Olga Korbut
Olga Korbut | |||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | Unione Sovietica | ||||||||||||||||||||||||
Altezza | 152 cm | ||||||||||||||||||||||||
Peso | 44 kg | ||||||||||||||||||||||||
Ginnastica artistica | |||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1977 | ||||||||||||||||||||||||
Hall of fame | International Gymnastics Hall of Fame (1988) | ||||||||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||||||||
Nazionale | |||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||||||||||||||
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Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||||||||
Olga Korbut (in bielorusso Вольга Валянцінаўна Корбут?, Vol’ha Valjancinaŭna Korbut, in russo Ольга Валентиновна Корбут?, Ol’ga Valentinovna Korbut; Hrodna, 16 maggio 1955) è un'ex ginnasta sovietica naturalizzata statunitense, vincitrice di sei medaglie olimpiche.
Soprannominata il passerotto di Minsk per il suo fisico esile e le sue origini bielorusse, vive negli Stati Uniti (Paese del quale dal 2000 è cittadina) dal 1991 ed ha intrapreso l'attività di allenatrice di ginnastica.
È celebre anche per il "Korbut flip" (o "Dead Loop"), uno spettacolare e complesso esercizio che ella eseguì, per la prima volta nella storia, alle parallele asimmetriche alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972, in seguito bandito dalla Federazione Internazionale di Ginnastica per la sua pericolosità.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nata a Hrodna, nella repubblica sovietica di Bielorussia, da Valentin, ingegnere, e Valentina Korbut, cuoca, era la più giovane di quattro sorelle. La Korbut, all'età di 11 anni, entra nella scuola sportiva sovietica diretta dal futuro allenatore Renald Knyš. Nel 1978 sposa il musicista Leonid Bortkevič, cantante dei Pesnjary, matrimonio che finirà nel 2000. Nel 1979 nasce il figlio Richard[2]; in seguito allo scioglimento dell'URSS nel 1991 si trasferisce negli Stati Uniti, dei quali diviene cittadina qualche anno dopo. Si stabilisce a Scottsdale, Arizona, dove dirige l'accademia di ginnastica da lei fondata.
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Termina quinta nella sua prima partecipazione ai Campionati sovietici del 1969, mentre l'anno seguente vince l'oro al volteggio. A causa di infortuni e malattia non è in grado di gareggiare in molti dei tornei che precedono le Olimpiadi del 1972. In quell'edizione dei giochi olimpici affascina il pubblico di Monaco, dove diviene la prima ginnasta ad eseguire un salto mortale all'indietro alle parallele asimmetriche, oggi vietato a causa dell'alta possibilità di riportare danni permanenti se lo si esegue in maniera sbagliata. Vince tre medaglie d'oro alla trave, al corpo libero e nella gara a squadre (insieme a Ljudmila Turiščeva, Tamara Lazakovič, Ljubov' Burda, Elvira Saadi, Antonina Košel), e una d'argento nelle parallele asimmetriche.
Nel 1973 vince i Giochi Studenteschi russi e quelli mondiali, e una medaglia d'argento ai Campionati europei. Nel 1976 ai Giochi Olimpici di Montreal vince la medaglia d'oro della gara a squadre e un argento alla trave. La Korbut nella sua carriera ha inventato e dato il suo nome a diversi elementi: il più conosciuto e tutt'oggi popolare è il Korbut alla trave (un flic-flac con un’alta fase di volo e discesa alla seduta divaricata trasversale, con valore B).
Successivamente si laurea all'Istituto pedagogico di Hrodna nel 1977, ritirandosi dalle competizioni subito dopo.
Dopo il ritiro
[modifica | modifica wikitesto]Nel giugno del 1999 rilascia un'intervista al quotidiano russo Komsomol'skaja Pravda dove parla delle violenze subite da parte del suo allenatore Renald Knyš, che messo sotto inchiesta viene assolto per mancanza di prove[3], affermando "La verità è che molte ginnaste non erano solo 'macchine sportive', ma anche schiave del sesso per i loro allenatori. Io ero una di loro[4][5]".
Nel febbraio del 2017 i giornali russi annunciano la vendita da parte della ginnasta di una parte delle medaglie vinte nella sua carriera sportiva per far fronte a problemi di natura finanziaria. Lei ha negato il fatto via Twitter, ma la casa d'aste Heritage Auctions ha confermato che un lotto di 32 cimeli dell'ex atleta sono stati messi in aste online e sono stati tutti venduti[6]. Sembra che la Korbut abbia ricavato tra i 230.000 dollari[7] e 330.000 dollari lordi dalla vendita[8], tra cui 66.000 dollari per il pezzo più prezioso, la medaglia d'oro a squadre dell'Olimpiade del 1972.
Elementi eponimi[9]
[modifica | modifica wikitesto]Volteggio: ribaltata avanti con un avvitamento nella prima fase di volo e un altro avvitamento nella seconda (valore: 3.6); ribaltata avanti con un avvitamento nella prima fase di volo (valore: 3.2)
Parallele: salto all'indietro dallo staggio alto con ripresa sullo stesso staggio; salto indietro teso partendo dallo staggio alto e sorvolando lo staggio basso (entrambi non più presenti nel Codice)
Trave: flic-flac con un’alta fase di volo e discesa alla seduta divaricata trasversale (valore B); salto indietro raccolto sulla trave (presente nel Codice ma non con il suo nome); uscita in salto raccolto avanti (presente nel Codice ma non con il suo nome)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) What Is The Dead Loop In Gymnastics And Why Is It Banned?, su Gymnast Gem, 28 maggio 2024. URL consultato il 26 luglio 2024.
- ^ (RU) TГеоргий Марков, Медали спасли Корбут от голода, su gazeta.ru, 27 febbraio 2017. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ Il dramma di Olga Io schiava sessuale, su La Repubblica, 23 giugno 1999. URL consultato il 20 maggio 2017.
- ^ (ES) Alejandro Caravario, Las miserias del laboratorio soviético, su espn.com.ar, 10 giugno 2016. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ (EN) Anne McElvoy, Grin and bear it. Sex and drugs and forward rolls: the Olga Korbut story, su The Independent, 24 giugno 1999. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ (EN) Korbut Archive, su Heritage Auction. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ Ginnastica, Olga Korbut vende le sue medaglie di Monaco 1972 per 217.000 euro, su Corriere, 28 febbraio 2017. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ Stefano Villa, Olga Korbut, la Reginetta prima della Comaneci: gli abusi sessuali e la vendita delle medaglie, su OA Sport, 1º marzo 2017. URL consultato il 19 maggio 2017.
- ^ https://www.federginnastica.it/documenti-federali/category/233-codice-dei-punteggi-gaf-2022-2024.html
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Adam B. Hofstetter, Olympic Gymnastics. Great Moments in Olympic History, The Rosen Publishing Group, 2007, p. 48, ISBN 9781404209688. URL consultato il 19 maggio 2017.
- (EN) Gwen Evans, Bruce Curtis e Heinz Kluetmeier, Eastern superstar, Olga Korbut. Action Profiles Series, Raintree Editions, 1976, p. 47, ISBN 9780817201098.
- (EN) Christine Dzidrums, Olga Korbut: Gymnastics Trailblazer: GymnStars Volume 10, Creative Media Publishing, 2016, p. 60, ISBN 9781938438967.
- (EN) Wayne Coffey, Olympic Gold, Blackbirch Press, 1992, pp. 64, ISBN 9781567110029. URL consultato il 19 maggio 2017.
- (EN) Olga Korbut e Ellen Emerson-White, My Story: The Autobiography of Olga Korbut, Century, 1992, p. 169, ISBN 9780712654951.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Olga Korbut
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su olgakorbut.com.
- (EN) Olga Korbut / Olga Korbut (altra versione), su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Olga Korbut, su fig-gymnastics.com, FIG.
- (EN) Olga Korbut, su fig-gymnastics.com, FIG.
- (EN) Olga Korbut, su ighof.com, International Gymnastics Hall of Fame.
- (EN) Olga Korbut, su usghof.org, U.S Gymnastics Hall of Fame.
- (EN) Olga Korbut, su gymn-forum.net.
- (EN, FR) Olga Korbut, su olympics.com, Comitato Olimpico Internazionale.
- (EN) Olga Korbut, su Olympedia.
- (EN) Olga Korbut, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017).
- (EN) Olga Korbut, su IMDb, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 113881929 · ISNI (EN) 0000 0000 8181 8664 · LCCN (EN) n50043270 · GND (DE) 118565370 |
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- Ginnasti sovietici
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- Nati nel 1955
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- Nati a Hrodna
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- Vincitori di medaglia d'oro olimpica per l'Unione Sovietica
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