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Supermarine Attacker

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Supermarine Attacker
Un Supermarine Attacker F.1
Descrizione
Tipocaccia imbarcato
Equipaggio1
CostruttoreRegno Unito (bandiera) Supermarine
Data primo volo27 luglio 1946
Data entrata in servizioagosto 1950
Data ritiro dal servizioanni sessanta (Pakistan)
Utilizzatore principaleRegno Unito (bandiera) Fleet Air Arm
Altri utilizzatoriPakistan (bandiera) Pakistani Fida'iyye
Esemplari182 + 3 prototipi
Sviluppato dalSupermarine Spiteful
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza11,43 m (37 ft 6 in)
Apertura alare11,25 m (36 ft 11 in)
Altezza3,02 m (9 ft 11 in)
Superficie alare21 (226 ft²)
Carico alare248 kg/m² (51 lb/ft²)
Peso a vuoto3 826 kg (8 434 lb)
Peso carico5 539 kg (12 211 lb)
Propulsione
Potenzaun turbogetto Rolls-Royce Nene Mk.101
Spinta22,2 kN (2 313 kg, 5 000 lbf)
Prestazioni
Velocità max950 km/h (590 mph, 513 kt)
Velocità di salita32,3 m/s (6 350 ft/min)
Autonomia1 900 km (1 200 mi)
Raggio di azione950 km (590 mi, 513 nmi)
Tangenza13 716 m (45 000 ft)
Armamento
Cannoni4 Hispano Mk.5 calibro 20 mm (125 colpi per arma, per un totale di 500 colpi)
Bombe2 da 1 000 lb (454 kg)
Notedati riferiti alla versione F.1

i dati sono estratti da The Illustrated Encyclopedia of Aircraft[1]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia
il ponte della HMS Eagle nei primi anni di servizio. Si notano in primo piano i Supermarine Attacker e sul fondo i Fairey Firefly e Blackburn Firebrand.

Il Supermarine Attacker era un caccia monoreattore ad ala bassa prodotto dall'azienda britannica Supermarine Aviation Works dalla fine degli anni quaranta ed impiegato nel secondo dopoguerra principalmente dalla Fleet Air Arm della Royal Navy.

Lo sviluppo dell'Attacker si deve alla specifica E.10/44 emessa per la richiesta di fornitura di un caccia a reazione da fornire alla Royal Air Force. Oltre alla Supermarine anche la Gloster Aircraft Company realizzò il Gloster E.1/44, una versione migliorata del Gloster Meteor, da presentare come possibile candidato, ma la commissione di valutazione rifiutò entrambi i progetti in favore del Meteor e del de Havilland DH.100 Vampire, i primi caccia a reazione RAF ad entrare in servizio operativo. La Supermarine allora propose una versione navalizzata del suo progetto all'Admiralty che accettò di valutarne le caratteristiche. Il prototipo dell'Attacker, Prototype 392, venne portato in volo per la prima volta il 27 luglio 1946 ai comandi del pilota collaudatore Jeffrey Quill.

Il progetto dell'Attacker prevedeva l'uso delle ali dritte a regime laminare già utilizzate dallo Spiteful, lo sviluppo del più celebre Spitfire e destinato a sostituirlo come caccia con motore a pistoni, e per questo motivo l'Attacker fu originariamente soprannominato Jet Spiteful. Il velivolo era afflitto da una serie di carenze progettuali che lo portarono ad essere rapidamente superato: una era che manteneva l'ormai sorpassata configurazione a triciclo classico del carrello d'atterraggio, col ruotino d'appoggio posto sotto la coda che creava problemi in fase di appontaggio. La complessità nella riprogettazione di un carrello sotto il muso avrebbe necessitato una serie di interventi, ad esempio sulle ali per lo spostamento dei carichi necessari a riequilibrare il velivolo. Inoltre una simile configurazione inviava i gas di scarico del motore direttamente verso terra, danneggiando gravemente le piste in erba.[2]

Il primo prototipo della versione navalizzata fu portata in volo il 17 giugno 1947 ai comandi di Mike Lithgow, tre anni più tardi del volo inaugurale del Meteor. Il successivo ordine di fornitura, che confermava l'acquisizione del modello da parte della Fleet Air Arm (FAA), si fece attendere fino al novembre 1949. La prima versione di serie, la F.1, era spinta da un turbogetto Rolls-Royce Nene Mk.101 da circa 22,2 kN (2 313 kg, 5 000 lbf) ed era equipaggiata con 4 cannoncini automatici Hispano da 20 mm. La F.1, entrata in produzione il 1950, iniziò ad essere consegnata ai reparti nell'agosto 1951.

Storia operativa

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L'Attacker ha avuto una breve carriera equipaggiando la Fleet Air Arm della Royal Navy, non partecipando ad alcuna azione durante il suo servizio di prima linea nella FAA fino al 1954. Rimase in servizio operativo con la Royal Naval Volunteer Reserve (RNVR) per un periodo leggermente più lungo, per poi essere ritirato definitivamente nel 1956. In patria l'Attacker venne sostituito dai più moderni e capaci Hawker Sea Hawk e de Havilland Sea Venom.

L'Attacker venne esportato solamente ad uno stato estero, il Pakistan. Tra il 1952 ed il 1953 vennero venduti 36 esemplari che andarono ad equipaggiare la locale aeronautica militare, la Pakistani Fida'iyye, con la quale rimase in servizio operativo fino al 1960.

  • F.1 - versione caccia navalizzato di serie
  • FB.1 - versione da attacco al suolo
  • FB.2 - Versione rinforzata dotata di motorizzazione Nene più potente e di 8 piloni subalari, capace di trasportare 2 bombe da 1 000 lb (450 kg) o 8 razzi non guidati
Pakistan (bandiera) Pakistan
Regno Unito (bandiera) Regno Unito

Esemplari sopravvissuti

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  1. ^ Orbis 1985, p. 2980.
  2. ^ (EN) W. Gunston Fighters of the Fifites - Vickers-Supermarine Attacker, Aeroplane Monthly, March 1975, pag. 130.
  3. ^ (EN) Vickers Supermarine Attacker F1, su Fleet Air Arm Museum, http://www.fleetairarm.com. URL consultato il 30 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2008).
  4. ^ (EN) Pakistan Air Force Museum Attacker page, su Pakistan Air Force Museum, http://pafmuseum.net. URL consultato il 27 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2008). (pagina sito off-line in data 30-10-2008, collegamento ricavato da en.wiki).
  • (EN) The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985), Orbis Publishing, 1985.
  • (EN) C.F. Andrews, E.B. Morgan, Supermarine Aircraft since 1914, London, Putnam, 1987, ISBN 0-85177-800-3.
  • (EN) Philip Birtles. Supermarine Attacker, Swift and Scimitar (Postwar Military Aircraft 7). London: Ian Allan, 1992. ISBN 0-7110-2034-5.
  • (EN) Jeffrey Quill (OBE, AFC, FRAeS). Spitfire - A Test Pilot's Story. London: Arrow Books, 1989. ISBN 0-09-937020-4.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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