di Andrea Sopperra
Dall’11 al 13 gennaio il Bolzano sarà impegnato a Donetsk, in Ucraina, nella Super Final della IIHF Continental Cup, l’unica coppa europea attualmente organizzata dalla Federazione internazionale. La manifestazione è sicuramente subalterna all’European Trophy, nel quale sono impegnati ben più prestigiosi club europei, ma, a differenza di tale torneo, da quest’anno può contare anche su una rappresentativa russa, il Toros Neftekamsk, campione della Vysshaya hokkeinaya liga (il secondo campionato russo) oltre che di una formazione partecipante alla Kontinental Hockey League (il massimo campionato russo), il Donbass Donetsk, campione nazionale d’Ucraina. Approfittiamo quindi di questo importante evento per riassumere le partecipazioni italiane alle coppe europee.
La prima vera e propria coppa continentale fu istituita dalla International Ice Hockey Federation nella stagione 1965/’66 e si trattava della Coppa Europa. Prima comunque dell’avvio della Coppa dei Campioni dell’hockey su ghiaccio, nel Vecchio Continente già si disputavano dei tornei internazionali, tra i quali la prestigiosa Spengler Cup, tutt’ora attiva. Questo torneo natalizio ad inviti, ideato nel 1923 dal medico di Davos Carl Spengler, è stato ad appannaggio delle squadre milanesi in 5 circostanze: tre per merito dei Diavoli Rosso-Neri (1934, 1935 e 1950) e due grazie al Milano Inter (1953 e 1954). I Diavoli, dopo avere sconfitto squadre come l’Oxfort University (GB), il Davos (CH), l’AIK Solna (S), il Lausanne (CH) e il Füssen (D), al loro terzo trionfo si aggiudicano definitivamente il trofeo; il Milano-Inter, invece, durante la sua doppietta riuscì a superare entrambe le volte sia l’EV Füssen, campione della Germania Ovest, che la formazione di casa del Davos, quindi il 27/12/1953 lo Young Sprinters Neuchâtel (vice campione svizzero) e l’anno seguente i Flyers della Royal Canadian Air Force, letteralmente demoliti dalla prima linea d’attacco milanese composta dai canadesi Leaman “Lea” Hardy, William “Billy” Cupolo e George Beach.
Altro importante trofeo transnazionale nel quale sono state impegnate le squadre italiane negli anni Sessanta e Settanta è stata la Coppa delle Alpi, vinta due volte dal Cortina (1961, 1970) e una dal Bolzano (1963), che vedeva le nostre squadre opposte a quelle svizzere, austriache e slovene. Nella strepitosa stagione 1962/’63 il Bolzano (3° l’anno prima in Serie A) sopravanzò in classifica il Wiener EV g di Vienna (campione d’Austria in carica), l’EC KAC di Klagenfurt (3a squadra austriaca), l’SG Cortina (campione d’Italia uscente) e l’HC Davos (7° l’anno precedente in NLA); il 9/3/1963 i neo campioni d’Italia riuscirono, infine, a piegare in amichevole 5:4 anche l’HC Villars, riconfermatosi campione svizzero, con una doppietta di Longarini e reti di Tucci, Coletti e Oberdorfer.
Tornando alla IIHF European Cup, la prima squadra italiana a parteciparvi fu ovviamente il Cortina, che in quegli anni dominava il panorama nazionale tanto da acquisire a suon di scudetti il diritto ad iscriversi a 9 delle prime 11 edizioni. Il miglior risultato fu conseguito nella stagione 1970/’71, quando, dopo avere ribaltato con una decisione della IIHF le due sconfitte rimediate nel primo turno contro i campioni della Germania Ovest, l’EV Landshut, rei di avere schierato due giocatori cecoslovacchi non in regola con il tesseramento, gli scoiattoli cortinesi raggiunsero il quarto turno, ovvero le semifinali. Il loro cammino fu interrotto dagli inavvicinabili campioni cecoslovacchi del Dukla Jihlava, che vinsero entrambe le partite giocate il 6 e l’8 agosto 1971 a Cortina d’Ampezzo.
Dal 1977 in poi fu, invece, il Bolzano a rappresentare più assiduamente l’Italia nella Coppa dei Campioni, ma i biancorossi non riuscirono mai a superare il 3° turno e per ben tre volte vennero eliminati dagli incontrastati campioni d’Europa del CSKA di Mosca, la squadra dell’Armata rossa nella quale militavano pressoché tutti i migliori giocatori sovietici. Neanche il Gardena nelle sue tre partecipazioni seppe fare meglio.
L’ultimo a giocare con la formula dell’eliminazione diretta fu nella stagione 1986/’87 il Merano, che grazie ad un ricorso per due giocatori non in regola con il tesseramento, riuscì ad approdare al secondo turno a spese dei francesi del Mont-Blanc di Saint Gervais.
Dal 1987 incominciò la formula a gironi, ma ne Varese e ne’ Bolzanoriuscirono a superare il primo scoglio, nonostante qualche soddisfazione ottenuta contro i campioni svizzeri ed austriaci. La qualificazione ai turni successivi fu invece ottenuta dalle squadre milanesi all’inizio degli anni Novanta, quando l’hockey in Italia raggiunse il massimo livello della sua storia. Arrivò così la qualificazione alla finale a sei dell’HC Milano (1991/’92), dopo una storica vittoria nel turno precedente contro i campioni finlandesi del TPS Turku (reti di Priondolo, Stewart, Carlacci e Foglietta), e i due quarti posti dell’HC Devils (1992/’93, 1993/’94), con memorabili vittorie sui campioni nazionali di Cecoslovacchia, Germania e Svizzera.
Nel 1991, intanto, era nata l’Alpenliga, il torneo transnazionale che raggruppava le migliori squadre italiane, austriache e slovene, la quale vide nelle prime tre edizioni il dominio delle formazioni italiane con i successi nell’ordine di Devis Milano (1991), Alleghe (1992) e Bolzano (1993). L’anno seguente la coppa fu allargata a Francia, Paesi Bassi e Danimarca con la creazione del Torneo delle 6 Nazioni, ma l’egemonia italiana continuò con il trionfo del Bolzano, anche grazie al determinante apporto del ceco Jaromir Jagr (15 punti in 5 gare), che in quella stessa stagione nella National Hockey League risultò pure il top scorer della ridotta regular season (78 punti in 48 partite).
Sempre nella stagione 1994/’95, dopo la nascita di vari Stati nell’Europa dell’Est, la IIHF decise di approntare una nuova coppa, la IIHF Federation Cup, destinata inizialmente alle formazioni di quell’area. La prima edizione fu vinta dai russi del Salavat Yulayev Ufa, mentre in quella successiva (1995/’96) la partecipazione fu aperta anche a tre nazioni occidentali come l’Italia, la Francia e la Norvegia. Rappresentava il Bel Paese il Varese, che la stagione prima era stato sconfitto nella finale scudetto dal Bolzano. I Mastini riuscirono clamorosamente ad aggiudicarsi la coppa, sconfiggendo lo Chamonix (terza squadra francese), i vice campioni ceki del ZPS Zlín, i vice campioni slovacchi del Dukla Trencín e nella finalissima i russi del Metallurg Magnitogorsk (che poi perderanno la finale del campionato russo contro la Dinamo Mosca).
La storia della Coppa Europa stava nel frattempo volgendo al termine con la disputata delle ultime due edizioni (1995/’96 e 1996/’97), ma il Bolzano in entrambi gli anni non riuscì a raggiungere il girone finale, nonostante la vittoria sui campioni nazionali slovacchi.
Sempre nella stagione 1996/’97 il Milano 24, vice campione d’Italia, si cimentò nella prima edizione della European Hockey League, venendo sconfitto però in tutti e sei gli incontri disputati.
La parabola dell’hockey nazionale era oramai in fase discendente e lo confermò il Bolzano campione d’Italia le seguenti due stagioni in EHL, che di fatto aveva sostituito la Coppa Europa, con le due uniche vittorie ottenute contro gli inglesi dei Manchester Storm.
Nella stagione 1999/’00 lo “spaghetti” hockey toccò il fondo. A causa della sparizione della Serie A1 e del conseguente allargamento della ex Serie A2 a 15 squadre, alle quali era consentito schierare un solo atleta munito di transfert card ad incontro, il Merano campione d’Italia non ottenne l’invito a partecipare a quella che poi si rivelò essere l’ultima edizione della EHL.
Fu l’HC Junior Milano, la stagione precedente unito al Cortina, a rimanere sullo scenario europeo con l’iscrizione alla Coppa Italo-francese (fantomatica coppa che tentava di riparare alla mancata partecipazione a pieno titolo dei milanesi alla Ligue Élite francese) e alla terza edizione della IIHF Continental Cup, la seconda coppa europea.
Nella stagione 2000/’01, nonostante lo scudetto vinto l’anno prima dal Bolzano, furono nuovamente i “vipers” a rappresentare l’Italia in Continental Cup (orfana delle squadre svedesi, finlandesi e russe), in virtù del 2° posto conquistato l’anno prima nella Coppa Italo-francese. La loro avventura si fermò però, come l’anno precedente, al 2° turno.
Per l’edizione 2001/’02, che segnava il rientro di una rappresentanza finlandese, all’Italia furono riservati addirittura due posti, che nel campionato precedentemente la FISG aveva deciso di assegnare alla vincitrice del campionato ed a quella della Coppa Italia. Entrambe le manifestazioni furono vinte dall’Asiago sullo Junior Milano e quindi ambedue le rivali si ritrovarono iscritte in coppa. Nel 3° turno i “vipers” eliminarono gli “stellati” e si qualificarono al Final Four di Zurigo, dove, dopo avere superato in semifinale i campioni slovacchi dello Zvolen, persero la finalissima contro i padroni di casa. Altri buoni piazzamenti delle vipere milanesi furono ottenuti nell’edizione 2002/’03 (8° posto) e 2004/’05 (4° posto).
Nel 2004/’05 la nuova IIHF European Champions Cup o Super Six Cup assorbì le rappresentative delle 6 nazioni europee più evolute dell’hockey (Repubblica Ceca, Russia, Svezia, Finlandia, Slovacchia, Germania), alle quali poi si aggiunse la Svizzera, lasciando agli altri Stati la partecipazione alla Continental Cup, che sarebbe dovuta diventare di fatto la coppa europea per le nazioni europee di 2° livello. Le squadre italiane, dal 2005 al 2008, rinunciarono a parteciparvi, in quanto la fase finale prevedeva sempre l’invito di squadre di caratura, appartenenti a nazioni di prima fascia, che avrebbero precluso qualsiasi possibilità di vittoria (difatti, due delle tre edizioni nel quale l’Italia non aderì, furono ad appannaggio di due squadre russe, la Lada Togliatti e l’AK Bars Kazan, mentre nel 2007 vinsero i bielorussi dello Yunost Minsk sui russi dell’Avangard Omsk e i finlandesi dell’Ilves Tampere, N.d.R.).
La stagione 2008/’09, nella quale fu disputata tra l’altro la 5a e ultima edizione della Champions Cup/League, segnò con il Bolzano il ritorno dell’Italia nella Continental Cup, dalla quale furono finalmente escluse le squadre appartenenti alle 6 maggiori nazioni europee. Le volpi biancorosse, qualificatesi per il Final Four di Rouen, terminarono con lo stesso punteggio dei vincitori, i campioni slovacchi dell’MHC Martin, e dei secondi classificati, i padroni di casa francesi. La stagione successiva la squadra altoatesina si arenò al 3° turno con la sconfitta ai rigori contro i campioni britannici degli Sheffield Steelers (vergognoso il penalty eseguito dal finlandese Riihijärvi, N.d.R.).
Nelle ultime due edizioni a tentare l’assalto alla coppa fu invece l’Asiago. Nel stagione 2010/’11 i vicentini subirono una bruciante eliminazione al III° turno, a causa della sconfitta ai rigori nella partita decisiva contro i campioni danesi; mentre la scorsa stagione, con un pizzico di fortuna in più, riuscirono a vincere il raggruppamento di Herning in Danimarca, qualificandosi per la Final Four di Rouen, dove persero però malamente tutti e tre gli incontri.
Nella corrente stagione, che ha segnato il ritorno nella Continental Cup di nazioni quali la Russia, la Finlandia e la Germania, rappresentate dalle squadre campioni nelle rispettive serie cadette, il Bolzano ha staccato il biglietto per la Final Four di Donetsk, sconfiggendo nella partita decisiva del girone D, all’overtime, i russi del Toros Neftekamsk, grazie alla rete decisiva di Mark McCutcheon su assist al bacio di Niklas Hjalmarsson. Lo svedese, decisivo in fase di qualificazione, non ci sarà però a Donetsk, in quanto tra breve rientrerà a Chicago per l’avvio, dopo lo sciopero, della National Hockey League.
Le coppe europee non sono però prerogativa dell’hockey maschile, ma dal 2004 anche le donne si cimentano in tali manifestazioni. In quell’anno, infatti, furono istituite la IIHF European Women’s Champions Cup, la Elite Women’s Hockey League e la Coppa delle Alpi Occidentali. Quest’ultima manifestazione, nata come alternativa all'”orientale” EWHL e che vedeva le nostre squadre del Nord Ovest sfidare le confinanti squadre francesi, ebbe però vita breve e terminò alla seconda edizione con la vittoria dell’HC All Stars Piemonte di Torino.
Nelle 9 edizioni della Coppa Campioni al femminile l’Italia conta solamente un’assenza (2005/’06) e un bilancio di 14 vittorie, 1 pareggio e 15 sconfitte. Solamente in questa stagione le “Eagles” di Bolzano, alla loro sesta partecipazione, sono riuscite a superare lo scoglio del primo turno, sconfiggendo le campionesse spagnole, croate e francesi. Prima di loro ci era riuscito l’Agordo, nell’edizione 2009/’10, quando ebbe la meglio sulle campionesse ungheresi, romene e francesi. Nessun punto è stato però mai ottenuto dalle nostre rappresentanti al secondo turno.
Sei sono invece le partecipazioni italiane alla Elite Women’s Hockey League, torneo in cui nel corso degli anni vi hanno preso parte squadre di ben 8 nazioni (Austria, Bielorussia, Germania, Italia, Rep. Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria). I migliori piazzamenti delle nostre squadre sono stati i due terzi posti di Agordo e Bolzano ottenuti nelle prime due edizioni.
Il palmarès internazionale dei club italiani
COPPA EUROPA: 1 terzo posto (SG Cortina 1970/’71), 2 quarti posti (HC Devils Milano 1992/’93 e 1993/’94);
CONTINENTAL CUP: 1 secondo posto (HC Junior Milano 2001/’02), 1 terzo posto (HC Bolzano 2008/’09), 2 quarti posti (HC Junior Milano 2004/’05 e HC Asiago 2011/’12);
FEDERATION CUP: 1 vittoria (AS Varese Hockey 1995/’96);
TORNEO 6 NAZIONI: 1 vittoria (HC Bolzano 1994/’95);
ALPENLIGA: 3 vittorie (Devils Milano 1991/’92, HC Alleghe 1992/’93, HC Bolzano 1993/’94);
DAVOS CUP: 5 vittorie (HC Diavoli Rosso-Neri1934/’35-1935/’36-1950/’51; HC Milano Inter 1953/’54 e 1954/’55).
COPPA DELLE ALPI: 3 vittorie (Cortina 1960/’61-1969/’70, Bolzano1962/’63).
IIHF European Cup
European Hockey League
IIHF Continental Cup
6 Nations Tournament
Alpenliga
IIHF Federation Cup