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Ossimo

Coordinate: 45°56′49″N 10°13′53″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Ossimo
comune
Ossimo – Stemma
Ossimo – Bandiera
Ossimo – Veduta
Ossimo – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoCristian Farisé[1] (centro-sinistra[2]) dal 16-5-2011
Territorio
Coordinate45°56′49″N 10°13′53″E
Altitudine869 m s.l.m.
Superficie14,86 km²
Abitanti1 453[3] (31-12-2023)
Densità97,78 ab./km²
Comuni confinantiBorno, Cividate Camuno, Lozio, Malegno, Piancogno, Schilpario (BG)
Altre informazioni
Cod. postale25050
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017128
Cod. catastaleG179
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[4]
Cl. climaticazona F, 3 452 GG[5]
Nome abitantiossimesi
Patronosanti Cosma e Damiano (Ossimo Inferiore)
santi Gervasio e Protasio (Ossimo Superiore)
Giorno festivo26 settembre
19 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Ossimo
Ossimo
Ossimo – Mappa
Ossimo – Mappa
Posizione del comune di Ossimo nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

«Descendendo poi alla terra di Malegno, et indi ascendendo ad un alto monte si trova il Commun de Ossemo, qual contiene due terre, cioè: Ossemo di Sopra, Ossemo di Sotto»

Ossimo (Osèm in dialetto ossimese[7][8]) è un comune italiano di 1 453 abitanti, della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.

È raggiungibile attraverso la strada provinciale 5 che sale da Malegno e porta a Borno.

Il territorio di Ossimo confina con diversi comuni: a est quello di Malegno e Cividate Camuno, a nord con Lozio e Schilpario, ad ovest quello di Borno, e a sud quello di Piancogno.

Il territorio di Ossimo in Val Camonica

Geografia fisica

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Il comune di Ossimo si estende sul versante settentrionale della valle del Trobiolo, il cosiddetto Altopiano del Sole. Ossimo è formato da due abitati: Ossimo Inferiore, più a valle, e Ossimo Superiore, più a monte. Negli anni ´70 si è costituito un terzo nucleo abitativo, a fini turistici, chiamato Creelone (in dialetto camuno Creelu'), situato tra Ossimo Superiore e Villa di Lozio.

Una porzione di territorio comunale si insinua oltre lo spartiacque con la valle del Lanico tra i comuni di Borno e Lozio, arrivando al confine con la Provincia di Bergamo (comune di Schilpario). Il confine passa esattamente sulla vetta del Monte Sossino (2398 m), cima più elevata del comune di Ossimo.

Origine del nome

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Secondo gli studiosi, il nome Ossimo avrebbe due possibili derivazioni: una germanica, dalle radici Hòf-Höf, con il significato di “altezza”; una latina, Auximum, da un personale latino. Inoltre nelle carte del monastero di Santa Giulia di Brescia un documento del 950 ricorda il nome Ussium, probabilmente associabile a Ossimo.[9]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.

I primi insediamenti umani sull’Altopiano del Sole, avvennero intorno al 3000 a.C., e per quanto riguarda Ossimo, soprattutto nelle località di Pat e Asinino-Anvoia, dove saranno poi rinvenuti importanti reperti storici. L’altopiano, con la conquista romana della Valle Camonica (16 a.C.), verrà abitato da molte famiglie di mercanti e militari, oltre ad essere utilizzato come luogo di villeggiatura da facoltose famiglie romane.

Cippo funerario di epoca romana conservato al Museo archeologico di Valle Camonica

Secondo Gabriele Rosa l'antica fornace della località Corni avrebbe fornito materiale laterizio a Cividate Camuno in epoca romana.[9]

Nel 1309 il vescovo di Brescia Federico Maggi investe iure feudi dei diritti di decima nel territorio di Ossimo Guglielmo e Giovanni da Breno.[9]

Il 19 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Borno, Astrio, Monno e Ossimo Girardo del fu Giovanni Ronchi di Breno.[10]

Nel 1363 Ossimo è ricordato come paese ghibellino.[9]

Il 15 maggio 1365 il vescovo di Brescia Enrico da Sessa investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Vione, Vezza, Sonico, Malonno, Berzo Demo, Astrio, Ossimo e Losine Giovanni e Gerardo del fu Pasino Federici di .[11]

Tra le infeudazioni del vescovo di Brescia, oltre a quelle sopracitate, si ricordano le famiglie Fostinoni, Rizzieri e Bona.[9]

Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 i rappresentanti della comunità di Ossimo, Faustino Cerutto e il notaio Pietro Benvenuti, si schierarono sulla sponda ghibellina.[12]

Nel 1658 i due centri di Ossimo superiore ed inferiore costituiscono due centri autonomi.[13]

Nel 1670 la peste colpisce gravemente la zona e gli appestati vengono condotti al lazzaretto di Pat, dove fu edificata una cappella che ricorda il flagello.[13]

La perdita di Cogno

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Fino a pochi decenni fa, Ossimo possedeva nel fondovalle parte della frazione di Cogno che era divisa tra i due comuni dell’Altopiano. La frazione nel 1961 contava 580 abitanti che versavano le tasse ai due comuni montani, a cui si aggiungevano circa cinque milioni di lire all’anno dall'imposta sull'industria del Cotonificio Olcese che risiedeva sul suo territorio. Quando già nell'anno 1959 i frazionisti chiesero il distacco dal Comune per costituire un nuovo comune al piano, costituito da Cogno e Pian di Borno, l'Amministrazione Comunale di Ossimo si dichiarò fin da subito contraria alla separazione per il timore di perdere degli utili essenziali alla stabilità del proprio bilancio comunale. Gli Ossimesi se la presero tanto con i frazionisti di Cogno quanto con i Bornesi che erano favorevoli al distacco delle frazioni, alla revisione dei confini e alla perdita di territori in favore del nascente nuovo comune. Le riunioni e le discussioni si protrassero per tre o quattro anni fino a quando la separazione fu approvata dal commissario prefettizio ed Ossimo fu praticamente obbligato a rinunciare a buona parte del suo territorio fondovallivo. Tuttavia per venire incontro agli Ossimesi sia il Comune di Borno sia quello di Piancogno sottoscrissero una dichiarazione che sarebbe stata "espressamente esclusa ogni eventualità di qualsiasi rivendicazione di patrimonio immobiliare fruttifero a danno del Comune di Ossimo a favore del costituendo comune, e ciò dietro spontanea profferta di frazionisti interessati, dalla quale i rappresentanti del primo prendono atto nell'intesa che l'accordo su questo argomento sia definitivo e irretrattabile".

Feudatari locali

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Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Stemma Periodo
Ronchi
1336 - ?
Federici
1365 - ?

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 16 novembre 1933.

«Troncato semipartito: nel 1° d'azzurro sabaudo, a tre torri aperte, e finestrate di nero; nel 2° d'argento, alla ruota a pale di nero; nel 3º d'azzurro, all'abete sradicato al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Le tre torri presenti sullo stemma, rappresentano le tre frazioni che un tempo facevano parte del comune di Ossimo: Ossimo Superiore, Ossimo Inferiore e Cogno (che ora fa parte del comune di Piancogno). La ruota dentata allude alle attività industriali, mentre l'abete rappresenta i boschi, paesaggio principale dell'altopiano alpino di Ossimo e Borno.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Ossimo Superiore

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Venne costruita in un luogo rialzato fuori dall'abitato e che troneggia la Val Camonica, per volere della comunità a seguito del ricordo della presunta visita del Cardinale Carlo Borromeo nel 1580, in segno di grande devozione.

La sua costruzione fu iniziata intorno al 1614, ma la sua erezione fu un'opera difficile: l'opera fu sospesa già nell'ottobre 1616 perché gli abitanti volevano amministrare per la costruzione di questo tempio i denari delle elemosine senza intervento del Rettore. La chiesa fu terminata solo nel 1618.

Usata per secoli, fu successivamente lasciata in disuso e subì grandi danni per il tempo e le infiltrazioni d'acqua. Nel 1986 il Gruppo Alpini di Ossimo Superiore si prese a cuore il restauro di questo tempio salvandolo alle rovine del tempo.

Al suo interno, nel piccolo presbiterio si trova un affresco del XVII secolo di autore ignoto che rappresenta (in basso) la Maddalena e san Marco e (in alto) San Carlo in adorazione dinnanzi alla Vergine col Bambino.

Ossimo Inferiore

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Chiesa Parrocchiale di Ossimo Inferiore
Chiesa Parrocchiale di Ossimo Inferiore (Interno)

Venne costruita in un luogo campestre fuori dall'abitato per volere della comunità a seguito di un voto legato ad una pestilenza, che colpì il paese nel 1504. Il primo documento che la nomina è la revisione dei confini comunali risalente al 1511.

L'antica struttura (la quale, oltre a San Rocco, ricordava San Sebastiano) era come una grande santella, aperta sul davanti, con un porticato che funzionava per accogliere i pellegrini e i devoti e quanti venivano sorpresi da calamità naturali; una cancellata impediva l'accesso al presbiterio e alla piccola sagrestia.

Durante la sua presunta visita nel 1580, sarebbe stato lo stesso Cardinale Carlo Borromeo a imporre che la chiesa subisse dei cambiamenti nella parte della muratura: in particolare la chiesa avrebbe dovuto essere allungata e chiusa con una facciata.

Nel corso del 1600, il tempio fu utilizzato dalla confraternita dei Disciplini. Nel 1817 venne invece usata per riunirvi i malati della peste petecchiale.

Restaurata e munita d'un campanile nel 1876, la chiesa viene parzialmente distrutta da una bomba d'aereo il 6 aprile 1945, ma otto anni dopo, per volere del Parroco Don Giovan Maria Spiranti e dell'intera contrada, viene ricostruita. All'inizio del XXI secolo ha subìto un restauro conservativo.

Al suo interno, nella parete centrale del presbiterio, è conservata una statua di S. Rocco del XIX secolo opera dallo scultore tirolese Luigi Kostnef.

Patrimoni dell'umanità UNESCO

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[15]

Tradizioni e folclore

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Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomignoli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Ossimo Superiore è Gàcc (gatti) e di Ossimo inferiore è Sorec (topi)[16].

Ogni anno a Ossimo Superiore si tiene la cosiddetta "Sagra del Porsèl": all'interno di alcune cantine si assiste alla lavorazione della carne suina per la creazione dei salami.

Guinness dei Primati

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Al Comune di Ossimo sono stati assegnati ben 3 premi del Guinness dei Primati:

  • Il Salame più lungo del mondo (131,31 metri)
  • Il Salame più pesante del mondo (367 kg)
  • Il Cucchiaio più grande del mondo

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
7 giugno 1993 28 aprile 1997 Simone Maggiori DC Sindaco
28 aprile 1997 30 maggio 2006 Francesca Franzoni lista civica Sindaco
30 maggio 2006 16 maggio 2011 Damiano Celestino Isonni lista civica Sindaco
16 maggio 2011 in carica Cristian Farisé lista civica di centro-sinistra Sindaco
  1. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni comunali del 15-16 maggio 2011 Ossimo, su comunali2011.interno.it. URL consultato il 16 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2011).
  2. ^ Il Giorno - Brescia - Il Pd festeggia e rilancia: "Questo è soltanto l'inizio"
  3. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 481.
  7. ^ Pro Loco Ossimo, per Lino Ertani risulta invece Ohèm: Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 167.
  8. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 462, ISBN 88-11-30500-4.
  9. ^ a b c d e Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 1, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1980, p. 199.
  10. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 83, ISBN 88-343-0333-4.
  11. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 104, ISBN 88-343-0333-4.
  12. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], pg. 183.
  13. ^ a b Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 1, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1980, p. 200.
  14. ^ a b c d Tratto da: Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 41.
  15. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  16. ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 167.
  • Gaetano Panazza, Araldo Bertolini, Arte in Val Camonica - vol 1, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1980.
  • Giacomo Goldaniga, Ossimo e le sue contrade
  • Regione Lombardia, Bollettino Ufficiale serie ordinaria del 16 luglio 2014

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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