New Orleans Pelicans
New Orleans Pelicans Pallacanestro | |
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Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Blu marino, oro, rosso[1][2][3] |
Dati societari | |
Città | New Orleans (LA) |
Nazione | Stati Uniti |
Campionato | NBA |
Conference | Western Conference |
Division | Southwest Division |
Fondazione | 2002 |
Denominazione | New Orleans Hornets 2002-2005; 2007-2013 New Orleans/Oklahoma City Hornets 2005-2007 New Orleans Pelicans 2013-presente |
Proprietario | Gayle Benson |
Presidente | Dennis Lauscha |
General manager | Bryson Graham |
Allenatore | Willie Green |
Impianto | Smoothie King Center (16,867 posti) |
Sito web | www.nba.com/pelicans |
Palmarès | |
Titoli NBA | 0 |
Titoli di conference | 0 |
Titoli di division | 1 |
Stagione in corso |
I New Orleans Pelicans sono una delle trenta squadre di pallacanestro che militano nel massimo campionato professionistico statunitense, la National Basketball Association.
Storia della franchigia
[modifica | modifica wikitesto]Nel maggio del 2002 gli Charlotte Hornets vengono autorizzati a trasferirsi a New Orleans, Louisiana, dove diventano i New Orleans Hornets. Nel 2014, 12 anni più tardi, la NBA ha stabilito che i risultati storici dei Pelicans debbano essere conteggiati proprio a partire dal 2002, anno di nascita della franchigia, e non sono da ricollegare a quelli degli Hornets[4].
La nuova squadra inaugura la sua storia nel 2002-03 arrivando ai playoffs per la quarta volta di seguito, ma finendo sconfitta ancora una volta dai Philadelphia 76ers, con Allen Iverson che segna 55 punti in una partita, per 4-2.
Nel draft 2003 scelgono David West e riescono a qualificarsi per i play-off dove vedono i Miami Heat trionfare per 4-3 in una serie combattutissima che vede vincitore sempre la squadra locale.
La stagione 2004-05 si rivela essere la peggiore della storia della franchigia, terminando con un record di 18-64. È la prima nella Western Conference, nella fattispecie nella dura Southwest Division dove si trovano 4 squadre da play-off. La stagione raggiunge l'apice in negativo dopo l'uragano Katrina nell'agosto 2005.
Katrina e i due anni a Oklahoma City
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2005, in seguito al passaggio dell'uragano Katrina, che ha distrutto la città, i New Orleans Hornets sono costretti a chiedere ospitalità alla città di Oklahoma City, dove hanno disputato, al Ford Center, le stagioni 2005-06 e 2006-07, prendendo di fatto il nome di New Orleans-Oklahoma City Hornets. Dopo aver scelto Chris Paul con la quarta assoluta al Draft del 2005, gli Hornets raggiungono quota 38 vittorie, ancora insufficienti per un posto nei play-off, ma incrementando il record di ben 20 vittorie. La guardia da Wake Forest viene inoltre eletta Rookie of the Year.
La stagione seguente migliorano il record solamente di una vittoria nonostante l'approdo di due scelte da lottery. Tuttavia il record è ancora non sufficiente per arrivare fra le prime 8. L'ultima gara giocata ad Oklahoma City dagli Hornets è stata il 13 aprile 2007 (sconfitta 105-107 contro i Denver Nuggets).
Il ritorno a New Orleans
[modifica | modifica wikitesto]2007-2008: L'anno dei miracoli
[modifica | modifica wikitesto]Nella stagione 2007-2008, di nuovo a New Orleans, gli Hornets si qualificano ai play-off, con un record di 56-26. L'annata si conclude come la migliore della storia della franchigia della Louisiana. Nel 2008, New Orleans ospitò l'All-Star Game, dove debuttarono come All-Star il duo Chris Paul - David West e con Byron Scott in panchina come allenatore delle stelle dell'Ovest. Si qualificarono come 2^ testa di serie ai play-off, per la prima volta, della Western Conference. Nel primo round affrontarono i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki. La serie, mai in discussione, vede gli Hornets vincitori per 4-1 con un Chris Paul autentico MVP. Debuttò nei play-off con una prestazione da 35 punti, 10 assist, 4 rubate e 3 rimbalzi e dominando in lungo e in largo per tutta la serie. Nel secondo round incontrarono i campioni in carica dei San Antonio Spurs di Tim Duncan e Manu Ginóbili. La serie vede sempre vincitori i padroni di casa fino a gara-6. Gara-7, in una gremita New Orleans Arena, viene ricordata come una delle partite più importanti della storia dei Calabroni sin dai tempi di Charlotte, paragonabile solo a gara-7 del 2001 contro i Bucks. Infatti una loro vittoria avrebbe significato delle storiche finali di Conference, dove avrebbero incontrato i Los Angeles Lakers. I Texani espugnarono la New Orleans Arena e per la prima volta durante i play-off, gli Hornets caddero sul proprio parquet (prima di gara 7 erano 6-0). Gli Hornets falliscono la loro terza Gara 7 su tre tentativi ed escono per l'ennesima volta sconfitti da una serie di semifinali di conference, mai trionfanti in cinque tentativi considerando anche il periodo di Charlotte. Il bilancio di fine stagione è comunque ottimo. I calabroni vinsero per la prima volta il titolo della Southwest Division, Chris Paul arrivò secondo nella corsa al titolo di MVP dietro solo a Kobe Bryant e Byron Scott venne scelto come coach dell'anno.
2008-2009: Grandi aspettative
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la grande stagione passata, tutti gli occhi erano puntati sulla franchigia della Louisiana, che per alcuni poteva diventare una seria candidata all'anello dopo l'aggiunta in estate di James Posey, uno degli artefici della vittoria del titolo dei Boston Celtics la passata stagione. La stagione è all'insegna degli infortuni, soprattutto del loro centro titolare Tyson Chandler, che nessuno della squadra riuscì a rimpiazzare. Nel febbraio, Chris Paul e David West vennero comunque scelti per l'All Star Game e gli Hornets finirono la stagione in 7ª posizione della Western Conference con un comunque buon record di 49-33. I Calabroni però arrivarono ai play-off privi di qualsiasi energia e disintegrati dagli infortuni. La serie finì con un netto 4-1 in favore dei Denver Nuggets trascinati da Carmelo Anthony. Ogni partita non ebbe mai storia: dopo una fortunosa vittoria in gara 3 degli Hornets, le Pepite distrussero i calabroni di fronte a un'esterrefatta New Orleans Arena per 121-63. La sconfitta risultò come record NBA come maggior scarto in una partita di play-off.
2009-2010: L'anno dei rookie
[modifica | modifica wikitesto]Il Draft NBA portò delle piacevoli sorprese all'ambiente Hornets. L'arrivo di Darren Collison con la 21ª e Marcus Thornton con la 43ª scelta furono due pedine fondamentali della stagione dall'arrivo di Jeff Bower. Infatti dopo un inizio con 3 vittorie e 6 sconfitte, Byron Scott venne licenziato. Gli Hornets non riuscirono comunque a qualificarsi per i play-off nonostante lo scambio che vide l'arrivo di Emeka Okafor in Louisiana e la partenza di Tyson Chandler verso Charlotte. Il problema furono gli infortuni che colpirono in primis la stella Chris Paul e poi Peja Stojaković, pedina fondamentale della squadra. I due rookie salvarono in parte la stagione dei Calabroni, che fecero divertire il loro pubblico nonostante il record di 37-45 e la mancata qualificazione ai playoffs. Alla fine dell'anno Collison venne scelto nel primo quintetto rookie e Thornton nel secondo.
2010-2011: Chris Paul e David West: ultimo atto
[modifica | modifica wikitesto]L'estate 2010 degli Hornets fu lunga e travagliata. Innanzitutto ci fu l'addio dell'allenatore/general manager Jeff Bower e gli arrivi di Monty Williams, assistente allenatore di Nate McMillan ai Blazers e Dell Demps, vicepresidente dei San Antonio Spurs. Se da una parte gli Hornets potevano contare sull'esperienza di un general manager proveniente da una società gloriosa ed esperta come quella texana, la scelta di Williams inizialmente lasciò l'amaro in bocca a chiunque per la giovane età e scarsa esperienza. Non il modo migliore per convincere le proprie stelle a restare. Gli Hornets però si fidarono ciecamente di Chris Paul, tanto da cedere il grande protagonista della stagione passata Darren Collison insieme a James Posey agli Indiana Pacers per lo specialista difensivo Trevor Ariza dagli Houston Rockets. Altre trade hanno visto le partenze di Darius Songaila e la 21^ scelta al draft Craig Brackins in cambio di Jason Smith e Willie Green. L'addio della grande delusione Julian Wright in cambio dell'italiano Marco Belinelli dai Toronto Raptors. Il vero sostituto di CP3 arrivò a stagione in corso: Demps decise di cedere Stojaković sempre ai Raptors e il neo-arrivato Bayless per Jarrett Jack. La stagione cominciò in maniera fantastica, Williams smentì tutti con una striscia di 8 vittorie consecutive, facendo della difesa la loro arma principale. La più emozionante di queste vittorie arrivò contro i nuovi big three dei Miami Heat. Non potevano mancare le polemiche: Belinelli titolare e Thornton, idolo della tifoseria, relegato in panchina, furono accolti negativamente dai fan dei calabroni. Demps decise di porre finire alle chiacchiere spedendo quest'ultimo in California, ai Sacramento Kings in cambio di Carl Landry. Lo scambio divenne più efficace del previsto quando David West si infortunò il 25 marzo a Salt Lake City contro gli Utah Jazz rompendosi i legamenti del ginocchio. 6 mesi di stop e ovviamente niente play-off per il capitano della squadra. Quella fu l'ultima partita di West con la maglia degli Hornets dopo 8 anni. I Calabroni grazie anche a Landry, riuscirono ad arrivare ai play-off qualificandosi come 7ª testa di serie nella Western Conference. Al primo round incontrarono i campioni in carica dei Los Angeles Lakers. Sulla carta sembrava una tipica serie da sweep, da 4-0. Gli Hornets trascinati da un monumentale Chris Paul riuscirono incredibilmente ad espugnare un attonito Staples Center in gara 1 per 109-100. I Lakers dal canto loro, vinsero gara-2 e gara-3, mettendo pressione agli Hornets in una gara-4 decisiva. Grazie ancora a CP3 e ad un tiro di Jarrett Jack che a 10 secondi dalla fine portò gli Hornets sul +4, riuscirono a portare a casa la sfida. Gara-5 e gara-6 non ebbero storia, gli Hornets non avevano le armi necessarie per contrastare la strapotenza fisica losangelina sotto le plance di Andrew Bynum e Pau Gasol. Per gli Hornets si apriva un'ennesima off-season piena di punti interrogativi.
2011-2012: Rifondazione
[modifica | modifica wikitesto]Sbloccatosi il lockout 2011, Chris Paul venne ceduto ai Los Angeles Clippers per la 1ª scelta al draft 2012 dei Minnesota Timberwolves, Eric Gordon, Chris Kaman e l'ottava scelta del Draft 2010 Al-Farouq Aminu. David West decise di testare il mercato dei free-agent uscendo dal proprio contratto e di firmare un biennale con i Pacers. Gli Hornets dal canto loro rifirmarono Marco Belinelli, Jason Smith e Carl Landry. Le chiavi della squadra furono affidate a Jarrett Jack. Venne inoltre ceduto Quincy Pondexter per il venezuelano Greivis Vásquez ai Memphis Grizzlies e firmarono il centro messicano Gustavo Ayón. Ennesima stagione distrutta dagli infortuni per gli Hornets, assenze prolungate di Emeka Okafor, Trevor Ariza, Jarrett Jack, Chris Kaman hanno costretto i calabroni a chiamare costantemente giocatori dalla D-League firmando contratti di 10 o 20 giorni. Chiusero la stagione con il peggior record della Western Conference con 21-45. Risultati esclusi, la stagione degli Hornets si è trasformata da negativa in positiva il 13 aprile, quando il presidente dei New Orleans Saints Tom Benson decise di comprare gli Hornets dalla NBA e la franchigia ottenne la possibilità di ospitare l'All-Star Game 2014 e la prima scelta assoluta al Draft vincendo la Lottery e conquistando così la possibilità di mettere sotto contratto Anthony Davis, fresco campione NCAA con i Kentucky Wildcats.
2012-2013: Ultimo anno da Hornets e l'arrivo di Anthony Davis
[modifica | modifica wikitesto]In vista della stagione 2012-13 gli Hornets cedono Ariza e Okafor ai Washington Wizards in cambio di Rashard Lewis (poi tagliato) e di una seconda scelta al draft 2012, Darius Miller. Dal draft arrivano poi Anthony Davis (prima scelta assoluta, che poteva già vantare una convocazione dalla Nazionale statunitense per le Olimpiadi di Londra) e Austin Rivers (figlio di Doc Rivers). Gli Hornets ingaggiano poi Ryan Anderson, Most Improved Player della passata stagione dagli Orlando Magic in cambio di Gustavo Ayón e rifirmano Gordon. Nonostante gli ottimi talenti in rosa, gli Hornets chiudono la stagione con un bilancio di 27-55, penultimi in Western Conference.
New Orleans Pelicans
[modifica | modifica wikitesto]2013-2014: Inizio dell'era Pelicans
[modifica | modifica wikitesto]Il 18 aprile 2013, dopo l'acquisto della franchigia da parte di Tom Benson, la squadra cambia il nome in New Orleans Pelicans[5]; il cambio di denominazione diventerà effettivo a partire dalla stagione 2013-14. Al draft i Pelicans hanno la sesta scelta assoluta, con la quale selezionano Nerlens Noel, scambiato il giorno stesso ai Philadelphia 76ers per Jrue Holiday[6]. Successivamente acquistano in una sign and trade Tyreke Evans dai Sacramento Kings in cambio di Greivis Vásquez. Con due giovani ma promettentissimi talenti come Holiday (fresco di convocazione per l'All-Star Game) ed Evans (Rookie of the Year nel 2010), che vanno ad aggiungersi agli altri talenti in squadra come Gordon, Davis ed Anderson, i Pelicans continuano il loro progetto di ricostruzione basato su giocatori giovani e promettenti. La stagione 2014 vede i Pelicans terminare in 12ª posizione della Western Conference con un record di 34-48. Stagione condizionata da infortuni gravi subiti da Holiday ed Anderson e l'assenza di un centro da affiancare a Davis. Unica nota positiva è stata la selezione di Anthony Davis per l'All-Star Game casalingo. Diretta conseguenza della trade del draft 2013, i Pelicans sono costretti a cedere la loro scelta al draft 2014 ai 76ers con la quale sceglieranno Elfrid Payton con la 10ª assoluta (scambiato poi agli Orlando Magic).
2014-2015: Ritorno ai Playoffs
[modifica | modifica wikitesto]Con il ritorno a Charlotte degli Hornets, i Pelicans diventano indirettamente la franchigia più giovane della NBA. Torna a Charlotte tutta la storia del team dal 1988 fino all'anno del trasferimento, così come il numero di maglia ritirato di Bobby Phills. Durante l'offseason, i Pels acquistano Ömer Aşık dagli Houston Rockets, un centro di valore da affiancare a Davis, cedendo però per il 2º anno di fila una futura prima scelta al draft. Nonostante i numerosi infortuni, i Pelicans riescono a qualificarsi ai playoffs della Western Conference per la prima volta dopo la trade di Chris Paul, piazzandosi come 8^ testa di serie battendo nell'ultima giornata della regular season i campioni in carica dei San Antonio Spurs. Nella post-season vengono eliminati dai futuri campioni Golden State Warriors e poche settimane dopo viene licenziato dopo cinque stagioni il coach Monty Williams[7]. Il 30 maggio viene ingaggiato come nuovo head coach Alvin Gentry, assistente di Kerr ai Warriors e artefice del miglior attacco della lega[8].
2015-2016: Stagione disastrata
[modifica | modifica wikitesto]Dopo le grandi aspettative che si erano venute a creare al termine della serie contro i Warriors, i Pelicans sembravano pronti per il salto di qualità sotto la guida di un allenatore esperto e fresco d'anello come Gentry. La stagione inizia in maniera tragica: durante la pre-season si infortunano Pondexter (costretto a saltare tutta la stagione), Evans, Cole e Aşık. Con 3/5 del quintetto base fuori e Holiday sottoposto a un minutaggio limitato fino a gennaio per riabilitare la gamba dopo il grave infortunio della stagione passata, i Pelicans non trovano mai la giusta formula per far girare l'attacco di Gentry a dovere. Vincono solamente una delle prime 12 partite disputate e arrivano a fine gennaio 10 vittorie sotto il 50%. New Orleans concluderà la stagione in prima posizione secondo la classifica di partite mancate per infortunio con 351, la cifra più alta delle ultime 6 stagioni NBA. Termineranno inoltre con il 6° peggior record della lega. Fra le pochissime note positive della stagione, Anthony Davis viene chiamato per l'All-Star Game per il suo 3º anno di fila.
2016-2018: Era Davis-Cousins
[modifica | modifica wikitesto]Nel febbraio 2017, a ridosso dell'All-Star Game, i Pelicans acquisiscono DeMarcus Cousins dai Sacramento Kings in cambio di Buddy Hield, Langston Galloway e Tyreke Evans[9]. Nonostante l'arrivo di uno dei pivot più dominanti della lega, la squadra non riesce a qualificarsi per i playoffs. Nella stagione 2017-2018 le cose cambiano: la coppia Davis-Cousins si attesta come una delle più potenti dell'intera lega e la squadra è in piena corsa per i playoffs dopo la prima metà della stagione. Cousins è costretto a terminare la stagione anzitempo, il 26 gennaio, a causa di un brutale infortunio (Rottura completa del tendine d'Achille). I due lunghi vengono comunque votati come titolari dell'All-Star Game, segnando per la prima volta dal 2009 la partecipazione di due Pelicans alla rassegna. Per far fronte all'assenza di Cousins, New Orleans acquista Nikola Mirotić, stretch four dagli Chicago Bulls[10]. La squadra riuscirà a qualificarsi per i play-off con un record di 48-34, buono per la 6ª piazza ad Ovest, guidati da un Anthony Davis versione MVP. Al primo turno sfidano i Portland Trail Blazers e, nonostante le previsioni da parte delle maggiori testate sportive americane li diano come sfavoriti (zero giornalisti di ESPN su 22 hanno votato per il passaggio del turno di NOLA[11]), New Orleans sconfigge Portland con un sonoro 4-0, primo sweep nella storia della franchigia. Verranno successivamente sconfitti durante le semifinali di conference dai futuri campioni dei Golden State Warriors per 4-1. A fine stagione, sia Davis che Jrue Holiday vengono scelti per il Primo NBA All-Defensive Team. Davis finirà inoltre terzo sia per le votazioni MVP che per il premio di Difensore dell'anno, nonché scelto per il primo All-NBA Team. Durante l'off-season DeMarcus Cousins decide di rifiutare il rinnovo contrattuale offertogli da New Orleans per accettare l'offerta, significativamente più bassa, dei campioni Golden State Warriors[12], finendo così la breve storia di quella che sarebbe potuta diventare una delle coppia di lunghi più forti dell'NBA moderna.
2019-: L'addio di Davis e l'arrivo di Zion Williamson
[modifica | modifica wikitesto]La stagione 2018-2019 è terminata con il mancato accesso ai play-off, un enorme passo indietro rispetto all'annata precedente dove si era arrivati al secondo turno dei play-off eliminando per 4-0 i Portland Trail Blazers. Inoltre, a metà di essa, c'è stata la richiesta di trade da parte di Anthony Davis, con il General Manager Dell Demps che ha rifiutato grandi offerte come quella dei Lakers contenenti un pacchetto di giovani quali Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Brandon Ingram, Josh Hart, Ivica Zubac (successivamente coinvolto in una trade con i Clippers) e prime scelte future, una tra le quali quella del Draft NBA 2019. A seguito di questi avvenimenti, viene allontanato Dell Demps, prontamente sostituito con David Griffin, divenendo il vicepresidente dei Pelicans. Il 15 maggio 2019, durante la Draft Lottery, i Pelicans riescono ad ottenere la prima chiamata al Draft NBA 2019, nonostante non avessero uno dei peggiori record della lega dopo l'ultima stagione (ma che con le nuove regole, attute per dare un freno al fenomeno del tanking, può divenire possibile). Il vicepresidente David Griffin, nei giorni successivi ha dichiarato di voler interloquire con la stella Anthony Davis ed esporgli un progetto con lui protagonista insieme alla star del prossimo draft, ovvero Zion Williamson, colui che probabilmente verrà chiamato con la prima chiamata da parte dei Pelicans, ma Davis, dopo vari incontri con il suo agente Rich Paul, ha ribadito fortemente di voler essere ceduto. Dunque il 16 giugno 2019, David Griffin accetta di scambiare Anthony Davis ai Lakers in cambio di Lonzo Ball, Brandon Ingram, Josh Hart, la propria scelta al prossimo draft che durante la Lottery si è tramutata in una quarta chiamata, e altre prime future scelte. Il 21 giugno 2019, come preannunciato dagli addetti ai lavori, i Pelicans scelgono con la prima chiamata assoluta al Draft la stella Zion Williamson da Duke, considerato come il prossimo crack a livello di talento della lega. Inoltre, la stessa sera, i Pelicans raggiungono un accordo per scambiare la quarta chiamata ottenuta dai Los Angeles Lakers agli Atlanta Hawks in cambio della loro ottava, diciassettesima e trentacinquesima del medesimo draft e scaricando inoltre il contratto ingombrante di Solomon Hill. Con queste tre chiamate, i Pelicans aggiungono nel loro roster altri giovani come Jaxson Hayes, Nickeil Alexander-Walker e Marcos Louzada Silva. Durante la Free Agency, NOLA riesce a mettere sotto contratto JJ Redick e Derrick Favors.
Arene di gioco
[modifica | modifica wikitesto]- Smoothie King Center (2002–presente)
Altri impianti utilizzati a seguito degli effetti dell'uragano Katrina:
- Ford Center (2005–2007)
- Pete Maravich Assembly Center (2005)
- Lloyd Noble Center (2006)
Record stagione per stagione
[modifica | modifica wikitesto]Campione NBA | Campione di Conference | Campione di Division |
Stagione | V | P | % | Conference | Division | Play-off | Risultato |
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New Orleans Hornets | |||||||
2002-03 | 47 | 35 | 57,3 | 5º | 3° | Perdono il Primo Round | Philadelphia 4, New Orleans 2 |
2003-04 | 41 | 41 | 50,0 | 5º | 3° | Perdono il Primo Round | Miami 4, New Orleans 3 |
2004-05 | 18 | 64 | 22,0 | 15º | 5° | - | - |
New Orleans/Oklahoma City Hornets | |||||||
2005-06 | 38 | 44 | 46,3 | 10º | 4° | - | - |
2006-07 | 39 | 43 | 47,6 | 10º | 4° | - | - |
New Orleans Hornets | |||||||
2007-08 | 56 | 26 | 68,3 | 2º | 1° | Vincono il Primo Round Perdono le Conference Semifinals |
New Orleans 4, Dallas 1 San Antonio 4, New Orleans 3 |
2008-09 | 49 | 33 | 59,8 | 7º | 4° | Perdono il Primo Round | Denver 4, New Orleans 1 |
2009-10 | 37 | 45 | 45,1 | 11º | 5° | - | - |
2010-11 | 46 | 36 | 56,1 | 7º | 3° | Perdono il Primo Round | LA Lakers 4, New Orleans 2 |
2011-12 | 21 | 45 | 31,8 | 15º | 5° | - | |
2012-13 | 27 | 55 | 32,9 | 14º | 5° | - | |
New Orleans Pelicans | |||||||
2013-14 | 34 | 48 | 41,5 | 12º | 5° | - | - |
2014-15 | 45 | 37 | 54,9 | 8º | 5° | Perdono il Primo Round | Golden State 4, New Orleans 0 |
2015-16 | 30 | 52 | 36,6 | 12° | 5° | - | - |
2016-17 | 34 | 48 | 41,5 | 10° | 4° | - | - |
2017-18 | 48 | 34 | 58,5 | 6° | 2° | Vincono il Primo Round Perdono le Conference Semifinals |
New Orleans 4, Portland 0 Golden State 4, New Orleans 1 |
2018-19 | 33 | 49 | 40,2 | 13° | 4° | - | - |
2019-20 | 30 | 42 | 41,7 | 13° | 5° | - | - |
2020-21 | 31 | 41 | 43,1 | 11° | 4° | - | - |
2021-22 | 36 | 46 | 43,9 | 9° | 3° | Vincono il Play-in Game 9-10 Vincono il Play-in Game 8-9 Perdono il Primo Round |
New Orleans 1, San Antonio 0 New Orleans 1, LA Clippers 0 Phoenix 4, New Orleans 2 |
2022-23 | 42 | 40 | 51,2 | 9° | 2° | Perdono il Play-in Game 9-10 | Oklahoma City 1, New Orleans 0 |
2023-24 | 49 | 33 | 59,8 | 7° | 2° | Perdono il Play-in Game 7-8 Vincono il Play-in Game 8-9 Perdono il Primo Round |
LA Lakers 1, New Orleans 0 New Orleans 1, Sacramento 0 Oklahoma City 4, New Orleans 0 |
Totale | 831 | 937 | 47,0 | ||||
Playoffs | 22 | 37 | 37,3 |
Aggiornato al 30/04/24
Squadra attuale
[modifica | modifica wikitesto]Roster New Orleans Pelicans | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Giocatori | Staff tecnico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Roster • Transazioni |
Giocatori
[modifica | modifica wikitesto]Numeri Ritirati
[modifica | modifica wikitesto]Numeri ritirati New Orleans Pelicans | |||
Num. | Giocatore | Posizione | Stagione/i |
---|---|---|---|
7 | Pete Maravich | P | 1974–1979 1 |
Note:
- 1 I Pelicans hanno ritirato la maglia di Maravich durante la loro prima gara a New Orleans, in onore del contributo apportato alla pallacanestro in Louisiana con la vecchia squadra della città, i New Orleans Jazz.
Allenatori
[modifica | modifica wikitesto]Legenda | |
---|---|
PA | Partite allenate |
V | Vittorie |
S | Sconfitte |
V% | Percentuale di vittorie |
Ha trascorso l'intera sua carriera da allenatore con gli Hornets/Pelicans |
Note: Statistiche aggiornate a fine stagione regolare 2023-2024.
Num. | Nome | Stagione/i | PA | V | S | V% | PA | V | S | V% | Successi | Note | |||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Stagione regolare | Playoff | ||||||||||||||
New Orleans Hornets | |||||||||||||||
1 | Paul Silas | 2002–2003 | 82 | 47 | 35 | 57,3 | 6 | 2 | 4 | 33,3 | |||||
2 | Tim Floyd | 2003–2004 | 82 | 41 | 41 | 50,0 | 7 | 3 | 4 | 42,9 | |||||
3 | Byron Scott | 2004-2009 | 419 | 203 | 216 | 48,4 | 17 | 8 | 9 | 47,1 | 2007–08 Allenatore dell'anno NBA | ||||
4 | Jeff Bower | 2009–2010 | 73 | 34 | 39 | 46,6 | — | — | — | — | [13] | ||||
5 | Monty Williams | 2010-2013 | 230 | 94 | 136 | 40,9 | 6 | 2 | 4 | 33,3 | |||||
New Orleans Pelicans | |||||||||||||||
— | Monty Williams | 2013-2015 | 164 | 79 | 85 | 48,2 | 4 | 0 | 4 | 0,0 | |||||
6 | Alvin Gentry | 2015-2020 | 400 | 175 | 225 | 43,8 | 9 | 5 | 4 | 55,5 | |||||
7 | Stan Van Gundy | 2020-2021 | 72 | 31 | 41 | 43,1 | — | — | — | — | |||||
8 | Willie Green | 2021- | 246 | 127 | 120 | 51,4 | 10 | 2 | 8 | 20,0 |
Leader di franchigia
[modifica | modifica wikitesto]Dati aggiornati al 28 dicembre 2023.
- Anthony Davis (11 059)
- David West (8 690)
- Chris Paul (7 936)
- Jrue Holiday (7 321)
- Brandon Ingram(5 933)
- Ryan Anderson (3 702)
- Zion Williamson(3 499)
- Eric Gordon (3 390)
- P.J. Brown (3 231)
- Peja Stojaković (3 135)
- Chris Paul (4 228)
- Jrue Holiday (2 803)
- Brandon Ingram (1275)
- Tyreke Evans (1 139)
- Greivis Vásquez (1 063)
- David West (1 042)
- Anthony Davis (982)
- Baron Davis (950)
- Lonzo Ball (754)
- Eric Gordon (726)
- Anthony Davis (4 906)
- David West (3 853)
- P.J. Brown (2 675)
- Tyson Chandler (2 225)
- Jonas Valančiūnas (1 954)
- Chris Paul (1 951)
- Jamaal Magloire (1 776)
- Emeka Okafor (1 759)
- Jrue Holiday (1 728)
- Al-Farouq Aminu (1 389)
- David West (530)
- Anthony Davis (466)
- Chris Paul (425)
- Jrue Holiday (415)
- P.J. Brown (315)
- Rasual Butler (293)
- E'Twaun Moore (264)
- Dante Cunningham (263)
- Darius Miller (253)
- Brandon Ingram (251)
- Chris Paul (1 010)
- Anthony Davis (639)
- Jrue Holiday (638)
- David West (396)
- Baron Davis (280)
- Herbert Jones (274)
- P.J. Brown (265)
- Tyreke Evans (239)
- Al-Farouq Aminu (233)
- Eric Gordon (225)
- Anthony Davis (1 121)
- David West (435)
- Emeka Okafor (305)
- Tyson Chandler (269)
- Jrue Holiday (267)
- P.J. Brown (253)
- Jamaal Magloire (235)
- Rasual Butler (181)
- Jaxson Hayes (167)
- Alexis Ajinça (155)
- Jrue Holiday (628)
- Peja Stojaković (553)
- Ryan Anderson (533)
- Brandon Ingram (468)
- Eric Gordon (421)
- Rasual Butler (410)
- Chris Paul (379)
- E'Twaun Moore (344)
- C.J. McCollum (339)
- Baron Davis (330)
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Premi individuali
[modifica | modifica wikitesto]- Chris Paul - 2006
- Byron Scott - 2008
NBA Most Improved Player Award
- Brandon Ingram - 2020
NBA Executive of the Year Award
- Bob Bass – 1997
- Jamal Mashburn – 2003
- Baron Davis – 2004
- Jamaal Magloire – 2004
- Chris Paul – 2008, 2009, 2010, 2011
- David West – 2008, 2009
- Anthony Davis – 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019
- DeMarcus Cousins – 2018
- Brandon Ingram – 2020
- Zion Williamson – 2021, 2023
- Anthony Davis – 2017
Western Conference All-Star Head Coach
- Byron Scott – 2008
- Chris Paul - 2008
- Anthony Davis - 2015, 2017, 2018
- Chris Paul - 2009
- Jamal Mashburn - 2003
- Baron Davis - 2004
- Chris Paul - 2011
- Chris Paul - 2009
- Anthony Davis - 2018
- Jrue Holiday - 2018
- Herbert Jones - 2024
- P.J. Brown - 2001
- Chris Paul - 2008, 2011
- Anthony Davis - 2015, 2017
- Jrue Holiday - 2019
- Chris Paul - 2006
- Darren Collison - 2010
- Anthony Davis - 2013
- Buddy Hield - 2017
- Zion Williamson - 2020
- Marcus Thornton - 2010
- Herbert Jones - 2022
- P.J. Brown - 2004
Twyman-Stokes Teammate of the Year Award
- Jrue Holiday - 2020
-Titolari All-Star Game in grassetto.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ New Orleans Pelicans Logos Unveiled, su nba.com, New Orleans Pelicans, 24 gennaio 2013.
- ^ Logos/Marks (PDF), in New Orleans Pelicans 2017-18 Media Guide, NBA Properties, Inc., 14 ottobre 2017. URL consultato il 20 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2017).
- ^ New Orleans Pelicans Reproduction Guideline Sheet (JPG), su mediacentral.nba.com, NBA Properties, Inc.. URL consultato il 20 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2018).
- ^ (EN) Charlotte Hornets Name Returns to Carolinas, su nba.com, 20 maggio 2014. URL consultato il 2 giugno 2014.
- ^ Copia archiviata, su nba.com. URL consultato il 5 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2017).
- ^ http://kwese.espn.com/nba/story/_/id/9474764/philadelphia-76ers-new-orleans-pelicans-finalize-jrue-holiday-nerlens-noel-trade
- ^ http://www.espn.com/nba/story/_/id/12872739/new-orleans-pelicans-fire-head-coach-monty-williams
- ^ https://www.nba.com/pelicans/news/new-orleans-pelicans-name-alvin-gentry-head-coach
- ^ You would be hard-pressed to find many better ways for an NBA team to improve its low-post presence than the addition of DeMarcus Cousins, and that is exactly what the New Orleans Pelicans did...
- ^ http://www.nba.com/article/2018/01/30/report-chicago-bulls-trading-nikola-mirotic-new-orleans-pelicans-draft-pick-omer
- ^ https://nesn.com/2018/04/pelicans-expertly-trolled-espns-experts-after-eliminating-blazers/
- ^ http://bleacherreport.com/articles/2784418-report-demarcus-cousins-rejected-2-year-40-million-pelicans-contract-offer
- ^ Interim Head Coach
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su New Orleans Pelicans
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su nba.com.
- New Orleans Pelicans (canale), su YouTube.
- (EN) Adam Augustyn, New Orleans Pelicans, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 131544720 · LCCN (EN) n2013056528 |
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