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vejin - unbekannter nachbar - vicino sconosciuto
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Vejin - unbekannter nachbar - vicino sconosciutoVejin - unbekannter nachbar - vicino sconosciuto - Foto: Freddy Planinscheck
Ladinia
Ladinia
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Formazione &
varianti del ladino
Particolarità
Gli idiomi ladini
Il ladino e le altre
lingue neolatine
Ladin dolomitan
Formazione & varianti del ladino

Il ladino è una lingua neolatina, nata con la romanizzazione delle Alpi, quando la popolazione retica adottò il latino volgare, cioè il latino popolare; sotto l'influenza delle particolarità della propria lingua (sintassi, fonetica, vocabolario) la lingua si sviluppa a lingua ladina (retoromanzo).
La lingua ladina è l'evoluzione diretta del latino parlato dalla popolazione delle Alpi verso la fine dell'impero romano.

I retoromanzi e i Rumeni sono gli unici che nella loro denominazione usano il nome di "Roma", gli abitanti della valle dell'Inn e delle Dolomiti addirittura vengono chiamati "Ladini", cioè Latini.

Un protoladino potrebbe aver preso corpo intorno al 700-800 (come avvenne per altre lingue neolatine). La lingua è collocata circa a metà fra il francese e l'italiano. Altre lingue apparentate con il ladino sono l'occitano oppure il catalano.


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Particolarità del ladino


Palatalizzazione della c e della g davanti alla a, come ciaval (ital. cavallo, vedi francese cheval); giat (gatto) etc.
Plurale con desinenza -s (ci sono anche altre forme di plurale), p.e. ciases (case), cians (cani)
2a persona del verbo con -s (te ciantes = tu canti)
Mancanza del nuovo condizionale (portarava, -aría; porterebbe); viene usato, come nel latino, il congiuntivo imperfetto.
Mantenimento dei gruppi di consonanti PL, BL, FL, CL, GL (p.e. plajëi, ital. piacere, oppure flé (fiato)
Perdita dei vocali finali non accentati -o e -e (tet - tetto, man - mano) al termine delle parole
Ci sono diverse particolarità della sintassi e del vocabolario. Sono state trasmesse nel ladino parole preromane (retiche).


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Gli idiomi ladini




Paternostro

mareo/badiot
Nosc Pere dl Cil,
al sides santifiché to inom,
al vëgnes to rëgn,
tüa orentè sides fata,
sciöche al cil insciö söla tera.

gherdëina
Pere nost, che t'ies en ciel,
sibe santificà ti inuem,
vënie ti rëni,
sibe fata ti ulentà,
coche en ciel enscì en tiera.

fascian
Père nosc che te es sun ciel, sie fat sent to inom,
fa che vegne to regn,
to voler sie semper respetà, tant sun ciel che su la tera.

fodom
Pere nost che t'es sun paradìsc, benedët l é l tuo inom,
resta con nos,
che sarà fat ci che te vos,
sun ciel e su la tiera.

ampezan
Pare nosc, che te stas su in zielo,
sée fato santo el to gnon,
viene el to regno,
sée fato chel che te vos tu,
tanto in zielo che su ra tera.

Viene considerato parte della Ladinia anche il Comelico. È elmento di giuntura fra il ladino delle Dolomiti ed il friulano. In parte un corpo linguistico ladino lo hanno anche le parlate della Val di Non e della Val di Sole (Trentino), parlate fortemente penetrate da elementi lombardi e trentini. Da alcuni anni si parla dell'identità linguistica di queste due valli non solo a livello glottologico, ma anche a livello politico e culturale. Una delle richieste avanzate è che i "Nonesi" e "Solandri" possano dichiararsi ladini nel censimento. Nonesi e Solandri dal punto di vista della lingua comunque sono più vicini al ladino grigionese che al ladino delle Dolomiti.


Gli idiomi del romancio

1) Sursilvan:

L'uolp era puspei inagada fomentada. Cheu ha ella viu sin in pégn in tgaper che teneva in toc caschiel en siu bec. Quei gustass a mi, ha ella tertgau, ed ha clamau al tgaper: "Tgei bi che ti eis! Sche tiu cant ei aschi bials sco tia cumparsa, lu eis ti il pli bi utschi da tuts".

2) Sutsilvan:
La vualp eara puspe egn'eada fumantada. Qua â ella vieu sen egn pegn in corv ca taneva etgn toc caschiel einten sieus pecel. Quegl gustass a mei, â ella tartgieu, ed ha clamo agli corv: "Tge beal ca tei es! Scha tieus tgànt e aschi beal sco tia pareta, alura es tei igl ple beal utschi da tuts".

3) Surmiran:
La golp era puspe eneda famantada. Co ò ella sen en pegn en corv tgi tigniva en toc caschiel an sies pecal. Chel am gustess, ò ella panso, ed ò clamo agl corv: "Tge bel tgi te ist! Schi ties cant è schi bel scu tia parentscha, alloura ist tei igl pi bel utschel da tots".

4) Puter:
La vuolp d'eira darcho üna vouta famenteda. Co ho'la vis sün ün pin ün corv chi tgnaiva ün töch chaschöl in sieu pical. Que am gustess, ho'la penso, ed ho clamo al corv: "Che bel cha tü est! Scha tieu chaunt es uschè bel scu tia apperentscha, alura est tü il pü bel utschè da tuots".

5) Vallader:
La vuolp d'eira darcheu üna jada fomantada. Qua ha'la vis sün ün pin ün corv chi tgnaiva ün toc chaschöl in seis pical. Quai am gustess, ha'la pensà, ed ha clomà al corv: "Che bel cha tü est! Scha teis chant es uschè bel sco tia apparentscha, lura est tü il plü bel utschè da tuots".

Rumantsch grischun:
La vulp era puspè ina giada fomentada. Qua ha ella vis sin in pign in corv che tegneva in toc chaschiel en ses pichel. Quai ma gustass, ha ella pensà, ed ha clamà al corv: "Tge bel che ti es! Sche tes chant è uschè bel sco tia parita, lura es ti il pli bel utschè da tuts".


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Il ladino e le altre lingue neolatine



Il termine retoromanzo viene frequentemente frainteso: Il ladino è una lingua neolatina come il francese (che potrebbe essere chiamato "galloromanzo").

Stereotipi
Il ladino ha pochissime parole
Il ladino ha molte parole. Il nuovo vocabolario badiot-tedesco ha 36.000 lemmi tedeschi con 78.000 corrispettivi ladini.

Il ladino non ha neologismi
Ci sono parecchi neologismi. Per il fatto che la lingua viene insegnata pochissimo nelle scuole e ha poco spazio nei mass media, l'adottamento comune può durare molto più a lungo che nelle altre lingue.

I neologismi fanno ridere
I neologismi ladini non si distinguono dai neologismi di altre lingue: all'inizio spesso sembrano strani, poi invece sembrano naturalissimi. Termini come nodadoia (piscina), furnadoia (funivia), brujadoia (inceneritore) o sarenara (depuratore) si sono diffusi tra la gente.

Il ladino è una lingua mista
Il ladino è una lingua neolatina che, come tutte le lingue del mondo, ha preso parole in prestito dalle lingue vicine. Il problema specifico dei Ladini è che la lingua a scuola la imparano poco o niente e che nel parlare così usano non poco parole tedesche e italiane al posto di quelle ladine. È una prova non della presunta povertà della lingua, ma del fatto che la mancanza di insegnamento porta una comunità linguistica all'annientamento.

I Ladini non si capiscono tra di loro
La differenza tra gli idiomi ladini è piccola, la compattezza del ladino è molto alta. Chi conosce bene un idioma non ha problemi con altri idiomi.

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