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Sidney Lumet

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Sidney Lumet nel 1970
Statuetta dell'Oscar Oscar onorario 2005

Sidney Arthur Lumet (AFI: [luːˈmɛt]) (Filadelfia, 25 giugno 1924New York, 9 aprile 2011) è stato un regista, produttore cinematografico, sceneggiatore e attore statunitense.

Lumet nacque a Filadelfia (in Pennsylvania), ma crebbe nel Lower East Side di Manhattan (New York)[1], figlio dell'attore Baruch Lumet e della ballerina Eugenia Wermus (deceduta quando il regista era ancora un bambino), ambedue immigrati polacchi d'origine ebraica ashkenazita (il padre Baruch nacque infatti a Varsavia[2]), attivi da molti anni allo Yiddish Art Theatre di New York[3], ove lo stesso Lumet esordirà in qualità di attore all'età di quattro anni. Studiò alla Professional Children School e dal 1939 partecipò a diversi spettacoli teatrali.

Agli inizi degli anni cinquanta lavorò come regista per alcuni spettacoli teatrali e per alcune serie televisive. Debuttò come regista cinematografico con il lungometraggio La parola ai giurati (1957), interpretato dall'amico Henry Fonda, con cui girerà cinque film. La pellicola affrontò i temi del razzismo e la violazione dei diritti civili e ottenne numerosi riconoscimenti tra cui l'Orso d'oro al Festival di Berlino e fruttò a Lumet anche una candidatura all'Oscar al miglior regista.

I suoi film ottennero molto successo anche per l'abilità dimostrata nel dirigere grandi star come Sophia Loren in Quel tipo di donna (1959), Anna Magnani e Marlon Brando in Pelle di serpente (1960), Katharine Hepburn e Ralph Richardson ne Il lungo viaggio verso la notte (1962), Henry Fonda nel ruolo del presidente degli Stati Uniti in A prova d'errore (1964), Rod Steiger ne L'uomo del banco dei pegni (1964), Sean Connery ne La collina del disonore (1965).

Acclamato come una celebrità del cinema hollywoodiano, negli anni settanta diresse altri film di successo come Serpico (1973) e Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) entrambi con l'interpretazione di Al Pacino agli inizi della carriera, Assassinio sull'Orient Express (1974), tratto da un romanzo di Agatha Christie e che vide riuniti talenti come Ingrid Bergman (Oscar alla miglior attrice non protagonista), Lauren Bacall, Anthony Perkins, Sean Connery, Vanessa Redgrave e Albert Finney (nel ruolo di Hercule Poirot), e Quinto potere (1976), una critica al sistema televisivo e agli effetti nei confronti degli spettatori. Il film valse l'Oscar ai due protagonisti, Peter Finch e Faye Dunaway.

Negli anni ottanta girò altre pellicole notevoli quali Il verdetto (1982) con Paul Newman e James Mason, Daniel (1983) sul caso Rosenberg e Il mattino dopo (1986), per il quale Jane Fonda fu candidata all'Oscar. Dopo pellicole che non riscontrarono il consenso delle precedenti, tra le quali Gloria (1999) con Sharon Stone, remake del film di John Cassavetes, girò Prova a incastrarmi - Find Me Guilty (2006), con Vin Diesel, e Onora il padre e la madre (2007) con Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman, sua ultima regia. Alla 77ª edizione degli Oscar (2005) ottenne il riconoscimento alla carriera. Nel 2009 partecipò al documentario I Knew It Was You, sotto la regia di Richard Shepard, per ricordare l'attore John Cazale a trent'anni dalla morte.

Dal 1949 al 1954 fu sposato con l'attrice Rita Gam.

Si sposò con l'ereditiera Gloria Vanderbilt il 28 agosto 1956 e divorziò nell'agosto del 1963.

Riconoscimenti

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  • 1958Candidatura al miglior regista per La parola ai giurati
  • 1976 – Candidatura al miglior regista per Quel pomeriggio di un giorno da cani
  • 1977 – Miglior regista per Quinto potere
  • 1982 – Candidatura al miglior regista per Il principe della città
  • 1983 – Candidatura al miglior regista per Il verdetto
  • 1989 – Candidatura al miglior regista per Vivere in fuga
  1. ^ (EN) John Clark, New York City as Film Set: From Mean Streets to Clean Streets, in The New York Times, 30 aprile 2006, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 22 marzo 2019.
  2. ^ Finding Aid for the Baruch Lumet Papers, 1955-1983, su oac.cdlib.org, 1º dicembre 2014. URL consultato il 4 gennaio 2017.
  3. ^ Philip French, Sidney Lumet, giant of American cinema, dies at 86 | Film | The Observer, in The Observer, London, Guardian Media Group, 10 aprile 2011. URL consultato il 10 aprile 2011.

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