Turate
Turate comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Amministrazione | |
Sindaco | Alberto Oleari (lista civica TUcomeTurate) dal 1-6-2015 (2º mandato dal 21-9-2020) |
Territorio | |
Coordinate | 45°39′30″N 9°00′00″E |
Altitudine | 240 m s.l.m. |
Superficie | 10,28 km² |
Abitanti | 9 381[1] (30-11-2020) |
Densità | 912,55 ab./km² |
Frazioni | Fagnana, Mascazza, Piatti, Santa Maria in Campagna |
Comuni confinanti | Cirimido, Cislago (VA), Fenegrò, Gerenzano (VA), Limido Comasco, Lomazzo, Rovello Porro |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22078 |
Prefisso | 02 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013227 |
Cod. catastale | L470 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 410 GG[3] |
Nome abitanti | turatesi |
Patrono | san Pietro e san Paolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Turate nella provincia di Como | |
Sito istituzionale | |
Turate (Turaa in dialetto locale[4][N 1], AFI: /tyˈraː/) è un comune italiano di 9 381 abitanti[1] della provincia di Como in Lombardia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Turate, prima dell'arrivo degli antichi Romani, fu abitato dagli Insubri. Da Turatum, nome romano di Turate, passava la Via Mediolanum-Bilitio, che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Luganum (Lugano) passando da Varisium (Varese). La moderna Turate è citata come Thurao, terra donata nel 712 dal re longobardo Liutprando al monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia.[5] Nel 1346 el locho da Turà risulta far parte delle località che, all'interno della pieve di Appiano, avevano in carico la manutenzione della cosiddetta strata da Bolà.[6]
La storia del borgo nell'età tardo medioevale e moderna durante il Ducato di Milano è strettamente legata alla potente famiglia nobiliare lombarda dei Caimi, a cui Filippo IV concesse Turate in feudo nel 1623[6] e i quali vi esercitarono i propri diritti feudali fino al 1785, anno in cui l'ultimo erede maschio della famiglia morì e il feudo ritornò a disposizione del demanio.[7]
Sempre inserito nella pieve di Appiano, nel 1751 il comune di Turate comprendeva già i cassinaggi di Fagnana, Piatti e Mascazza, oltre che la cassina di Prato.[6] Si ritrova Turate nella stessa pieve anche nel 1786, anno in cui la stessa fu inserita nella provincia di Gallarate.[7]
Con l'abolizione del sistema feudale da parte di Napoleone anche Turate diventa borgo libero e pienamente autonomo venendo spostato nel 1802 dal dipartimento di competenza di Milano a quello di Como. Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì, per Turate, l'annessione del comune di Gerenzano,[8] decisione che, come buona parte delle altre avvenute in età napoleonica, fu tuttavia cancellata dalla Restaurazione.[9] Ciononostante, Turate rimase nell'area di competenza amministrativa di Como anche in seguito alla costituzione del Regno lombardo-veneto.[10]
Agli atti, il primo documento con timbro “Comune di Turate” risale al 1827, quando il municipio era amministrato dalla Deputazione amministrativa comunale, l'odierna Giunta.[5] Nel 1860 per la prima volta il capo dell'Amministrazione cambiò nome da Podestà a Sindaco.[5]
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 1º ottobre 1951.
«Di azzurro, a sei stelle d'argento, ordinate 3, 2, 1. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma era presente nello Stemmario di Marco Cremosano del XVII secolo.
Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.[11]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
[modifica | modifica wikitesto]Forse costruita attorno all'anno 1000 al posto di un cimitero,[12][13] la chiesa dei Santi Pietro e Paolo è attestata all'interno della pieve di Appiano già nel XIII secolo.[14] In principio la chiesa si presentava con una porta centrale sulla facciata dotata di una finestra e con due porte provviste di finestre sul lato nord.[12] Al tempo della visita pastorale del 1574 da parte dell'arcivescovo Carlo Borromeo, la chiesa presentava una navata centrale, corrispondente all'attuale maggiore, a cui se ne affiancava una laterale sul lato ove oggi si trova il battistero, al posto del quale allora era collocato un altare dedicato a Sant'Ambrogio.[12] La chiesa deve il suo aspetto attuale ad alcuni importanti interventi di ristrutturazione avvenuti tra secoli XVII e XX.[15] Particolarmente significative furono le modifiche avvenute nel 1848, che comportarono un ingrandimento della chiesa.[12] Nel XX secolo l'interno della chiesa venne dotato di affreschi e decorazioni degli artisti Giovanni Caravaglia e Giovanni Muttoni della scuola d'arte milanese "Beato Angelico".[13]
L'attuale campanile è una ricostruzione di un'altra precedente struttura[13].
Santuario della Madonna in Campagna
[modifica | modifica wikitesto]Già attestato nel XIV secolo,[16] il santuario fu edificato sul luogo laddove si trovavano le precedenti chiesette di Santa Maria e di San Maurizio.[12]
Altro
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Girolamo,[17] situata a Fagnana e citata negli atti della visita pastorale del 1747 da parte dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli come "chiesa di San Geronimo".[14]
- Oratorio di San Giuseppe,[18] già attestato al tempo della visita pastorale dell'arcivescovo Pozzobonelli.[14] L'oratorio costituì una cappella gentilizia dei proprietari dell'attiguo Palazzo Ala Ponzoni Pollini[19].
- Chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa, situata all'interno del complesso della Casa Militare Umberto I.[20]
Architetture civili e militari
[modifica | modifica wikitesto]Casa Militare Umberto I
[modifica | modifica wikitesto]Eretta alla fine del XVIII secolo dalla famiglia Ala Ponzoni (o Ala Pozzoni[21]) all'interno di un parco[12] di otto ettari, la dimora fu completata in stile tardo-neoclassico[22] negli anni '20 dell'Ottocento[23][22].[21] In seguito, fu rilevata dalla famiglia saronnese degli Zerbi.[21] Acquistata nel 1897 da tre turatesi - tra i quali Giuseppe Candiani[13] - la struttura fu riadattata a casa di riposo per i veterani delle guerre nazionali[21].[12] Oggi ospita un museo di oggetti militari che coprono un periodo che va dalle Guerre d'indipendenza[13] alla Seconda guerra mondiale.[12]
La casa si compone di più corpi di fabbrica. Nel corpo principale, che delimita a oriente la piazza antestante alla dimora, s'innestano due corpi minori, uno dotato di pianta a "U" aperta verso settentrione, l'altro disposto in modo tale da formare una "L" rivolta verso meridione. Sul cortile d'onore si affaccia un porticato[21][24]. Alle spalle del cortile, una cancellata in ferro battuto introduce all'ampio parco[21][24]. All'interno della casa spicca uno scalone in stile neoclassico, inserito in uno spazio coperto da una volta ellittica[21][25].
Palazzo Ala Ponzone Pollini
[modifica | modifica wikitesto]Inserito all'interno di un grande parco, Palazzo Ala Ponzone, fu edificato tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII.[26] In stile barocco, fu realizzato su commissione della famiglia Caimi, forse nel luogo dove si trovava un precedente edificio del XV secolo.[13] Il palazzo fu per lungo tempo la dimora della famiglia Ala Ponzoni (o Ala Pozzoni), che tra la finire del XVIII secolo e il primo quarto del successivo si trasferirono nella vicina villa Ala Pozzoni Zerbi - l'attuale Casa Militare Umberto I - costruita per volere della stessa famiglia.[27] Da questi ultimi,[19] il palazzo passò nelle mani della famiglia Pollini[13], che nel 1962 decise di donare la proprietà alla parrocchia di Turate[19]. Attualmente, palazzo Pollini è sede del locale municipio[28].
Il palazzo si presenta con una facciata aperta da un Settecentesco portale monumentale in pietra. La parte superiore della facciata è coronata da una particolare gronda a guscia, ornata da intonaco in rilievo.[19] Il portale introduce un cortile interno a pianta sostanzialmente quadrata, delimitato a est e a ovest da un porticato architravato[21] retto da colonne in pietra.[19] Affacciato sul cortile, il salone d'onore del palazzo.[19]
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Demografia pre-unitaria
[modifica | modifica wikitesto]- 1 300 nel 1751
- 1 599 nel 1771
- 1 477 nel 1799
- 1 472 nel 1805
- 2 401 nel 1809 per provvisoria incorporazione di Gerenzano
- 2 510 nel 1853
- 2 779 nel 1859
(Fonte: lombardiabeniculturali)
Demografia post-unitaria
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[29]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Il comune di Turate è servito dalla linea ferroviaria FN Saronno-Varese-Laveno Mombello tramite la stazione di Gerenzano-Turate, situata tra i comuni di Turate e Gerenzano (VA).
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Sport
[modifica | modifica wikitesto]Pallacanestro
[modifica | modifica wikitesto]Il club cestistico è l'Associazione Sportiva Dilettantistica Basket 2000 Turate; nata nel 1996, i suoi colori ufficiali sono il bianco e il verde. Attivo solo a livello dilettantistico, schiera le squadre in campionati FIP e UISP. Sede degli allenamenti e delle partite sono il Palazzetto della Scuola Secondaria in Via IV Novembre n°12 e la Palestra della Scuola Primaria in Via Garibaldi n°39. Sito internet www.basket2000turate.it
Calcio
[modifica | modifica wikitesto]Maggiore società calcistica comunale è la Salus et Virtus Turate; fondata nel 1927 e contraddistinta dai colori sociali bianco e azzurro, vanta quali maggiori successi alcune partecipazioni alla Serie D nei primi anni del terzo millennio. Nel 2009 si è fusa con la Caronnese di Caronno Pertusella, andando a formare la società unificata Insubria CaronneseTurate, basata nel comune varesino. L'esperienza ha però avuto vita breve: già nel 2010-2011 la Salus et Virtus Turate è stata rifondata ed è ripartita in autonomia dalla Terza Categoria di Como.
Tiro con l'arco
[modifica | modifica wikitesto]A Turate ha sede il club A.S.D. Arcieri dell'Airone, contraddistinto dai colori sociali giallo e bianco.
Palio di Turate
[modifica | modifica wikitesto]Dal giugno 1980 si disputa lo storico Palio che vede contrapporsi le sei contrade del paese: Boscu, Campasc, Furnu, Pasqué, Pràa e Reschignana; il Palio si svolge ogni due anni (dal 1985 si tiene negli anni dispari per evitare di coincidere con le fasi finali di europei e mondiali di calcio).[31]
La manifestazione ha una durata variabile, generalmente dai dieci a quattordici giorni a seconda dell'edizione; ogni sera le contrade si sfidano in giochi popolari per aggiudicarsi il prestigioso drappo cucito a mano alla fine degli anni '70, a cui è possibile partecipare solo se residenti in una delle sei contrade del paese.[31]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografiche
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 672, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ a b c Storia, su comune.turate.co.it. URL consultato il 19 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2017).
- ^ a b c Comune di Turate, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ a b Comune di Turate, 1757 - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Comune di Turate, 1798 - 1815 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Comune di Gerenzano, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Comune di Turate, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Turate, su Archivio Centrale dello Stato, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 26 settembre 2024.
- ^ a b c d e f g h i Monumenti, su comune.turate.co.it. URL consultato il 19 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2017).
- ^ a b c d e f g Borghese, p. 421.
- ^ a b c Parrocchia dei Santi apostoli Pietro e Paolo, sec. XVI - [1989] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Chiesa dei SS. Pietro e Paolo - complesso, Piazza della Chiesa, 4 - Turate (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Santuario della Madonna in Campagna - complesso, Via Santa Maria, 1 - Turate (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Chiesa di S. Girolamo, Via San Gerolamo - Turate (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Oratorio di S. Giuseppe, Via Vittorio Emanuele - Turate (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ a b c d e f Langè, p. 322.
- ^ Chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa, Piazza Alessandro Volta - Turate (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ a b c d e f g h Langè, p. 323.
- ^ a b Belloni et al., p. 249.
- ^ Casa Militare Umberto I - complesso, Piazza Alessandro Volta, 27(P) - Turate (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ a b Langè, p. 324.
- ^ Langè, p. 325.
- ^ Palazzo Ala Ponzone - complesso, Via Vittorio Emanuele, 2 - Turate (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ Langè, pp. 322-323.
- ^ Laura Gradella, Elettorale, su Comune di Turate. URL consultato il 3 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2022).
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Museo, su casamilitareumbertoprimo.org. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ a b PalioTurate, su www.palioditurate.it. URL consultato il 14 gennaio 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Santino Langè, Ville delle province di Como, Sondrio e Varese, a cura di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Vol. Lombardia 2, Milano, Edizioni SISAR, 1968.
- Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
- Annalisa Borghese, Turate, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 421.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Turate
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito istituzionale, su comune.turate.co.it. URL consultato il 30 aprile 2005 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2017).
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