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Miotero Geninetti

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Miotero detto Stefano Geninetti

Miotero detto Stefano Geninetti (Grenoble, 24 luglio 1904Mattie, 25 aprile 1945) è stato un partigiano italiano, comandante di brigata nella 43ª Divisione autonoma "Sergio de Vitis".

Prima della sua attività all'interno della Resistenza, Miotero era un operaio sposato con Maria Morra, dalla quale ha avuto due figli: Maresa e Serafino detto Sergi. Lavorava presso la fabbrica "Pizzi" di Cascine Vica, in provincia di Torino, dove si producevano nastri, stringhe, tende e una enorme varietà di pizzi.

Dopo l'8 settembre, Miotero fu contattato per andare a lavorare nell'industria bellica in Germania: rifiutò fermamente la proposta e per questo venne licenziato. Si diede quindi alla macchia entrando nella Divisione autonoma "Sergio De Vitis", di cui divenne comandante di brigata.

Fu catturato a Rivalta di Torino durante un rastrellamento e condotto a Torino dove venne a lungo interrogato e torturato. Il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, venne fucilato a Mattie (Torino). Quando i suoi figli Maresa e Serafino, rispettivamente all'età di 12 e 10 anni, vennero a sapere della morte del loro padre, decisero di andare a cercarne il corpo. Con fatica riuscirono a raggiungere Mattie e qui furono accompagnati al luogo dove si trovava la fossa comune nella quale Miotero era stato frettolosamente sepolto assieme ad altri partigiani.

A Stefano fu poi data degna sepoltura nel Cimitero di Rivalta, dove, inoltre, è stato intitolato un vicolo nel quale, al numero civico 1, si trova la casa dove ha vissuto.

  • Gino Gallo, Rivalta e la Resistenza, 2016.

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