I sogni della notte sono cancellati dalla luce del giorno
di Cinzia Busi Thompson
Già dal titolo si evince la duplice articolazione del lavoro in oggetto, da cui la felice scelta del dittico. Il meccanismo di lettura consiste nello slittare costantemente tra sogno e realtà cercando di mettere a fuoco quali sono i sogni e qual è la realtà. Infatti, essi s’invertono secondo il luogo in cui si trovano questi bambini del Saharawi ospitati in Italia per trascorrere una breve vacanza, che gli permette di sfuggire ai terribili disagi dei campi profughi. In altre parole, se in Saharawi sognano le spiagge italiane, in Italia pensano alla loro “casa”. Siamo di fronte a un lavoro le cui immagini sono in un costante movimento che crea la tensione necessaria affinché la narrazione sia pregnante. Il racconto si sviluppa coerentemente dal primo dittico che ci mostra l’arrivo dei bambini in Italia e che lasciano alle loro spalle una terra arida e inospitale, fino alla doppia immagine finale che ci mostra un veicolo che si allontana in quel deserto assolato mentre i bambini giocano gioiosamente nel mare, elemento a loro completamente estraneo. Tra queste due immagini il racconto ci narra la loro “doppia vita”, e lo fa con la stessa leggerezza di un bambino che non possiede ancora le sovrastrutture sociali, storiche e politiche di un adulto, ma una radicata sensibilità del bene e del male; le domande verranno più tardi. Dal punto di vista formale le immagini sono molto “pulite”, essenziali, proprio come i sogni che fanno emergere un significante primario. L’opera prende in esame i vari momenti della vita di questi bambini – il gioco, il riposo, il cibo, ecc - e le immagini mostrano la contrarietà realtà/sogno che si manifesta attraverso la complementarietà conflitto/pace. Questo lavoro è molto esaustivo e rigoroso, caratteristiche che lo rendono prezioso.
Biografia
Dopo la laurea all’Università di Firenze, ha seguito corsi di specializzazione tenuti dalle Università di Cambridge e Londra. Ha lavorato a Roma nel doppiaggio, curando l’adattamento in lingua inglese di ben 16 film fra cui “Ondata di calore” di Nelo Risi e “Porcile” di Pier Paolo Pasolini.Come regista, sono importanti due suoi documentari “La laguna di Hemingway” premiato al Festival di Venezia nel settembre 1988 e “Soave come la morte” presentato al teatro Metastasio di Prato nel 1989. Come fotografo ha partecipato con due mostre fotografiche al 26° e 27° Festival dei Popoli di Firenze. Dal 1986 al 1996 ha dato vita al Laboratorio di Attività Espressive, insegnando antropologia visuale nelle scuole del Comune di Prato. Con Renzo Carlesi ha fondato nel 1995 il Centro Sperimentale di Fotografia di Prato. Per tre volte ha fatto parte della squadra italiana che ha partecipato alla Coppa del Mondo di stampe a colori con i seguenti risultati: 1° nel 2005, 9° nel 2008 e 2° nel 2011. Dal 1981 è membro della Società Italiana di Antropologia e Etnologia.