iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.
iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.



Link to original content: https://it.wikipedia.org/wiki/ZMC-2
ZMC-2 - Wikipedia Vai al contenuto

ZMC-2

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
ZMC-2
Lo ZMC-2. Si notino, oltre ai due motori fissati direttamente alla gondola, le otto pinne posteriori
Descrizione
TipoRicognizione e pattugliamento marittimo
Equipaggio2
CostruttoreStati Uniti (bandiera) The Aircraft Development Corporation of Detroit
Data primo volo19 agosto 1929
MatricolaZMC-2
ProprietarioStati Uniti (bandiera) US Navy
Destino finaleDemolito nel 1941
Dimensioni e pesi
StrutturaDirigibile rigido
Lunghezza45,4 m (148 ft 11 in)
Diametro16,2 m (53 ft 2 in)
Volume5 667 (200 100 ft³)
Gaselio
Altezza19,66 m (64 ft 6 in)
Propulsione
Motore2 radiali Wright J-5 Whirlwind
Potenza220 hp (160 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max112 km/h (70 mph, 60 kt)
Autonomia1,087 km (675 mi, 587 nmi)
voci di dirigibili presenti su Wikipedia

Lo ZMC-2 (Zeppelin Metal Clad 200,000 ft. capacity)[1] fu un dirigibile rigido progettato dall'ingegnere Raplh Hazlett Upson per conto della The Aircraft Development Corporation of Detroit nei tardi anni venti.

Prestò servizio presso la United States Navy, la marina militare statunitense, tra il 1929 e il 1941, anno della sua demolizione.

Storia del progetto

[modifica | modifica wikitesto]
Diversi dirigibili semirigidi, palloni frenati e aerostati della US Navy, tra i quali all'estrema destra si scorge lo ZMC-2.

Lo ZMC-2 si deve all'iniziativa dell'ingegnere Raplh Hazlett Upson, che ideò un nuovo tipo di dirigibile costituita da dodici tralicci cilindrici, congiunti da travi orizzontali, che andavano a formare un involucro della capacità di circa 5 000 metri cubi di gas elio. A differenza degli altri dirigibili, l'involucro è rivestito di lastre di metallo saldate assieme, e i quattro grandi timoni di poppa sono stati sostituiti da otto piccole pinne stabilizzatrici.

La gondola, che può ospitare solamente due persone, atterrava grazie a un unico carrello posto sotto di essa e non con un pallone pieno d'aria come in altre aeronavi.

Lo ZMC-2 fece all'inizio molti voli, prestando un efficiente servizio presso la United States Navy, anche se tra il 1938 e il 1941 registrò solo cinque ore di operato, e infine fu demolito.

Le caratteristiche generali del dirigibile, come si può vedere, erano molto diverse da quelle di altre aeronavi della Marina Americana, come lo ZRS-4 USS Akron e lo ZRS-5 USS Macon. Infatti, a causa del rapporto lunghezza/diametro pari al solo valore di 2,83, lo ZMC-2 era lento e poco aerodinamico.

Lo ZMC-2 nei media

[modifica | modifica wikitesto]

Il dirigibile è citato anche nel romanzo di Clive Cussler Cyclops, in cui lo ZMC-2 è appunto venduto al direttore di una rivista che gli dà il nome Prosperteer.

  1. ^ (EN) Walker C. Morrow e Carl B. Fritsche, The Metalclad Airship ZMC-2, 1967.
  • William F. Althoff, USS Los Angeles: The Navy's Venerable Airship and Aviation Technology, Dulles, Virginia, Potomac Books, 2003.
  • Lt. Comdr. Dick. Melton USNR, The Forty anno Hitch, Wyandotte, Michigan, editores Consulting Services, 1970.
  • Walker C. Morrow, Carl B. Fritsche, The Metalclad Airship ZMC-2, Grosse Ile, W.C. Morrow, 1967.
  • Stanley Outlaw, Hal Neubauer, Marcia Neubauer, and Dwanda Outlawand, A Pictorial History of Naval Air Station Grosse Ile, Michigan 1927 to 1969 Second edition, Charleston, University of South Carolina Press, 2004.
  • Kevin Pace, Ronald Montgomery, and Rick Zitarosa, Naval Air Station, Lakehurst, Charleston, Arcadia, 2003.
  • George Sullivan, Famous Blimps and Airships, New York, Dodd, Mead & Co, 1988.
  • Joseph Gordon Vaeth, They Sailed the Skies: U.S. Navy Balloons And the Airship Program, Annapolis, Naval Institute Press, 2005.
  • Metal Covered Airship To Carry Twenty Tons, in Popular Mechanics, vol. 55, n. 4, aprile 1931, p. 552. URL consultato il 4 maggio 2011.
  • Richard G. Van Treuren, Making it Happen: Captain C.V.S. Knox and Aeronautical Evolution, in Foundation, vol. 28, n. 1, Spring 2007, pp. 89–98.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]