Pianificazione degli interventi di resilienza
- 20% entro il 2050
- è l'aumento nel rischio di fame e malnutrizione senza un miglioramento della resilienza delle popolazioni ai cambiamenti climatici
- Oltre 40.000 famiglie
- sono raggiunte dall'iniziativa 'R4 Rural Resilience' in Etiopia, Senegal, Malawi e Zambia
- Oltre l'80%
- di chi soffre di insicurezza alimentare nel mondo vive in paesi a rischio di disastri naturali e caratterizzati da degradazione del suolo e degli ecosistemi
Le organizzazioni internazionali nel campo umanitario e in quello dello sviluppo considerano la resilienza come tema fondamentale e trasversale. Ciò significa che la programmazione per raggiungere la resilienza è un’attività che coinvolge più attori; indica anche che, valorizzando la resilienza, si possono indirettamente rafforzare un insieme di altre competenze.
Per questo, l’obiettivo è quello di coinvolgere il maggior numero di stakeholder in più settori possibili e di fare in modo che l’approccio sia basato su un’esperienza condivisa. Le capacità e la credibilità del World Food Programme lo inducono ad agire in maniera sistemica, dando forma alle modalità di interazione e relazione tra gli altri attori.
I nostri partner abituali nella programmazione per raggiungere la resilienza includono Oxfam, UNDP, UNHCR, UNICEF e la Banca Mondiale. In particolar modo, collaboriamo intensamente con le agenzie sorelle del polo agro-alimentare dell'ONU aventi sede a Roma: FAO e IFAD. Insieme, abbiamo sviluppato un quadro teorico di riferimento volto al rafforzamento della resilienza nei settori della sicurezza alimentare e della nutrizione: esso getta le basi per una collaborazione più ampia, laddove le vulnerabilità e i rischi aumentano e si moltiplicano.