Sepiida
Sepiida | |
---|---|
Illustrazione di Sepia officinalis | |
Classificazione scientifica | |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Mollusca |
Subphylum | Conchifera |
Classe | Cephalopoda |
Sottoclasse | Coleoidea |
Superordine | Decapodiformes |
Ordine | Sepiida Zittel, 1895 |
Sottordini | |
I Sepiida Zittel, 1895 sono un ordine di molluschi cefalopodi decapodi. Comprendono tutte le specie viventi di seppie.
Gli appartenenti a quest'ordine sono caratterizzati dalla presenza di dieci appendici cefaliche (otto braccia e due tentacoli) munite di ventose con anelli cheratinici e di una conchiglia interna piuttosto sviluppata, il cosiddetto osso di seppia, che ha struttura peculiare nelle varie famiglie. La combinazione unica di adattamenti anatomici di questi animali ne fanno predatori efficienti e abili mimeti. La loro conchiglia interna, il loro apparato boccale specializzato, i loro occhi complessi e il loro sistema nervoso altamente sviluppato sono tutti elementi che contribuiscono al loro successo evolutivo.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]I cefalopodi appartenenti all'ordine Sepiida, comunemente noti come seppie, presentano un insieme di caratteristiche anatomiche che li distinguono nettamente dagli altri molluschi. Una delle peculiarità più evidenti è la presenza di una conchiglia interna, che può essere sia calcarea, come nelle seppie comuni (generi Sepia, Spirula), sia di aragonite, come nei sepiolidi. Questa struttura, oltre a fornire supporto all'animale, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della galleggiabilità[1].
L'apparato boccale delle seppie è altamente specializzato, dotato di un robusto becco e di un caratteristico apparato radulare. Quest'ultimo, costituito da una serie di denti disposti su una membrana carnosa, è adattato a triturare le prede. Un'altra caratteristica distintiva è la presenza di dieci tentacoli, di cui due più lunghi e retrattili, muniti di ventose dotate di anelli chitinosi, che permettono alla seppia di afferrare e trattenere le prede[1].
Gli occhi delle seppie sono tra i più complessi del regno animale, paragonabili a quelli dei vertebrati. Sono dotati di una lente cristallina e di una retina, e sono coperti da una membrana trasparente che funge da palpebra. Questa struttura oculare conferisce alle seppie una vista acuta, centrale per la caccia e per la percezione attiva nell'ambiente circostante.
Il sistema respiratorio delle seppie è costituito da un paio di branchie, situate nella cavità del mantello. La circolazione sanguigna è chiusa, con un cuore sistemico e due cuori branchiali. L'apparato digerente è completo: comprende una ghiandola digestiva bilobata, un intestino e un ano[1].
In sistema nervoso è altamente sviluppato, con un cervello complesso che coordina le numerose attività dell'animale. Questo sistema nervoso, unitamente agli organi di senso sofisticati, permette alle seppie di compiere comportamenti complessi, come il mimetismo[2], la comunicazione[3] e l'apprendimento[4].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Le seppie si nutrono di piccoli molluschi, granchi, gamberi, pesci, polpi, vermi e altre seppie, che masticano con il loro becco stritolatore, talvolta usato come ultima difesa[5][6]. I predatori sono delfini, squali, pesci, foche, uccelli marini e altre seppie. L'aspettativa di vita tipica di una seppia è di 1 o 2 anni.
Gli studi indicano che le seppie sono tra gli invertebrati più intelligenti, capaci di comportamenti complessi[4][7]. Le seppie hanno anche uno dei più alti rapporti cervello-corpo di tutti gli invertebrati[6].
Cambio di colore
[modifica | modifica wikitesto]Le seppie sono capaci di alcune delle risposte mimetiche più dinamiche e sorprendenti del regno animale. Sono in grado di cambiare rapidamente il loro schema corporeo perché i cromatofori della pelle sono sotto il diretto controllo neurale[8][9]. Questi sono sviluppati secondo tre strutture: i leucofori che diffondono la luce, gli organi cromatofori pigmentati e gli iridofori che riflettono la luce; tutti sono situati nella pelle[10]. I cromatofori sono, nelle seppie, cellule a forma di stella, i cui bracci sono tessuti con capacità contrattile e al cui centro è una sacca di pigmento. Questi muscoli sono direttamente azionati dal cervello, il che consente alla seppia un grande controllo sulla quantità di pigmento spostare e una elevata rapidità di esecuzione, con un cambiamento di colore di 2 secondi. Quando i muscoli sono eccitati, dilatano il cromatoforo e il pigmento diventa visibile nella pelle della seppia.
Mimetismo
[modifica | modifica wikitesto]Le seppie sanno mettere in atto diversi effetti cromatici. Ad esempio, possono imitare i colori dello sfondo marino per mimetizzarsi perfettamente. Possono anche generare uno schema corporeo dinamico che si muove in direzione opposta a quella del loro spostamento, disorientando i predatori che non riconoscono la loro direzione o velocità. Un altro effetto è l'aspetto deimatico, ossia la simulazione di due occhi sul dorso, che usano per apparire più grandi e minacciosi[11].
Comunicazione
[modifica | modifica wikitesto]La luce del sole, quando tocca l'acqua, si polarizza. Non tutti gli animali possono vedere il fattore di polarizzazione, che definisce quanto il fascio sia polarizzato sul piano orizzontale e verticale, ma le seppie sì[12]. Utilizzando i loro iridofori, possono riflettere la luce polarizzata in modo tale da avvertire altre seppie, mentre si mimetizzano, senza che il predatore noti alcun cambiamento[13].
Accoppiamento
[modifica | modifica wikitesto]Gli iridofori e i leucofori si sviluppano più tardi e sono componenti particolarmente importanti di molti pattern adulti. L'uso del cambio di colore nell'accoppiamento è quindi riservato al maschio maturo[9]. Specifici pattern di colorazione sono attivati prima dell'accoppiamento, quando il maschio entra in stato di allerta in vista della femmina o di un rivale, e interrotti durante la copula, per essere riattivati dopo la separazione[13].
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene abbia fatto la sua comparsa abbastanza recentemente, l'ordine ha avuto un certo successo, contando 120 specie viventi (7, suddivise in due generi, ascritte alla famiglia Sepiadariidae, mentre le rimanenti ascritte in tre generi alla famiglia Sepiidae[14]), più altre estinte[15]:
- Classe Cephalopoda
- Sottoclasse Coleoidea
- Superordine Decapodiformes
- Ordine Sepiida
- Sottordine Vasseuriina †
- Famiglia Vasseuriidae †
- Famiglia Belosepiellidae †
- Sottordine Sepiina
- Superfamiglia Sepioidea
- Famiglia Belosaepiidae †
- Famiglia Sepiadariidae
- Famiglia Sepiidae
- Superfamiglia Sepioidea
- Sottordine Sepiolina
- Superfamiglia Sepioloidea Leach, 1817
- Famiglia Sepiadariidae P. Fischer, 1882
- Famiglia Sepiolidae Leach, 1817
- Superfamiglia Sepioloidea Leach, 1817
- Sottordine Vasseuriina †
- Ordine Sepiida
- Superordine Decapodiformes
- Sottoclasse Coleoidea
A più riprese, sia la spirula che le seppie pigmee dell'ordine Sepiolida sono state considerate appartenenti a quest'ordine[16][17].
Sfruttamento economico
[modifica | modifica wikitesto]Le seppie rappresentano un prodotto ittico di grande valore commerciale, contribuendo in modo significativo al settore della pesca dei cefalopodi. Si stima che le catture di seppie abbiano rappresentato tra il 12% e il 16% del totale delle catture di cefalopodi a livello mondiale nel decennio fra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo, con volumi che hanno oscillato tra le 300.000 e le 500.000 tonnellate (FAO, 2000). Il genere Sepia è, senza dubbio, il più ricercato e sfruttato commercialmente[1].
La pesca artigianale delle seppie è caratterizzata da un'ampia gamma di tecniche altamente selettive. I pescatori sfruttano la conoscenza del comportamento delle seppie, utilizzando dispositivi di aggregazione come le luci artificiali per attirare gli animali. Inoltre, vengono impiegate esche vive, come le femmine mature, per stimolare l'aggressività dei maschi, ma anche esche artificiali. L'attrezzatura utilizzata è altrettanto varia e comprende arpioni, lance, reti da posta, nasse e altre attrezzature specifiche per la cattura di cefalopodi. Di contro, la parte dei Sepiida nella pesca industriale è minore. Infatti, le seppie rappresentano catture accessorie ad altre specie bersaglio nella pesca a strascico[1].
Il settore dell'acquacultora delle specie di seppie è in crescita[1], seppur limitatamente. I primi progetti di allevamento di Sepiidae datano degli anni 1960 in Corea e Giappone. Si è poi diffusa, negli anni 1970, in Europa, con le prime generazioni prodotte in laboratorio.
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Seppie non identificate
-
Sepia esculenta
-
Sepia officinalis
-
Seppia non identificata
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f (EN) Amanda Reid, Patrizia Jereb e Clyde F.E. Roper, 3. CUTTLEFISHES (PDF), in Jereb P. e Roper C.F.E. (a cura di), Cephalopods of the world. An annotated and illustrated catalogue of cephalopod species known to date, collana FAO Species Catalogue for Fishery Purposes, vol. 1, n. 4, Roma, FAO, 2005, p. 56.
- ^ (EN) Martin H. Moynihan e Arcadio F. Rodaniche, 14. Communication, Crypsis, and Mimicry Among Cephalopods, in How Animals Communicate, Indiana University Press, pp. 293-302. URL consultato il 15 novembre 2024.
- ^ (EN) Borrelli, L., Gherardi, F. e Fiorito, G., A Catalogue of Body Patterning in Cephalopoda, a cura di Napoli: Stazione Zoologica A. Dohrn, Firenze University Press, 2006.
- ^ a b (EN) Spogmai Komak, Jean G. Boal e Ludovic Dickel, Behavioural responses of juvenile cuttlefish ( Sepia officinalis ) to local water movements, in Marine and Freshwater Behaviour and Physiology, vol. 38, n. 2, 2005-06, pp. 117–125, DOI:10.1080/10236240500139206. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ (EN) Roger Villanueva, Valentina Perricone e Graziano Fiorito, Cephalopods as Predators: A Short Journey among Behavioral Flexibilities, Adaptions, and Feeding Habits, in Frontiers in Physiology, vol. 8, 17 agosto 2017, DOI:10.3389/fphys.2017.00598. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ a b (EN) NOVA | Kings of Camouflage, su pbs.org, PBS. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ (EN) Shigeno, S., Brain evolution as an information flow designer: the ground architecture for biological and artificial general intelligence, in S. Shigeno, Y. Murakami e T. Nomura (a cura di), Brain Evolution by Design: From Neural Origin to Cognitive Architecture, Tokyo, Springer Japan, 2017, pp. 415–438.
- ^ (EN) Darcy A. A. Taniguchi, Yakir Gagnon e Benjamin R. Wheeler, Cuttlefish Sepia officinalis Preferentially Respond to Bottom Rather than Side Stimuli When Not Allowed Adjacent to Tank Walls, in PLOS ONE, vol. 10, n. 10, 14 ott 2015, pp. e0138690, DOI:10.1371/journal.pone.0138690. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ a b (EN) R. T. Hanlon e J. B. Messenger, Adaptive coloration in young cuttlefish ( Sepia officinalis L.): the morphology and development of body patterns and their relation to behaviour (abstract), in Philosophical Transactions of the Royal Society of London. B, Biological Sciences, vol. 320, n. 1200, 12 agosto 1988, pp. 437–487, DOI:10.1098/rstb.1988.0087. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ (EN) Mäthger, L.M., Chiao, C.C., Barbosa, A. e Hanlon, R.T., Color matching on natural substrates in cuttlefish, Sepia officinalis, in Journal of Comparative Physiology, vol. 194, marzo 2008, pp. 577-585.
- ^ (EN) O’Brien C. E., Bennice, C. O. e Leite, T., A field guide to distinguishing Octopus insularis and Octopus americanus (Octopoda: Octopodidae), in Zootaxa, vol. 5060, n. 4, 2021, pp. 589-594.
- ^ (EN) Nadav Shashar, Roland Hagan e Jean G Boal, Cuttlefish use polarization sensitivity in predation on silvery fish, in Vision Research, vol. 40, n. 1, 1º gennaio 2000, pp. 71–75, DOI:10.1016/S0042-6989(99)00158-3. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ a b (EN) N. Shashar, P.S. Rutledge e T.W. Cronin, Polarization vision in cuttlefish - a concealed communication channel? (PDF), in Journal of Experimental Biology, vol. 199, n. 9, 1996, pp. 2077-2084. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ (EN) Kir N. Nesis, B. S. Levitov e L. A. Burgess, Cephalopods of the world: squids, cuttlefishes, octopuses, and allies, tradotto dal russo, Neptune City, NJ, Publ. Inc., T.F.H. Publ. Inc, 1987, ISBN 978-0-86622-051-4.
- ^ (EN) MolluscaBase eds. (2024), Sepiida, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ (EN) Patrizia Jereb e Clyde F. E. Roper, Cephalopodos of the world: an annotated and illustrated catalogue of cephalopod species known to date (Nautilidae, Sepiidae, Sepiolidae, Sepiadariidae, Idiosepiidae and Spirulidae), collana Fao species catalogue for fishery purposes, FAO, 2005, ISBN 978-92-5-105383-6.
- ^ (EN) Mark Norman, Cephalopods: a world guide ; Pacific Ocean, Indian Ocean, Red Sea, Atlantic Ocean, Caribbean, Arctic, Antarctic ; over 800 photographs of cephalopods taken in their natural habitat, 2. rev. ed, Hackenheim, Conch Books, 2003, ISBN 978-3-925919-32-9.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sepiida
- Wikispecies contiene informazioni su Sepiida
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) cuttlefish / Sepioidea, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN, FR) Sepiida, su Enciclopedia canadese.
- (EN) Sepiida, su Fossilworks.org.