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Orobanche gracilis

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Succiamele rossastro
Orobanche gracilis
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaOrobanchaceae
TribùOrobancheae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaOrobanchaceae
GenereOrobanche
SpecieO. gracilis
Nomenclatura binomiale
Orobanche gracilis
Sm., 1798
Nomi comuni

Orobanche gracile

Il succiamele rossastro (nome scientifico Orobanche gracilis Sm., 1798) è una pianta parassita, appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Il nome generico (Orobanche) deriva da due termini greci òrobos (= legume) e anchéin (= strozzare) e indicano il carattere parassitario di buona parte delle piante del genere di questa specie soprattutto a danno delle Leguminose (nell'antica Grecia questo nome era usato per una pianta parassita della veccia - Vicia sativa).[2][3] L'epiteto specifico (gracilis) deriva dal latino e significa gracile, snello, aggraziato, e fa riferimento al portamento di queste piante.[4]

Il binomio scientifico della specie è stato definito dal entomologo e botanico inglese, fondatore e primo presidente della Linnean Society di Londra, James Edward Smith (1759-1828) nella pubblicazione Transactions of the Linnean Society of London. London - 4: 172. 1798 del 1798.[5]

Habitat e Habitus

Queste piante sono alte da 20 a 50 cm. La forma biologica è terofita parassita (T par), sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In questa specie sono presenti anche piante con forme biologiche perenni tipo geofite parassite (G par), sono piante provviste di gemme sotterranee e radici che mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante. Non contengono clorofilla per cui nel secco si colorano di bruno.[2][6][7][8]

Le radici sono fascicolate e si diramano da un bulbo o rizoma centrale. Nella parte finale sono provviste di austori succhianti che parassitano l'apparato radicale delle piante ospiti.

La parte aerea del fusto è eretta e semplice (non ramosa), cilindrica e a volte ingrossata alla base. Gli scapi terminali sono sempre fioriferi (mai sterili).

Le foglie sono ridotte a delle squame spiralate prive di clorofilla ed hanno delle forme lanceolate. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 5 mm; lunghezza 14 – 16 mm.

Infiorescenza

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L'infiorescenza

Le infiorescenze, a forma di spiga o racemo, sono più o meno gracili e sono interrotte (con fiori spaziati). All'apice sono presenti alcune brattee sporgenti. Le brattee sono del tipo lanceolato-acuminate. Dimensione delle brattee: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 14 – 18 mm.

Il fiore

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calicecorolla - androceogineceo) e pentameri (la corolla è a 5 parti, mentre il calice anch'esso a 5 parti spesso è ridotto). In questa specie i fiori alla base sono avvolti da 3 elementi: in posizione centrale è presente una brattea; su entrambi i lati è presente una lacinia calicina profondamente bifida (non sono presenti le bratteole). Lunghezza totale del fiore: 16 – 24 mm.

X, K (4/5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula
  • Calice: il calice è gamosepalo a 3 parti, ossia quattro sepali saldati 2 a 2 tipo lacinie ben separate o collegate alla base, più una brattea centrale. Dimensione del calice: 9 – 12 mm.
  • Corolla: la corolla, di tipo personato, è simpetala e consiste in un tubo cilindrico terminante in un lembo bilabiato; dei due labbri quello superiore è retuso e allungato in avanti, mentre quello inferiore è trilobato con lobi più o meno uguali; i lobi sono cigliati. La superficie della corolla è pubescente-ghiandolosa, all'esterno è colorata di giallastro con bordi venati di rosso, all'interno è colorata di rosso sanguineo lucido. Dimensione della corolla: 16 – 18 mm.
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli). I filamenti sono pelosi e sono inseriti alla base della corolla. Le antere, glabre, sono disposte trasversalmente e sono provviste di due logge più o meno uguali. Le sacche polliniche hanno l'estremità inferiore a forma di freccia.[7]
  • Gineceo: l'ovario è supero formato da due (o tre) carpelli ed è uniloculare; le placente sono due o quattro di tipo parietale, a volte unite al centro e portanti un numero molto elevato di ovuli. Lo stilo è del tipo filiforme; lo stigma è capitato o del tipo a 2 - 4 lobi ed è colorato di giallo e spesso sporge dalla corolla.
  • Fioritura: da aprile a luglio (agosto).

Il frutto è una capsula loculicida a forma più o meno ovoidale. I semi, molti e minuti dalle dimensioni quasi microscopiche, contengono un embrione rudimentale indifferenziato e composto da poche cellule; sono colorati di nero.

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Queste piante non contengono clorofilla per cui possiedono organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante. Le loro radici infatti sono provviste di uno o più austori connessi alle radici ospiti per ricavare sostanze nutritive.[6][9][10] Inoltre il parassitismo di Orobanche gracilis è tale per cui anche i semi per germogliare hanno bisogno della presenza delle radici della pianta ospite; altrimenti le giovani piantine sono destinate ad una precoce degenerazione.

In genere questa specie è parassita delle specie dei generi delle leguminose (raramente anche su Cistus).[8]

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[11] – Distribuzione alpina[12])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo - Caucasico o anche Sud Europeo.
  • Distribuzione: in Italia è una pianta comune su tutto il territorio. È presente su entrambi i versanti alpini e su tutti gli altri rilievi europei collegati alle Alpi.[12] Nel resto dell'Europa si trova nell'areale mediterraneo e in parte nell'Europa centrale. È anche presente in Anatolia, Transcaucasia e nel Magreb.[13]
  • Habitat: l'habitat tipico sono le aree frequentate dalle specie parassitate (vedi il paragrafo "Biologia"); ma anche le praterie rase e i prati e pascoli aridi dal piano collinare a quello subalpino. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).

Fitosociologia

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Dal punto di vista fitosociologico Orobanche gracilis appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]

Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Classe: Festuco-Brometea
Ordine: Brometalia erecti

La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[14][15]) distribuiti in tutti i continenti.

La classificazione del genere Orobanche è problematica in quanto le varie specie differiscono una dall'altra per piccoli caratteri soprattutto nella forma del calice-corolla e per i vari colori delle parti floreali che presto tendono al bruno appena la pianta "entra" nel secco. Molte specie hanno una grande specificità dell'apparato radicale per cui una possibile distinzione è possibile tramite l'individuazione della pianta parassitata (vedi il paragrafo "Biologia").[8]

Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico[9] la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Orobanche si trova nel terzo clade (relativo alla tribù Orobancheae) insieme ai generi Boschniakia C. A. Mey. ex Bong. 1833, Cistanche Hoffmans. & Link 1809, Conopholis Wallr.1825, Epifagus Nutt. 1818, Eremitilla Yatsk. & J.L. Contr., 2009, Kopsiopsis (Beck) Beck 1930, Mannagettaea Harry Sm. 1933. Orobanche è monofiletico e rappresenta il core del clade ed è gruppo fratello del genere Mannagettaea e quindi di tutto il resto del gruppo.[16]

All'interno del genere Orobanche la specie Orobanche crenata appartiene alla sezione Orobanche L.[17] caratterizzata soprattutto dalla forma del calice a tre parti ossia quattro sepali saldati 2 a 2 tipo lacinie ben separate o collegate alla base, più una brattea. L'altra sezione presente in Italia (Trionychon Wallr.) è caratterizzata dal calice diviso in 5 parti: in posizione centrale è presente una brattea, mentre su entrambi i lati sono presenti una bratteola lineare e una lacinia calicina profondamente bifida.[8] Nella sezione Orobanche O. gracilis è gruppo fratello (è vicina geneticamente) della specie Orobanche densiflora Bertol. (non presente in Italia); queste due specie a loro volta sono gruppo fratello di Orobanche alba Stephan ex Willd. e Orobanche cernua Loefl..[16]

Il numero cromosomico di O. gracilis è: 2n = 38.[18]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1][13]

  • Catodiacrum cruentum Dulac
  • Orobanche austrohispanica M.J.Y. Foley
  • Orobanche breviflora F.W. Schultz
  • Orobanche cruenta Bertol.
  • Orobanche gracilis subsp. deludens (G. Beck) A. Pujadas
  • Orobanche gracilis var. todaroi (Lojac.) Domina & Mazzola
  • Orobanche grandiuscula Moris
  • Orobanche haenseleri var. deludens G. Beck
  • Orobanche spruneri F.W. Schultz
  • Orobanche tetuanensis Ball
  • Orobanche todaroi Lojac.

Altre notizie

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L'orobanche gracile in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Zierliche Sommerwurz o Schlanker Würger
  • (FR) Orobanche grêle
  1. ^ a b Orobanche gracilis, su The Plant List. URL consultato il 4 aprile 2015.
  2. ^ a b Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta Vol. 3, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 167.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 15 marzo 2015.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 183.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 4 aprile 2015.
  6. ^ a b c Judd, pag. 496.
  7. ^ a b Strasburger, pag. 852.
  8. ^ a b c d Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 616.
  9. ^ a b Bennet, Mathews.
  10. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 18 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  11. ^ Conti et al. 2005, pag. 137.
  12. ^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 296.
  13. ^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 5 aprile 2015.
  14. ^ Strasburger, p. 850.
  15. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  16. ^ a b McNeal, Bennet, Wolfe, Mathews.
  17. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 16 marzo 2015.
  18. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 4 aprile 2015.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 296.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 137, ISBN 88-7621-458-5.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 5 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 616, ISBN 88-506-2449-2.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, vol. 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Jonathan R. Bennett e Sarah Mathews, Phylogeny of the parasitic plant family Orobanchaceae inferred from phytochrome A (PDF), in American Journal of Botany, vol. 93, n. 7, 2006, pp. 1039–1051. URL consultato il 5 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol. 100, n. 5, maggio 2013, pp. 971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).

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