Maurizio Ferrara
Maurizio Ferrara | |
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Presidente della Regione Lazio | |
Durata mandato | 23 marzo 1976 – 5 agosto 1977 |
Predecessore | Roberto Palleschi |
Successore | Giulio Santarelli |
Presidente del Consiglio regionale del Lazio | |
Durata mandato | 1º agosto 1975 – 29 marzo 1976 |
Predecessore | Roberto Palleschi |
Successore | Roberto Palleschi |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 20 giugno 1979 – 22 aprile 1992 |
Legislatura | VIII, IX, X |
Gruppo parlamentare | PCI (VIII, IX, X), PDS (X) |
Circoscrizione | Lazio |
Collegio | Frosinone, Velletri |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | PCI (1943-1991) PDS (1991-1992) |
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Università | Sapienza - Università di Roma |
Professione | giornalista |
Maurizio Ferrara (Roma, 29 maggio 1921 – Roma, 19 aprile 2000) è stato un giornalista, politico e partigiano italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato in una famiglia ebraica[1], liberale ed antifascista, si laureò in giurisprudenza nel 1942 e, nello stesso anno, entrò nel Partito Comunista Italiano partecipando alla Resistenza romana. Dal 1945 al 1970 lavorò all'interno del quotidiano l'Unità di cui fu commentatore politico, inviato e direttore dal 1966 al 1970. Il 5 giugno 1952 venne condannato in appello a 8 mesi di reclusione e al pagamento di una sanzione pecuniaria per diffamazione nei confronti del Tribunale della Rota Romana[1].
Per anni segretario particolare del leader comunista Palmiro Togliatti, nelle elezioni regionali nel Lazio del 1970, fu capolista del PCI e venne eletto consigliere regionale. Confermò il suo seggio nelle regionali del 1975; nello stesso anno fu eletto Presidente del Consiglio regionale del Lazio e mantenne tale incarico fino al 1976, quando divenne presidente della regione Lazio. Nel 1977 fu costretto alle dimissioni a causa della risicata maggioranza che lo sosteneva.
Nel 1979 venne eletto senatore e confermò il suo seggio a Palazzo Madama nelle elezioni politiche del 1983 e del 1987. Numerosi furono gli incarichi che gli vennero assegnati nel partito: era stato membro del Comitato centrale del PCI dall'undicesimo al diciassettesimo congresso e segretario regionale del Lazio dal 1980 al 1984.
Con la moglie Marcella De Francesco, anch'essa partigiana e giornalista, fu autore di varie opere politiche: Conversando con Togliatti e Cronache di vita italiana. Scrisse anche I prati lunghi, Mal di Russia, La Relazione, nonché alcune raccolte di poesie in dialetto romanesco (Er compromesso rivoluzionario, Er comunismo cò la libbertà).
Del figlio Giuliano, giornalista, non condivise né la candidatura alle elezioni europee del 1989 con il Partito Socialista Italiano, né la svolta a destra e l'ingresso come Ministro per i rapporti con il Parlamento nel primo governo Berlusconi.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Morì di cancro nella sua abitazione di via dell'Orso a Roma il 19 aprile 2000, all'età di 78 anni.
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1961, gli viene assegnato il premio Saint-Vincent.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b "5 giugno 1952 I giornalisti Ferrara e Coen condannati per diffamazione della Sacra Rota", su ilmessaggero.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Maurizio Ferrara
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maurizio Ferrara
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Opere di Maurizio Ferrara, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Maurizio Ferrara (VIII legislatura della Repubblica Italiana) / IX legislatura / X legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.
- Addio a Maurizio Ferrara, comunista con ironia, su archiviostorico.corriere.it, Articolo di Maurizio Caprara, Corriere della Sera del 20 aprile 2000, p. 9, Archivio storico. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
- Trombadori, Ferrara e l'arte di far politica in versi, su archiviostorico.corriere.it, Articolo di Aldo Cazzullo, Corriere della Sera del 13 gennaio 2006, p. 10, Archivio storico. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 20481538 · ISNI (EN) 0000 0000 7859 5957 · SBN CFIV105779 · LCCN (EN) n80128552 · GND (DE) 119031396 · NDL (EN, JA) 00521614 |
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