Seconda solo a poche altre e con una vita vissuta a grande tasso di popolarità. È stata una star quasi subito dopo la sua nascita, si è formata accanto al testone di Topolino e ha bazzicato nel tubo catodico americano con quel suo caschetto biondo e ricoperta di deliziose lentiggini su tutta la pelle. Il viso poi è maturato, ha fatto sacrifici, è cresciuta. Si è innamorata del cinema e ha accettato di lavorare quasi gratis pur di interpretare i ruoli che "dovevano essere solo suoi". Oggi, è la signora di Hollywood, una delle attrici più potenti che camminino per la Walk of Fame, predilige i film con suspense e quelli di donna con le palle il cui suolo sguardo ricopre di ansia anche i veterani del cinema. Ha fatto film puramente commerciali e con pessimi risultati, ma chi se la scorda più quando in un casotto italiano, in bikini, stava accanto a Gigi Proietti?
Un'infanzia sotto i riflettori
Sua madre abbandona il marito quando è incinta di Jodie Foster di quattro mesi. Ultimogenita tra quattro figli (i suoi fratelli sono gli attori Buddy e Connie Foster), con una mamma che le farà da manager fino ai venti anni, Jodie inizia a recitare fin dalla più tenera età e, a soli tre anni, già conquista l'ambita pubblicità della lozione solare Coppertone (surclassando il fratello), dove un cane abbassa il costume di una bambina abbronzata ovunque, fuorché sul popò. Sarà la mamma a costruire per la figlia una carriera no-stop che lascerà tutti a bocca aperta. Non ha mai preso lezioni di recitazione Jodie, ma è una bambina prodigio, lo dimostra il fatto che a tre anni già sapeva leggere. Non faceva neanche la prima elementare, che aveva già debuttato sul piccolo schermo in ben quattro serial diversi, fra cui Mayberry R.F.D, (1968) dove recitava anche il fratello e The Doris Day Show (1969).
Debutto con Michael Douglas
Dopo una piccola partecipazione al telefilm Bonanza (1972), la madre riesce a strappare un contratto alla Disney che lancerà sua figlia sul grande schermo. Eccola infatti esordire in Due ragazzi e un leone (1972) accanto a Michael Douglas, nella quale lei è una dei due bambini che rapiscono un leone per salvarlo dallo zoo. Durante le riprese però, succede un piccolo incidente: il leone ferisce alle labbra la piccola Jodie. Molti dicono che, come per i lupi mannari, proprio quel morso trasformò la piccola bambina in una leonessa di Hollywood, mutandola in ciò che oggi è, vale a dire, la regina di una savana fatta di star e produzioni.
A 13 anni già parla fluentemente francese e nel 1972 entra nel cast di The Amazing Chan and the Chan Clan, presentandosi all'America come l'anti-Shirley Temple, e a dare quell'"anti" ci pensa un grande regista come Martin Scorsese che, affiancandola ai rudi Kris Kristofferson e Harvey Keitel, la immerge nel ruolo della stramba Audrey di Alice non abita più qui (1975). Ma il contratto con la Disney comincia a creare qualche dissidio: loro vorrebbero una ragazzina acqua e sapone per le loro pellicole, ma la madre spinge Jodie a sporcare ingegnosamente la sua immagine. Ingegnosamente, perché saranno proprio quei ruoli scioccanti o fuori dal melenso marchio Disney che permetteranno a Jodie Foster di non essere inghiottita nel buio dell'anonimato dopo la pubertà (come molti altri giovani bimbi prodigio prima di lei), ma di continuare la sua carriera come se nulla fosse cambiato con la crescita.
Il ruolo dell'ascesa in Taxi Driver
Ha solo quattordici anni quando Scorsese la rivuole. Questa volta avrà il terribile ruolo di Iris, detta "Easy", la baby prostituta del capolavoro Taxi Driver (1976) ancora con Keitel e con Robert De Niro. La madre della Foster si fece convincere a fatica e, data la giovanissima età della figlia, per non incappare in problemi legali, la fece seguire costantemente (durante tutta la lavorazione del film) da uno psichiatra e la fece sostituire nelle scene più forti. Infatti a farle da controfigura, fu scelta la sorella di otto anni più grande, Connie, proposta dalla Foster stessa. A fare da contraltare, fortunatamente, il film più dolce Piccoli gangster (1976), ma quel che più stupì tutti fu che, per entrambe le interpretazioni la Foster riceverà i primi premi, fra cui l'ambita nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista per Taxi Driver, senza contare i BAFTA e i David di Donatello.
La carriera continua
Tornata nella cavalleria Disney, eccola impegnarsi nel fantastico Tutto accadde un venerdì(1977) e Una ragazza, un maggiordomo, una lady (1978) con David Niven. Anche un film italiano nel suo percorso: Casotto (1977) del compianto Sergio Citti, che la vedrà dividere il set con grandi nomi del cinema europeo. Due per tutti: Ugo Tognazzi e Catherine Deneuve.
Successivamente, si prende una piccola pausa per diplomarsi al Lycée Français di Los Angeles e diventa così brava da potersi doppiare da sé in tutte le versioni d'oltralpe dei suoi film. Doveva essere lei la prima scelta della Principessa Leia di Guerre Stellari, ma la trilogia cozzava con i termini contrattuali della Disney, che si teneva ben stretta nel suo pugno questa piccola "enfant prodige". Finalmente rotto il contratto con questa grande casa di produzione cinematografica, la Foster offre diversi ritratti di sé in pellicole come A donne con gli amici (1980) e perfino film francesi come Il sangue degli altri (1983).
Il 30 marzo del 1981, la Foster, di solito riservatissima, passa sotto l'occhio dei riflettori e, una volta tanto, non per un suo film! John Warnok Hinkey Jr. attentò alla vita di Ronald Reagan per attirare la sua attenzione, ispirandosi a Taxi Driver, dove De Niro, nei panni di Travis Bickle, cerca di uccidere il candidato presidenziale Palantine. L'attrice è basita, ma continua ugualmente la sua carriera, non curante della pazzia del mondo che la circonda.
La laurea con lode, gli Oscar, una casa di produzione
Dopo aver affiancato Nastassja Kinski in Hotel New Hampshire (1984), si laurea in Letteratura Inglese a Yale. Ma non è una laurea qualsiasi, riceve persino la lode! Dove trovasse il tempo per studiare e lavorare senza sosta, è ancora un mistero per molti dello Star System.
Nel 1988 arriva qualcosa di inaspettato: la nomination come miglior attrice protagonista per Sotto accusa (1988), pellicola nella quale recita il ruolo di Sarah, cameriera sgallettata, frivola e superficiale che viene stuprata sul flipper di un bar. E nella Big Night, è lei la regina incontrastata, ottenendo anche un David come miglior attrice straniera e il Golden Globe. Il leone ha appena ruggito.
Scelta da Dennis Hopper per Ore contate (1989), fonda nel 1990 la sua compagnia di produzione: la potentissima Egg Pictures di Los Angeles, della quale sarà presidentessa e direttrice fino al 2001 (poi affiderà il secondo ruolo a qualcun altro per passare più tempo con i suoi figli). Decide di provare a stare dietro la macchina da presa e, per una volta, si aggiudica la regia di Il mio piccolo genio (1991), contro il parare del produttore Scott Rudin che voleva ingaggiarla solo come interprete. Il film, costato 10 milioni di dollari, ne incasserà 25 e in quel momento salvò la casa di produzione consociata Orion, sull'orlo della bancarotta. Determinata fino all'inverosimile, dopo il forfait di Michelle Pfeiffer, convince Jonathan Demme ad assegnarle il ruolo dell'agente Clarice Starling in Il silenzio degli innocenti (1991). In realtà, la Foster voleva comprare i diritti del libro, per poi dirigerne un adattamento cinematografico, ma era arrivata troppo tardi e cercò almeno di interpretarlo... e dobbiamo dire con enorme successo, dato che si conquistò (assieme a Anthony Hopkins) il BAFTA, il Golden Globe, ma soprattutto la sua seconda statuetta Oscar come miglior attrice che ritirò con queste parole: «Alle donne che sono venute prima di me e che, a differenza di me, non hanno avuto nessuna chance, alle pioniere, alle sopravvissute, alle emarginate».
Amori, nominations e figli
Ormai all'apice del successo, è scelta da Woody Allen per il drammatico Ombre e nebbia (1991) con John Malkovich, poi entra nel set di Sommersby (1993) con Richard Gere, e proprio durante la lavorazione del film conosce il grande amore della sua vita. Non parliamo dello sciupafemmine Gere (com'è facilmente intuibile), ma della produttrice del film Cydney Bernard. Eh sì, perché Jodie Foster è un'omosessuale non dichiarata e la Bernard ne diviene la compagna. Dopo la quarta nomination all'Oscar - per il ruolo di Nell nell'omonimo film (1994), dove interpreta una ragazza che ha trascorso i suoi ventisei anni di vita in completo isolamento e che comunica, proprio perché isolata dal mondo civilizzato, con uno strano idioma infantile - recita nel peggior film della sua carriera, il western Maverick (1994) con Mel Gibson, sostituendo la collega Meg Ryan. E dopo la regia del bel A casa per le vacanze (1995) e il film di fantascienza Contact (1997), eccola diventare madre (tramite inseminazione artificiale) di due figli: Charles e Kit, per i quali rinuncerà a ruoli come quello che l'aspettava in Colpevole d'innocenza (1999).
Ruoli della maturità
Dopo aver indossato i panni dell'istitutrice dei figli del Re del Siam in Anna and the King (1999), rifiuta clamorosamente di rivestire il ruolo di Clarice Starling nel sequel di Il silenzio degli innocenti, Hannibal (2001), lasciandolo a Julianne Moore. Ma preferisce rimpiazzare Nicole Kidman (incidentata sul set di Moulin Rouge) nel ruolo di Meg Altman nel thriller Panic Room (2002). Inaspettata la sua apparizione nel film Una lunga domenica di passioni (2004), ma incisiva quella di Inside Man (2006), storia di una rapina perfetta firmata da Spike Lee, ma affrontata da Denzel Washington.
Ultimi lavori
Dopo un'ottima performance nel film d'azione di Neil Jordan Il buio nell'anima, l'attrice decide di cambiare registro e quindi di interpretare un ruolo che possano guardare anche i suoi bambini. Così, insieme a Gerard Butler, è la protagonista della favola moderna Alla ricerca dell'isola di Nim (2008).
Nel 2011 torna nella doppia veste di regista e protagonista del drama-comedy Mr. Beaver. Il film viene presentato in anteprima al Festival di Cannes, portando nuova visibilità al protagonista Mel Gibson. Nello stesso anno Carnage, di Roman Polanski, partecipa alla Mostra di Venezia, riscontrando critiche entusiaste. L'attrice recita accanto ad attori del suo stesso calibro: Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly.
Dopo l'interpretazione di Elysium di Neill Blomkamp, si dedica ancora una volta alla regia con Money Monster, in cui dirige George Clooney e Julia Roberts.
Grazie al film di Kevin MacDonald The Mauritanian (2021) vince il Golden Globe come miglior attrice non protagonista. Nello stesso anno riceve anche la Palma d'Oro alla carriera al Festival di Cannes. Nel 2024 è candidata all'Oscar come miglior attrice non protagonista nel film Nyad.
Bella, glaciale, penetrante e sicuramente intelligente, questa ex bambina prodigio lanciata da Scorsese è oggi una delle donne più potenti dell'industria cinematografica di Hollywood, cresciuta e maturata all'ombra di un cannibale di origini russe e legata ai fili della suspense come poche interpreti prima di lei.