Gloria dei Re
Gloria dei Re o Kebra Nagast (ge'ez: ክብረ ነገሥት), epopea nazionale etiope e libro sacro del rastafarianesimo, risalente al IV – VI secolo d.C.
Incipit
[modifica]Originale
[modifica]በአኩቴቱ ፡ ለእግዚኣብሔር ፡ አብ ፡ አኃዜ ፡ ኩሉ ፤ ወበወልዱ ፡ ኢየሱስ ፡ ክርስቶስ ፡ ዘቦቱ ፡ ኩሉ ፡ ኮነ ፡ ወዘእኅበሌሁሰ ፡ አልቦ ፡ ዘኮነ ፤ ወበመኀፈስ ፡ ቅዱስ ፡ ጰራቅሊጦስ ፡ ዘይወፅእ ፡ እምአብ ፡ ወይነሥእ ፡ እምወልድ ፡ ፩አምላክ ፡ አብ ፡ ወወልድ ፡ ወመኀፈስ ፡ ቅዱስ ፡ ነአምን ፡ ወንገኒ ፡ ለሥሉስ ፨ ፨ ፨ ፨
[Kebra nagast: Die Herrlichkeit der Könige, a cura di Carl Bezold, Verlag der K.B. Akademie der Wissenschaften in Kommission des G. Franz'schen Verlags (J. Roth), Monaco di Baviera, 1905.]
Osvaldo Raineri
[modifica]Nella lode di Dio Padre, dominatore di tutto, e del suo Figlio Gesù Cristo per mezzo del quale tutto avvenne e senza di cui nulla accadde e dello Spirito Santo Paraclito, che procede dal Padre e prende dal Figlio unico Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, crediamo e adoriamo la Trinità.
[La Gloria dei Re. Salomone e la Regina di Saba, Editrice Fondazione Benedetta Riva, Roma, 2008. ISBN 978-88-903551-0-3]
Lorenzo Mazzoni
[modifica]Glorificando Dio nostro Padre, Creatore dell'universo; glorificando suo Figlio sceso in terra, Gesù Cristo, grazie al quale tutto è, e senza il quale niente sarebbe; glorificando lo Spirito Santo, Uno e Trino, il Paraclito, che viene dal Padre e segue il Figlio, noi adoriamo la Trinità, crediamo in essa: nel nome di un solo Dio, il Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo.
[Kebra Nagast. La Bibbia segreta dei Rastafari, ShaKe Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97109-32-7]
Citazioni
[modifica]- Spiegazione ed esposizione dei trecento diciotto di retta fede[1], a riguardo della gloria, della grandezza e della abbondanza che il Signore diede ai figli di Adamo, e ancor più per la grandezza e la gloria di Sion, l'arca della legge del Signore, di cui egli stesso fu creatore e artefice nel tempio del suo santuario, prima di tute le creature, angeli e uomini. | Infatti, in accordo e unanimemente e unitamente, il Padre e il Figlio e lo Spirito santo hanno creato la Sion celeste, l'abitazione della loro gloria. (cap. 1; 2008, p. 27)
- L'interpretazione e la spiegazione data dai Trecentodiciotto Padri Ortodossi[1] riguardo a cosa siano splendore, magnificenza e dignità, e a come queste benedizioni furono conferite da Dio ai figli di Adamo. E in particolare riguardo al fasto, al fulgore di Zion, il Tabernacolo della Legge di Dio, del quale Egli Stesso fu Creatore e Artefice, nella fortezza della Sua Santità, che risiede prima di tutte le cose create, prima degli angeli come degli uomini. Poiché Padre, Figlio e Spirito Santo, con perfetta unione, buona volontà e infinito accordo, crearono assieme la Divina Zion, affinché fosse dimora della loro Gloria. (cap. 1; 2013, p. 43)
- Mentre stavo nella fossa, pensavo a questa cosa e alla stoltezza del re dell'Armenia, e, in proporzione al mio intelletto, dissi: "Quale è la loro grandezza? Consiste forse nel numero delle milizie o nella magnificenza delle ricchezze del mondo o nel governo di molte città?" (Gregorio Illuminatore, cap. 2; 2008, p. 27)
- Mentre stavo in quella fossa, ho avuto modo di riflettere approfonditamente su questo tema, e sulla follia dei Re d'Armenia; pensavo, per quanto poco lungimirante sia la mia mente: in cosa consiste la grandezza dei Re? Risiede forse nella moltitudine dei soldati? O nella magnificenza di enormi proprietà terrene? O forse nell'estensione delle proprie leggi su vari paesi e città? (Gregorio Illuminatore, cap. 2; 2013, p. 44)
- [...] Adamo, vedendo Caino tetro in volto, il suo aspetto torvo, si rattristò. | E quindi nacque Abele, e Adamo, vedendo Abele, come il suo era un aspetto bello e il suo volto lieto, disse: "Questo è mio figlio, l'erede del mio regno". (Gregorio Illuminatore, cap. 3; 2008, p. 28)
- [...] quando Adamo vide che il volto di Caino era tetro e scontroso, e malvagia la sua apparenza, ne fu profondamente addolorato. Dunque nacque Abele: e quando Adamo vide che la sua apparenza era benevola, che bei lineamenti aveva il suo viso, disse: «Questo, è mio figlio. L'erede del mio regno». (Gregorio Illuminatore, cap. 3; 2013, p. 44)
- Infatti l'uccisione del fratello fu creata dall'inizio, per l'invidia di Satana verso i figli di Adamo. (Gregorio Illuminatore, cap. 4; 2008, p. 28)
- [...] il fratricidio fu creato per la prima volta dall'invidia di Satana per i figli di Adamo. (Gregorio Illuminatore, cap. 4; 2013, p. 45)
- E quanto a quell'empio uccisore di suo fratello, moltiplicò il male e i suoi discendenti come lui e irritarono il Signore con la loro cattiveria e non c'era timore del Signore davanti ai loro occhi; | e non lo pensavano come il loro creatore, e non lo pregavano e non lo adoravano e non lo invocavano e non lo servivano con timore. | Quelli solamente mangiavano e bevevano e ballavano e si divertivano con strumenti musicali e con il canto e nella dissolutezza, senza legge e senza moderazione e senza regola. | E la perversità dei figli di Caino crebbe talmente che, nella superbia della loro lussuria, introdussero il seme dell'asino nella giumenta, e fu generato il mulo che il Signore non aveva ordinato [...]. (Gregorio Illuminatore, cap. 6; 2008, p. 29)
- Caino, uomo maledetto, uccisore di suo fratello, moltiplicò il male; e il suo seme fece altrettanto, provocando la collera di Dio con la sua malvagità. La sua stirpe non aveva timore di Dio negli occhi, nessuno dei suoi figli tenne mai a mente che Egli li aveva creati, nessuno Lo pregò mai, né lo adorò, né invocò mai il Suo nome, né mosso da spavento lo servì mai. No, i suoi successori pensarono invece solo a mangiare, a bere, a ballare, a suonare strumenti a corda, a cantare canzoni indegne, e a compiere lavori impuri privi di alcuna legge, senza misura né regola. Dunque la perversione dei figli di Caino si moltiplicò, tanto che nella loro sconfinata indecenza introdussero il seme dell'asino nella giumenta, e così fu generato il mulo, cosa che Dio non aveva certo comandato. (Gregorio Illuminatore, cap. 6; 2013, p. 46)
- [Caino] camminò nel consiglio del diavolo che fece germinare il male e insegnò tutto quello che il Signore odiava: | la superbia, l'arroganza, l'orgoglio, l'ingiuria, la calunnia e il giurare il falso. (Gregorio Illuminatore, cap. 7; 2008, p. 29)
- Caino infatti insegnò ai suoi discendenti a fare tutto ciò che Dio odiava: orgoglio, vanagloria nel parlare, autoadulazione, calunnia, falsa accusa, e persino il giuramento di patti inveritieri. (Gregorio Illuminatore, cap. 7; 2013, p. 46)
- Ecco dunque che ora abbiamo compreso esattamente che, prima di tutte le creature, anche degli angeli, e prima dei cieli e della terra, e prima del firmamento e degli abissi del mare, egli creò l'arca dell'alleanza: quella che è nei cieli, cammina sopra la terra. (cap. 10; 2008, p. 30)
- Ora osserva: noi finalmente comprendiamo con chiarezza che prima di ogni cosa creata, persino degli angeli, e prima dei cieli e della terra, e prima dei pilastri del Paradiso, e degli abissi del mare, Egli ha creato il Tabernacolo dell'Alleanza, cosicché ciò che risiede in cielo possa giungere sino alla terra. (cap. 10; 2013, p. 48)
- Prima invero creò Sion, la dimora della sua gloria, mentre il significato della sua alleanza è ciò che disse: | "Rivestirò il corpo terrestre di Adamo e apparirò a tutto ciò che ho creato con la mia mano e con la mia parola". | Ma se la Sion celeste non fosse scesa e se non avesse rivestito il corpo di Adamo, il Signore, il Verbo, non sarebbe apparso, e la nostra salvezza non sarebbe avvenuta. Ascoltate per similitudine: | quanto alla Sion celeste, ella è simile alla genitrice del Redentore, Maria, poiché nella Sion costruita furono poste le dieci parole della legge che sono state scritte con le sue mani, e, nel grembo di Maria, abitò lo stesso creatore, per mezzo del quale tutto fu fatto. (cap. 11; 2008, p. 30)
- Egli creò Zion prima di qualsiasi altra cosa affinché fosse la dimora della Sua gloria, e l'idea del Suo Patto fu non altro da quanto detto: "Indosserò la carne di Adamo, che è fatta di polvere, così comparirò davanti a tutti coloro che ho creato, con la Mia mano e la Mia voce". Perciò se il Paradiso di Zion non fosse sceso, né avesse indossato la carne di Adamo, allora Dio, che è Parola, non sarebbe apparso, né esisterebbe per noi alcuna salvezza. Prova ne è la similitudine: la divina Zion, infatti, deve essere guardata come anagogia della Madre del Redentore, Maria. Poiché nella Zion costruita sono riposti i Dieci Comandamenti della Legge, scritti dalle Sue mani, ed Egli Stesso, il Creatore, visse nel ventre di Maria, e attraverso di Lui tutto venne alla luce. (cap. 11; 2013, p. 48)
- Ed esso fu onorato e assai grande in Israele e dedicato al Signore per dimora della sua gloria; ed egli stesso discenderà sul monte del suo santuario e parlerà ai suoi eletti e li aprirà alla salvezza e li salverà dalla mano del loro nemico; e parlerà loro dalla colonna della nube, affinché custodiscano la sua legge e il suo ordinamento e camminino nel comandamento del Signore. (cap. 17; 2008, p. 34)
- Dunque Zion fu venerata con infinita magnificenza in Israele e fu riconosciuta da Dio come la dimora della Sua gloria. Egli stesso scese dal Monte della Sua Santità e conversò con i Suoi prescelti, aprendo loro una via di salvezza e liberandoli dalle mani dei loro nemici. E parlò con loro dalla colonna di nuvole, comandando di conservare per sempre la Sua Legge e i Suoi comandamenti, e di camminare secondo i Suoi precetti. (cap. 17; 2013, p. 53)
- E il capo dei vescovi di Roma, Damaso, disse: | Io invero, nella casa di Sofia, tra i libri e i tesori del re, ho trovato un libro secondo cui ogni regno del mondo è del re di Roma e del re d'Etiopia. (cap. 19; 2008, p. 34)
- Il patriarca Timoteo, che fu tra il 511 e 517 Arcivescovo di Bisanzio, disse: Ho trovato nella Chiesa di [Santa] Sofia, tra i libri e i tesori reali, un manoscritto [che dice] che l'intero regno del mondo [appartenne] un tempo all'Imperatore di Bisanzio e all'Imperatore d'Etiopia. (cap. 19; 2013, p. 53)
- [Sulla Regina di Saba] E quanto a questa regina del sud, era molto bella d'aspetto e di sembianze e di saggezza e di intelligenza che il Signore le aveva dato, affinché andasse a Gerusalemme per ascoltare la sapienza di Salomone. | Infatti questo fu fatto per volere del Signore, e fu compiuto il suo beneplacito. (cap. 21; 2008, p. 35)
- [Sulla Regina di Saba] Questa regina del Sud aveva un viso meraviglioso, la sua statura era superba e l'intelligenza e la comprensione che Dio le aveva donato erano elevate a tal punto da spingerla fino a Gerusalemme per ascoltare la saggezza di Salomone; ciò avvenne per il volere e il piacere di Dio. (cap. 21; 2013, p. 54)
- E comandava a quelli che [doveva] con umiltà e dolcezza; e, quando essi sbagliavano, li perdonava, poiché reggeva la sua casa con saggezza e con timor di Dio, e riprendeva con dolcezza gli stolti e con dolcezza perdonava le serve. | E apriva la sua bocca in parabole e la sua voce era più dolce del favo di miele. | E tutto il suo comportamento era piacevole e tutto il suo aspetto era gradevole, poiché la sapienza è amata dai dotti e disprezzata dagli stolti. (cap. 22; 2008, p. 35)
- A coloro cui Salomone doveva dare ordini, parlava con umiltà e grazia, e quando questi sbagliavano li ammoniva gentilmente. Poiché aveva costruito la propria casa nella saggezza e nel timore di Dio, sorrideva graziosamente agli stolti e li metteva sulla retta via, e trattava con gentilezza anche le serve. Apriva la sua bocca esprimendosi in parabole e le sue parole erano più dolci del miele più puro; tutto il suo comportamento era ammirevole, tutto il suo aspetto piacevole. Poiché la saggezza è amata dagli uomini accorti, mentre è respinta dagli stolti. (cap. 22; 2013, p. 55)
- [Su Salomone] La dolcezza del suo eloquio era come l'acqua per l'assetato e come il pane per l'affamato e come la medicina per l'ammalato e come la veste per il nudo e come il padre per l'orfano; e giudicava con giustizia e senza favoritismo di persone; e aveva in abbondanza la gloria e la ricchezza che il Signore gli aveva dato: oro e argento e gemme e vesti preziose e bestiame e fiere senza numero. (cap. 22; 2008, p. 35)
- [Su Salomone] Era come un padre per gli orfani. Giudicava con saggezza ed era imparziale. Aveva gloria e ricchezza che Dio gli aveva dato in grande abbondanza; esattamente: oro, argento, pietre preziose, ricche vesti, buoi e pecore e capre innumerevoli. (cap. 22; 2013, p. 55)
- Ascoltate la mia voce, voi miei, e prestate attenzione alle mie parole, poiché io invero desidero la sapienza e il mio cuore cerca la conoscenza, poiché sono stata ferita dall'amore della sapienza e sono tratta dalle funi della conoscenza. | La sapienza infatti è il migliore di un forziere d'oro e d'argento; la sapienza invero è migliore di tutto ciò che è stato creato sulla terra. | Dunque, a che cosa sotto il cielo paragoneranno la sapienza? | È più soave del miele e rallegra più del vino e illumina più del sole ed è più amata di una perla preziosa e irrora più dell'unguento e sazia più dei cibi succulenti ed è più preziosa di migliaia di pezzi d'oro e d'argento; | allieta il cuore e illumina gli occhi ed è agilità dei piedi e corazza del petto ed elmo del capo e collare del collo e cintura dei fianchi e udito degli orecchi e maestra dei cuori e dottrina dei dotti e conforto dei prudenti e datrice di gloria ai cercatori. | E non si sostiene un regno senza la sapienza e non si custodisce la ricchezza senza la sapienza e neanche un piede è stabile dove si posa senza la sapienza e neppure la lingua, che parla senza sapienza, è amata. | La sapienza quindi è migliore di tutti i tesori; chi accumula oro e argento non avrà profitto senza la sapienza, e chi accumula sapienza non avrà nessuno che la tolga dal suo cuore. | I sapienti mangiano quello che accumulano gli stolti, e, a causa della cattiveria degli iniqui, i giusti sono lodati, e, a causa dell'errore degli stolti, sono amati i sapienti. | La sapienza è sublime e ricca: io l'amo come la madre ed essa mi abbraccia come il suo bimbo; io seguo le orme della sapienza ed essa mi proteggerà in eterno; io cerco la sapienza ed essa è sempre con me; seguo le sue orme e non sono abbandonata da lei; mi appoggio ad essa ed è per me bastione di diamante; mi rifugio in essa ed è per me forza e potenza; mi rallegro in essa ed è per me grazia abbondante. | Infatti è giusto che seguiamo le orme della sapienza e che le nostre impronte si imprimano sulla soglia delle porte della sapienza: cerchiamola e la troveremo, amiamola e non si separerà da noi, chiediamola e la otterremo, domandiamola e la riceveremo. | Volgiamo il nostro cuore a lei per non dimenticarla in ogni momento, poiché se la ricordiamo anch'essa si ricorderà; e non menzionare la sapienza agli stolti, poiché non la onorano ad essa non li ama. | L'onore della sapienza invero è di onorare il sapiente e l'amore della sapienza è di amare il sapiente; ama il sapiente e non allontanarti da lui, e nella visione di lui diverrai sapiente; ascolta l'aprirsi della sua bocca per essere come lui e guarda le orme dei suoi piedi per posar[li] dove egli calpesta. | E non allontanarti da lui, per prendere le briciole della sua sapienza; quanto a me, amo [Salomone], per obbedire senza averlo visto, poiché, tutta la narrazione che mi è stata fatta è piacevole al mio cuore come l'acqua per l'assetato. (Regina di Saba, cap. 24; 2008, pp. 37-38)
- Sono rapita dall'amore per il sapere, sono avvolta dalle corde della filosofia; poiché la saggezza ha molto più valore di qualsiasi tesoro d'argento e d'oro, ed è quanto di migliore sia stato creato sulla terra. Orbene, a cosa sotto il cielo può essere paragonato la saggezza? Essa è più dolce del miele e inebria più del vino, ed è luminosa persino più del Sole, perciò deve essere amata più di tutte le pietre preziose al mondo. È liscia e impingua più dell'olio, e soddisfa gli appetiti umani più di ogni squisita carne, e dà [all'uomo] più ricca ricompensa di migliaia di pezzi d'oro e d'argento. È fonte di gioia per lo spirito, la luce e il luccichìo dell'occhio, l'aumento di velocità del piede, la protezione del petto, l'elmo per la testa, una catena per il collo, e una cintura per i fianchi. La sapienza fa ascoltare le orecchie e dà la comprensione ai cuori, è l'insegnante di coloro che imparano, è consigliera per coloro che sono discreti e prudenti e dà fama a coloro che la cercano. Per quanto riguarda il regno, esso non può sorreggersi senza la saggezza, né le ricchezze essere conservate; il piede non può tenere il luogo che ha raggiunto senza sapienza. Senza conoscenza ciò che la lingua dice è inaccettabile. La saggezza è il migliore tra tutti i tesori. Chi accumula oro e argento non ne può trarre alcun vantaggio senza di essa; ma colui che accumula saggezza, possiede qualcosa che non potrà essergli mai sottratto dal cuore. Perciò, quello che gli stolti accumulano, sarà consumato dal saggio. Per la debolezza di coloro che peccano, i giusti sono lodati; e sempre per gli atti corrotti degli stolti, i saggi sono amati. La sapienza è qualcosa di esaltante e prezioso: la amerò come una madre, ed essa mi abbraccerà come una figlia. Seguirò le orme della conoscenza ed essa mi proteggerà per sempre; la cercherò, ed essa sarà con me per sempre; seguirò le sue tracce, e non mi farà perdere; starò su di essa, e sarà per me un muro di diamante; troverò riparo in lei, e mi darà potere e forza; gioirò in lei, e sarà per me abbondante soddisfazione. Perciò è giusto che noi seguiamo le impronte della saggezza, affinché le suole dei nostri piedi possano varcare la soglia delle porte della sapienza. Perciò chiamiamola e la troveremo; amiamola e non si nasconderà da noi; inseguiamola e la raggiungeremo; chiediamo e riceveremo; lasciamo volgere verso di lei i nostri cuori affinché non possiamo mai dimenticarla. Se [noi] la ricordiamo, essa ci ricorderà; e con gli stolti non spartirete la saggezza, poiché non la stimano onorevolmente, ed essa non li ama. Onorare la sapienza è l'onore del saggio, e l'amore della sapienza è l'amore del saggio. Amate chi è saggio, e non vi allontanate da lui, e dalla sua vista anche voi diverrete saggi; ascoltate i discorsi della sua parola, affinché possiate essere come lui; guardate laddove questi ha posto il piede, e non lasciatelo, cosicché voi possiate ricevere il ricordo della sua sapienza. Io amo costui semplicemente ascoltando parlare di lui, senza neanche averlo visto, e tutta la sua storia che mi è stata riferita è come il desiderio del mio cuore è come acqua per l'assetato. (Regina di Saba, cap. 24; 2013, pp. 57-58)
- [Su Salomone] E tutto era fatto per la sua parola e nessuno trasgrediva la sua parola, poiché la luce del suo cuore era come una fiaccola nelle tenebre e l'abbondanza della sua sapienza come la sabbia [del mare] [...]. (cap. 25; 2008, p. 39)
- [Su Salomone] Tutto era scritto dal suo comando, non c'era nessuno che si mettesse contro la sua parola; poiché la luce del suo cuore era come una lampada nelle tenebre, la sua saggezza abbondante come la sabbia. (cap. 25; 2013, p. 59)
- [Rivolto alla regina di Saba] Quanto alla sapienza e all'intelligenza, da te sono germogliate, mentre a me le ha date il Dio d'Israele che avevo pregato e che avevo invocato; | tu invece, senza conoscere il Dio d'Israele, hai fatto germogliare questa sapienza dal tuo cuore per vedere me, umile servo del mio Dio [...]. Io invero sono il servo del mio Dio e non sono libero e non sono uno che serve per mio volere, ma per il suo volere; e questa parola non è da me, ma dico ciò che egli mi fa dire, e faccio quello che egli mi comanda; vado dove egli mi favorisce; dico quello che egli mi insegna; capisco ciò che egli mi insegna. | Infatti, mentre io ero polvere, mi ha fatto carne, e mentre ero acqua, mi ha reso uomo solido, e mentre ero una piccola goccia, saliva che è sputata in terra e secca sulla terra, mi ha plasmato a sua immagine e mi ha fatto a sua somiglianza. (Salomone, cap. 26; 2008, p. 39)
- [Rivolto alla regina di Saba] Saggezza e conoscenza sorgono anche da te, invero. In quanto a me, [le possiedo solo] nella misura in cui il Dio d'Israele me le ha donate, perché le chiesi a Lui. Ma tu, anche se non conosci il Dio d'Israele, hai la saggezza che hai raccolto nel tuo cuore, la quale ti ha spinto fin qui per vedere me, vassallo e servo del mio Dio [...]. Ebbene, io sono il servo del mio Dio e non sono un uomo libero: non servo ciò che mi dice la mia volontà, bensì eseguo quanto detti la Sua volontà. Questo discorso non nasce da me, bensì esprimo solamento ciò che Egli mi fa asserire. Ogni cosa mi comandi di fare io lo faccio, ovunque desidera che io vada io vado, di qualsiasi argomento mi abbia erudito, io ho parlato; questo limitatamente riguardo ciò su cui Mi ha dato saggezza e conoscenza. Poiché all'inizio ero solo polvere ed Egli ha fatto la mia carne, ero solo acqua e ha fatto di me un uomo solido, e da semplice goccia, che cadendo sul suolo si sarebbe asciugata sulla superficie della terra, Egli mia ha reso a sua immagine e mi ha fatto a Sua somiglianza. (Salomone, cap. 26; 2013, pp. 60-61)
- [...] io pure sono un uomo e domani sarò cenere, vermi e putredine, anche se ora appaio tale da non morire in eterno. (Salomone, cap. 27; 1961, p. 49)
- Infatti sono uomo e cenere anch'io, e domani diverrò vermi e putredine; ora tuttavia appaio come uno che non morrà mai. (Salomone, cap. 27; 2008, p. 40)
- Sono uomo di polvere e ceneri, che domani diverrà vermi e terra, eppure fino a questo momento appaio come uno che non morirà mai. (Salomone, cap. 27; 2013, p. 61)
- A che siamo utili noi umani se non facciamo penitenza e misericordia sulla terra? Non siamo noi forse inutile erba del deserto che il fuoco a suo tempo secca e brucia sulla terra? Ci compiacciamo di saporiti cibi e di eleganti vesti, mentre siamo vivi e forti, e ci compiacciamo di balsami e profumi. E, mentre siamo vivi, siamo già morti per peccati e colpa. Mentre siamo sapienti, siamo già stolti per disubbidienza e ribellione; mentre siamo onorati, siamo già spregevoli per arti magiche ed adorazione degli idoli. Ma l'uomo è onorato ché fu creato a simiglianza di Dio; e, se fa peccato, diverrà simile a Dio. (Salomone, cap. 27; 1961, p. 50)
- Quale utilità per noi, figli dell'uomo, se non pratichiamo la penitenza e la clemenza sulla terra? | Non siamo forse noi tutti erba vana della campagna che secca a suo tempo e il fuoco brucia? | Sulla terra siamo provvisti di cibi deliziosi e di vesti preziose; mentre viviamo siamo puzzolenti e siamo provvisti di profumi e di unguenti; mentre viviamo siamo morti per i peccati e per le colpe; sapienti, siamo stolti per la disobbedienza e le perversioni; ornorati, diveniamo spregevoli per la divinazione e l'idolatria. | Quanto all'uomo onorato che fu creato a immagine di del Signore, se fa il bene sarà come il Signore [...]. (Salomone, cap. 27; 2008, p. 40)
- A che serviamo noi, prole degli uomini, se non esercitiamo la carità e l'amore sulla terra? Siamo forse distinti da nullità, da mera erba in un campo, che invecchia secondo stagione e brucia nel fuoco? Sulla terra noi provvediamo a noi stessi con squisite carni, [indossiamo] preziosi vestiti, eppure anche mentre siamo vivi odoriamo già di morte. Noi provvediamo a noi stessi con dolci profumi e delicati unguenti, ma anche mentre siamo vivi moriamo quotidianamente attraverso peccati e trasgressioni; da saggi, diventiamo ignoranti attraverso la disobbedienza e i gesti iniqui; nati saldi nell'onore, diveniamo disprezzabili attraverso la magia, la stregoneria, e la venerazione degli idoli. Dunque l'uomo degno d'onore, creato nell'immagine di Dio, se compie il bene sarà davvero come Dio (Salomone, cap. 27; 2013, p. 61)
- [...] quanto a noi, ci prostriamo davanti al sole, come ci hanno insegnato i nostri padri, poiché diciamo che è il sole il re degli dèi; | e, tra gli altri, quelli che ci sono sottomessi, alcuni si prostrano alle pietre e altri si prostrano davanti agli alberi e altri si prostrano davanti alle statue e altri si prostrano a simulacri d'oro e d'argento. | Noi invece ci prostriamo al sole, poiché egli cuoce il cibo e inoltre illumina le tenebre e allontana la paura; gli diciamo nostro re e gli diciamo nostro creatore e ci prostriamo a lui come nostro dio, poiché nessuno ci ha parlato di un altro dio se non di lui. (Regina di Saba, cap. 27; 2008, pp. 40-41)
- Noi adoriamo il sole come i nostri genitori ci hanno insegnato a fare, poiché consideriamo che il sole sia il Re degli dèi. Ma ci sono altre credenze; alcuni adorano le pietre, altri gli alberi, e altri ancora adorano figure intagliate o immagini d'oro e argento. Noi adoriamo il sole, perché cuoce il nostro cibo, e non solo, illumina le tenebre e rimuove la paura; noi lo chiamiamo "Nostro Re", e "Nostro Creatore", e lo adoriamo come nostro Dio. Nessun uomo ci ha mai detto che al suo fianco possa esserci un altro Dio. (Regina di Saba, cap. 27; 2013, p. 62)
- In verità, è giusto prostrarsi al Signore, a colui che ha creato tutto: il cielo e la terra e il mare e l'asciutto, il sole e la luna, le stelle e i luminari, gli alberi e le pietre, gli animali e gli uccelli, le fiere e i coccodrilli, i pesci e i cetacei, gli ippopotami e le lucertole acquatiche, i fulmini e i fragori, le nubi e i tuoni, le cose buone e le cattive. | È solo davanti a lui che dobbiamo prostrarci con timore e con tremore, con gioia e con esultanza, poiché è il Signore di tutto, il creatore degli angeli e degli uomini; ed egli uccide e vivifica ed egli punisce e perdona, rialza il povero da terra e solleva l'indigente dalla polvere, e affligge e allieta e fa salire e fa scendere; nessuno lo biasima, poiché è il Signore di tutto, e nessuno gli dice: Cosa hai fatto? | A lui si deve la gloria e la lode, dagli angeli e dagli uomini. | Quanto poi a chi ti dice: E vi ha dato l'arca della legge, in verità a noi è stata data l'arca del Dio d'Israele che fu creata prima di tutte le creature per il beneplacito della sua gloria. | E, avendo[li] scritti, fece scendere per noi i suoi comandamenti, affinché conoscessimo la sua giustizia e il suo giudizio che egli aveva istituito sul monte del suo santuario. (Salomone, cap. 28; 2008, p. 41)
- Veramente, è giusto che tutti debbano credere in Dio, che ha creato l'universo, il cielo e la terra, il mare e la terra ferma, il sole e la luna, le stelle e i brillanti corpi del paradiso, gli alberi e le pietre, le bestie e i pennuti, le belve selvagge e i coccodrilli, i pesci e le balene, gli ippopotami e le lucertole acquatiche, i fulmini e il rombo del tuono, le nuvole e i lampi, il bene e il male. È in lui che dobbiamo credere, nella paura e nel terrore, con gioia e giubilo. Perché Egli è Signore dell'universo, Creatore degli uomini e degli angeli. Colui che toglie e dà la vita, che infligge punizioni e mostra compassione, che può rialzare dalla terra chi è in miseria, che può esaltare il povero dalla polvere, che può gettare nello sconforto o riempire di gioia, solo Egli solleva, o abbatte. Nessuno può rimproverarLo, poiché è il Signore dell'universo, non c'è nessuno che può dirgli "ma cosa hai fatto?", bensì verso di Lui bisognerebbe pregare e rendere grazie, angeli come uomini. E per quanto tu dicesti, che "ci ha donato il Tabernacolo della Legge", veramente ci fu dato il Tabernacolo del Dio d'Israele che fu creato prima di qualunque altra cosa, dal Suo glorioso consiglio. Egli ha fatto scendere su di noi i suoi comandamenti messi per iscritto, cosicché noi potessimo conoscere i decreti e giudizi che aveva sul monte della Sua santità. (Salomone, cap. 28; 2013, pp. 62-63)
- Da ora invero non adorerò più il sole, ma adorerò il creatore del sole, il Dio d'Israele; e questa arca del Dio d'Israele sia la mia Signora, per me e per la mia discendenza dopo di me e per tutti il mio regno che mi è sottoposto. (Regina di Saba, cap. 28; 2008, p. 41)
- Da questo momento non adorerò più il sole, bensì il Creatore del sole, il Dio d'Israele. Che il Tabernacolo del Dio d'Israele sia la mia Signora, e per la mia stirpe dopo di me, e su tutti i regni sotto il mio dominio. (Regina di Saba, cap. 28; 2013, p. 63)
- E noi poi, essendoci accertati di ciò che hanno detto gli apostoli che ci hanno preceduto, abbiamo stabilito con loro; noi, i trecentodiciotto[1], abbiamo rettificato e riordinato la fede, mentre nostro Signore Gesù Cristo era con noi: egli stabilì per noi come insegniamo e come pratichiamo la fede. (cap. 29; 2008, p. 42)
- Noi, i Trecentodiciotto[1], abbiamo mantenuto e scritto nero su bianco la fede ortodossa, e il nostro Signore Gesù Cristo è con noi. Egli ci ha diretti in cosa dovessimo insegnare, e come dovesse mostrarsi la fede. (cap. 29; 2013, p. 64)
- E le mandava pietanze provocanti la sete, con deliberazione e con astuzia, e bevande acetose, pesce intriso di pepe. | E preparava e dava questo alla regina affinché ne mangiasse. | E quando la mensa del re fu completata tre volte e sette volte, e i dispensieri e i consiglieri e i giovani e i servitori si furono ritirati, il re si alzò e andò dalla regina, ed essendo essi soli, le disse: "Mettiti comoda qui, per amicizia, fino a domani". | E gli disse: | "Giurami per il tuo Dio, il Dio d'Israele, che non mi prenderai con la forza. Se accadesse che io violassi la legge degli uomini, secondo la quale sono vergine, nella via [del ritorno] precipiterei nella tribolazione e nella sofferenza e nell'afflizione". [...] Le rispose e le disse: | "Ti giuro che non ti farò violenza, ma anche tu giurami che non prenderai nulla di ciò che è nella mia casa". [...] E la regina dormì un poco, e quando si svegliò, aveva la sua bocca asciutta per la sete, poiché nella sua sapienza egli le aveva dato pietanze piccanti, e aveva molta sete e la sua bocca asciutta ela sua bocca cercava e non trovava umore; e pensò di bere l'acqua che aveva visto e spiò e guardò verso il re Salomone, e le sembrò che dormisse un sonno profondo. | E invece egli non dormiva, ma aspettava che lei si alzasse a prendere l'acqua per la sua sete. | Ed ella si levò senza far rumore coi suoi piedi e andò verso quell'acqua della brocca e la sollevò per bere l'acqua. | Egli però le prese la sua mano prima che bevesse l'acqua e le disse: | "Perché hai violato il giuramento che hai giurato, di non prendere nulla di ciò che è nella mia casa?" | Ed ella rispose con timore e disse: | "C'è forse violazione del giuramento nel bere l'acqua?" | E il re disse: | "C'è forse qualcosa che tu abbia visto migliore dell'acqua sotto il cielo?" | E lei disse: | "Ho peccato contro me stessa, ma tu sei sciolto dal giuramento: lasciami bere l'acqua per la mia sete". | E le disse: | "Sono forse quindi sciolto dal giuramento che ti ho giurato?" | E la regina gli disse: | "Sii sciolto dal giuramento, ma lasciami bere l'acqua". | E lasciò che bevesse l'acqua; e dopo che ella ebbe bevuto l'acqua, egli attuò il proprio volere, e dormirono insieme. (cap. 29-30; 2008, pp. 43-45)
- Con saggia intenzione Salomone le mandò carni che l'avrebbero resa assetata, bevande miscelate con un poco d'aceto e pesce e piatti preparati con pepe. Così fece, e diede questo alla Regina affinché lo mangiasse. Il pranzo reale era stato servito con tre primi e sette seconde portate, e gli amministratori, i consiglieri, i giovani e i servi se n'erano andati, allora il Re si alzò e andò dalla regina dicendole – ora finalmente erano soli insieme: «Riposati qui fino all'alba, nel nome dell'amore». Gli rispose: «Giurami dinanzi al tuo Dio d'Israele che non mi prenderai con la forza. Poiché se io, che secondo la legge sono vergine, sarò sedotta, tornerò [indietro] nel mio viaggio con rimpianto, afflizioni e tribolazioni» [...] Le rispose quindi Salomone: «Prometto che non ti prenderò con la forza, ma tu dovrai promettere a me che non prenderai con la forza, nessuna cosa che sia nella mia casa». [...] Da parte sua, la Regina dormì un poco. Poi si svegliò con la bocca secca, accaldata dalla sete, poiché il cibo che Salomone le aveva dato – nella sua sapienza – l'aveva assetata, ed ella era invero estremamente assetata, e la sua bocca era secca; muoveva le labra e il palato ma nella bocca non v'era saliva. Così decise di bere l'acqua che aveva visto, e guardò verso il Re Salomone, lo studiò attentamente e alla fine pensò che stesse dormendo col respiro di chi dorme. Ma non era così: il Re stava solo aspetando il momento in cui si fosse dovuta alzare per rubare l'acqua per [placare] la sua sete. Quindi la Regina si alzò e, senza far rumore col piede, andò a prendere l'acqua nella brocca sollevando il bicchiere per bere. Svelto Salomone sfiorò la sua mano prima che potesse bere e disse: «Perché hai già infranto la promessa che non avresti preso niente con la forza che fosse in casa mia?» Rispose ella spaventata: «Ho infranto il giuramento solo prendendo dell'acqua?» E il Re: «Hai forse mai visto qualcosa sotto il cielo che sia più prezioso dell'acqua?»
E la Regina: «Quindi ho peccato contro me stessa... Dunque anche tu sei libero dal [tuo] giuramento. Ma lasciami bere la tua acqua, prima». Le rispose: «Sono davvero libero dalla promessa che mi avevi richiesto?» E la Regina disse: «Sì, sei libero dal giuramento, ma per favore solo lasciami bere la tua acqua». Quindi Salomone le permise di bere, e dopo che si fu dissetata completamente, egli realizzò il suo desiderio con lei, e dormirono insieme. (cap. 29-30; 2013, pp. 65-67)
- E dopo che si fu addormentato, apparve al re Salomone un sole lucente: scese dai cieli e rifulse grandemente su Israele; e, dopo essersi soffermato, subitamente si levò e volò fino al paese d'Etiopia, e là risplendette grandemente per sempre, poiché amò rimanere là. (cap. 30; 2008, p. 45)
- Dopo che si fu addormentato, apparve a Re Salomone una visione abbagliante: vide il Sole infuocato scendere dal paradiso e illuminare con un incredibile splendore la terra d'Israele. Il Sole restava in quella posizione per un certo tempo, ma poi improvvisamente si ritirava e volava fin sopra il regno d'Etiopia, dove si fermava a risplendere per sempre con immenso bagliore, poiché aveva voluto restare lì. (cap. 30; 2013, p. 67)
- Ed ella si rallegrò e uscì per partire, ed egli si congedò da lei con grande maestà. E la chiamò in disparte, stando essi da soli, e sfilò un anello dal suo dito mignolo e lo diede alla regina e le disse: | "Prendi, affinché non mi dimentichi, e se otterrò da te un discendente, questo sia un segno per lui [...]". (cap. 31; 2008, p. 45)
- La Regina con gioia si organizzò per partire, e il Re la accompagnò sul cammino con grande fasto e cerimonie. Salomone dunque la prese da parte cosicché potessero essere da soli, si tolse l'anello che era nel suo mignolo e lo diede alla Regina, dicendole: «Prendi [questo], così non ti dimenticherai di me. E se il mio seme fiorirà in te, questo anello sarà un segno per lui [...]». (cap. 31; 2013, p. 68)
- [Su Menelik I] E quanto a quel figliolo, Bayna Lehkem, era bello, e tutta la sua corporatura e la sua persona e la fattezza del suo collo assomigliavano al re Salomone, suo padre; e anche i suoi occhi e le sue gambe e tutta la sua andatura assomigliava al re Salomone. | E, quando ebbe ventidue anni, aveva imparato tutto: la guerra e il cavalcare e il cacciare le fiere e tutto ciò che è per norma della gioventù. (cap. 32; 2008, p. 46)
- [Su Menelik I] Orbene il giovane Bayna-Lehkem era bello e il suo intero corpo e le sue membra, persino la postura delle sue spalle, assomigliavano al Re Salomone suo padre, e i suoi occhi e le sue gambe e tutta la sua figura rassomigliava a quella di Salomone il Re. Fu così che quando ebbe ventidue anni era già abile in tutte le arti della guerra e del cavalcare e nella caccia e nell'intrappolare bestie selvagge e in tutte quelle cose che un giovane uomo deve imparare. (cap. 32; 2013, p. 69)
- Infatti è l'ordinamento del paese dell'Etiopia che regni una donna vergina la quale non ha sposato un uomo. | Ed ella disse: | Da ora invero regnerà un maschio della tua progenie, e non regnerà una donna in eterno, se non questa tua progenie e la sua discendenza, per le generazioni delle generazioni. | E incidi questo nello scritto di un decreto, nella iscrizione di bronzo dei loro profeti, e lo porrai nella casa del Signore che hai edificato, in ricordo e profezia per i giorni futuri. | Affinché non si prostrino più al sole e all'ornamento del cielo, né ai monti e ai boschetti né alle pietre e agli alberi della campagna né agli abissi e a ciò che è nell'acqua né alle statue e ai simulacri d'oro né agli uccelli che volano, e non pratichino la divinazione con essi e non li venerino. | E questo ordinamento resti per i secoli, e se qualcuno trasgredirà questo ordinamento, la sua discendenza lo condanni per sempre. | Solamente, dacci un lembo del drappo di Sion, santa e celeste, che salutiamo, l'arca della legge del Signore. (Regina di Saba, cap. 33; 2008, p. 47)
- A quel tempo c'era una legge nel paese d'Etiopia asserente che (solo) una donna potesse regnare, e che dovesse essere una vergine che non avesse mai conosciuto uomo; ma la Regina disse: «D'ora in poi un uomo che è del tuo seme regnerà e il suo seme dopo di lui, di generazione in generazione. E questo tu inciderai nelle lettere dei rotoli nel Libro dei loro Profeti in ottone, e lo riporrai nella Casa di Dio, che sarà costruita come una testimonianza e come una profezia per gli ultimi giorni. Così la gente non venererà il sole e la magnificenza dei cieli o delle montagne e delle foreste, o le rocce e gli alberi delle lande, o gli abissi e ciò che è nell'acqua, o immagini scolpite e figure d'oro, o uccelli piumati che volano; non li useranno per la divinazione, né li adoreranno. E questa legge resterà per sempre. Così, se ci sarà qualcuno che trasgredirà questa legge, il tuo seme per sempre lo giudicherà. Solo ti prego di portarci una frangia della copertura della santa e divina Zion, il Tabernacolo della Legge di Dio, che noi abbracceremo [...]». (Regina di Saba, cap. 33; 2013, pp. 69-70)
- E, come ricordò Paolo, [Salomone] disse: "Il Signore ha reso stolta la sapienza di questo mondo"[2], ciò che aveva esaminato nella sua sapienza. | E aveva detto: "Da mille donne generò mille maschi ed erediterò le città del nemico e distruggerò gli idoli". | Ma [il Signore] non gli diede che tre figli, di cui quello maggiore, il re d'Etiopia, figlio della regina d'Etiopia, è il primogentio. | È lui quello di cui dice nella profezia: "Il Signore giurò a Davide con verità e non se ne pentirà, come il frutto del tuo ventre, stabilirò sul tuo trono"[3]. | Il Signore diede grazia al suo cospetto, a Davide suo servo, e concesse a lui di assidersi sul trono di Dio, dalla sua discendenza, secondo la carne, dalla vergine: egli giudicherà i vivi e i morti e retribuirà tutti secondo le proprie azioni. | A lui si deve la gloria, al Signore nostro Gesù Cristo, nei secoli dei secoli, amen! | E gli concesse anche che, in terra, vi fosse un re sull'arca della sua legge, la santa celeste Sion, che è il re d'Etiopia. (cap. 34; 2008, p. 48)
- Avenne a Salomone proprio come ha affermato Paolo: «Dio ha dimostrato stolta la sapienza di questo mondo»[2], poiché Salomone aveva pianificato nella sua sapienza, dicendo «Da mille donne avrò mille figli maschi, ed erediterò i paesi dei nemici, e distruggerò i [loro] idoli». Ma [Dio] gli aveva dato solo tre figli. Il suo figlio maggiore era il Re d'Etiopia, il figlio della Regina d'Etiopia, ed era il primogenito di cui [Dio] aveva parlato profeticamente: «Dio promise a Davide nella giustizia, e non si pentì. "Il frutto delle tue viscere Io lo metterò sul tuo trono"»[3]. E Dio diede a Davide Suo servo grazia dinanzi a Lui, e gli garantì che Uno del suo seme, frutto della Vergine, sarebbe seduto sul trono di Dio, e avrebbe giudicato i vivi e i morti, e ricompensato ogni uomo per il suo lavoro. Colui cui si addice la preghiera, nostro Signore Gesù Cristo, nei secoli dei secoli, Amen. Egli gli diede uno sulla terra che potesse divenire Re sul Tabernacolo della Legge della Santa, Paradisiaca Zion, ovvero, il Re d'Etiopia. (cap. 34; 2013, p. 71)
- [Sull'Etiopia] La nostra terra è migliore, poiché è buono il vento del nostro paese, che non ha calura e ardore, e buona e dolce l'acqua del nostro paese, e scorrono fiumi, e inoltre anche le cime dei nostri monti emanano acqua; | e non scaviamo, come nella vostra regione, dei pozzi profondi per l'acqua e non moriamo per il calore del sole, ma anche a mezzogiorno cacciamo fiere, bufali e cervi e uccelli e bestiame. | E anche nella stagione delle piogge, c'è il Signore che si prende cura di noi, da un anno fino all'inizio del corso dell'anno. | E in primavera ci sono quelli che mangiano il frumento, avendolo capestato coi piedi, come in terra d'Egitto; e gli alberi fruttificano bene, e il grano e l'orzo poi e tutti i nostri frutti e il nostro bestiame sono belli e stupendi. (cap. 35; 2008, p. 49)
- [Sull'Etiopia] Invero il nostro paese è il migliore. L'aria del nostro paese è buona, senza caldo asfissiante né sole cocente, e l'acqua del nostro paese è buona e dolce e sfocia nei fiumi, inoltre la cima delle nostre montagne è ricca d'acqua che scorre. Né facciamo come fate voi nel vostro paese, come si dice, che scavate pozzi molto in profondità [alla ricerca di] acqua, né moriamo sotto il calore del sole; bensì anche a mezzogiorno noi cacciamo animali selvaggi, bufali e gazzelle, uccelli e piccoli animali. In primavera Dio si prende sempre cura di noi anno per anno. E in primavera la gente mangia ciò su cui prima camminava come nella terra d'Egitto. I nostri alberi producono buoni raccolti, e il grano e l'orzo e tutti i nostri frutti sono deliziosi, come anche il bestiame è buono e meraviglioso. (cap. 35; 2013, p. 73)
- [Su Menelik I] Sia benedetta la madre che ha generato questo giovane e sia benedetto il giorno in cui ti sei congiunto con lei, la madre di questo giovane, poiché dalla radice di Iesse, dalla sua discendenza, è sorto per noi un uomo luminoso che sarà re per la stirpe della nostra stirpe; | non investigheranno di suo padre e non diranno: Da dove è la sua venuta? Vero israelita della discendenza di Davide, la sua figura si è formata esattamente simile all'aspetto di suo padre, e noi siamo suoi servi: egli sia il nostro re". (cap. 36; 2008, p. 50)
- [Su Menelik I] Benedetta sia la madre che ha generato questo giovane, e benedetto sia il giorno in cui ti sei unito con la madre di questo giovane. Poiché si eleva su di noi dalla radice di Jesse un uomo luminoso, che sarà il Re dei discendenti dei nostri discendenti, con la sua stirpe. Per quanto riguarda suo padre nessuno farà nessuna domanda, e nessuno dirà: "Da dove arriva?". Veramente è un Israelita della stirpe di Davide, perfettamente modellato nella somiglianza, nella forma e nell'aspetto di suo padre; siamo i suoi servi e sarà nostro Re. (cap. 36; 2013, p. 74)
- Prendi quest'anello e ricorda quel discorso che scambiasti con la regina; e dà a noi un lembo del drappo dell'arca della legge del Signore, affinché lo veneriamo per tutti i nostri giorni, noi e tutti quelli che ci sono sottomessi e che sono nel regno della regina. (Menelik I, cap. 36; 2008, p. 51)
- Prendi questo anello e ricorda le parole che dicesti alla Regina, per favore dacci una parte della frangia della coperta del Tabernacolo della Legge di Dio, così che potremo adorarla tutti i nostri giorni, così come tutti coloro che sono assoggettati a noi e coloro che sono del regno della Regina. (Menelik I, cap. 36; 2013, p. 74)
- Cosa ha una donna del figlio, tranne le doglie e l'allevamento? | La figlia è della madre e il figlio del padre. [...] E, quanto a questo mio figlio, non lo darò alla regina, ma lo costituirò re di Israele, poiché questo è il mio primogenito, il mio primo virgulto che il Signore mi ha dato. (Salomone, cap. 36; 2008, p. 51)
- Oltre a partorirlo e ad allattarlo, cos'altro deve fare una donna con un figlio? Una figlia appartiene alla madre, e un ragazzo al padre. [...] Così questo mio figlio non lo ridarò alla Regina, bensì lo renderò Re su Israele. Questo è il mio primogenito, il primo della mia stirpe che Dio mi ha dato. (Salomone, cap. 36; 2013, p. 75)
- [...] nessuno odia [il posto] dove è nato e ciascuno ama le cose del suo paese. (Menelik I, cap. 36; 2008, p. 52)
- Nessun uomo odia il posto in cui è nato, bensì ognuno ama le cose del suo paese nativo. (Menelik I, cap. 36; 2013, p. 75)
- E, dopo questo, il re Salomone tornò nei suoi appartamenti e radunò i suoi consiflieri e i suoi maggiorenti e gli anziani della casa reale e disse loro: | "Non ho potuto far dire di sì a questo figlio; | e ora ascoltate ciò che vi dico: | Orsù, faciamolo regnare sul paese dell'Etiopia con i vostri figli, di voi che sedete alla mia destra e alla mia sinistra; così siedano i vostri figli, commensali alla sua destra e alla sua sinistra. | Orsù, voi tutti consiglieri e governatori, diamo i vostri figli primogeniti e avremo un altro regno. | Quanto a me, servirò qui, con voi, mentre là regneranno i nostri figli; ho fiducia che una terza volta il Signore mi darà un discendente e sarà per me un terzo re. | Infatti Baltasor, re di Roma, chiede che gli dia un mio figlio per la sua figlia; | e lo farò regnare per me con la sua figlia su tutta la città di Roma, poiché non ci sono figli della sua discendenza, tranne lei, e ha giurato che non farà regnare se non uno della discendenza di Davide mio padre. | E se noi costituiamo un re anche là, saremo tre re [...]. E manderemo a loro i sacerdoti e stabiliremo per loro le leggi, e adoreranno il Dio d'Israele nei regnanti [...]". (cap. 38; 2008, p. 53)
- Allora Salomone il Re tornò nella sua casa e diede l'ordine di riunirsi con i suoi consiglieri, i suoi ufficiali, e gli anziani del suo Regno; disse loro: «Non sono capace di ottenere il consenso di questo giovane [affinché dimori qui]. Ma adesso ascoltate bene quanto ho da dirvi: uniamoci, affinché diventi Re del paese dell'Etiopia, insieme ai vostri figli. Come voi sedete alla mia destra e alla mia sinistra, nello stesso modo i vostri primogeniti siederanno alla sua destra e alla sua sinistra. Venite, miei consiglieri e ufficiali, affidiamo[gli] i vostri primogeniti, così avremo due regni; io governerò qui con voi, e i nostri figli regneranno là. E confido che Dio per una terza volta mi darà un discendente, e verrà a me un terzo figlio, finalmente Re d'Israele. Ora Baltazar, il Re di Bisanzio, spera di poter dare mio figlio a sua figlia, e renderlo grazie a sua figlia Re dell'intero paese di Bisanzio. Oltre a lei, egli non avrà altri figli, e ha giurato che farà Re solo un uomo della discendenza di Davide, mio padre. Dunque, se governiamo anche là, avremo tre regni [...]. Manderemo loro sacerdoti, ordineremo leggi per loro e adoreranno e serviranno il Dio d'Israele sotto le tre teste reali [...]». (cap. 38; 2013, pp. 77-78)
- E inoltre, il popolo non ingiurerà i vescovi e i sacerdoti, poiché sono figli del Signore e uomini della sua casa; per il fatto che li rimproverano per i loro peccati e le loro colpe. | E tu poi, o sacerdote, se vedi il peccato palese di un uomo, non temere di rimproverarlo: né la spada né l'esilio ti devono impaurire. (cap. 44; 2008, p. 61)
- [...] la gente non deve oltraggiare i vescovi e i sacerdoti, poiché sono figli di Dio e gli uomini della Sua casa, per questa ragione loro compito è di biasimare gli uomini per i loro peccati ed errori. E tu, sacerdote, se vedi il peccato in un uomo ben conosciuto, non esitare a rimproverarlo; non lasciare che né la spada né l'esilio ti spaventino. (cap. 44; 2013, p. 86)
- Ed ecco di nuovo l'angelo del Signore apparve a Zaccaria, e sorse sopra di lui come un colonna di fuoco e riempì la casa con la sua luce e svegliò Zaccaria e gli disse: | "Alzati e sii forte e desta Elmeyanos tuo fratello, Absa e Makri, e prendete quelle tavole di legno ed io ti aprirò le porte della casa del santuario; e prendi l'arca della legge del Signore e portala senza dolore e sofferenza. | Io, infatti, sono stato comandato dal Signore di stare sempre con lei e di esserti guida mentre la prendi". | E si alzò subito e svegliò i suoi tre fratelli, ed essi presero le tavole e andarono nella casa del Signore; e trovarono aperte tutte le porte, dall'esterno fino all'interno; le porte erano aperte fin dove si giunge a Sion, l'arca della legge del Signore. | E fu subito presa, in un batter d'occhio, poiché l'angelo del Signore la custodiva. | E dunque, se il Signore non avesse voluto, allora non sarebbe stata presa. (cap. 48; 2008, p. 64)
- Si noti, l'Angelo del Signore apparve di nuovo ad Azarìa e rimase su di lui come una colonna di fuoco, e riempì la casa con la sua luce. Fece alzare Azarìa e gli disse, «Alzati, sii forte, e sveglia tuo fratello Elmeìa e Abesa e Makari, e porta le assi di legno. Io aprirò per te le porte del santuario. Prenderai il Tabernacolo della Legge di Dio e lo porterai senza problemi né disagi. E io, poiché sono stato comandato dal Signore di stare con esso per sempre, ti sarò da guida quando dovrai portarlo via». Quindi Azarìa si alzò immediatamente, svegliò i suoi tre fratelli, presero i pezzi di legno, e andarono nella casa del Signore, ora trovarono tutte le porte aperte, sia quelle esterne che quelle interne, nel posto esatto in cui Azarìa trovò Zion, il Tabernacolo della Legge di Dio; e fu portato via da loro immediatamente, in un battito di ciglia, dato che l'Angelo del Signore fu presente e li diresse. Se Dio non avesse voluto, Zion non avrebbe potuto essere portata via immediatamente. (cap. 48; 2013, pp. 90-91)
- [...] Sion, la santa e celeste arca della legge del Signora, ti sia guida in ogni momento, per ciò che penserai nel tuo cuore e indicherai col tuo dito; | quello che ti è lontano e vicino, che è sopra e che è sotto a te, che è forte e che è debole per te, che è esterno e che è interno a te, che è casa e che è campagna per te, che è visibile e che è invisibile a te, che è distante e che è ravvicinato a te, che è nascosto e che è manifesto a te, che è segreto e che è pubblico per te, la nostra Signora, Sion, la santa e celeste, la pura arca della legge del Signore, sia per te guida. (Salomone, cap. 49; 2008, p. 65)
- La mia Signora Zion, sacra e celestiale, il Tabernacolo della Legge di Dio, sarà per te una guida per sempre, una guida per ciò che dovresti pensare nel tuo cuore e dovresti fare con le tue dita, che sia lontana o vicina a te, che sia alta o bassa, che sia forte o debole, che sia dentro o fuori di te, che tu sia in casa o nel campo, che sia a te visibile o invisibile, che sia lontana o vicina a te, che sia nascosta o rivelata, che sia segreta o resa pubblica all'estero, per te la nostra Signora Zion, sacra e celestiale, il puro Tabernacolo della Legge di Dio, sarà una guida. (Salomone, cap. 49; 2013, pp. 91-92)
- E quindi fecero un retto cammino, mentre l'angelo Michele andava davanti; | in mare poi, dispiegando [le sue ali], li faceva camminare come sull'asciutto, mentre sull'asciutto, dividendo una nube, la stendeva e li nascondeva alla calura del sole. | I loro carri poi, nessuno li tirava, ma lui stesso andava col carro: sia gli uomini sia i cavalli sia i muli sia i cammelli erano sollevati circa un cubito dalla terra, e tutti quelli che li montavano stavano sollevati dal dorso [delle cavalcature] circa un palmo d'uomo. | Tutti i bagagli delle suppellettili caricate e i caricatori, stavano sollevati circa un palmo d'uomo, e anche gli animali erano sollevati circa un palmo d'uomo; | e tutto correva sul carro come la nave nel mare quando la sospinge il vento e come un pipistrello nell'aria quando la brama del suo ventre lo spinge a nutrirsi dei suoi simili e come l'aquila quando rende veloce il suo corpo sopra il vento. | Così correva sul carro, senza nessuno davanti né dietro, senza essere mosso a destra né a sinistra. (cap. 52; 2008, pp. 67-68)
- Michele l'Arcangelo procedeva davanti a tutti ed egli distese le sue ali e li fece avanzare attraverso il mare come se fossero sulla terra ferma, e sulla terra ferma egli tracciò per loro un cammino e, dispiegandosi sopra di loro come una nube, li nascose dall'ardente calore del sole. Quanto ai carri, nessun uomo trascinò il suo, ma egli stesso [ossia Michele] avanzava con i carri, e sia che fossero uomini o cavalli o muli o cammelli col carico, ognuno fu sollevato sopra il suolo all'altezza di un cubito; tutti quelli che cavalcavano sopra gli animali furono sollevati sopra i loro dorsi fino all'altezza della misura di un uomo e tutti i tipi di bagagli che erano caricati sugli animali così come quelli che erano montati sopra di essi, furono sollevati fino all'altezza della misura di un uomo, e gli animali furono alzati all'altezza della misura di un uomo. Così ognuno viaggiò sui carri come una nave sul mare quando soffia il vento, e come un pipistrello attraverso l'aria quando la voglia del suo ventre lo spinge a divorare i suoi compagni, e come un'aquila quando il suo corpo scivola sul flusso del vento. Così essi viaggiarono, non c'era nessuno davanti e nessuno dietro, e non furono disturbati né da destra né da sinistra. (cap. 52; 2013, pp. 94-95)
- Ecco Sion, ecco la salvezza, ecco la consolatrice, ecco la luminosa come il sole, eccola adorna di gloria, eccola adorna come una fidanzata, non di inutili vesti preziose, ma adornata di onore e di gloria dal Signore: | colei che conviene amare e non odiare, colei che conviene avvicinare e non allontanare. | Ci avviciniamo a te e non allontanarti da noi; ci appoggiamo a te e non farci cadere; ti preghiamo e non esserci silenziosa; gridiamo a te, ascolta il nostro lamento in tutto ciò che ti chiediamo e non volerti allontanare da noi finché verrà il tuo Signore e regni in te, poiché tu sei l'abitazione del Dio del cielo! (Menelik I, cap. 54; 2008, p. 70)
- Guardate a Zion, guardate alla salvezza, guardate colei che è adornata di lodi, guardate colei che è agghindata come una sposa, non con la veste della gloria effimera, ma [guardate] colei che è decorata con la gloria e l'approvazione che vengono da Dio, colei il cui comportamento è così retto che [gli uomini] la guarderanno con rispetto e non la abbandoneranno; colei che desidereranno sopra ogni cosa e non rifiuteranno; colei che ameranno spontaneamente e non odieranno; colei che avvicineranno volentieri e non terranno lontano. Noi verremo vicino a te, e tu non te ne andrai lontano da noi; noi ci appoggeremo a te, e tu non ci lascerai andare via; noi ci appoggeremo a te, e tu non ci lascerai andare via; noi ti supplicheremo, e tu non sarai sorda [alle nostre suppliche]; noi grideremo a te; ascolta il nostro grido e tutto quello che ti chiederemo e non volerci mandar via da te, finché il tuo Signore rimane e regna su di te; ascolta il nostro grido e tutto quello che ti chiederemo e non volerci mandar via da te, finché il tuo Signore rimane e regna su di te; perché tu sei la dimora del Dio dei cieli. (Menelik I, cap. 54; 2013, p. 98)
- E i carri si levarono come prima, e partirono di buon mattino cantando per lei, e tutti furono sollevati di un cubito, mentre si congedavano da loro gli abitanti del paese d'Egitto, passarono innanzi ad essi come un'ombra. | E gli abitanti del paese d'Egitto si prostrarono ad essi, poiché l'avevano vista mentre correva come il sole nel cielo e tutti correvano sul carro, correndo davanti a lei e dietro di lei. (cap. 55; 2008, pp. 70-71)
- Poi i carri ripresero il loro viaggio come prima e partirono presto nel mattino, la gente cantava canti a Zion ed erano tutti sollevati dello spazio di un cubito e mentre il popolo del paese d'Egitto augurava loro buon viaggio, essi passarono davanti a loro come ombre e il popolo del paese d'Egitto li venerava, poiché vedevano Zion muoversi nei cieli come il sole e tutti correvano accanto al carro di Zion, alcuni davanti e altri dietro di lei. (cap. 55; 2013, pp. 98-99)
- Il regno non giova senza la purità e il giudizio non giova senza il diritto e la ricchezza non giova senza il timore del Signore. (Salomone, cap. 60; 2008, p. 76)
- La reggenza non conduce a niente senza la purezza, e il giudizio non porta a niente senza la giustizia, e la ricchezza non dà niente senza il timor di Dio. (Salomone, cap. 60; 2013, p. 105)
- Infatti, l'estraneo alla sapienza è come una lampada che non serve al sole e come l'aceto e l'assenzio non serve al miele: così il discorso degli stolti non serve al sapiente, come il fumo all'occhio e come il frutto acerbo al dente, così il discorso degli stolti serve al sapiente. (cap. 61; 2008, p. 79)
- Come la lampada non è il sole, e come l'aceto e l'aloe vera se unite al miele danno risultati alquanto diversi, proprio così le parole degli stolti non sono un beneficio per l'uomo saggio. (cap. 61; 2013, p. 109)
- Chi era più sapiente di Salomone? Ed errò per una donna. | E chi era più giusto di Davide? Ed errò per una donna. | E chi era più forte di Sansone? Ed errò per una donna. E chi era più avvenente per bellezza di Amnon? Ed errò per la sua sorella Tamara, figlia di suo padre Davide. | Anche Adamo, la prima creatura del Signore, errò per la sua donna, Eva; e per questo peccato fu creata la morte per tutte le creature. E questo peccato del maschio fu creato da Eva per le donne, poiché sono tutte figlie di Eva. (2008, cap. 64, p. 82)
- Chi era più saggio di Salomone? Eppure egli fu sedotto da una donna. Chi era più giusto di Davide? Eppure fu sedotto anch'egli da una donna. Chi era più forte di Sansone? Eppure fu sedotto da una donna. Chi era più bello di Amnòn? Eppure fu sedotto da Tamara la figlia di Davide suo padre. Adamo era la prima creazione di Dio, eppure fu sedotto da Eva, sua moglie. E per colpa di questa seduzione fu data una morte per ogni creatura. Questa seduzione dell'uomo da parte della donna fu causata da Eva, poiché siamo tutti figli di Eva. (2013, cap. 64, p. 112)
- [...] mentre eri sapiente, hai reso te stesso stolto, e mentre eri ricco, hai reso te stesso povero, e mentre eri re, hai disonorato te stesso trasgredendo il comandamento del Signore. | E l'inizio del male è per avere tu moltiplicato le donne, trasgredendo la legge e il giudizio e l'ordinamento del Signore che Mosè scrisse e diede a voi Israeliti, affinché non vi sposaste con creature straniere, ma solo con la vostra stirpe e la casa di vostro padre, affinché i vostri discendenti siano puri e santi e affinché il Signore abiti con voi. | E tu invece, hai disprezzato la legge del Signore, mentre ti figuravi di essere più sapiente del Signore e di ottenere molti figli maschi. | Ma la follia del Signore è più sapiente della sapienza del figlio dell'uomo, e non ti ha dato che tre figli. (cap. 67; 2008, p. 85)
- Dall'essere un uomo saggio ti sei trasformato in uno stolto, dall'essere un uomo agiato sei divenuto un pover'uomo, e dall'essere un re sei divenuto un uomo di nessun conto, per trasgredire il comandamento di Dio. L'inizio del tuo male fu il prendere molti mogli presso di te, poiché nel fare ciò hai infranto la Sua Legge, il Suo volere e la regola di Dio che Mosè scrisse e diede voi, a Israele, [ossia] che non dovevate prendere mogli da popoli stranieri, ma soltanto dalla parentela e dalla casa dei padri, affinché la discendenza fosse pura e santa e Dio potesse dimorare presso di voi. Ma tu hai tenuto in poco conto la Legge di Dio, pensando di essere più saggio di Lui e che avresti avuto moltissimi figli maschi. Ma la stoltezza di Dio è più saggia della sapienza degli uomini ed Egli ti ha dato solo tre figli [...]. (cap. 67; 2013, pp. 115-116)
- Da ora il morire non mi rattristerà e l'amerò come la vita; da ora sorbirò il calice amaro della morte come fosse miele; da ora amerò il sepolcro come un'abitazione che è di pietre preziose. | E se scenderò e sarò gettato nello sceol per la mia colpa, [questo] non mi rattristerà, poiché ho ascoltato la parola che mi ha rallegrato; e se scenderò in basso nelle profondità degli abissi dello sceol per la mia colpa, cosa mi importa. | E se mi polverizzerà nelle sue mani e mi spargerà fino ai confini della terra e nei venti per la mia colpa, non mi rattristerà, poiché ho ascoltato la parola che mi ha rallegrato e che non ha separato la mia anima dall'eredità dei miei padri; e la mia anima sarà con l'anima di mio padre Davide e con l'anima di Abramo e di Isacco e di Giacobbe, miei padri. | Il Salvatore verrà e ci farà uscire dallo sceol con tutti i miei padri e i miei familiari di prima e di dopo. (Salomone, cap. 68; 2008, p. 88)
- D'ora in poi il [pensiero di] morire non mi riempirà più di mestizia e amerò la morte come amo la vita. Da adesso io berrò l'amara coppa della morte come se fosse miele e d'ora in poi amerò la tomba come se fosse un luogo di gemme preziose. Allora quando sarò sceso nello Sheol e sarò gettato giù nel profondo, a causa dei miei peccati, non soffrirò di dolore poiché ho udito la parola che mi ha reso felice. Così quando sarò finito nell'ultima profondità del più infimo fondo dello Sheol, a causa dei miei peccati, che cosa potrà importarmi? E se Egli mi schiaccia in polvere nella Sua mano e mi disperde agli angoli della terra e al vento, a causa dei miei peccati, io non mi addolorerò poiché ho udito la parola che mi ha fatto gioire e Dio non ha escluso la mia anima all'eredità dei miei padri. La mia anima sarà con l'anima di Davide mio padre, e con l'anima di Abramo, Isacco e Giacobbe miei padri. Il Salvatore verrà e ci porterà via dallo Sheol con tutti i miei padri e i miei parenti, vecchi e giovani. (Salomone, cap. 68; 2013, p. 119)
- Qual è la superiorità del re se sulla terra non fa il bene con i poveri? | Una è la loro discesa nella tomba e uno il loro viaggio nell'abisso. | Quale utilità per noi uomini? Poiché invano siamo stati creati e dopo un po' diveniamo come se non fossimo stati creati. | Infatti, se il nostro respiro, una fumata, si arresta un poco, la nostra vita passa; e quando la scintilla, il battito del nostro cuore che si agita nel nostro animo, se ne va, diveniamo cenere, e i nostri cari e i nostri amici ci abbandonano. (Salomone, cap. 69; 2008, p. 89)
- In cosa il re è superiore al povero se egli in terra non ha fatto del bene? Il loro cadere nella fossa è lo stesso e il loro percorso nel profondo è lo stesso. Che vantaggio abbiamo a essere uomini? Noi siamo creati invano e in breve tempo diveniamo come se non fossimo mai stati creati. Quanto al respiro che respiriamo, se cessa per qualche istante, la nostra anima trapassa e se l'impulso della scintilla del nostro cuore che si muove nella nostra mente scompare, noi diveniamo polvere e i nostri amici o conoscenti ci riterranno una cosa ripugnante. (Salomone, cap. 69; 2013, pp. 120-121)
- Se un uomo è disposto e la sua anima accondiscende al desiderio del suo corpo, diviene come il diavolo; e se invece lega il suo corpo e accondiscende al desiderio della sua anima, diviene come Cristo, poiché, dicono gli apostoli, Cristo è il capo di ogni uomo che cammina nella retta via. (cap. 74; 2008, p. 95)
- Se un uomo volesse una cosa, e la sua anima si unisse con il desiderio del suo corpo, diventerebbe come il Diavolo; ma se contenesse il suo corpo, e la sua anima si unisse con il suo desiderio, diventerebbe come Cristo. (cap. 74; 2013, p. 128)
- E gli uomini dell'Etiopia abbandonarono le loro opere e amarono la giustizia e la rettitudine che il Signore ama; | e abbandonarono la loro lussuria del passato e amarono la purità nell'accampamento alla vista della celeste Sion; | e abbandonarono la divinazione e la magia e amarono la penitenza e le lacrime per il Signore. | E abbandonarono l'astrologia e l'idolatria e ritornarono all'obbedienza e al sacrificio per il Signore. | E le figlie di Gerusalemme furono disprezzate e furono onorate le figlie dell'Etiopia; la figlia di Giuda si rattristò e la figlia dell'Etiopia si rallegrò. | I monti dell'Etiopia si rallegrarono e i monti del Libano si rattristarono. | Il popolo dell'Etiopia fu scelto tra gli idoli e i simulacri, il popolo d'Israele fu ripudiato [...]. (cap. 87; 2008, p. 107)
- Gli uomini d'Etiopia lasciarono i loro vecchi lavori e iniziarono ad amare la correttezza e giustizia che Dio amava. Lasciarono le loro fornicazioni del passato e scelsero la purezza nel campo che stava dinanzi alla celestiale Zion. Abbandonarono la divinazione e la magia, e scelsero la penitenza e le lacrime per amor di Dio. Lasciarono l'interpretazione del volo degli uccelli e l'uso di presagi, e tornarono ad ascoltare Dio e a offrire Lui sacrifici. Abbandonarono i piaceri degli dèi che erano malvagi e scelsero di servire e pregare Iddio. Le figlie di Gerusalemme soffrirono disgrazie e le figlie d'Etiopia furono onorate; la figlia di Giudea fu triste, mentre la figlia d'Etiopia gioì; le montagne d'Etiopia gioirono, mentre le montagne del Libano piansero. La gente d'Etiopia fu scelta in mezzo agli idoli e le immagini scolpite, mentre il popolo d'Israele fu rifiutato. (cap. 87; 2013, pp. 141-142)
- [Rivolto alla regina di Saba] E tu, mia signora, bella è la tua sapienza che supera la sapienza degli uomini come te: nulla si può paragonare alla tua intelligenza; non solo il consiglio delle donne che sono state create fino ad ora, ma neanche il consiglio degli uomini. | La conoscenza del tuo cuore li oltrepassa molto e nessuno si può paragonare a te per la tua multiforme conoscenza, eccetto il mio signore Salomone. | E la tua sapienza sorpassa pure Salomone, tanto da attirare i figli dei potenti d'Israele e l'arca della legge del Signore con le funi della tua conoscenza; e hai abbattuto la casa degli idoli e hai distrutto le loro immagini e hai purificato il tuo popolo dall'impurità, poiché hai allontanato da esso ciò che il Signore odia. (Azarìa, cap. 91; 2008, p. 114)
- [Rivolto alla regina di Saba] Per quanto riguarda te, mia Signora, la tua saggezza è superba, oltrepassa la saggezza di tutti gli uomini. Non c'è nessuno che possa esserti paragonato riguardo all'intelligenza, non solo quanto all'intuizione femminile, che ha creato questa situazione, ma anche alla comprensione del tuo cuore, che è più profonda di quella degli uomini e non c'è nessuno che possa esserti paragonato per l'abbondanza della tua lucidità, eccetto ovviamente il mio signore Salomone. La tua saggezza però ha superato quella di Salomone a tal punto, che sei stata capace di condurre qui i potenti uomini d'Israele e il Tabernacolo della Legge di Dio con le corde della tua comprensione e hai devastato la casa dei loro idoli, distrutto le loro immagini, hai purificato ciò che era impuro della gente, poiché hai portato via da loro tutto ciò che Dio odia. (Azarìa, cap. 91; 2013, p. 150)
- [...] hai scelto la sapienza ed è stata per te una madre; | l'hai cercata, ed è stata un tesoro per te; | ti sei rifugiata in lei, ed è stata un bastione per te; | ti sei infervorata di lei, e ti ha amato più di tutto; | i sei affidata a lei, e ti ha abbracciato come il suo bimbo; | l'hai amata, ed è stata per te secondo la tua volontà; | l'hai presa, e non ti lascerà fino al giorno della tua morte; | tu sei stata triste per lei, e ti ha rallegrato per sempre; | hai sofferto per lei e ti ha guarito per sempre; | sei stata affamata per lei, e ti ha saziato per sempre; | hai avuto sete di sapienza, e ti ha dissetato per sempre. | Sei stata afflitta per la sapienza, ed è stata per te la medicina per sempre; | ti sei resa sorda per la sapienza, e ti ha fatto udire per sempre; | ti sei resa cieca per la sapienza, e ti ha illuminato molto più del sole per sempre. | E tutto questo fu fatto dal Signore perché hai amato la sapienza: infatti la sapienza e la conoscenza e l'intelligenza sono dal Signore. (Azarìa, cap. 91; 2008, p. 115)
- Tu Regina, hai disposto la tua fede in lei (nella saggezza), che ti ha preso in braccio come un bambino. L'hai amata ed essa è divenuta per te ciò che desideravi. L'hai tenuta stretta e non ti lascerà andare fino al giorno della tua morte. Tu sei stata addolorata per lei ed ella ti ha fatto gioire per sempre. Hai sofferto per amor di lei e ti ha dato forza per sempre. Tu hai sofferto la fame per lei ed ella ti ha dato cibo per sempre. Ti sei abbeverata della saggezza, ed ella è divenuta per te un'eterna fonte. Hai sofferto tribolazioni per amor della saggezza e ti ha il luminato molto più del sole, per sempre. E tutto ciò è avvenuto per volere di Dio, poiché avete amato la saggezza sempre. (Azarìa, cap. 91; 2013, p. 151)
- E [Azaria] prese l'olio del regno, un corno pieno, e lo unsero con l'infusione di quell'olio del regno. | E suonarono il corno e la tromba e il tamburo e l'arpa e il liuto. | E [fecero] ogni gioco e musica, con cavalli, scudi e archi, e c'erano tutti gli uomini e le donne degli abitanti del paese dell'Etiopia: | piccoli e grandi e giovani neri, in numero seimila, e figliole vergini che Azaria aveva scelto per figlie di Sion, secondo la legge, che il re Davide aveva stabilito per la mensa e i banchetti, quando, [adorno] di oro fino, saliva al palazzo reale. E così fu rinnovato il regno di Davide figlio di Salomone re d'Israele nella città del governo, in Dabra Makeda, nella casa di Sion, dove fu fatta la prima legge per il re d'Etiopia. (cap. 92; 2008, pp. 115-116)
- Allora [Azarìa] prese l'olio della regnanza e ci riempì il corno e unse Davide con l'unguento, proprio con l'olio della regnanza. Suonarono corni e flauti e trombe, nonché tamburi e ogni tipo di strumento musicale, in modo da cantare e ballare e giocare, e (sfilare) con cavalli e corazze (gli uomini) e tutti, uomini e donne, tutta la gente d'Etiopia era presente, grandi e piccoli e i giovani abitanti del luogo, seimila di numero, e ragazze vergini che Azarìa aveva scelto quali donne di Zion per legge e che Davide il Re aveva destinato a (servizio di) tavoli e banchetti nella fortezza reale, quando avrebbe dovuto andare lassù per (rivestirsi con) abbigliamento d'oro fino. In questo modo fu ripristinato il regno di Davide, figlio di Salomone, il Re d'Israele, nella capitale, il Monte Makeda, la Casa di Zion, quando la Legge fu stabilita per la prima volta grazie al Re d'Etiopia. (cap. 92; 2013, pp. 151-152)
- All'inizio invero [Roma] credette rettamente nella predicazione degli apostoli, fino a Costantino e alla regina Elena che scoprì il legno della croce, e rimasero [nella retta fede] centotrenta anni. | E in seguito insorse Satana, il nemico degli uomini dall'antichità, e sedusse gli uomini del paese di Roma; e corruppero la fede di Cristo e introdussero l'eresia sulla chiesa del Signore per la bocca di Nestorio. (cap. 93; 2008, p. 116)
- Ora prima di tutto credevano in maniera ortodossa nella predicazione degli Apostoli vissuti [al tempo di] Costantino, e della Regina Elena, che ritrovò il legno della Croce e (i Re di Bisanzio) continuarono [a venerarlo] per centotrenta anni. In seguito, Satana, che è stato il nemico dell'uomo da vecchia data, si sollevò e sedusse il popolo della terra di Bisanzio e loro corruppero la Fede di Cristo, e introdussero l'eresia nella Chiesa di Dio per bocca di Nestorio. (cap. 93; 2013, pp. 152-153)
- Quanto a noi, crediamo così e ci sottomettiamo alla santa Trinità; e quelli invece che non credono così, siano maledetti dal Verbo del Signore, il re dei cieli e della terra, in questo mondo e nel mondo che verrà. | Quanto a noi invero, siamo fermi nella retta fede dei padri apostoli: essi ci hanno trasmesso la fede della Chiesa. | E così l'Etiopia rimarrà con la sua fede, fino alla venuta di nostro Signore Gesù Cristo: a lui la gloria per i secoli dei secoli, amen! (cap. 93; 2008, p. 117)
- Ebbene noi crediamo così e adoriamo la Sacra Trinità. E coloro che non credono in questo sono scomunicati dal Verbo di Dio, il Re del cielo e della terra, sia in questo mondo che in quello che verrà. Poiché siamo forti nella Fede Ortodossa che i Padri Apostoli ci hanno consegnato, la Fede della Chiesa. E così l'Etiopia continuò a tener fede nel suo Credo fino all'avvento del nostro Signore Gesù Cristo, verso cui sarà la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (cap. 93; 2013, p. 153)
- [Su Menelik I] E quanto al re che serviva il suo tabernacolo, quando viaggiava, in tutto il suo cammino, si faceva tutto ciò che lui voleva fosse fatto. | Ciò che voleva e ciò che pensava in cuor suo e ciò che indicava col suo dito, tuto era eseguito secondo la sua parola e tutti lo temevano; egli però non temeva nessuno, poiché la mano del Signore era con lui, che lo proteggeva notte e giorno, poiché faceva la sua volontà ed egli faceva [lo stesso] per lui, e lo proteggeva da ogni male, per i secoli dei secoli, amen! (cap. 94; 2008, p. 118)
- [Su Menelik I] E per il Re che amministrava il Suo padiglione, se era in viaggio o durante qualche spostamento e voleva che qualcosa fosse fatto, tutto ciò che desiderava e che pensava nel suo cuore e indicava col suo dito, tutto era eseguito alla sua parola; e tutti lo temevano. Ma egli non temeva nessuno, poiché la mano di Dio era con lui e lo proteggeva di giorno e di notte. Egli fece il Suo Volere, e Dio lavorò per lui e lo protesse da tutti i mali nei secoli dei secoli. Amen. (cap. 94; 2013, p. 154)
- Il Signore ama il popolo d'Etiopia, poiché, senza conoscere la sua legge, distrusse i suoi idoli, e quelli invece cui era stata data la legge del Signore, fecero degli idoli e si prostrarono alle divinità che il Signore detesta. | E in seguito, quando nacque per redimere Adamo, fece miracoli e prodigi al loro cospetto, ma non credettero in lui né nella sua predicazione né nella predicazione dei suoi padri. | Il popolo d'Etiopia invece credette per un solo discepolo credente, e per questo il Signore amò molto il popolo d'Etiopia. (cap. 95; 2008, p. 119)
- Dio amò il popolo d'Etiopia, poiché senza conoscere ancora la Sua Legge distrusse i propri idoli, laddove chi invece aveva ricevuto la Legge di Dio [in Israele], si era costruito idoli e aveva venerato divinità che Dio odiava. Successivamente quando Egli nacque per redimere Adamo, Egli realizzò segni e meraviglie dinanzi a loro, ma questi non credettero in Lui, né nella Sua preghiera, né nella preghiera dei suoi padri. Perciò Dio ha amato estremamente il popolo d'Etiopia. (cap. 95; 2013, pp. 155-156)
- Così Abramo si interpreta come Dio Padre e Isacco sul monte Carmelo, fece scendere dai cieli un ariete in riscatto di Isacco; e invero Isacco non fu sacrificato, ma fu sacrificato l'ariete che era sceso dai cieli. | Comprendete e capite questo modello e tipo del terrestre, Isacco, figlio di Abramo, che divenne un sacrificio per volere del padre suo? (cap. 96; 2008, p. 121)
- Ora Abramo deve essere interpretato come Dio il Padre e Isacco come simbolo di Cristo il Figlio. Allora quando Egli venne giù dal cielo per la salvezza di Adamo e dei suoi figli, la Divinità che era venuta dal cielo non fu uccisa, bensì fu ucciso solo il Suo corpo, che Egli aveva assunto per la nostra salvezza, quel corpo materiale che Egli aveva ricevuto da Maria. Si riesce a capire e riconoscere quella somiglianza e similitudine con l'essenza terrena di Isacco, figlio di Abramo, che era un'offerta del volere di suo padre? (cap. 96; 2013, p. 158)
- Per la colpa di Adamo, fummo afflitti, e per la pazienza di Cristo fummo guariti; per la perversione di Eva siamo morti e siamo stati sepolti e per la purità di Maria, siamo stati glorificati e innalzati fino all'empireo. (cap. 96; 2008, p. 121)
- A causa della seduzione di Adamo soffrimmo dolori, ma grazie alla sofferenza di Cristo siamo risanati. A causa della trasgressione di Eva morimmo e fummo seppelliti, ma per la purezza di Maria riceviamo onore e siamo esaltati. (cap. 96; 2013, p. 159)
- E l'arca significa Maria e il legno immarcescibile significa Cristo, il nostro salvatore; e l'omer, il quale è il canestro d'oro che sta nell'arca, significa Maria; e la manna che è nel canestro significa il corpo di Cristo che scese dai cieli. | E la parola del Signore, che è scritta sulle due tavole, significa il Cristo, il Figlio di Dio; Sion spirituale significa la luce della divinità; la perla spirituale che è contenuta nell'arca è come una perla preziosa di gran pregio che brilla. | E chi l'ha acquistata, la tiene nella sua mano e la stringe e la contiene nella sua mano, e mentre è nella sua mano, egli stesso entra ed è contenuto in essa. | Chi ha acquistato la perla, significa il Verbo di Dio, Cristo; e la perla spirituale che è tenuta significa Maria, la genitrice della luce, da cui si è incarnato il vino puro, che è senza mistura. | In lei ha fatto per sé un tempio, dal suo corpo puro, e nacque da lei, luce da luce, Dio da Dio: nacque per sua volontà e non fu fatto per mano altrui, ma fece per sé un tempio, per la sapienza irraggiungibile che sorpassa l'intelletto umano. (cap. 98; 2008, p. 124)
- Il Tabernacolo è da interpretarsi come Maria e il legno che è indistruttibile è da interpretarsi come Cristo, nostro Redentore. E il Gomor, che è il calice d'oro dentro il Tabernacolo, è da interpretarsi come il corpo di Cristo che scese giù dal cielo e la Parola di Dio che è scritta sulle due tavole è da interpretarsi come Cristo, il Figlio di Dio. La spirituale Zion è da interpretarsi come la luce di Dio. La perla spirituale che è contenuta nel Tabernacolo è come una gemma brillante di grandioso valore e come chi la compra la tiene stretta nella sua mano, stringendola e nascondendola nel proprio pugno, finché la gemma è nella sua mano il suo padrone va al Tabernacolo, ove è un ospite. Così colui che possiede la perla è interpretato come la Parola di Dio, Cristo. E la perla spirituale che è afferrata è da interpretarsi come Maria, la Madre della Luce, attraverso cui «Akratos», il «Non ibrido», assunse un corpo. In lei Egli fece un tempio per se stesso, dal suo corpo puro e da lei è nata la Luce delle Luci, Dio degli Dèi, Colui che nacque dalla Sua stessa volontà e che non fu fatto dalla mano di un altro, bensì Egli fece un Tempio per Se Stesso attraverso una saggezza incommensurabile, che trascende la mente umana. (cap. 98; 2013, p. 162)
- E ancora, quando gli Israeliti uscirono dall'Egitto, arrivarono a un'acqua amara, e non avevano da bere per l'amarezza dell'acqua. | E fu la prima mormorazione: mormorarono per l'amarezza dell'acqua. | E il Signore disse a Mosè: "Prendi il tuo bastone e mettilo in essa[4], e segnala a destra e a sinistra". | E vedi questo: se il Signore le avesse detto: Sii dolce, non sarebbe forse divenuta dolce? Solamente egli mostra che, col segno della croce, tutto diventa buono: l'acqua amara diventa dolce, e tutto ciò che era corrotto diventa buono e gradevole in virtù della croce di Gesù Cristo. (cap. 98; 2008, p. 126)
- Ancora quando Israele venne fuori dall'Egitto essi giunsero all'acqua salata, e non poterono berla poiché era amara; e prima di tutto si lamentarono per l'amarezza dell'acqua. Dio allora disse a Mosè: «Alza il tuo bastone, e lancialo nell'acqua[4] e fai il Segno della Croce a destra e sinistra». Si noti cosa accadde: avendo Dio detto «lascia che divenga dolce», allora potrebbe l'acqua non esser divenuta dolce? Ma Egli rese manifesto che col Segno della Croce tutto diviene buono, e l'amara acqua diviene dolce, e ciò grazie al potere della Croce di Gesù Cristo, cosicché ogni cosa contaminata diviene invece buona e piacevole. (cap. 98; 2013, p. 164)
- [...] Satana non ha forza, se non quella che fa germinare nella mente: e non comanda né costringe né percuote né trascina né domina né contesta, ma fa germinare in segreto nella mente. (cap. 100; 2008, p. 128)
- Ora Satana non ha potere su niente, poiché ha solo ciò che fa germinare nella sua mente; né può afferrare fermamente, né può fare niente, non può colpire, non può trascinare, non può cogliere, non può lottare; solo può far germinare silenziosamente pensieri nella mente. (cap. 100; 2013, p. 167)
- [Su Gesù] Stendendo le sue palme con umiltà, abbassando il suo capo, patì per noi, egli a cui non conviene il dolore per la grandezza della sua divinità, in eterno; morì per abolire la morte, fu debole per rafforzare il debole terrestre. | Essendo assetato, bevendo l'aceto; essendo coronato con la corona di spine, non ebbe paura né vergogna delle offese e delle ingiurie e degli sputi degli immondi Giudei. | Fu flagellato, fu percosso, fu trafitto, fu inchiodato, fu bestemmiato, fu ingiuriato; mentre era Dio e dominatore della morte e datore della gloria, per questo quindi sopportò tutte le offese. | Debole e offeso, fu afflitto quando lo disprezzavano e lo ingiuriavano; ma al forte e all'onorato, cosa importa se mentono contro di lui? | Poiché egli conosce la sua divinità e conosce la sua gloria e conosce se stesso, ma lui nessuno lo conosce, poiché è l'autore di tutto. | E se invece [l']avessero conosciuto, non avrebbero crocefisso il Signore della gloria. (cap. 102; 2008, pp. 131-132)
- [Su Gesù] Con il Suo palmo steso nell'umiltà e la Sua testa china su un lato, per le nostre colpe Egli, per il quale la sofferenza era indegna, soffrì nell'eterna maestà della Sua Divinità. Egli morì nonostante potesse dare forza a chi fosse affaticato nella polvere; non assetato Egli bevve aceto e fu incoronato con una corona di spine; Egli non aveva paura e non si vergognava dell'insolenza e dell'ostilità e degli sputi dei corrotti tra i Giudei. Egli soffrì le percosse: Egli fu ingiuriato e beffato, nonostante fosse Dio nonché il Re della Morte e il Conferente della Gloria e a causa di questo Egli ha sopportato pazientemente tutte le disgrazie. Affaticato e misero, lo resero triste quando Lo rigettarono e Lo odiarono; ma forte e glorioso, che cosa avrebbe potuto rattristarLo quando avanzarono false accuse contro di Lui? Poiché Egli Stesso conosceva la Sua Divinità, conosceva la Sua gloria e conosceva Se stesso. Ma non c'era nessuno che Lo conoscesse, poiché Egli era il Creatore di ogni cosa. Poiché se Lo avessero riconosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. (cap. 102; 2013, p. 171)
- E tutti i profeti profetizzarono, e nulla è avvenuto senza la profezia dei profeti; e tutta la sua narrazione, di ciò che è avvenuto e avverrà, che fu fatto e che sarà fatto, che è al principio e che è alla fine, fino alla sua seconda venuta. | E non è solo con la parola che profetizzarono e parlarono, ma hanno manifestato anche con il loro corpo, che è con la profezia. (cap. 111; 2008, p. 144)
- Tutti i Profeti profetizzarono e niente è avvenuto senza una previa profezia dei Profeti. Essi hanno dichiarato tutto quello che è avvenuto, come quello che sarebbe avvenuto, quello che era stato fatto e quello che ancora non era stato fatto, e quello che appartenne all'antichità e quello che appartiene ai giorni seguenti la Sua Seconda Venuta. Questo l'hanno fatto non solo per ciò che avevano profetizzato e dichiarato, ma assieme alle loro profezie hanno anche dato una manifestazione di Lui nei loro corpi. (cap. 111; 2013, p. 187)
- Vi rivelerò del re di Roma, quando disobbedirà e irriterà il Signore nella fede. | Questa fede che abbiamo istituito, è la fede che un futuro re trasgredirà in Roma, e un capo dei vescovi si unirà a lui. | E cambieranno e falsificheranno l'esposizione dei dodici apostoli e la trasformeranno nel desiderio del loro cuore, e insegneranno secondo il loro volere e volgeranno la scrittura alla loro maniera [...]. E quando avranno pervertito la fede, sarà tolto da loro il domatore dei nemici, e nessuno di quelli che avranno cambiato la nostra fede siederà sul trono di Pietro. | Poiché, se vi siederanno dei loro capi dei vescovi dalla fede ammalata, le loro viscere saranno denudate, poiché all'angelo del Signore è stato ordinato di custodire il trono di Pietro in Roma. | E il Signore toglierà il domatore dei nemici a quel re che non custodirà la fede, e i Persiani gli faranno guerra; e il suo nome mi sembra essere Marciano, apostata della fede. | E il re di Persia, di nome Ireneo, lo umilierà, e il re prenderà [il domatore] con il suo cavallo. | E per volere del Signore, il cavallo che avrà il domatore dei nemici sarà agitato ed entrerà nel mare e vi sarà distrutto; | e, quanto ai chiodi, brilleranno là nel mare, fino a quando Cristo verrà di nuovo, in grande gloria, su una nube del cielo con potenza. | Questo dunque il Signore mi mostrò nella fossa. (Gregorio Illuminatore, cap. 113; 2008, pp. 146-147)
- Vi rivelerò riguardo al Re di Bisanzio, quando trasgredirà provocando Dio ad adirarsi contro il suo destino. Lo stesso destino che abbiamo ordinato e scritto, sarà un Re a trasgredirlo, che verrà a Bisanzio e associato a lui ci sarà un certo arcivescovo; cambieranno e pervertiranno la parola dei Dodici Apostoli, e la rimuoveranno dai desideri dei loro cuori, come insegneranno quello che pare loro e cambieranno le Scritture adattandole alla loro stessa natura [...]. E quando avranno distrutto la fede, il conquistatore dei nemici sarà portato via da loro e non ci sarà nessuno di coloro che hanno cambiato la loro fede che potrà sedere sul trono di Pietro, e le viscere dei loro Arcivescovi saranno svuotate se vi si sono seduti con una fede pervertita. Poiché all'Angelo di Dio è stato ordinato di proteggere il trono di Pietro in Bisanzio. Allora Dio porterà via la conquistatrice di nemici dal Re che non rispetterà la fede e i Persiani faranno guerra contro di lui e lo sconfiggeranno e mi sembra che il suo nome sia Marsion l'Apostata. Così il Re di Persia, il cui nome è Ireneo, lo sconfiggerà e il Re lo porterà via, insieme al suo cavallo e col Volere di Dio il cavallo su cui sta la conquistatrice dei nemici sarà imbizzarrito e andrà nel mare ove morirà. Ma i chiodi resteranno lì nel mare a brillare finché non arriverà Cristo nella gloria sopra una nuvola del paradiso, insieme al potere. Questo è quanto Dio mi ha mostrato nella fossa. (Gregorio Illuminatore, cap. 113; 2013, pp. 189-190)
- E quando i morti saranno risuscitati con la rugiada della sua misericordia che irrora la terra, essa cesserà; staranno al suo cospetto con le loro opere che hanno fatto. | Enoc ed Elia verranno, viventi, per la testimonianza. | E Mosè e Aronne, tra i morti, rivivranno con tutti e apriranno i chiavistelli dell'[arca] e la faranno vedere ai Giudei crocifissori; e li riprenderanno e li accuseranno per tutto quello in cui hanno trasgredito la parola del Signore. (cap. 114; 2008, p. 147)
- Così quando i defunti saranno desti, la Misericordia per la quale Egli inondò la terra cesserà; essi si leveranno dinanzi a Lui con le opere da loro compiute. Enoch ed Elia verranno, viventi e testimoni, e Mosè e Aronne dalla morte torneranno alla vita con gli altri. Allora apriranno le sue catene [di Zion] e troveranno quegli Ebrei tra i crocifissori, che saranno accusati e puniti di tutto ciò che hanno fatto per storpiare la Parola di Dio. (cap. 114; 2013, pp. 190-191)
- Poiché nessuno può odiare il proprio corpo, grida il corpo di Cristo nel nostro corpo; ed egli ha misericordia per il suo corpo e il suo sangue, poiché sono divenuti per lui suoi figli e suoi fratelli. | E se c'è qualcuno che ha peccato, sarà condannato nel fuoco a misura delle sue colpe,e per colui il cui carico è leggero, la condanna sarà leggera, e, per colui il cui carico è pesante, la condanna sarà grande. | Un giorno presso il Signore è come diecimila anni. | Alcuni saranno puniti per un giorno e alcuni per la metà di un giorno e alcuni per tre ore di un giorno e alcuni per un'ora di un giorno, e alcuni saranno esaminati e purificati dalle loro colpe. (cap. 115; 2008, p. 148)
- Il Corpo di Cristo è il pianto del nostro Corpo, e ha compassione perché abbiamo lo stesso Suo Corpo e Sangue, essendo divenuti Suoi figli e Suoi fratelli. E se alcuni avranno peccato saranno giudicati col fuoco secondo la gravità dei loro peccati; per coloro che hanno commesso peccati lievi la punizione sarà lieve, ma per coloro che hanno commesso peccati gravi la punizione sarà eccezionalmente grande. Per Dio, un giorno equivale a diecimila anni; così alcuni saranno puniti per un giorno dei Suoi; altri per metà giorno, altri per tre ore al giorno, altri per una; e alcuni saranno messi semplicemente alla prova e poi assolti dalle loro trasgressioni. (cap. 115; 2013, p. 191)
Explicit
[modifica]Originale
[modifica]ወጸልዩ ፡ ላዕሌየ ፡ ለገብርክሙ ፡ ይስሐቅ ፡ ነደይ ፡ ወኢትሒኩኒ ፡ በእንተ ፡ ኢያርትዖ ፡ ነገረ ፡ ልካን ፤ እስመ ፡ ብዙኀ ፡ ጻመውኩ ፡ በእንተ ፡ ክብራ ፡ ለሀገረ ፡ ኢትዮጵያ ፡ በእንተ ፡ ጸአታ ፡ ለጽዮን ፡ ሰማያቂት ፡ ወበእንተ ፡ ክብረ ፡ ንጉሠ ፡ ኢትዮጵያ ። እከመ ፡ አነሂ ፡ ተስእልክዎ ፡ ለመኰንን ፡ ርቱዕ ፡ ፍቁረ ፡ እግዚአብሔር ፡ ያዕቢከ ፡ እግዚእ ፡ ወአፍቀረ ፡ ወይቤለኒ ፡ ግበር ፤ ወገበርኩ ፡ እንዘ ፡ እግዚአብሔር ፡ ይርድአኒ ፡ ወኢፈደየኒ ፡ በከመ ፡ አበሳየ ። ለገብርክሙ ፡ ይስሐቅ ፡ ጸልዩ ፡ ወለእለ ፡ ፃመዉ ፡ ምስኬየ ፡ በፀአተ ፡ ዛቲ ፡ መጽሐፍ ፡ እስመ ፡ ተመንደብነ ፡ ፈድፍደ ፡ አነ ፡ ወይምሀረነ ፡ አብ ፡ ወሕዝበ ፡ ክርስቶስ ፡ ወእንድርያስ ፡ ወፊልጶስ ፡ ወመሓሪ ፡ አብ ። ይምሐሮሙ ፡ እግዚአብሔር ፡ በመንግሥተ ፡ ስማያት ፡ ምስለ ፡ ኲሎሙ ፡ ቅዷሳን ፡ ወሰማዕት ፡ ይድሐፍ ፡ ስሞሙ ፡ ውስተ ፡ መድሐፈ ፡ ሕይወት ፡ ለዓለመ ፡ ዓለም ፡ እሜን ፡ ወአሜን ፠፠፠፠፠፠፠፠፠፠፠፠፠፠
[Kebra nagast: Die Herrlichkeit der Könige, a cura di Carl Bezold, Verlag der K.B. Akademie der Wissenschaften in Kommission des G. Franz'schen Verlags (J. Roth), Monaco di Baviera, 1905.]
Osvaldo Raineri
[modifica]E pregate per me, vostro servo, Isacco il povero, e non biasimatemi per la non correttezza d'espressione della lingua, poiché ho molto faticato per la gloria del paese d'Etiopia, per l'uscita della celeste Sion e per la gloria del re d'Etiopia. Infatti, io ho interrogato un giudice retto, diletto del Signore, Ya'bika Egzi'; e approvò e mi disse: "Fai".
E feci, mentre il Signore mi aiutava, e non mi ha compensato secondo i miei errori.
Pregate per il vostro servo Isacco e per quelli che hanno faticato con me per l'uscita di questo libro, poiché abbiamo penato molto, io e Yemharanna Ab e Hezba Krestos e Andrea e Filippo e Mahari Ab.
Il Signore abbia pietà di loro nel regno dei cieli con tutti i santi e i martiri: scriva i loro nomi nel libro della vita, per i secoli dei secoli, amen e amen!
[La Gloria dei Re. Salomone e la Regina di Saba, Editrice Fondazione Benedetta Riva, Roma, 2008. ISBN 978-88-903551-0-3]
Lorenzo Mazzoni
[modifica]Prega per me, il tuo servo Isacco (traduttore e redattore di questa versione, la prima completa) il pover'uomo. Non rimproverarmi a causa dell'incorrettezza della lingua parlata. Ho faticato tanto per la gloria del paese dell'Etiopia, per portare avanti la celeste Zion e per la gloria del Re d'Etiopia. Così ho consultato il governatore giusto e ben amato da Dio, chiamato Yà'ebìka Egzi'e, che approvò e mi dise: «Lavora». Allora io lavorai, con l'aiuto di Dio, che non si vendicò per i miei peccati. Così prega per il tuo servo Isacco e per coloro che faticarono con me per la redazione di questo libro, con dolorose tribolazioni, io e Yamharana'ab e Hezba-Krestòs e Andrea e Filippo e Mahàri'ab. Possa Dio avere misericordia su di loro, e possa scrivere i loro nomi nel Libro della Vita nel regno dei cieli, con quello di tutti i santi e i martiri nei secoli dei secoli! Amen.
[Kebra Nagast. La Bibbia segreta dei Rastafari, ShaKe Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97109-32-7]
Citazioni sulla Gloria dei Re
[modifica]- Il Kebra Nagast, Libro della Gloria dei Re [d'Etiopia], è stato tenuto nella maggior considerazione e onore in tutta Abissinia per almeno quattromila anni, e persino oggi è considerato da ogni persona colta di quel paese, contenere la vera storia delle origini della linea Salomonica dei Re d'Etiopia, ed è visto come l'autorità definitiva nella storia della conversione degli Etiopi dall'adorazione del sole (della luna e delle stelle) a quella del Dio d'Israele.
- Le leggende e tradizioni del Kebra Nagast derivano da molte fonti: dall'Antico Testamento ai Targùm Caldei e opere siriache come il Libro dell'ape, le Vite dei santi copti, antichi commentari e storie dal Corano, apocrifi come il Libro di Adamo ed Eva, il Libro di Enoch, Kufale, Istruzioni di San Pietro al suo discepolo Clemente, la Vita di Anna, madre della Vergine Maria, il Libro della perla, la Ascesi di Isaiah ecc. Accanto agli estratti da queste opere, ci sono lunghe sezioni nelle quali chi scrive è invece, cronologicamente, Gregorio Taumaturgo, oppure Timoteo il Patriarca di Costantinopoli, o anche Cirillo (arcivescovo); con argomento sempre relativo al «Divino spostamento della paradisiaca Zion – dimora di Dio nonché Tabernacolo contenente le Due Tavole della Legge – da Gerusalemme all'Etiopia», e alla discendenza Salomonica e quindi divina (a ritroso, fino ad Abramo e fino ad Adamo) dei Re d'Etiopia, la stessa di Gesù Cristo.
- Va detto che non sapremo mai se la Regina che visitò Salomone era di puro sangue etiope o una regina araba (dallo Yemen o dallo Hadramaut o da altre parti della grande Regione Araba). Ma la traduzione che una "Regina del Sud" effettivamente visitò Salomone è così antica e diffusa che un minimo di fatti storici, seppur modesti, devono essere in essa contenuti.
- Il Kebra Nagast non è opera originale, ma piuttosto adattamento di racconti pervenuti in Etiopia dall'Egitto. Un racconto copto, la cui prima forma parrebbe rimontare al sec. VI, servì di base - insieme con altri scritti copti meno antichi - a una redazione arabo-cristiana, dalla quale deriva il romanzo etiopico. Yeṣhaq, però, non tradusse soltanto l'opera araba ma l'ampliò con elementi attinti da altre fonti (anche locali etiopiche).
- L'autore, pure annaspando qua e là in qualche digressione eccessiva, sa mantenere sostanzialmente il filo del racconto; e, se anche le sue emozioni sono riflesse e non immediate, [...] tutta via la sua onesta intenzione di celebrare la gloria nazionale dei suoi Re e quella regionale di Aksum gli fa trovare una felice espressione di chiarezza narrativa anche attraverso le indubbie difficoltà dello stile oratorio.
- La leggenda della regina di Saba fu localizzata in Etiopia certo anteriormente al sec. XIV; ma il Kebra Nagast, scritto durante il regno di uno dei maggiori sovrani Salomonidi, diede a quella leggenda la definitiva forma letteraria etiopica. Perciò esso, considerato come il libro nazionale per eccellenza, vuole essere anche per le scuole etiopiche il documento delle origini politiche e religiose dell'Etiopia.
- Si incrociano reminiscenze e nozioni di svariate fonti, che non sempre l'autore riesce ad amalgamare in forma d'arte, salvo particolarmente il passo profetico sull'Etiopia, dove l'emozione patriottica si fa viva ad affermare la tenace fede combattivamente mantenuta nei secoli oscuri e nelle lotte contro i Musulmani.
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Kebra nagast: Die Herrlichkeit der Könige, a cura di Carl Bezold, Verlag der K.B. Akademie der Wissenschaften in Kommission des G. Franz'schen Verlags (J. Roth), Monaco di Baviera, 1905.
- Enrico Cerulli, Storia della letteratura etiopica, Nuova Accademia Editrice, 1961
- La Gloria dei Re. Salomone e la Regina di Saba, a cura di Osvaldo Raineri, Editrice Fondazione Benedetta Riva, Roma, 2008. ISBN 978-88-903551-0-3
- Kebra Nagast. La Bibbia segreta dei Rastafari, a cura di Lorenzo Mazzoni, ShaKe Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97109-32-7
Voci correlate
[modifica]Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Gloria dei Re