iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.
iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.



Link to original content: http://it.wikipedia.org/wiki/TT209
TT209 - Wikipedia Vai al contenuto

TT209

Coordinate: 25°43′59.88″N 32°36′00″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
TT209
Tomba di Seremhatrekhyt[N 1]
Planimetria schematica della tomba TT209[N 2]
CiviltàAntico Egitto
Utilizzotomba
EpocaPeriodo Tardo
Localizzazione
StatoEgitto (bandiera) Egitto
LocalitàLuxor
Amministrazione
PatrimonioNecropoli di Tebe
EnteMinistero delle Antichità
Visitabileno
Mappa di localizzazione
Map
Mappa di localizzazione: Egitto
Necropoli di Tebe
Necropoli di Tebe
La posizione della necropoli di Tebe in Egitto

TT209 (Theban Tomb 209) è la sigla che identifica una delle Tombe dei Nobili[N 3][1] ubicate nell'area della cosiddetta Necropoli Tebana, sulla sponda occidentale[N 4] del Nilo dinanzi alla città di Luxor[N 5][2], in Egitto. Destinata a sepolture di nobili e funzionari connessi alle case regnanti, specie del Nuovo Regno, l'area venne sfruttata, come necropoli, fin dall'Antico Regno e, successivamente, sino al periodo Saitico (con la XXVI dinastia) e Tolemaico.

TT209 era la tomba di:

Titolare Titolo Necropoli[N 6] Dinastia/Periodo Note[N 7]
Seremhatrekhyt, precedentemente nome interpretato e letto come Hatashemro, o Nishemro[3] Principe ereditario, Unico amato amico[3] El-Assasif[4] Periodo Tardo[5] a destra della strada principale dalla casa bianca di Sheikh Hasan Abd el-Rasul[N 8]

Nessuna notizia biografica è ricavabile[6].

TT209, cui si accede da un cortile, si presenta con planimetria che a una sala trasversale fa seguire una sala con pilastri, da cui si accede a una seconda camera in cui si aprono due cappelle. Molto danneggiato l'apparato pittorico riassumibile in due punti, uno alla destra dell'ingresso nella sala trasversale, e l'altro a sinistra del corridoio che immette alla sala finale, in cui è possibile rilevare tracce di testi e formule di offertorio[6].

  1. ^ Precedentemente il nome era stato interpretato e letto come Hatashemro, o Nishemro.
  2. ^ La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 292.
  3. ^ La prima numerazione delle tombe, dalla numero 1 alla 253, risale al 1913 con l'edizione del "Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes" di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
  4. ^ I campi della Duat, ovvero l'aldilà egizio, si trovavano, secondo le credenze, proprio sulla riva occidentale del grande fiume.
  5. ^ Nella sua epoca di utilizzo, l'area era nota come "Quella di fronte al suo Signore" (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, "Occidente di Tebe".
  6. ^ le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un'unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
  7. ^ Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte dal "Topographical Catalogue" di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione dell'epoca.
  8. ^ Fino a tempi molto recenti, alcune delle tombe vennero adibite ad abitazioni o a pertinenze di abitazioni, come stalle, cantine, depositi e magazzini. Tale impiego, protrattosi per millenni, come è intuibile, ha ulteriormente favorito il danneggiamento di già precarie rappresentazioni parietali o, in taluni casi, ha addirittura causato la perdita o la demolizione di pareti o colonne, o pilastri. I riferimenti di Gardiner e Weigall ad abitazioni private debbono perciò essere intese in tal senso e fanno riferimento, come è ovvio, agli anni in cui le rilevazioni ebbero luogo considerando che la pubblicazione del "Topographical Catalogue" risale al 1913.
  1. ^ Gardiner e Weigall 1913.
  2. ^ Donadoni 1999,  p. 115.
  3. ^ a b Gardiner e Weigall 1913, p. 34.
  4. ^ Gardiner e Weigall 1913, pp. 34-35.
  5. ^ Gardiner e Weigall 1913, p. 35.
  6. ^ a b Porter e Moss 1927,  p. 306, confermata in edizione del 1970.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]