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Jacopo Barozzi da Vignola

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Jacopo Barozzi da Vignola nel frontespizio del suo trattato Regola delli Cinque Ordini d'Architettura, Utrecht, 1629

Jacopo (o Giacomo)[1] Barozzi[2], detto comunemente Il Vignola (Vignola, 1º ottobre 1507Roma, 7 luglio 1573), è stato un architetto, teorico dell'architettura e trattatista italiano.

Fu uno degli esponenti più importanti del manierismo, ritenuto da molti il più importante architetto attivo a Roma in epoca manierista[3], epoca di cambiamenti di cui fu protagonista e artefice. Il suo primato nella cultura architettonica è dovuto sia alla realizzazione di edifici di grande eleganza e di strutture idrauliche, sia all'opera di trattatista soprattutto per aver definito con estrema chiarezza il concetto di ordine architettonico nella sua celebre Regola delli cinque ordini d'architettura, uno dei trattati sull'architettura più influenti e diffusi di tutti i tempi.

Le due regole della prospettiva prattica, 1682
Il tempietto di Sant'Andrea nella via Flaminia
Scala ellittica nel palazzo Barozzi a Vignola

Formatosi a Bologna come pittore e prospettico, le sue prime commesse furono bozzetti per tarsie lignee. L'arte del disegno lo portò ben presto ad interessarsi all'architettura, attività nella quale fu influenzato dal trattato di Sebastiano Serlio e dalla tradizione rinascimentale.

La sua formazione si completò a Roma negli anni trenta del Cinquecento, durante un soggiorno di qualche anno in cui fu attivo come pittore ed ebbe modo di studiare i monumenti antichi, misurandoli e disegnandoli, per Marcello Cervini, Alessandro Manzuoli e Bernardino Maffei, in quello che si proponeva come un lavoro preparatorio nell'ambito degli studi vitruviani perseguiti dall'Accademia della Virtù, di cui egli faceva parte[4]. Ebbe modo anche di collaborare con Baldassarre Peruzzi al cantiere del Belvedere: tuttavia, è probabile che fu introdotto nella fabbrica di San Pietro intorno al 1538 per opera di Iacopo Meleghino e non già del Peruzzi[5].

A Roma, nel 1540, entrò in contatto con Primaticcio collaborando con lui per i calchi delle statue della collezione vaticana di cui Francesco I desiderava delle copie. Fu in seguito (dal 23 aprile 1541 a circa il 23 dicembre 1543), in Francia come assistente del Primaticcio nel cantiere della reggia di Fontainebleau, dove dipinse prospettive e curò il getto delle copie in bronzo dei calchi presi a Roma. In Francia ebbe modo di incontrare Sebastiano Serlio. Dopo essere ritornato a Bologna nel 1543, collaborò al cantiere della fabbrica di San Petronio, eseguendo anche progetti per la facciata, che non ebbero seguito, e lavorò ad opere di ingegneria idraulica.

Nel 1550 si trasferì definitivamente a Roma. Divenne l'architetto dei Farnese e lavorò prevalentemente per essi per oltre vent'anni, raggiungendo un grande successo professionale. Assunse anche l'incarico, dopo la morte di Michelangelo nel 1564, di architetto capo della basilica di San Pietro in Vaticano.

Per papa Giulio III lavorò a Villa Giulia (dal 1550), rielaborando precedenti progetti. Contemporaneamente, tra il 1551 e il 1553, costruì il tempietto a pianta quadrata con cupola ovale di Sant'Andrea.

Nel 1562 il Vignola pubblica il trattato intitolato Regola delli cinque ordini d'architettura, composto molto tempo prima, che ebbe larghissima diffusione in tutta l'Europa fino all'Ottocento. Si ritiene che l'origine di questo trattato sia da ricercare negli studi e nei disegni, ora perduti, che egli eseguì a Roma per l'Accademia vitruviana della Virtù[4].

Francobollo commemorativo

Un altro importante trattato sulla prospettiva Le due Regole della prospettiva pratica, fu pubblicato postumo nel 1583 da Ignazio Danti.

Capolavoro d'architettura manierista è l'imponente Palazzo Farnese di Caprarola, eretto dal Vignola su un preesistente fortilizio del Sangallo. Grande fortuna ebbe nei secoli anche lo schema proposto per la chiesa del Gesù, che divenne prototipo utilizzato dai Gesuiti per l'erezione dei loro edifici di culto.

Per Ottavio Farnese e Margherita d'Austria, duchi di Parma e Piacenza, iniziò la colossale e incompiuta residenza ducale di Piacenza.

Un'altra insigne opera vignoliana, la prima di una lunga serie di palazzi nobiliari di architetti che si ispirarono al suo stile anche nel Seicento e nel Settecento, è il Palazzo Farnese di Latera, commissionato dal duca Pier Bertoldo Farnese e terminato nel 1550; imponenti sono le arcate che si affacciano nel cortile interno.

Il Vignola dal 1573 è sepolto al Pantheon di Roma.

Palazzo Farnese, Caprarola
Villa Giulia, Roma
Chiesa del Gesù, Roma

Opere principali

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Altre opere nel Lazio

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[6]

Pubblicazioni

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  1. ^ anche scritto Iacopo o Iacomo: Stefano Bottari, BAROZZI, Iacopo, detto il Vignola, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964; frontespizio della Regola delli cinque ordini d'Architettura, Roma 1563.
  2. ^ anche scritto Barozio o Barozzio: Stefano Bottari, BAROZZI, Iacopo, detto il Vignola, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964; frontespizio della Regola delli cinque ordini d'Architettura, Roma 1563
  3. ^ Tutto Rinascimento, De Agostini, 2011 - pag 200.
  4. ^ a b Margaret Daly Davis, "Jacopo Vignola, Alessandro Manzuoli und die Villa Isolani in Minerbio: zu den frühen Antikenstudien von Vignola", in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 36. Bd., H. 3, 1992, pagg. 287-328.
  5. ^ Affanni, Anna Maria, and Paolo Portoghesi, eds. Studi su Jacopo Barozzi da Vignola. Gangemi Editore spa, 2011.
  6. ^ Jacopo Barozzi da Vignola. Aggiornamenti critici a 500 anni dalla nascita. Comitato nazionale per il Vignola, 2008.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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