Molto spesso è considerata il punto d'arrivo all'Elba, e per questo subito lasciata per raggiungere la propria meta. E pensare che Portoferraio, il capoluogo dell'isola, è stata per lungo tempo un esempio di architettura militare di alto livello tra i porti fortificati del Mediterraneo. A testimoniarlo c il giudizio di Giordano Bruno, che la voleva tanto perfetta da parlarvi in latino. D'altra parte la sua fondazione fu seguita in modo maniacale dal granduca di Toscana Cosimo de Medici, tanto che gli archivi medicei riguardanti il 1548, sono pieni di carte relativi a ordini di lavori di costruzione della sua piazzaforte. Fortissimamente sua, tanto da chiamarla Cosmopoli.
Impegnati in quest'opera furono chiamati i più grandi ingegni di architettura militare granducali, su tutti Giovanbattista Bellucci e Giovanni Camerini. La piazzaforte fu impostata su tre capisaldi: il Forte Falcone, il Forte Stella e la Torre della Linguella. A proteggere il lato di terra furono innalzati i possenti bastioni del fronte d'attacco e aperto il fossato del Ponticello, che separò fisicamente il promontorio di Portoferraio dal resto dell'isola fino ai primi anni del 900. Due porte si aprivano in questo circuito fortificato: quella di terra, arditamente scavata nello scoglio vivo, e quella elegante di mare, che si affaccia sulla darsena.
Durante i lavori di fondazione e i successivi di riadeguamento, non si scavava pozzo o fondamenta senza trovare reliquie romane, minuziosamente descritte dagli scopritori e subito spedite a Firenze. Da esse è stato possibile scoprire, anche ai giorni nostri, l'origine e lo sviluppo urbano romani della città. Essa fu conosciuta con il nome di Fabricia, termine invero più di tradizione erudita che reale, di cui oggi rimangono poche tracce, inglobate nelle costruzioni moderne. Le più significative sono senz'altro due ville patrizie, alla Linguella e alle Grotte. La prima conserva ancora bei pavimenti a mosaici policromi, mentre della seconda, all'altra estremità della rada, si riconoscono gli ambienti termali e la grande vasca ornamentale del giardino.
Sempre a proposito di vestigia imperiali, vi sono le due dimore dell'imperatore francese Napoleone, seppur giunto all'Elba con il suo prestigio a pezzi. La dimora ufficiale è la palazzina dei Mulini, in posizione dominante sulla città, tra i forti del Falcone della Stella. Quando Bonaparte la rilevò per avere un tetto sulla testa era formata da due padiglioni, sede del genio e dell'artiglieria, raccordati da un basso corpo centrale. Quest'ultimo fu fatto rialzare dal nuovo proprietario, e ne fu ricavato un salone da ballo. Il primo piano era di pertinenza di Napoleone, il secondo riservato alla moglie Maria Luisa, che per non lo raggiunger mai, e destinato alla sorella Paolina.
Durante i lavori di fondazione e i successivi di riadeguamento, non si scavava pozzo o fondamenta senza trovare reliquie romane, minuziosamente descritte dagli scopritori e subito spedite a Firenze. Da esse è stato possibile scoprire, anche ai giorni nostri, l'origine e lo sviluppo urbano romani della città. Essa fu conosciuta con il nome di Fabricia, termine invero più di tradizione erudita che reale, di cui oggi rimangono poche tracce, inglobate nelle costruzioni moderne. Le più significative sono senz'altro due ville patrizie, alla Linguella e alle Grotte. La prima conserva ancora bei pavimenti a mosaici policromi, mentre della seconda, all'altra estremità della rada, si riconoscono gli ambienti termali e la grande vasca ornamentale del giardino.
Sempre a proposito di vestigia imperiali, vi sono le due dimore dell'imperatore francese Napoleone, seppur giunto all'Elba con il suo prestigio a pezzi. La dimora ufficiale è la palazzina dei Mulini, in posizione dominante sulla città, tra i forti del Falcone della Stella. Quando Bonaparte la rilevò per avere un tetto sulla testa era formata da due padiglioni, sede del genio e dell'artiglieria, raccordati da un basso corpo centrale. Quest'ultimo fu fatto rialzare dal nuovo proprietario, e ne fu ricavato un salone da ballo. Il primo piano era di pertinenza di Napoleone, il secondo riservato alla moglie Maria Luisa, che per non lo raggiunger mai, e destinato alla sorella Paolina.
Come maison de plaisance Bonaparte acquistò un casolare nell'affascinante vallata di San Martino. L'abitazione è molto semplice, nobilitata solo dalla bellissima sala egizia, affrescata in modo da ricordare a chi la visitava i fasti della campagna in Egitto. Il monumento neoclassico sottostante la villa fu invece costruito una quarantina danni dopo l'esilio da Anatolio Demidoff, principe russo e appassionato collezionista di cimeli napoleonici. La bella struttura era stata pensata per accogliere la sua collezione, una delle più ricche del mondo, ma il suo sogno fu vanificato dalla morte e soprattutto dalla dilapidazione del nipote, a cui and tutto il materiale.
Per tornare ai piaceri di una villeggiatura estiva, Portoferraio offre la costa più bella dell'Elba. E quella che parte dalla spiaggia cittadina delle Ghiaie e si dilunga fino al promontorio dell'Enfola: una scogliera bianca incastonata di piccole cale a ghiaie dello stesso colore. Un colpo d'occhio talmente bello, soprattutto dal mare, che molto probabilmente colpì i naviganti greci, tanto da chiamare questa località Porto Argo, appunto dal suo biancore. Assolutamente impedibili in primavera le fioriture di fico degli ottentotti a Capo Bianco: stelle rosse in mezzo al biancore delle rocce e allo scintillio del mare.
Come non citare il promontorio dell'Enfola, una cupola verdeggiante di poco più di cento metri di altitudine, unita al continente elbano da una sottile striscia di poche decine di metri di larghezza. Qui si nota anche un marfaraggio, la struttura a terra di una tonnara, a ricordarci la profonda vocazione di questa zona alla pesca fino a non moltissimi anni fa.
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Sono innumerevoli le attrazioni della città di Portoferraio. Innanzitutto il sistema difensivo mediceo: il Forte Falcone (non accessibile per all'interno), il Forte Stella, la Torre della Linguella (spesso aperta in estate per esposizioni e mostre), i bastioni del fronte di terra. Sempre medicei sono i due ingressi al centro della città: la porta di terra e quella di mare, che si affaccia sulla darsena.
Le testimonianze romane tuttora rimaste sono la villa della Linguella, ai piedi della torre ottagonale medicea, dove si possono vedere i bei mosaici pavimentali; e la villa delle Grotte, sull'altro lato della rada, a qualche chilometro dalla città, in posizione panoramica. Entrambe sono nate nel corso del I secolo a. C., ma la prima ha una frequentazione molto più lunga.
Di interesse napoleonico sono le due residenze: la palazzina de Mulini, nella parte alta del centro storico, il cui giardino si estende sul terrapieno del bastione mediceo dei Mulini; e la villa di San Martino, la casa di campagna nella vallata omonima, a circa quattro chilometri dalla città. A San Martino si trova anche la galleria Demidoff, che sebbene non di epoca napoleonica a quel contesto si riferisce. Essa ospita ogni estate mostre legate al mito dell'imperatore francese, mentre in inverno conserva stampe de'poca, nonché la Galatea, statua marmorea attribuita a Canova. Un piccolo museo dedicato al corso è contiguo alla chiesa della Misericordia, vicino alla palazzina dei Mulini: tra i cimeli conserva due calchi in bronzo, della mano e del volto di Bonaparte defunto. Altra testimonianza della permanenza in città è il teatro dei Vigilanti, in piazza Gramsci, ristrutturazione della chiesa sconsacrata della Madonna del Carmine.
Nel centro urbano vi sono altri interessanti edifici da visitare. Tra i luoghi di culto: il Duomo, la chiesa del Santissimo Sacramento, la chiesa di San Rocco e la cappella della Santissima Annunziata. Tra gli edifici storici: la Biscotteria (oggi sede municipale), l'Arsenale delle galeazze (sede del mercato coperto), la Caserma de Lauger (sede della pinacoteca Foresiana). Alla Linguella si trova anche il museo archeologico, che raccoglie numerosi rinvenimenti sia terrestri che marini che illustrano la storia antica dell'Elba.
Al di fuori del circuito murario mediceo vi sono altre opere difensive, soprattutto ottocentesche. Tra tutte il Forte Inglese, cos chiamato perché quartier generale per pochi mesi degli inglesi nel 1797. Fu poi ricostruito dai francesi con il nome di Saint Hilaire, ma la sua prima fondazione si deve agli ingegneri medicei, nel 1700. Vi sono poi la ridotta di San Rocco, a poca distanza dal precedente; e il fortino del monte Bello, fuori dal centro urbano, e oggi ridotto a rudere.
Nei dintorni di Portoferraio, oltre a quello citato sopra, vi sono testimonianze di tutte le epoche:
- Castiglione di San Martino: fortezza d'altura etrusca, forse a difesa di un modesto abitato, su una collina di fronte alla villa napoleonica.
- Forte di Luceri: ruderi di un castello di origine ignota, secondo qualcuno romana sulla cima del Colle di Santa Lucia. Oggi se ne vedono solo le mura perimetrali.
- Chiesa di Santa Lucia: sorge all'interno del castello sopra detto. Anch'essa è di origine sconosciuta: i documenti iniziano a parlarne dal XVII secolo.
- Forte del Volterraio: edificato dai pisani, forse partendo da una semplice torre nell'XI secolo. Si dice sia stato fondato su una precedente fortezza etrusca. Non fu mai espugnato.
- Chiesa di Santo Stefano alle Trane: del XII secolo, romanica, dai bei fregi. L'unica romanica elbana ad essere stata salvata dall'abbandono e riaperta al culto.
- Orto botanico dell'Ottone: giardino d'acclimatazione all'interno del campeggio Rosselba. Vi si trovano palme provenienti da tutto il mondo, anche in esemplari rari.
- Valle delle ceramiche: in località San Martino, fu aperta dall'artista elbano Italo Bolano, che vi ha esposto una ventina di opere monumentali.
Dalla periferia di Portoferraio si raggiungono alcune aree escursionistiche. Dal quartiere di Carpani si può risalire al monte delle Poppe e da qui i percorsi della zona. Innanzitutto la strada che collega Acquaviva alla località del Capannone, per poi poter proseguire verso i sentieri delle colline centrali dell'isola.
All'Enfola si può intraprendere la strada militare che sale verso la vetta del promontorio, dove si trovano le strutture abbandonate di una postazione militare della seconda guerra mondiale.
Da Viticcio un sentiero giunge a Forno, con due deviazioni: per la Penisola e per le Cime.
Anche da San Martino si possono fare belle escursioni nei boschi circostanti, o raggiungere il Castiglione, dove si trova la fortezza etrusca.
Da San Giovanni si può salire alla fonte di Schiumoli e accingersi ai sentieri del monte Orello. Le colline della parte centrale sono ricche di itinerari. Il principale è la strada medievale che dall'Acquabona arriva a Literno, seguendo il crinale dei monti.
Infine da segnalare il sentiero che da Colle Reciso raggiunge il Colle Santa Lucia, con le rovine del castello di Luceri e la chiesetta che d il nome al monte.