Sostegno alla resilienza
- Oltre l'80%
- di chi soffre di insicurezza alimentare vive in paesi a rischio di disastri naturali e caratterizzati da degradazione del suolo e degli ecosistemi
- I primi 1.000 giorni di vita
- i bambini malnutriti nei primi 1.000 giorni di vita rischiano di soffrire di ritardi cognitivi e fisici
- 20 per cento
- di aumento del rischio di fame e malnutrizione entro il 2050 se non viene migliorata la resilienza delle popolazioni al clima
Cambiamento climatico, degrado ambientale, scarsità di risorse idriche, malattie, rapido incremento demografico, urbanizzazione non pianificata: nel mondo attuale, i rischi e le fragilità minacciano i principali progressi in termini di sviluppo in misura sempre maggiore.
Eventi traumatici e fattori di stress, come conflitti, calamità naturali e instabilità politica, possono avere un impatto devastante. I bambini che sono malnutriti nei loro primi 1.000 giorni di vita possono soffrire di disturbi cognitivi e fisici. Le attività scolastiche sono le prime ad interrompersi, in caso di guerre o disastri.
Storicamente, gli interventi umanitari hanno salvato tantissime vite e ripristinato i mezzi di sussistenza per milioni di persone. Tuttavia, raramente essi hanno affrontato le vulnerabilità di fondo. È innegabile che i programmi di sviluppo siano difficili da attuare in contesti caratterizzati da fragilità o da estrema povertà e sottoposti a crisi ricorrenti. Tuttavia, è provato che, se negli interventi si adotta un approccio basato sulla resilienza, si possono ridurre gli effetti degli shock e dei fattori di stress, alleviando così in modo più duraturo le sofferenze umane.