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Comune di Alserio, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali

comune di Alserio sec. XIV - 1757

Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Alserio risulta incluso nella pieve di Incino e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata de Niguarda” come “el locho de Conserio” (Compartizione delle fagie 1346).
Nel 1441 Alserio, con tutta la pieve di Incino nella quale era collocato, venne concesso in feudo dal duca Filippo Maria Visconti ai conti Dal Verme (Casanova 1904).
L’atto del notaio Carlo Galimberti del 2 luglio 1498, che costituisce il verbale della seduta della “vicinantia” della comunità di Conservio, indica che gli abitanti erano convocati, al suono della campana e alla presenza del console, presso la chiesa del luogo per deliberare sulle questioni che interessavano la comunità tra cui la nomina dei sindaci e dei procuratori (Longoni e Carrer 1994).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e dei successivi aggiornamenti del 1590 e del XVII secolo Alserio risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V 1558, cartt. 24 e 25) dove ancora lo si ritrova nel 1644 (Relazione Opizzone 1644).
Fece parte del feudo di Lurago che, nel 1656, venne concesso al conte Claudio Giussani. Successivamente nel 1689, Alserio divenne feudo del conte Nicolò Imbonati (Casanova 1904).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Alserio era sempre inserito nel ducato di Milano, nella pieve di Incino, ed il suo territorio comprendeva anche i cassinaggi di Galbera, Ginasca, Galbera (altro), “La Cà”, Tassera (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune era infeudato al conte Francesco Imbonati al quale la comunità non versava alcun tipo di tributo. Il comune, che contava in tutto 305 anime, non disponeva di consigli ma, per le decisioni comunitarie, convocava la popolazione in pubblica adunanza.
Per l’amministrazione il comune disponeva di un console e di un cancelliere il quale veniva retribuito con salario annuale. Incaricato delle riscossioni dei carichi e del pagamento delle spese era un solo esattore che veniva nominato in pubblica adunanza.
Il comune era allora sottoposto alla giurisdizione di un podestà feudale, al quale versava annualmente un salario, oltre che alla banca criminale di Milano. Il console prestava giuramento ad entrambi i giusdicenti (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3034).
Sempre inserito nella pieve di Incino, Alserio compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente al ducato di Milano (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Domenico Quartieri ]