Riardo
Riardo comune | |
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Panoramica su Riardo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Caserta |
Amministrazione | |
Sindaco | Armando Fusco dal 10-6-2018 |
Territorio | |
Coordinate | 41°16′N 14°09′E |
Altitudine | 150 m s.l.m. |
Superficie | 16,48 km² |
Abitanti | 2 452[1] (31-3-2022) |
Densità | 148,79 ab./km² |
Comuni confinanti | Pietramelara, Pietravairano, Rocchetta e Croce, Teano, Vairano Patenora |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 81053 |
Prefisso | 0823 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 061068 |
Cod. catastale | H268 |
Targa | CE |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 344 GG[3] |
Nome abitanti | riardesi |
Patrono | sant'Antonio abate |
Giorno festivo | 17 gennaio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Riardo nella provincia di Caserta | |
Sito istituzionale | |
Riardo è un comune italiano di 2 452 abitanti[1] della provincia di Caserta in Campania.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Situato nell'alto casertano, sul versante settentrionale dei Monti Trebulani.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]È un centro di origine antichissime (IV secolo a.C.), già conosciuto dagli antichi romani per le sue acque minerali. Il suo castello, costruito dai longobardi, risale all'VIII secolo.
Molto probabilmente durante la seconda guerra punica Annibale passò per Riardo, e si narra che abbia buttato del sale sul villaggio che avrebbe poi chiamato Riardum. Tuttavia l'etimologia del nome è incerta e tuttora al centro di dibattiti. Un'altra ipotesi è che l'acqua minerale, allora probabilmente molto frizzante, desse l'impressione di "ardere" a chi la beveva, da qui rivus ardens poi diventato Riardo.
Secondo altre fonti, il comune era chiamato in origine Liardo o Leardo, tramutato poi in Riardo.[4]
Durante il periodo normanno e svevo, il feudo di Riardo è appartenuto alla famiglia Carafa.[5]
Nel 1229 il pontefice Gregorio IX, che aveva appoggiato l'insurrezione dei baroni nel regno di Sicilia, invase la provincia di Terra di Lavoro. Il re Giovanni di Gerusalemme, per impedire il passaggio dell'Imperatore Federico II che aveva liberato il territorio di Calvi dall'esercito pontificio, passò per Riardo, dove soggiornò per tre giorni.[6]
A seguito della conquista del regno di Sicilia da parte di Carlo I d'Angiò, il feudo di Riardo fu ceduto a Simone IV Conte di Monforte.[7]
Nel 1690 il feudo fu acquistato da Gedeone Cafaro che ne acquisì il titolo di Duca.[8]
Durante la Seconda Guerra Mondiale, a seguito dell'avanzata degli Alleati nel sud Italia, Riardo fu abbandonata dai tedeschi nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 1943.[9]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Il Castello di origini longobarde, maestoso, sulla sommità della collina che domina la piana del Savone.
- La Chiesa di Santa Maria a Silice
- Chiesa di San Leonardo
- Santuario di Maria SS della Stella
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[10]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Ha sede nel comune lo stabilimento di produzione delle acque minerali Ferrarelle e Santagata, le cui fonti acquifere sono a Riardo.
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Ferrovie
[modifica | modifica wikitesto]Il comune è servito dalla stazione di Riardo-Pietramelara, sulla linea Roma-Napoli via Cassino.[11]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1988- | 1993 | Nicola Rocco | Partito Repubblicano Italiano | Sindaco | |
1993- | 1994 | Nicola Rocco | Partito Repubblicano Italiano | Sindaco | |
1995- | 1998 | Armando Fusco | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
1998- | 1998 | Mauro Graziano | commissario | ||
1998- | 2003 | Armando Fusco | Democratici di Sinistra | Sindaco | |
2003- | 2008 | Angelo Izzo | Lista civica | Sindaco | |
2008- | 2012 | Angelo Izzo | Lista civica | Sindaco | |
2012- | 2013 | Immacolata Fedele | commissario | ||
2013- | 2017 | Nicola D'Ovidio | Lista civica | Sindaco | |
2017- | 2018 | Stella Fracassi | commissario | ||
2018- | in carica | Armando Fusco | Lista civica | Sindaco |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Atti della Commissione Conservatrice dei monumenti ed oggetti di antichita e belle arti nella Provincia di Terra di Lavoro, Stab. tip. G. Nobile e C.o, 1873. URL consultato il 23 novembre 2019.
- ^ Biagio Aldimari, Historia genealogica della famiglia Carafa, A. Bulison, 1691. URL consultato il 23 novembre 2019.
- ^ Pietro Giannone, Istoria civile del regno di Napoli: In cui contiensi la polizia del regno sotto Normanni e Svevi. 5, 1823. URL consultato il 23 novembre 2019.
- ^ Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili: cosi napoletane, come forastiere ... con un trattado dell'arme in generale, G. Raillard, 1691. URL consultato il 23 novembre 2019.
- ^ Arduino avvocato Mangoni (avvocato), Per lo illustre duca di Riardi d. Melchiorre Cafaro nella Regia Camera della Summaria [Arduino Mangoni], 1804*. URL consultato il 23 novembre 2019.
- ^ Giuseppe Capobianco, Il recupero della memoria: per una storia della Resistenza in Terra di Lavoro : autunno 1943, Edizioni scientifiche italiane, 1995, ISBN 978-88-8114-084-8. URL consultato il 23 novembre 2019.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Riardo-Pietramelara, su www.rfi.it. URL consultato l'8 novembre 2023.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Riardo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.riardo.ce.it.
- Riardo sul sito dell'Enit, su enit.it (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2004).
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