DC, PSI, Sindacati della Triplice, Associazioni ec,ec, per i quali non erano mai stati versati contributi previdenziali di sorta. E così, Presidente del Consiglio Mariano Rumor, fu adottata una soluzione facile facile: una semplice dichiarazione del partito/associazione/sindacato di appartenenza e il versamento, a sanatoria (fin dal lontano 1943), di una somma praticamente simbolica per vedersi assicurata una (lunga) carriera lavorativa con relativa contribuzione (vera? finta?) e relativo (vero) diritto alla pensione. I costi per lo Stato, ossia per i sottoscritti? La legge approvata nel 1974 e prorogata più volte fino al marzo del 1980
La 252 entra in vigore il 9 luglio 1974 e offre 18 mesi di tempo a dipendenti di partito e sindacato per riscattare il lavoro a nero a partire dal 1943. In questo primo periodo arrivano 19.500 domande. Poi, fino all’ aprile ‘ 80, vengono concesse altre due proroghe che riaprono i termini di presentazione delle domande. Come se i vecchi militanti a nero si fossero svegliati improvvisamente e tutti insieme, arrivano altre 21 mila domande (fonte: PENSIONI DI PARTITO INDAGA ANCHE TREU, La Repubblica 19 ottobre 1995)
ha permesso a circa 40.000 persone
Nel complesso, a beneficiare di questa manna sono state 37.503 persone, delle quali il 60% della Cgil (9.368) o dell’ex Pci (8.081), seguiti a ruota degli ex padrini o impiegati della Dc (3.952), Psi (1.901), Cisl (3.042) e Uil (1.385). Rimangono poi altre 9,390 pensioni erogate, sempre grazie alla legge Mosca, ad appartenenti ad organizzazioni minori (fonte: La legge Mosca: una truffa semidimenticata, di Giorgio Bianco )
di beneficiare di pensioni agevolate e di godere del riscatto a basso costo degli anni trascorsi nel partito politico o nel sindacato. Una stima del costo per l’Erario è piuttosto difficile da fare ( anche perché chi l’ha chiesta ufficialmente è stato bellamente ignorato: disegno di legge Stucchi comunicato nell’aprile del 2013, interrogazione del senatore Eugenio Filograna del 30 luglio 1998 ec. ) , ma si può parlare di circa 25.000 miliardi di lire , ovvero 17 miliardi di euro ed è in continua crescita visto che le pensioni illegittime sono tuttora puntualmente pagate.
Il meccanismo era semplice. In molti casi sembra che venissero dichiarati anni, persino decenni, di attività lavorativa o nel corso dei quali l’attività era stata esercitata in maniera non continuativa. Tra i soggetti beneficiari della legge Mosca, poi scoperti e costretti alla restituzione delle somme indebitamente sottratte all’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), alcuni risultavano aver fatto gli autisti addirittura fin dall’età di dodici anni, altri risultavano detenuti o soldati in guerra.
Ma non è finita qui perché dopo il 1980 lo scandalo è continuato.
“Ma lo scempio non è neppure questo” dichiarava il PM Federico a La Repubblica nel ‘96: “Dall’ 80 a oggi (1996, nda) continuano ad arrivare richieste di rettifiche alle domande precedenti. Esempio: anziché 5 anni si chiede la sanatoria per otto. E la commissione del Ministero le ha approvate tutte”. Si veda ad esempio il testo di tre circolari Inps datate 1983, 1984, 1987 in cui l’ Istituto faceva presente con insistenza al ministro del Lavoro che le domande di rettifica erano troppe e tutte chiedevano ampliamenti del periodo da riscattare.
Quali sono i beneficiari? Alcuni sono nomi illustri.
Riportiamo da un articolo di Repubblica del 3 novembre 1995 (LA LEGGE SULLE PENSIONI STRAVOLTA DAI PARTITI’):” Federico (il procuratore circondariale di Grosseto Pietro Federico, nda) ha sequestrato nella sede dell’ Inps, dei principali partiti e del ministero del Lavoro tutte le oltre quarantamila pratiche. Per la sua inchiesta a Grosseto sta controllando le posizioni di 470 persone (30 sono indagati) e ogni giorno sforna una decina di interrogatori. Ma 95 procure in Italia hanno ricevuto i dati dei beneficiari della legge nelle rispettive province. E ogni giorno saltano fuori nomi illustri. Qualche esempio. La ex presidente della Camera Nilde Iotti, classe 1920, ha riscattato con la legge Mosca gli anni dal 1945 al 1963, gli stessi che ha richiesto Alessandro Natta, classe 1918, segretario del Pci fra Berlinguer e Occhetto. Ottaviano Del Turco, nato nel 1944, ha riscattato la pensione dal febbraio 1959. L’ ex segretario generale della Cisl Pierre Carniti ha chiesto di riscattare gli anni fra il 1953 e il ‘ 58. Aveva 17 anni. Il segretario della Cisl Sergio D’ Antoni sta maturando la pensione, sempre grazie alla legge Mosca, da quando aveva 18 anni. Così hanno fatto Craxi e Occhetto. Nell’ elenco figurano anche Giorgio Napolitano, Piero Larizza, Antonio Pizzinato, Bruno Trentin, Antonio Bassolino e Armando Cossutta. L’ ex deputato socialista Giovanni Mosca, papà della legge, oggi vive nel Chianti. E commenta amaro. “La legge era giusta. Non mi sono mai pentito. Calcolammo allora che in Italia ci fossero circa 7-8000 persone in questa situazione. All’ inizio quasi la metà delle domande fu bocciata. A esaminare le pratiche era una commissione del ministero del Lavoro, composta da funzionari dello Stato e dell’ Inps e da rappresentanti di alcune grosse organizzazioni sindacali. Ma la legge doveva durare solo due anni: anche per la sua breve vita la chiamavano legge Mosca. Invece fu subito prorogata senza adeguare i sistemi di controllo. Potevo immaginare che fosse stata usata in modo disonesto ma non mi aspettavo che si fosse arrivati a cifre così colossali“.
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