Friedrich Nietzsche

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Friedrich Nietzsche fotografato da Gustav Adolf Schultze, 1862
Firma di Nietzsche

Friedrich Wilhelm Nietzsche (AFI: [ˈfʁiːtʁɪç ˈniːtʃə] ascolta oppure [ˈniʧe][1]; Röcken, 15 ottobre 1844Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, filologo, poeta e saggista tedesco.

Pensatore originale e innovativo, la sua produzione filosofica ha influenzato il mondo culturale occidentale dal Novecento in poi. La sua filosofia rappresenta una rottura nei confronti del passato ed una conseguente apertura a nuovi modi di fare filosofia, caratterizzati dall'uso della prosa letteraria e aforistica[2][3].

La sua opera poliedrica si concentra sulla morale, sull'esistenzialismo e in particolare sulla fede cristiana e sulla sua critica, ai quali valori contrappone ed inneggia al superamento della morale e della metafisica, tanto che la concettuale "morte di Dio" da lui teorizzata sarebbe proprio volta a metaforizzare l'abbandono della religione all'interno della società occidentale.

L'intera filosofia di Nietzsche costituisce uno spartiacque tra la filosofia dell'Ottocento e quella del Novecento: le sue opere iniziali, di stampo schopenhaueriano da un punto di vista filosofico e wagneriano da un punto di vista culturale, sarebbero state superate dalla Gaia scienza, opera simbolo della sua fase illuminista; le opere più famose, invece (quali lo Zarathustra, Al di là del bene e del male e la Genealogia), appartengono alla sua riflessione sul nichilismo e sulla figura dell'oltreuomo.

Dopo una vita trascorsa all'insegna della malattia, il 1889 Nietzsche rimase paralizzato da un ictus, che l'avrebbe portato al deterioramento delle capacità cerebrali[4].

Gioventù (1844-1864)

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I primi lutti

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I genitori di Nietzsche: Carl Ludwig Nietzsche (sinistra) e Franziska Oehler (destra)

Friedrich Wilhelm Nietzsche nacque a Röcken, nei pressi di Lipsia, il 15 ottobre 1844[5][6], primogenito di Carl Ludwig Nietzsche, pastore luterano presso il piccolo villaggio, e Franziska Oehler[7], figlio di una famiglia profondamente pia ed insita nell'ambiente clericale della Sassonia[8][9][10].

Venne battezzato Friedrich Wilhelm per il re di Prussia Federico Guglielmo IV, il quale compiva quarantanove anni in quel giorno[5]: il padre era un sostenitore della monarchia prussiana (definito dunque un königsstreu)[7][11]: il re succitato gli affidò infatti la parrocchia di Röcken e di tutti i villaggi circostanti e, durante la primavera dei popoli del 1848, reagì piangendo circa la politica indulgente del re nei confronti dei rivoluzionari[12][13][14][15]. Fu persino precettore presso la corte dei duchi di Altenburg, in virtù della cultura che lo contraddistingueva dai parroci locali; la stessa cultura che, assieme a ciò che Nietzsche avrebbe ritenuto una spiccata sensibilità[16], avrebbe trasmesso al figlio[N 1].

Il 10 luglio 1846 nacque Elisabeth[17][18], verso la quale Nietzsche sviluppò un profondo affetto che sarebbe perdurato in tutta la sua vita[19]. Nella sua gioventù, Elisabeth maturò la sua abitudine di collezionare tutto ciò che scrivesse il fratello[20]: ciò si sarebbe rivelato immensamente utile al fine di ricostruire la cronologia di tutte le opere scritte da Nietzsche[19].

Durante la primavera del 1848, nacque Joseph[17], mentre il 27 luglio 1849, dopo mesi di apatia cerebrale[17][21], morì il padre Ludwig[22][23][24]. Una successiva autopsia avrebbe rivelato che un quarto del suo cervello non riceveva impulsi e non reagiva di conseguenza[22][25]. Si pensa che l'apatia cerebrale fu causata da una caduta in agosto 1848 quando, a causa della sua miopia, cadde su delle pietre arrecandosi gravi danni cerebrali[26].

Nietzsche avrebbe risentito la mancanza di una figura paterna per il resto della sua vita (tanto che da un punto di vista psicologico si spiegherebbe come ricerca di una figura paterna il futuro legame con Wagner[27]), avendo come ricordo del padre il ritratto di un uomo tenero e affettuoso[13]; nel 1885, quando venne risarcito dal suo editore con settemila franchi svizzeri, li spese immediatamente per comprare la tomba a suo padre, incidendovi una citazione di san Paolo[13].

Nel 1850, la famiglia Nietzsche venne colpita dall'ultima tragedia: Joseph, il terzogenito della famiglia, morì[23]. La morte del padre, del fratellino e in seguito l'abbandono di Röcken, furono per un Nietzsche giovanissimo un brusco abbandono delle certezze e un periodo di transizione, anche dolorosa, verso la nuova casa di famiglia a Naumburg[28].

In seguito a tali disgrazie infatti, la famiglia, guidata da Franziska, si trasferì nella vicina Naumburg nell'aprile 1850[29][30], stabilendosi a casa della sua suocera e delle sue cognate[26]. Lì Nietzsche si sentì perso e indifeso, oltre alle dure condizioni economiche e famigliari a cui si doveva sottostare in casa[31]. Quando, nel 1855, sarebbero morte le cognate di Franziska, ossia le zie di Nietzsche, la condizione della famiglia sarebbe migliorata al punto tale da permettere a Franziska di acquistare una casa di proprietà a Naumburg, dando inizio ad un lieve benestare economico[32][33].

Gli studi a Pforta

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Nietzsche nel 1861 a diciassette anni

Nel 1858 iniziò a frequentare il ginnasio di Naumburg ma, già distintosi per le sue non comuni doti intellettuali[34], venne ammesso come allievo a Schulpforta, collegio di fama europea[34][35][36]. Ciò accade durante il settembre del 1858, quando la madre Franziska ricevette una lettera dal rettore di Pforta nella quale veniva offerta a Nietzsche una borsa di studio per il complesso collegiale[36][37][38]. Poiché tale borsa di studio avrebbe permesso a Nietzsche un benestare finanziario per i seguenti sei anni, Franziska iscrisse Nietzsche a Pforta, dove egli sarebbe rimasto fino al 1864 per i previsti sei anni di studio[36].

Le materie cardinali al collegio di Pforta, oltre all'insegnamento meticoloso della letteratura tedesca[39], erano prevalentemente le lingue classiche[39][40]: il quadro orario per gli studenti di Pforta prevedeva di fatto sei ore di greco e undici di latino, che sarebbero poi diventate dieci negli ultimi tre anni[34].

Nietzsche tentava anche, frattanto, di migliorare la sua gracile condizione fisica[41]: Nietzsche in questo periodo soffrì sovente di mal di testa, miopia, raffreddori e tosse[42]. Nei momenti di svago e di salute, invece, maturava i suoi interessi letterari e musicali: Bach, Byron, Hölderlin e il suo lavoro musicale con il pianoforte[43].

Secondo le fonti circa la sua giovinezza, Nietzsche risultava ai suoi coetanei come un individuo ambiguo, anche se alcuni lo guardavano con fastidio[44][45]: ligissimo al dovere, soffriva le indiscipline del suo contesto e si dimostrava contenuto, pudico e riservato[45][46]. Per un po' di anni rimase solo e isolato[47], fino a che non conobbe Wilhelm Pinder, suo coetaneo dotato di ampia cultura con il quale discuteva sovente sul mito greco, dirigendo anche un lavoro su quello di Prometeo[44].

Con egli e con un secondo amico, Gustav Krug, si sarebbe impegnato a dirigere un club letterario-artistico, Germania[47][48], alla quale i partecipanti portavano tematiche di discussione che spaziavano da Friedrich Hölderlin alla musica di Wagner: si arrivò anche a parlare di Tristano e Isotta[47], il cui incontro diede inizio per Nietzsche una longeva passione per Wagner, che si sarebbe maturata in seguito[49][50][N 2].

Nietzsche nel 1862 a diciotto anni

Per Germania Nietzsche scrisse, nel marzo del 1862, l'essai filosofico-letterario Fato e libertà[43], oltre a precedenti lavori quali un oratorio natalizio ispirato secondo la musica di Bach ed una recensione su Byron[43][49]. Fu in particolare Fato e libertà a segnare la svolta nell'atteggiamento e nel modo di pensare del giovane Nietzsche: si trovano, di fatto, i semi per la sua opera matura e completa e le prime perplessità circa la religione[51].

Dal gennaio 1860 Nietzsche iniziò a soffrire di frequenti mal di testa e dolori al collo che divennero ben presto sporadici nonostante gli interventi del medico di Pforta[52]. Dal 17 febbraio, con il ritorno a Naumburg, la situazione migliorò: i mali divennero meno frequenti e più contenibili, e da marzo tornò a Pforta[52].

In casa vigeva un clima profondamente religioso[53] che Nietzsche apparentemente soffriva, dando frutto alle sue prime avversità circa la religione cristiana[54][55]. Per di più, nei suoi anni liceali, Nietzsche avrebbe cominciato a leggere opere razionaliste e scientifiche, le quali ponevano un approccio critico alla religione, contrario al tradizionalismo della madre Franziska[56][N 3].

Dopo essere passato alle esaminazioni di settembre, il mese di ottobre Nietzsche fu incaricato di scrivere un tema circa un autore tedesco e, in via del tutto originale, Nietzsche scelse di scriverlo su Hölderlin, morto nel 1843 ma ancora poco conosciuto nella poesia tedesca[57]. Il professore di Nietzsche valutò il tema attribuendogli un ottimo voto, ma lasciò una postilla ambigua nella quale consigliava a Nietzsche di leggere autori più tedeschi[58].

In seguito però, Nietzsche sviluppò un atteggiamento sconsiderato, ribelle ed insofferente al clima austero della scuola, venendo più volte ammonito per le sue lacune scolastiche e disciplinari, tra le quali figurano l'episodio in cui Nietzsche si procurò una cicatrice alla mano per imitare Muzio Scevola[59][60][61], scritture satiriche contro l'ambiente scolastico[62] e persino un caso di ubriachezza[63][64]. Dopo tale periodo, tuttavia, Nietzsche maturò due importanti amicizie: una con Paul Deussen, giovane promettente e futuro indologo di fama, e una seconda con Carl von Gersdorff, futuro studente di giurisprudenza e giurista[65][66].

Terminò la sua permanenza a Pforta nel 1864 quando presentò il suo lavoro di congedo (scritto in latino) riguardante il poeta Teognide (dunque chiamata Dissertatio de Theognide Megarensi)[67]. Andò bene anche nell'orale, e lasciò dunque il collegio; avrebbe in seguito sempre ricordato Pforta come una «maestra severa ma giovevole»[68].

Tra Bonn e Lipsia (1864-1869)

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L'esperienza della Franconia

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La Burschenschaft-Franconia in una foto commemorativa. Nietzsche è in seconda fila, terzo da sinistra, con la mano sulla tempia

Conclusi gli studi nel 1864, Nietzsche era pronto per imbarcarsi in una brillante carriera da filologo, anche se lo stesso Nietzsche mostrava poco interesse per la filologia e una grande passività circa il suo futuro accademico[65]. Con Paul Deussen spese le cinque settimane di vacanze prima dell'università[69]. Le prime due settimane vennero trascorse dai due presso Naumburg; in seguito, il giorno del 23 settembre, i due partirono per Bonn[69].

Dopo una breve sosta presso una delle zie di Deussen vicino a Düsseldorf[69], i due proseguirono il loro viaggio lungo il Reno; ma Deussen decise di presentare Nietzsche alla sua famiglia[70]. Il 15 ottobre, Nietzsche e la sorella di Deussen, Marie, festeggiarono il loro compleanno comune[70].

Finalmente giunti a Bonn, Nietzsche si ritrovò immerso in una delle più grandi città della Germania: era una città costosa, soprattutto per gli studenti universitari, e di fatto la madre Franziska poteva mantenere il figlio con soli venti talleri sui trenta talleri effettivamente necessari[70].

Affittò un modesto appartamento nel centro della città e, nonostante le restrizioni economiche, riuscì anche a comprarsi un pianoforte con il quale maturò ulteriormente la sua passione musicale[71].

Essendo poco interessato alla facoltà di teologia a cui Nietzsche era iscritto, la maggior parte del tempo spesa da Nietzsche a Bonn si rivolgeva a feste studentesche sul Reno, viaggi frequenti a Colonia e serate nelle varie enoteche e birrerie di Bonn[71][72]. Di conseguenza Nietzsche, nonostante il suo carattere schivo, decise di unirsi ad una corporazione studentesca, la Burschenschaft-Franconia[71][73]. Le burschenschaften erano corporazioni universitarie nate nel 1815 con intenti liberali e nazionalisti, anche se a partire dal 1860 assunsero più che altro il carattere di club sociale. Nei suoi raduni goliardici, Nietzsche tentò di costruirsi una vita sociale più simile a quella dei suoi coetanei, anche se continuava a preferire una vita appartata e dissimile da quella chiassosa che caratterizzava la Franconia[74]. Non a caso, dopo poco tempo la pudicizia di Nietzsche l'avrebbe portato ad abbandonare quell'ambiente tanto opposto alla sua personalità[75].

Secondo Deussen, Nietzsche non era affatto una persona libidica come tutti i membri della Franconia. Addirittura affermò che per Nietzsche si applicavano bene le parole «mulierem nunquam attigit»[76][77][78]. Ma nel febbraio del 1865, Deussen riferisce nelle sue memorie un aneddoto molto particolare dettogli da Nietzsche: gli raccontò che, durante una breve sosta a Colonia, chiese ad un uomo le indicazioni per una locanda. In seguito venne surrettiziamente condotto in una casa di tolleranza, da dove uscì subito con imbarazzo dopo essersi messo a suonare il pianoforte per provare a darsi un contegno[78][79][80].

Quando si seppe che a Nietzsche era stata diagnosticata forse erroneamente la neurosifilide come causa del suo declino cognitivo e fisico dopo il 1888, diversi studiosi pensarono che avesse contratto la malattia da un rapporto sessuale con una prostituta proprio in quel bordello. Riguardo a ciò s'inserirono anche altre teorie ed ipotesi quale l'interpretazione di Joachim Köhler secondo la quale tale malattia venne trasmessa a Nietzsche non al bordello di Colonia, bensì a un bordello omosessuale di Genova, come spiegato nel suo libro Nietzsche. Il segreto di Zarathustra[81]. Su tale aneddoto si sarebbe inoltre introdotta la prospettiva dello scrittore Thomas Mann, il quale avrebbe basato su questo episodio l'intera novella del Dottor Faustus[80][82].

La lettura di Strauss e l'ateismo

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David Strauss: storico e critico della religione, la cui opera La vita di Gesù influenzò profondamente Nietzsche nel suo periodo universitario

Mentre la sua vita universitaria altalenava sempre più, Nietzsche si imbatté nell'opera storica del 1835 di David Strauss: La vita di Gesù[80]. L'opera si prefissava di dimostrare che in verità Gesù non fosse una figura storica, realmente documentata, bensì una figura mitologica, creata, nella prospettiva anticlericale di Strauss, come caposaldo della metafisica cristiana a servizio del ceto clericale, atto ad accrescere il suo prestigio e la sua ricchezza[83].

In questo periodo Nietzsche lavorava poco, ma i pochi scritti di questo periodo rivelano uno studente di teologia ostile alla stessa: è in tale periodo che Nietzsche maturò infatti la sua critica verso il cristianesimo, il concetto di anima, di mondo ultraterreno e anzi sviluppò un marcato materialismo[84]. Nietzsche perse dunque la fede in via definitiva, visti anche i suoi dubbi in adolescenza[84].

Di conseguenza a ciò, le lettere della madre Franziska e della sorella Elisabeth a Nietzsche divennero colme di preoccupazione circa la svolta intrapresa dal figlio[85], ma tutto ciò fu invano: per la Pasqua del 1865, Nietzsche ritornò a Naumburg per incontrare madre e sorella. Lì Nietzsche comunicò loro la sua scelta di lasciare la facoltà di teologia, durata appena un semestre, per seguire la carriera da filologo[85].

Nietzsche, in ogni caso, visse la sua rottura con il cristianesimo con grande dispiacere, sviluppando anche una grande nostalgia per quando non aveva dubbi sulla sua fede[86]. Franziska, comunque, non avrebbe mai smesso di amare il figlio Friedrich, anche se tra di loro le questioni religiose divennero imbarazzanti; secondo implicito consenso tra i due, non se ne parlò più[85][87].

Gli anni di Lipsia

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Friedrich Ritschl, professore di Nietzsche a Lipsia e suo mentore a Basilea

A partire dal febbraio 1865, Nietzsche contrasse un debito complessivo di cinquantacinque talleri: sarebbe potuto rimanere a Bonn per un anno ancora[88].

Ma nel dipartimento di filologia a Bonn accadde un evento che avrebbe agevolato un probabile trasferimento di Nietzsche: data una disputa accademica tra i due docenti di filologia, Otto Jahn e Friedrich Ritschl, a Ritschl fu proposta la cattedra di filologia all'università di Lipsia[89], e Nietzsche, a maggio, decise di seguire il suo professore[90]. Per di più, von Gersdorff, suo amico di Pforta con il quale intratteneva una fitta corrispondenza, scelse di abbandonare gli studi giuridici e di imbarcarsi per quelli letterari, anziché a Gottinga, proprio a Lipsia[90][91][92].

Le settimane precedenti alla partenza vennero trascorse tra dolori reumatici e mal di testa estremi, e la sera del 9 agosto venne accompagnato da Deussen e dall'amico Hermann Mushacke alla carrozza che l'avrebbe condotto a Lipsia[90].

Il mese di agosto 1865 fu speso da Nietzsche a Naumburg in convalescenza dai succitati mali[93], mentre le prime settimane di settembre vennero trascorse a Berlino, ospite della famiglia Mushacke[93]. In seguito, il 17 ottobre, Nietzsche e Hermann Muschake raggiunsero Lipsia[93][94][N 4].

Nietzsche iniziò dunque a seguire le lezioni di Ritschl a seguito della sua prolusione inaugurale[95], e sempre in questo periodo si imbatté nell'opus magnum di Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, comprandolo dalla libreria di antiquariato sopra la quale aveva stabilito il suo appartamento[94][95][96]. Già immerso in questo clima di otium litteratum che opponeva al suo vigoroso impegno universitario, Nietzsche lesse anche la Storia del materialismo di Friedrich Albert Lange, un filosofo neokantiano i cui temi avvicinarono Nietzsche alla scienza e, appunto, al materialismo filosofico[97].

Nietzsche (terzo da sinistra in alto) presso la società filologica gestita da Ritschl. Lipsia, 1866

A Lipsia Nietzsche visse gli anni più felici della sua giovinezza: la salute cagionevole si ristabilizzò, permettendo a Nietzsche di vivere un periodo assolutamente privo di insonnie, mal di testa, attacchi di vomito e mali gastrici che avevano attanagliato la sua salute a Bonn[95][98]. Anche sul piano relazionale Nietzsche eccelse con la conoscenza di Erwin Rohde, un brillante studente del professor Ritschl[98][99][100], e anche mantenendo vivi rapporti con Deussen, von Gersdorff e Mushacke in via epistolaria[101]. Con Rohde trascorse di fatti una meravigliosa estate del 1867 nella foresta boema, fino a che Rohde non ripartì per gli studi a Kiel[98][101][102].

Da un punto di vista professionale, infine, Ritschl notò il talento di Nietzsche leggendo un suo breve trattato su Teognide, lodando il suo studente e pubblicando tale trattato sulla sua rivista filologica, la Rheinisches Museum[101][103]. Da lì in poi, Nietzsche avrebbe sviluppato una profonda amicizia sia con il professore sia con sua moglie Sophie, la quale avrebbe in un certo senso facilitato l'incontro tra Nietzsche e Wagner data la sua amicizia con la sorella del compositore[104].

Giunse dunque ad avviarsi per un'attiva partecipazione culturale: da una parte per il club filologico inaugurato da Ritschl e dall'altra per il circolo filosofico di Lipsia su Schopenhauer[103][104].

Il primo servizio militare
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Nietzsche in uniforme da ufficiale di artiglieria nel 1868 a Naumburg

Intanto, i venti bellici inaugurati da Bismarck stavano soffiando sempre di più: nella breve guerra tra Prussia e Austria, i prussiani occuparono la città di Lipsia, la quale divenne una roccaforte del consenso per i prussiani a discapito degli austriaci e Nietzsche, sostenitore del cancelliere, scrisse entusiasticamente alla madre di questo nuovo assetto e della sua vigorosa fedeltà alla Prussia bismarckiana[105][106][107]. Il 15 giugno del 1866, infatti, l'esercito del duca di Mecklenburg fece un'entrata trionfale nella città[105], isolando il consenso per la Sassonia: sulle case di Lipsia si sventolò la bandiera nazionalista tedesca[105].

Il Nietzsche di quegli anni era un fervente nazionalista, filo-prussiano e bismarckiano e fautore della kulturkampf[108], oltreché militarista: tentò due volte di arruolarsi volontariamente nell'esercito, ma in ambedue i casi venne scartato per i suoi problemi di vista[109]. Nel settembre del 1867, tuttavia, Nietzsche venne dichiarato abile per il servizio[110][111].

Nietzsche venne inquadrato nella seconda batteria di artiglieria a cavallo, appartenente al quarto reggimento di artiglieria da campo, di stanza a Naumburg[112]. La permanenza a Naumburg, per nulla distante da Lipsia, permise a Ritschl di incaricare il suo allievo con diverse mansioni e commissionarlo di redigere nuovi essai: dunque Nietzsche, oltre a studiare latino e greco durante le sere, scrisse due nuovi trattati, incoraggiato dal fatto che il precedente trattato su Teognide aveva vinto anche un premio universitario[113]: il primo scritto fu su Democrito ed il secondo su Diogene Laerte[110]. Scrisse anche a Rohde con grande umore riguardo al suo servizio militare, affermando anche che, dopo aver completato i suoi doveri, rincasava nella caserma a studiare assiduamente[112][114].

Tuttavia, nel marzo 1868, cadde da cavallo durante un'esercitazione, subendo una frattura allo sterno che lo costrinse a letto dieci giorni in convalescenza dal trauma fisico[110]. Prendendo morfina tutti i giorni, si iniziò a contemplare un'operazione medica; così Nietzsche andò a Halle, dal chirurgo Richard von Volkmann, il quale semplicemente curò la ferita con lo iodio, per poi essere dichiarato definitivamente non adatto al servizio di leva[110][115].

L'incontro con Wagner
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Wagner nel 1867 a Parigi: durante il suo soggiorno parigino, Nietzsche era ancora a Bonn

In questo periodo, Nietzsche si fece sempre più vicino alla figura culturale di Richard Wagner: già dal 1862 egli, durante il periodo di Pforta, aveva ricevuto un assaggio di Wagner con Tristano e Isotta[116][N 5], da Nietzsche ritenuta come l'opera massima di Wagner[117], e arrivando addirittura ad affermare che senza Wagner e la sua musica non ci sarebbe stato modo di passare la sua giovinezza[117][118].

Al ritorno a Lipsia da Naumburg egli tentò dunque di conoscere questa figura che a lui pareva così mistica. Ebbe subito in mente un collegamento molto utile: la moglie del fidatissimo professor Ritschl, Sophie, era una stretta amica di Ottilie, sorella di Wagner[104]; Ottilie, a sua volta, era moglie dell'orientalista Hermann Brockhaus, che Nietzsche conosceva mediante Ernst Windisch, studioso della lingua sanscrita sotto la cattedra di Brockhaus[116].

Nietzsche non fu un wagnerista sin dal principio: dall'ottobre 1866 scriveva a von Gersdorff in termini ambigui e indecisi sul suo dramma La Valchiria[116][119], ma già dall'ottobre 1868 divenne entusiasta di Wagner, adorando le sue opere liriche Tannhäuser e Lohengrin nelle lettere che scrisse a Rohde[116].

Non si può dire che la conoscenza di Wagner fu "facile": di fatto, il compositore era una figura scomoda, controversa e, per alcuni, addirittura scandalosa[120]. Questo sia per i fatti avvenuti in passato a Dresda dove tentò una rivolta contro la monarchia sia per il suo famigerato antisemitismo che lo portò contro Mendelssohn[120].

Il 6 novembre, di ritorno da un incontro con Ritschl, si recò a casa sua, trovando fissato alla porta un foglietto lasciato da Windisch, il quale gli riferiva che Wagner era al Café Theatre e che, se desiderava incontrarlo, doveva recarvisi per le tre di pomeriggio e tre quarti d'ora[120][121][122]; ma occorsero vari inconvenienti[123], e l'incontro venne posticipato per una prossima volta[120].

Nietzsche si recò comunque al caffè, dove apprese da Windisch che Wagner era a Lipsia in incognito per evitare i fastidi della stampa, e che era ospite di sua sorella a casa Brockhaus[121]. Fu lì che Nietzsche, l'8 novembre, incontrò finalmente Wagner, rimanendo meravigliato da lui e dalla sua presenza[117][124][125][126].

Anche se inizialmente il rapporto tra i due si limitava alla conoscenza reciproca, Nietzsche cominciò ad essere ospitato, a partire dal 1869, nella villa di Wagner nei pressi di Lucerna, dove instaurarono una profonda amicizia, fatta di stima reciproca e collaborazione intellettuale[127].

A Basilea (1869-1872)

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L'Università di Basilea

Nietzsche professore

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A partire dal 1869, la cattedra di filologia a Basilea divenne vacante[128], e il professore dell'ateneo elvetico Adolf Kiessling domandò a Ritschl, filologo già conosciuto in Europa, chi potesse rivestire quel ruolo e chiedendo, in particolare, di Nietzsche, di cui lesse gli interventi sulla rivista di Ritschl stesso[129]. Egli riferì che Nietzsche era il suo migliore allievo e, per rasserenare i professori svizzeri che Nietzsche non sarebbe partito per la guerra palesemente prossima di Bismarck alla Francia, disse falsamente che l'allievo avesse poco interesse nella questione dell'unità tedesca e della Prussia[129].

In seguito, il 23 marzo 1869, l'Università di Lipsia gli concesse il dottorato basandosi sul suo lavoro per il Museum di Ritschl[130]: Nietzsche divenne dunque professore secondario a Basilea. I suoi guadagni ammontavano a tremila franchi svizzeri, poiché oltre alle lezioni universitarie lavorava anche in biblioteca universitaria[129].

L'anno seguente, divenne professore ordinario di filologia[131]. In preda all'euforia, Nietzsche passò le sue giornate in assoluta felicità: passeggiava intonando le note del Tannhäuser, diramò a tutti i suoi conoscenti e ai loro conoscenti il suo biglietto da visita universitario e limitò la sua cerchia personale di amicizie per darsi una specie di importanza (Deussen, apparentemente, risultò escluso)[132]. Pianificò, infine, di passare un anno di studi a Parigi assieme a Rohde[132]. Poiché Nietzsche decise infine di stabilirsi definitivamente a Basilea, trascorse le prime due settimane di aprile precedenti all'arrivo a Basilea ancora in Germania: stette a Naumburg, Bonn e Colonia[133].

Quando arrivò in Svizzera, gli venne richiesto di abbandonare la sua cittadinanza prussiana a favore di quella svizzera, cosicché non fosse richiamato nuovamente per il servizio militare, visti i venti di guerra in Europa[133]. In verità non acquisì, in quel periodo, la cittadinanza svizzera, rimanendo, secondo il dire degli svizzeri, un uomo senza-patria (heimatslos): e lo sarebbe rimasto per il resto della sua vita[133][134].

Tra il 19 e il 20 aprile raggiunse la città elvetica dopo il viaggio in treno[135][136], rimanendo meravigliato dalle costruzioni e dall'ambiente medievale della città[137], appartandosi presso una pensione da lui prenotata[137] e sopportando inizialmente con fatica il nuovo clima instauratosi nella sua vita[138].

Il 28 maggio tenne la prolusione d'insediamento sul tema Omero e la filologia classica[138][139], nella quale si evidenzia l'atteggiamento sregolato e non convenzionale di interpretare la filologia che avrebbe anche caratterizzato la Nascita della tragedia[138]. Dunque iniziò la sua carriera universitaria: teneva lezioni ogni giorno della settimana in ateneo e in biblioteca sulla letteratura greca e le opere maggiori: in particolare, si riferiscono lezioni su Platone, Eschilo, Sofocle ed Esiodo[138].

Burckhardt e Overbeck

A Basilea ebbe modo di conoscere, nonostante le sue grandi difficoltà relazionali[140], lo storico Burckhardt[141] e il teologo Overbeck[141]. Burckhardt gli avrebbe trasmesso la passione per l'Italia e per il Rinascimento: infatti fu Burckhardt a scrivere La civiltà del Rinascimento in Italia, un'opera storica fondamentale per la storiografia dell'Ottocento circa l'epoca rinascimentale[142][143].

Con Burckhardt Nietzsche ebbe modo di sviluppare un'amicizia molto duratura, poiché tutti e due presentavano delle grandi similitudini: Burckhardt, come Nietzsche, era una figura talentuosa secondo più campi d'interesse; di fatto fu, oltre all'essere storico e bibliofilo, anche un musicista, un artista e un poeta[144]. Nietzsche, d'altra parte, lo vedeva come un grande insegnante e soprattutto come una persona di marcata empatia[144]. Nel gennaio 1889, Nietzsche avrebbe scritto a Burckhardt nei suoi biglietti della follia con toni di un'amicizia più che intima che, almeno per parte dello storico, persona asociale e schiva, non si raggiunse mai[144][145].

Con Overbeck, d'altro canto, arrivò a condividere la pensione nella quale viveva alle porte di Basilea[146] e si giunse ad instaurare un legame molto particolare, visto anche che Overbeck stesso era "particolare": la sua prolusione inaugurale per una cattedra di teologia a Basilea verteva sull'approccio critico-filologico ai Vangeli[147], arrivando a definirsi ateo: dunque l'approccio che ebbe con la Bibbia non fu quello di un credente, bensì quello di un filologo o di uno storico[147]. Il suo ateismo gli consentiva un insegnamento perfettamente privo di controversie a Basilea, ma gli precludeva completamente la carriera universitaria in Germania[147][N 6].

Tuttavia, Nietzsche percepì sempre la mancanza estrema dell'amico Rohde, in viaggio per l'Italia durante la permanenza di Nietzsche a Basilea[142]. Infatti sarebbe sempre rimasto affezionato a Rohde, nonché un suo ammiratore: infatti, nel 1871, quando tentò di passare alla cattedra di filosofia in seguito allo scandalo provocato dalla Nascita della tragedia, fu anche per garantire a Rohde la sua precedente cattedra di filologia[142].

Il sodalizio con Wagner

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Richard e Cosima Wagner

Durante il periodo tra il 1870 al 1871, Nietzsche iniziò a dubitare il suo ruolo come professore di filologia, preferendo in tutto e per tutto la filosofia: scrisse infatti a Rohde, in viaggio per l'Italia, del suo scetticismo circa un suo futuro come filologo, ed anzi aggiunse addirittura che vorrebbe sentirsi libero come lui[147]. Dello stesso parare non era proprio Rohde, invidioso del successo accademico di Nietzsche e del suo benestare finanziario[148].

In questi anni nei quali Nietzsche si sentiva oppresso dal suo ruolo accademico[148], trovò conforto nelle frequentazioni con Wagner presso Tribschen, una località presso il lago dei Quattro Cantoni distante appena venti minuti dal centro di Lucerna[148]. Lì il compositore riuscì ad acquistare, grazie al generoso prestito del re di Baviera Ludovico, una villa in stile rococò, dove si era stabilito già dal 1866[148][149].

Dal 17 maggio 1869 aveva cominciato a frequentare Richard Wagner e la moglie Cosima presso la villa di Tribschen, rimanendo fortemente colpito dall'influenza del compositore, con cui strinse una forte amicizia, e da Cosima, da Nietzsche sempre stimata come l'unica persona al suo stesso livello di intelletto[150].

Di fatto, Nietzsche si recò presso Lucerna durante le festività pentecostali, ed essendo anche nelle immediate vicinanze di Tribschen accettò l'invito che Wagner gli aveva già fatto a Lipsia nel 1868 di venirlo a trovare nella sua villa svizzera[151].

Il viaggio, come avrebbe raccontato Nietzsche stesso, fu insicuro[151], e quando Nietzsche giunse davanti alla villa stette in imbarazzo davanti al giardino, ascoltando una melodia musicale proveniente dalla dimora[151]. Alla fine Nietzsche fu ricevuto da un domestico, il quale gli riferì che Wagner era solito comporre e lavorare fino alle due di pomeriggio e a non essere disturbato in quell'orario[152]. Quindi si allontanò per poi essere richiamato dal domestico, il quale gli chiese se fosse Nietzsche[153].

Di conseguenza Nietzsche venne ospitato da Wagner nella sua abitazione, e le visite di Nietzsche a Tribschen si sarebbero susseguite[153], fino a trascorrere il Natale con i Wagner[154].

Nel periodo fra il 1869 e il 1870 lavorò anche come correttore di bozze alla redazione di un'autobiografia del compositore, destinata a non vedere la luce prima del 1911, ma della cui conoscenza Nietzsche scrive apertamente, e con ironia, nella sua Genealogia[155].

La fase tragica

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La breve esperienza di guerra
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Rohde, von Gersdorff e Nietzsche a Basilea nell'ottobre 1871

Nietzsche stava iniziando a lavorare alla sua prima opera, la Nascita della tragedia, quando il 19 luglio 1870 scoppiò la guerra franco-prussiana: come nel 1866, Nietzsche si inebriò del pensiero di combattere al fronte[156]. Mentre trascorreva le vacanze estive gli giunse la notizia di una sconfitta prussiana a Wörth che lo spinse ad arruolarsi[N 7]: si arruolò come medico per il pronto soccorso dell'esercito prussiano, poiché non gli venne concesso di combattere come fante da parte delle autorità svizzere, in quanto la Svizzera era uno Stato neutrale[156][157][158]. Venne addestrato a Erlangen per soli dieci giorni e, in seguito, il 23 agosto, fu inviato al fronte bellico proprio a Wörth[159].

Stando in varie località delle retrovie prussiane (Wörth, Haguenau, Luneville, Nancy) fino al fronte vero e proprio (ad Ars sur Moselle, vicino a Metz), Nietzsche lavorò incessantemente tre giorni e tre notti a curare i feriti, fino a contrarre un principio di difterite e dissenteria; venne dunque rimpatriato e, dopo una settimana di cure a Erlangen, passò la sua convalescenza a Naumburg fino al 22 ottobre[160].

Dopo essere tornato dal breve servizio militare, tuttavia, osservò con scetticismo la creazione del Reich tedesco per opera del cancelliere Bismarck, di cui fu un grande sostenitore precedentemente[161][162][163][N 8].

Nel gennaio 1871, tornato a Basilea, incontrò nuovamente i suoi contraddistinti problemi di salute e gli fu concesso un periodo di malattia[164]. Sua sorella giunse da Naumburg con lui, e a Lugano conobbero Giuseppe Mazzini[164][165].

La Nascita della tragedia
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Friedrich Nietzsche a Basilea nel 1872

Mentre era a Lugano (e quando sarebbe ritornato a Basilea nell'aprile 1871[166]), Nietzsche riprese assiduamente a lavorare sulla sua opera: la Nascita della tragedia dallo spirito della musica. Ciò che doveva porsi come un'opera filologica era in verità uno scritto di attualità, riflettendo le mode culturali tedesche ed europee e paragonandole con la cultura presocratica; peccava, tecnicamente, della metodologia richiesta per uno scritto di filologia[166].

Nietzsche maturò un grande interesse circa i temi della tragedia greca, manifestandolo già a partire dall'anno scorso quando, rispettivamente il 18 gennaio e il 1º febbraio, tenne due conferenze universitarie a riguardo: la prima sul Dramma musicale greco e la seconda su Socrate e la tragedia[167]. Già da allora Nietzsche destò scalpore tra studenti e colleghi professori per il metodo assolutamente singolare di esprimere i concetti contenuti nelle due conferenze, contraddistinte proprio da un tono polemico e da una lontananza marcata dai metodi della filologia storicista, che era il metodo prediletto dagli accademici di tale disciplina: Nietzsche annotò tale metodo come «mille miglia lontano dalla grecità»[167].

La scrittura venne completata in autunno e Nietzsche si rivolse ad un editore di Lipsia, Wilhelm Engelmann, per la pubblicazione dell'opera[168]. Ciononostante, si rivelò titubante e rifiutò di farsene carico[168][169]. Rohde e von Gersdorff trovarono, per Nietzsche, un editore che si rivelò essere lo stesso pubblicista delle opere in prosa di Wagner: Fritzsch, il quale si disse disposto alla pubblicazione del libro di Nietzsche[170].

A fine dicembre 1871 la Nascita della tragedia venne pubblicata in Germania e Svizzera, e Nietzsche ne ebbe personalmente una copia[171]. L'opera suscitò da una parte l'ammirazione di Wagner[172] e dei wagneriani[173], e dall'altra lo scandalo del mondo accademico tedesco, il quale non tollerò la mancanza di metodologia che caratterizzò lo scritto[173][174].

Ne scaturì un acceso scontro accademico tra il giovane ma già affermato filologo Wilamowitz e Nietzsche (il quale era comunque sostenuto da Rohde e Wagner)[175]. Wagner, di fatto, si sentì anche in dovere di scrivere un pamphlet contro Wilamowitz, nel quale criticò aspramente ciò che dal suo punto di vista si presentava come la sovrabbondante cultura filologica[175].

Con Wagner a Bayreuth (1872-1876)

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Nietzsche nel 1875

Dall'aprile 1872, i Wagner si trasferirono a Bayreuth per allestire direttamente il festival che Richard Wagner avrebbe tenuto, e con essi anche Nietzsche[176]. Per il cinquantanovesimo compleanno di Wagner nella città tedesca si invitò un folto numero di aristocratici e wagneriani; Nietzsche invitò von Gersdorff, Rohde e anche il vecchio amico Krug[177] e in quell'occasione conobbe la scrittrice Malwida von Meysenbug[178][179].

Infine, dal punto di vista professionale, diede il suo ultimo vero e proprio contributo alla filologia: un trattato sull'esegesi rinascimentale di Omero ed Esiodo, dal titolo Il trattato fiorentino su Omero e Esiodo[180].

Per il resto, in settembre partì per Zurigo e Coira, ma dovette interrompere il viaggio a causa di violentissimi attacchi di mal di testa, che gli impedirono pure un viaggio in Italia, giacché giunto a Bergamo dovette ritornare a Bayreuth[180].

Nel mentre, Nietzsche cominciò a sviluppare un pensiero profondamente agli antipodi rispetto a quello di Wagner: le prime note critiche circa l'amico compositore si attestano già da metà aprile del 1872[181]: a Natale di quell'anno, Nietzsche venne invitato dai Wagner a casa loro per trascorrere le feste ma, percependo sempre più un distacco da Wagner, non andò; si limitò a inviare a Cosima i suoi ultimi cinque saggi[181]. La cosa indispettì Wagner, e Nietzsche scrisse una lettera all'amico von Gersdorff confessandogli un bisogno di libertà dall'opprimente compositore[181].

Ciononostante, Nietzsche proseguì imperterrito a sostenere Wagner, contribuendo con un finanziamento di cinquecento marchi per il festival. Da lì ne scaturì un gioco di favori tra Wagner e Nietzsche, durante il quale Nietzsche riuscì a convincere il compositore a far stampare da Fritzsch, editore di tutte le sue opere in prosa, un libro scomodissimo di Overbeck sulla religione[182].

Un periodo altalenante

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Haus Wahnfried, luogo d'incontro e di eventi organizzati da Wagner, sdegnata da Nietzsche durante il suo periodo critico nei confronti del compositore

Nel 1873, Nietzsche scrisse la sua prima Considerazione inattuale: David Strauss, l'uomo di fede e lo scrittore[183], seguita da quella Sull'utilità e il danno della storia per la vita e, infine, da Schopenhauer come educatore e Richard Wagner a Bayreuth[184]. Si aggiungono anche gli scritti La filosofia nell'epoca tragica dei Greci e Su verità e menzogna in senso extramorale, i quali precisavano per Nietzsche le sue future ambizioni filosofiche[184], le quali proprio nel periodo che va dal 1873 al 1876 si espansero con il suo avvicinamento alle scienze[185].

Frattanto iniziò a conoscere personalmente uno dei suoi studenti di Basilea, il quale gli si era rivelato interessante: Paul Rée, uno studioso di filosofia tedesco di origini ebraiche[185][186]. Ciononostante, non riuscì a proseguire regolarmente la conoscenza di Rée a causa di un improvviso crollo della vista, causato forse da una sua acutissima miopia[185]. Tale evento scatenò la preoccupazione della sorella Elisabeth, che si precipitò a Basilea per dargli sostegno nel vivere pratico, e di Wagner, il quale temeva di poter perdere il suo più "fedele seguace"[187]. E mentre la salute lo corrodeva, i suoi scritti cominciarono pure a conseguire una discreta fama, che tuttavia non coinvolse Nietzsche, il quale doveva sovente viaggiare presso località termali in Italia, Germania o in Svizzera che potessero stabilizzare, in qualche modo, la sua pessima salute[188].

L'agitazione di Wagner era causata anche dal dubbioso andamento circa la preparazione per il festival, tanto che chiese a Nietzsche di scrivere una lettera aperta per convincere quante più persone possibili a finanziare l'impresa[189]. Nonostante il fallimento sul nascere del testo commissionato a Nietzsche, l'intervento del re Luigi II si rivelò indispensabile: versò importanti contributi finanziari per l'impresa, che riuscì a salvarsi in questo modo[189].

Intanto Nietzsche iniziò a vedere Wagner come una figura sempre più opprimente, pessima, criticandolo senza limiti nei suoi appunti e nei suoi taccuini[190], ma cominciò ad esplicitarlo anche a Wagner non andando più agli eventi da lui organizzati e rifiutando tutti i suoi inviti presso Haus Wahnfried, la casa di Bayreuth comprata da Wagner con i soldi di re Luigi[191].

Dopo il Natale del 1874, venne colpito da un ennesimo malanno: un attacco di mal di testa, per la precisione, con vomito di bile e dolori allo stomaco[192]. Ciò gli impedì di presentarsi a Basilea in facoltà, dove comunque si recava sempre più di rado, ma soprattutto non poté essere presente ai preparativi per il festival, fissati per l'estate[192]. Non a caso, a giugno visse ancora un periodo di pessima salute[193].

Avendo trascorso la convalescenza a Steinabad, ad agosto ritornò a Basilea, e ricominciò a tenere lezioni universitarie, riuscendo anche a riacquistare una moderata auge. Tra questi vi era Heinrich Köselitz, una figura ricorrente e importante nella biografia di Nietzsche[194]. Ciononostante, da dicembre riprese a stare tremendamente male e chiese all'università l'esonero da alcune lezioni; a febbraio la sua salute giunse al culmine della criticità e a Basilea accorse persino la madre[195].

La rottura con Wagner

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A marzo 1876, cominciò a lavorare alla sua quarta Inattuale: Richard Wagner a Bayreuth[196]. Tale opera doveva essere intesa come l'incipit culturale del festival di Bayreuth, il quale si avviava ormai sempre più al suo debutto, ma lo sgomento di Nietzsche non passava certo inosservato: lo si leggeva soprattutto da tale scritto, condensato di ambiguità e sottigliezze, che fecero dubitare e preoccupare addirittura il ricevente: Wagner[197][198].

L'opera venne pubblicata a luglio dall'editore Schmeitzner in un clima di euforia per il festival, ma il clima così trepidante non coinvolgeva affatto Nietzsche, che anzi visse l'attesa con nervosismo e pena[199]. Giunse da Basilea a Bayreuth fermandosi per Heidelberg, colmo di malanni[200]; a fine agosto prese a cominciare il festival: Nietzsche dovette allontanarsi, tuttavia, a causa degli acutissimi attacchi di cecità che lo colpivano[200].

Dovette soggiornare a casa della Meysenbug, di cui era intanto diventato un profondo amico, mentre al festival convenivano le alte classi culturali, e doveva essere il grande evento culturale della Germania unita e dell'Europa avviata verso una pace duratura; Nietzsche ne rimase distaccato, inorridito[201][202][203].

Fu la fine della sua amicizia con Wagner, nonché della fase wagneriana del suo pensiero, ora pendente per l'illuminismo: dopo la rottura con Wagner, Nietzsche si imbatté nelle opere di moralisti francesi quali Montaigne, Pascal e La Rochefoucauld e di Voltaire[204][N 9]. Nietzsche avrebbe in seguito attaccato nella profondità anche il Wagner intellettuale, per esempio nel Caso Wagner, opera nella quale Nietzsche avrebbe accusato Wagner di un'eccessiva intellettualizzazione dell'arte, e indicando Wagner come figura negativa in questo senso[205].

Periodo di viaggi da apolide (1876-1887)

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Nel 1876 a Nietzsche fu concesso un anno in malattia date le tremende condizioni in cui versarono nuovamente i suoi occhi: un esame oculistico accertò, oltre alla pronunciata miopia già saputa, anche un grave astigmatismo e lesioni alla retina[206]. Ciononostante, la Meysenbug (intuendo probabilmente il bisogno di riposo avvertito da Nietzsche) invitò egli a Sorrento presso la villa che aveva affittato per l'occasione. Nietzsche impose come suo accompagnatore Paul Rée, oramai diventato suo amico «incomparabile»[207] nonché colui che gli leggeva le lettere a voce alta a causa di una parziale sordità di Nietzsche[206].

Dunque presero il treno da Ginevra e, dopo una sosta a Genova e una a Napoli, raggiunsero (con grande fatica per parte di Nietzsche[208]) la Meysenbug a Sorrento[209][210]. Nietzsche soffrì il viaggio e le soste: a Genova ebbe uno dei suoi attacchi di vomito più violenti, accompagnato da mal di testa, per quasi due giorni consecutivi[211]. Nietzsche dunque ripartì in nave verso Livorno con Albert Brenner, un amico che la Meysenbug aveva inviato a Genova per andare incontro a Nietzsche e Rée, per poi ricongiungersi con quest'ultimo a Pisa[211]. Giunsero infine a Sorrento dopo una brevissima sosta a Napoli; giunsero e stettero ivi mentre vi soggiornava anche Wagner con Cosima, creando per Nietzsche e per la Meysenbug, che comunque conosceva bene Wagner, un certo imbarazzo[212].

Ciononostante, fu Wagner ad invitare Nietzsche presso la sua villa: nonostante il calvario finanziario che era stato il festival di Bayreuth, tanto che il compositore dubitava si potesse celebrare la seconda edizione, era di buon umore, e parlava con Nietzsche come se tra loro due nulla fosse accaduto[213]. Nietzsche era infastidito da Wagner, il quale forse stava proprio provando a riallacciare i loro rapporti. Tuttavia fu l'ultima volta che si videro[213][214]; il compositore sarebbe improvvisamente morto a Venezia cinque anni più tardi[210], e Nietzsche scrisse, forse con una nota di rammarico e nostalgia, che la loro amicizia fu «stellare»[215][216].

Nel 1879, Nietzsche abbandonò l'insegnamento a causa delle sue condizioni di salute più che pessime, e l'Università di Basilea gli garantì, in un sussulto di generosità, una modesta pensione che avrebbe costituito, da quel momento in poi, l'unico suo reddito.[217]

Nietzsche, Rée e la Salomé nel 1882

In questo periodo Nietzsche inizia letture onnivore: figurano in particolare Pascal[218], Stendhal[218][219] e, in seguito, Baudelaire[220] e Dostoevskij.[219] filosofo tedesco cominciò dunque le sue peregrinazioni: ebbe sempre uno stretto legame con l'Italia, di cui apprezzò le maggiori città: Genova, Venezia[209], Firenze, Roma, Napoli e, alla fine dei suoi viaggi, anche Torino.[208] Nietzsche, per altro, seguì le "indicazioni" contenute nel Viaggio in Italia di Johann Goethe, un autore che Nietzsche non mancava mai di stimare[208][221], cosicché nella filosofia nietzschiana stessa compaiono riferimenti ai luoghi e alla cultura dell'Italia, in particolare quelli rinascimentali.[222]

Casa Nietzsche a Sils Maria
La residenza di Nietzsche a Venezia: Palazzo Merati e Berlendis, nel sestiere di Cannaregio

Durante la Pasqua del 1882, incontrò a Roma Lou von Salomé, una giovane scrittrice russa in viaggio attraverso l'Europa.[223] Si diedero appuntamento in Piazza San Pietro, e Nietzsche accolse la Salomé dicendole apparentemente: «Da quali stelle dell'universo siamo caduti entrambi per incontrarci qui?».[223][224] A maggio, durante una gita sul lago d'Orta, trascorse alcune ore di intimità con lei, facendole una brusca proposta di matrimonio che la Salomé rifiutò.[208]

Torino e gli ultimi anni (1887-1900)

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Placca commemorativa di Nietzsche a Torino (tra Piazza Carignano e Piazza Carlo Alberto)

Nel 1888 Nietzsche si trasferì a Torino, città che apprezzò particolarmente[220], e dove avrebbe scritto L'Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed Ecce Homo. Nietzsche sembrava estasiato dalla città e dalle condizioni generali che parevano migliorare, ma nel 1889 avvenne il famoso crollo mentale di Nietzsche, probabile effetto di una patologia neurologica: è datata 3 gennaio 1889 la prima crisi di follia in pubblico[220]; mentre si trovava in piazza Carignano, nei pressi della sua casa torinese, vide un cavallo adibito al traino di una carrozza fustigato a sangue dal cocchiere. Di fronte a ciò Nietzsche accorse verso l'animale per baciarlo e per poi collassare.[225] Dopo di che venne accompagnato a casa e «giacque due giorni sul divano, sempre parlando concitatamente da solo o scrivendo».[226]

Placca in ricordo della convalescenza di Nietzsche a Naumburg
Nietzsche con sua sorella Elizabeth nel periodo di convalescenza precedente alla morte. Naumburg, 1899

Pochi giorni dopo, venne ricoverato dall'amico Franz Camille Overbeck a causa del suo stato alterato, che passava da momenti di esaltazione a tristezza profonda, in una clinica psichiatrica in Basilea. Uscito dalla clinica di Basilea, venne trasferito poi dalla madre a Naumburg, quindi a Jena, in clinica dal dottor Otto Binswanger, esperto di paralisi e demenza. Binswanger obiettò che l'unica stranezza fosse l'insolita lunga sopravvivenza all'infezione e alla paralisi luetica, per cui non si poteva attribuire l'intero decorso come derivato dalla lue.[227] Nel 1890 venne trasferito nella casa della madre, per esser assistito da lei stessa e da due infermieri. La famiglia Nietzsche, specie la sorella, non avrebbe mai accettato le diagnosi di neurosifilide, considerandole entrambe lesive dell'onore.[227]

Morì di polmonite a mezzogiorno del 25 agosto 1900.[228]

L'esordio controverso

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Frontespizio della prima edizione della Nascita della tragedia, 1872

Il valore dell'arte e della storia per l'uomo

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Arthur Schopenhauer rivestì una importante influenza sul giovane Nietzsche

Nietzsche, pur abbandonando la visione filosofica dell'artista, avrebbe sempre menzionato l'arte ed il suo valore psicologico-catartico nei suoi scritti, anche più tardivi.[229][230][231] Si sarebbe anche occupato in maniera speculativa di estetica, asserendo come conseguenza che l'arte degenera quando degenera l'uomo, quando esso si fa malato.[232]

Di fatto egli «si fa promotore di una giustificazione estetica dell'esistenza: l'esistenza e il mondo sono eternamente giustificabili solo come fenomeni estetici; è l'arte che ci consola e ci salva dall'assurdità dell'esistenza. L'arte ha salvato l'uomo greco, e grazie all'arte egli ha salvato la propria vita».[233]

Non a caso, gli intenti provocatori della Nascita della tragedia sono giustificati dal suo scopo: analizzare le cause del deterioramento artistico, e di conseguenza spirituale, della società occidentale. Ciò spiega infatti perché Wilamowitz[234], Ritschl[235] e in generale l'ambiente accademico specializzato bollò l'opera di Nietzsche come peccante del necessario rigore disciplinario.[236]

Inoltre si fa anche critico dell'art pour l'art, un movimento artistico tipicamente francese sorto come risposta all'impressionismo. Esso viveva l'arte come insensatezza, assenza di fine ultimo e soprattutto assenza di fine estetico, artistico. Tale atteggiamento è aspramente criticato da parte di Nietzsche.[237]

Lo stesso atteggiamento è perseverato da Nietzsche circa lo storicismo, una branca filosofica tipicamente ottocentesca. Infatti, la critica di Nietzsche verso tale disciplina si articola come critica all'atteggiamento per cui si agisce nei confronti della storia.[238]

La seconda Inattuale, di fatto, esprime la criticità del filosofo nei confronti della storia resa monumento, resa osanna e baluardo ma, al tempo stesso, resa la testimonianza vuota di un'epoca. L'Ottocento è per Nietzsche epoca inutile, trattata come un museo per gli incuriositi.[239][240]

In generale, le Inattuali di Nietzsche erano intese come un attacco alla cultura tedesca: da David Strauss[241] allo storicismo, dal plauso a Schopenhauer fino ai primi scetticismi su Wagner. Ma la seconda Inattuale «criticava un'erudizione storica inutile che finiva per trasformarsi in un macigno per la vita e lo sviluppo dei popoli.»[242]

La musica nella fase tragica

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Secondo il Nietzsche della fase tragica, la musica è da interpretarsi come un residuo di tale cultura: nella tragedia, la musica rivestiva una componente dionisiaca, in seguito ammorbidita dall'opera apollinea. Di fatto, Nietzsche avrebbe accostato come usurpatore della musica tragica Socrate.[243][244][245]

Maschera teatrale di Dioniso, Louvre di Parigi

Ma la preferenza di Nietzsche per la tragedia, e in un certo senso dunque per Wagner, sarebbe mutata alla rottura personale con il compositore, che avrebbe portato il filosofo a criticare anche il suo pensiero operistico. Durante il suo soggiorno a Genova, Nietzsche assisté alla Carmen di Bizet, rimanendone estasiato e coronando egli come il suo compositore prediletto.[246]

La relazione tra la filosofia nietzschiana e la musica è stretta: l'autrice accademica Luisa Moradei avrebbe commentato dicendo proprio che Nietzsche è «tra i pochi [filosofi] ad avere uno stretto rapporto con la composizione musicale».[247] Ma l'obiettivo prefisso da Nietzsche, almeno in questa frazione di pensiero wagneriana e coronata dalla Nascita della tragedia e dalle Inattuali, era di superare la filosofia schopenhaueriana mediante l'estetica e l'affermazione artistica della vita, e di come, conseguentemente, l'arte rivesta la vita in sé[248] e, di conseguenza, la musica riveste la condizione di piacere monumentale per l'uomo.[249]

Fase illuminista-nichilista

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Nel Nietzsche illuminista si assiste in primo luogo ad un importante cambiamento: l'accostamento della prosa in favore della poesia, o comunque degli aforismi e delle massime.[250] Nietzsche fece ciò in un chiaro segnale di distacco da Schopenhauer[232] a favore invece di Montaigne, autore per cui Nietzsche avrebbe sempre conservato grande stima[251], e Voltaire, a cui è dedicato Umano troppo umano.[252] In questo modo, Nietzsche invita il lettore a "ruminare", vale a dire a rintracciare più volte significati diversi a seconda dell'opera poiché «è appunto attraverso questo sguardo sempre interrogante che si comprende quell'idea di "grande salute" - "tale da non essere solo posseduta, ma conquistata e tale da dover essere conquistata incessantemente, perché la si sacrifica e la si deve sacrificare sempre di nuovo" - verso cui il pensiero di Nietzsche costantemente si dirige. Quell'idea in relazione alla quale la stessa filosofia nietzscheana si presenta come una filosofia-ponte, come un pensiero annunciativo».[253]

Busto di Michel de Montaigne, filosofo a cui Nietzsche è debitore per la prosa aforistica

Ma non c'è solo il mutamento stilistico: Nietzsche abbandona con ripudio l'influenza dei vecchi maestri (Schopenhauer e Wagner) e i temi affrontati nella sua precedente produzione. Il filosofo, piuttosto, opta per l'osservazione critica della realtà circostante, e dunque un conseguente approccio scientifico e metodologico nei confronti dello smascheramento dei valori occidentali, quali la religione, l'etica e la metafisica.[254]

Anche se, a dirla tutta, Nietzsche aveva poco da spartire con l'illuminismo: di fatto, il pensiero illuminista ed il suo sono in definitiva antitetici: Nietzsche critica Rousseau, la sua concezione individuale e sociale e critica anche la Rivoluzione francese, che giudica come il prodotto degli ideali sovversivi dell'illuminismo.[255]


Mediante il suo periodo illuministico, Nietzsche ha modo di prefiggere una nuova era, un'alba per l'avvenire dell'umanità. In verità è sin da qui che Nietzsche inaugura il suo progetto di trasvalutazione di tutto ciò che riveste l'umanità presente: moralità, valori, religione, progresso, senso di società. Nietzsche ambisce dunque alla distruzione di ciò che è vecchio in favore della creazione del nuovo.[256]

Riprendendo le sue precedenti idee, in questa fase illuminista-nichilista, Nietzsche attacca il cristianesimo. Secondo Nietzsche la moralità cristiana esprime il rifiuto dell'amore per la vita e della creatività, della spontaneità del vivere naturale. Colui che per primo ha condizionato negativamente la civiltà occidentale verso questo annullamento della vita è stato, secondo Nietzsche, Socrate. Nietzsche sostiene che l'accettazione della condanna a morte per Socrate rappresenti l'estrema affermazione degli errori del filosofo e del suo rifiuto dei valori vitali.[257] Nietzsche accusa Socrate di essere una specie di populista[258], il quale si serve del consenso di un popolo ignorante facendone le veci.[258]

La prima bozza del dipinto di Munch in onore di Nietzsche

Non differente in termini di critica è la posizione di Nietzsche contro Platone e, per estensione, la metafisica, la quale altro non è che l'astrazione dal mondo nobile e virtuoso del corpo in favore di un altro mondo, quello dell'anima; così facendo, l'umanità è stata ingannata all'idealismo, al disprezzo della Terra, del corpo e delle virtù materiali.[259][260]

Contro la religione

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Più che con la figura di Gesù Nietzsche è polemico contro il cristianesimo, sulla dottrina di Paolo di Tarso: quando Nietzsche lesse la Mia fede di Tolstoj, nella quale lo scrittore russo narrava della sua conversione al cristianesimo dopo una parentesi nichilista, Nietzsche rinvenne una critica di Tolstoj verso i dogmi ecclesiastici, nel suo caso della fede ortodossa, e verso San Paolo.[261][262]

Il Cristo, invece, è l'individuo che non partecipa alla collettività, al modus intellegendi condiviso, e sposta la sua attenzione verso la propria interiorità: probabilmente un riferimento a L'idiota di Dostoevskij, scrittore a cui Nietzsche si sente legato per i temi del nichilismo.[219]

Ribaltando le gerarchie di valori[263] Nietzsche afferma che la vittoria della morale degli schiavi mascherata da compassione universale, democrazia e diritti umani, ha rovesciato i valori tradizionali di bellezza sostituendoli con la venerazione della miseria.[264]

Nietzsche in un ritratto di Edvard Munch del 1906

In questa prospettiva, soprattutto negli scritti più tardivi, Nietzsche si sarebbe opposto al socialismo, alla politica di massa, al partitismo ed alla democrazia liberale.[265][266][267][268][269][270]

Infine, Nietzsche dichiara che la morale deve essere superata in nome dell'esistenza evolutiva, in quanto «quel che si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male».[271]

Morte di Dio e trasvalutazione

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L'affermazione "Dio è morto", la massima nietzscheana per eccellenza, ha lasciato e generato in seno interpretazioni variegate, sovente discordanti tra di loro. Ad esempio, sulla base di tale frase Nietzsche viene visto da alcuni come un ateo[272], ma altri critici come Kaufmann intendono la suddetta constatazione come un'interpretazione unica del concetto di divinità: lo spirito europeo come uccisore della coscienza religiosa, del Dio giudaico-abramita, allineando dunque Nietzsche come interprete del pensiero equivoco, dello smarrimento filosofico d'Europa.[273]

La pietra alla memoria di Nietzsche presso il lago di Sils, Sils-Maria, alta Engadina

Altri ancora individuano in ciò del nichilismo russo anarchico, ateo e anche anticristiano.[274]

Nietzsche arriva dunque ad urgere una nuova moralità, da intendere come un nuovo modo di vivere per l'uomo contemporaneo che, a detta di Nietzsche, è stato ingannato dall'ascesi della morale cristiana.[275] Questo farebbe pensare quindi alla formula Dio è morto come a un lutto che deve essere superato, ed il suo superamento consiste nella creazione di una nuova percezione esistenziale, libera dai codici morali e teologici.[276][277]


Celebre è la figura dell'uomo folle che gira in pieno giorno con una lanterna accesa, dichiarando di star cercando Dio e attirandosi così lo scherno dei presenti. Alla richiesta di spiegazioni l'uomo afferma che Dio è morto, ovvero che nessuno crede più veramente.[278]

L'Uroboro, il serpente che si morde la coda, simbolo esoterico della ciclicità del tempo

L'oltreuomo procede metodicamente al di là delle convenzioni e dei pregiudizi che attanagliano l'uomo comune, avendo dei valori differenti da quelli della massa.[279] Egli solo è in grado di non sostituire ai vecchi idoli quelli nuovi, ma fondare il nuovo mondo, e quindi l'uomo attuale non è altro che «una corda tesa tra la scimmia e l'oltreuomo», secondo le stesse parole di Nietzsche.[280] L'oltreuomo è colui che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita dicendovi «sì».[281] Egli non conosce bene e male, è al di là di essi; anche ciò che è negativo per gli uomini normali per lui diventa un male minore a volte pur necessario; anche i mali sono necessari: Zarathustra fa l'esempio del fare la guerra delle passioni e di calunnia, invidia, diffidenza, che solo l'oltreuomo può sopportare e trasformare in virtù.[282]

L'oltreuomo conosce e supera il senso tragico della vita trasformandolo in gioia e piacere[283][284], e secondo Nietzsche, il prototipo di oltreuomo era stato incarnato da Napoleone[285] e Goethe.[221]

Nietzsche elabora un suo modo di intendere il tempo liberandolo dal trascendente e quindi dalla fiducia nell'avvenire, concezione che avrebbe per altro intrigato Milan Kundera, il quale menziona il filosofo e la sua teoria nell'Insostenibile leggerezza dell'essere.[286]

Fu Fabrizio Desideri a interpretare la filosofia nietzscheana come una filosofia "medica", in cui il filosofo si fa "dottore". Perciò suddivise la sua filosofia in un momento sintomatico, uno diagnostico e uno terapeutico.[287]

È inoltre evidente il debito della letteratura e della cultura europee verso Nietzsche, specie in Italia, con la poesia dei costumi e della decadenza di Gabriele D'Annunzio, il quale non solo dedicò a Nietzsche una poesia[288], ma traspose in italiano anche una sua composizione poetica, Hymnus an das Leben.[289]

Cronologia delle opere

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Bozza dell'incipit per Così parlò Zarathustra
  • Willensfreiheit und Fatum (Fato e libertà), 1862.
  • Mein Leben (La mia vita), 1864.
  • Homer und die klassische Philologie (Omero e la filologia classica), 1868.
  • Über die Zukunft unserer Bildungsanstalten (Sul futuro delle nostre scuole), 1872.
  • Fünf Vorreden zu fünf ungeschriebenen Büchern (Cinque prefazioni per cinque libri non scritti), 1872.
    Francobollo per il centenario della morte di Nietzsche
  1. ^ Ciononostante, secondo Canfarini, il ritratto generale del padre di Nietzsche Carl Ludwig è frammentario a dir poco ma soprattutto fazioso: di fatto egli sostiene che le uniche fonti giunteci siano proprio da Nietzsche, il quale tendeva ad idealizzare il padre. Invece, altre fonti testimoniano un Carl Ludwig introverso, solitario, e tendenzialmente estraneo alle faccende famigliari; cfr. Canfarini, p. 16.
  2. ^ Vi fu persino una rottura nelle preferenze musicali di Nietzsche, che iniziarono per l'appunto a vertere verso la musica moderna di quel tempo. Sviluppò una grande passione per la Tristano e Isotta ma non si hanno fonti che testimoniano una profonda passione per Wagner che si sarebbe sviluppata negli anni di Lipsia; cfr. Abraham, p. 27.
  3. ^ Di fatto, a partire dal 1861, Nietzsche entrò in contatto con una visione filosoficamente materialista della religione. Viene ricordata addirittura una specie di discussione circa questo argomento della Pasqua 1861 tra il giovane Nietzsche e sua madre Franziska, forse scaturita dal fatto che Nietzsche parlò a sua sorella della Leben Jesu di Karl von Hase, scrittore ateo e anticlericale; cfr. Hayman, p. 39.
  4. ^ I due giunsero a Lipsia e si immatricolarono presso l'università in occasione del centenario dell'entrata di Goethe in quell'ateneo. Nietzsche avrebbe sottolineato ciò con ironia (ma anche con spirito di veggenza) dicendo: «Nutriamo l'umile speranza che tra altri cento anni venga ricordata anche la nostra immatricolazione»; cfr. Canfarini, p. 43.
  5. ^ La sorella di Nietzsche, Elisabeth, riporta la citazione del fratello da Ecce homo nella quale Nietzsche afferma di essere stato un wagnerista sin dal momento in cui venne a contatto con la Tristano e Isotta. Ma la sorella rammenta che tale ammirazione si sviluppò in chiave amatoriale nel 1860, con la società Germania, che inaugurò con i suoi due compagni Wilhelm Pinder e Gustav Krug a fini letterario-artistici. Furono dunque durante gli anni di Pforta che Nietzsche acquisì la conoscenza di Wagner, ma la passione per tale figura si sviluppò solamente a Lipsia durante gli anni universitari; cfr. Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 1.
  6. ^ Ciononostante, oltre alle particolarità della sua persona (un teologo ateo), apparteneva anche ad un retroscena culturale peculiare. Ma soprattutto, fu secondo alcuni critici e biografi l'unico vero amico nella vita di Nietzsche: paziente, comprensivo e benevolente. Riporta Fini, a pp. 71-72:

    «Veniva da un ambiente molto diverso da quello di Nietzsche, di cui era più vecchio di sette anni. Era nato nel 1837 a Pietroburgo da un uomo d’affari tedesco naturalizzato inglese e da una francese. In casa sua si parlavano quattro lingue, il russo, il tedesco, l'inglese, il francese e in seguito Franz imparò, per buona misura, anche l'ebraico dove pure Nietzsche si era cimentato, senza successo. [...] Fu Overbeck ad accorrere a Torino, quando l'amico dette segni evidenti di follia, per riportarlo in patria. E fu l'unico, o fra i pochissimi, a non sfruttarne l’enorme fama [...]»

  7. ^ Nietzsche comunicò la scelta di unirsi allo sforzo bellico prussiano ai Wagner; Cosima, pur avendo ascendenze francesi che addirittura la connettevano al ministro di guerra francese, sosteneva la causa dei prussiani come il marito, ma caldeggiò Nietzsche a non partire. Al contrario, lo invitò, forse con tono ironico, a donare pacchetti di sigarette per i soldati al fronte. Ciononostante, Nietzsche partì come volontario della Croce Rossa a Wörth, testimoniando alcune vittorie tedesche; cfr. Young, p. 136.
  8. ^ Piuttosto, si concentrò sugli eventi della Comune di Parigi, i quali lo inquietavano abbastanza. L'inquietudine era data tuttavia da una notizia falsa e in seguito smentita da ogni fonte storica: a Basilea si era diffusa la cronaca che il Louvre fosse stato bruciato dai rivoluzionari come risposta a una rappresaglia militare. In verità ad andare alle fiamme fu un altro sito: il Palazzo delle Tuileries, ma Nietzsche rimase a piangere un intero pomeriggio pensando al presunto rogo del Louvre; cfr. Fini, p. 50.
  9. ^ In questo momento nel quale Nietzsche trovava "sollievo" dalla delusione relazionale con Wagner con le opere filosofiche della tradizione francese, si può spiegare come egli vi trovasse gioia anche quando Beonio-Brocchieri, pp. 56-57, scrive:

    «In questa condizione di spirito Nietzsche si lancia sulle orme di Montaigne, di La Rochefoucauld, di Fontenelle e anche di Pascal. [...] Ha bisogno di un esplosivo che sbricioli anche una volta l'idolo menzognero delle folle; siano pur folle Wagneriane. E si mette a cercare dinamite polemica nelle conversazioni psicologiche dei moralisti francesi. [...] Da Montaigne a Pascal tutta la coltura francese è percorsa da un filone di stoicismo. [...] Insegna il dominio delle passioni, la fierezza dignitosa della sofferenza, la calma virile di fronte al destino.»

Bibliografiche e sitografiche

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  16. ^ Canfarini, p. 17.
  17. ^ a b c Hayman, p. 17.
  18. ^ Cate, p. 6.
  19. ^ a b Young, p. 7.
  20. ^ Hayman, p. 21.
  21. ^ Fini, p. 26.
  22. ^ a b Hayman, p. 18.
  23. ^ a b Cate, p. 8.
  24. ^ Beonio-Brocchieri, p. 9:

    «[...] l'uragano scoppia e il fulmine percuote la famiglia nel suo centro vitale. Il padre muore di un oscuro male che gli dilania il cervello tra spasimi atroci. L'organo dell'antica parrocchia di Röcken, dal quale il piccolo Fritz aveva ascoltato per la prima volta le voci profonde di Bach e di Beethoven evocate dalla cara mano paterna, è fatto muto.»

  25. ^ Young, p. 9.
  26. ^ a b Abraham, p. 13.
  27. ^ Fini, p. 27.
  28. ^ Young, p. 10.
  29. ^ Young, p. 12.
  30. ^ Hayman, p. 19.
  31. ^ Fini, p. 28.
  32. ^ Abraham, pp. 20-21.
  33. ^ Canfarini, p. 20.
  34. ^ a b c Hayman, p. 27.
  35. ^ Beonio-Brocchieri, p. 8.
  36. ^ a b c Young, p. 21.
  37. ^ Abraham, p. 21.
  38. ^ Fini, p. 32.
  39. ^ a b Hollingdale, p. 19.
  40. ^ Young, p. 26.
  41. ^ Beonio-Brocchieri, p. 10:

    «A quattordici anni gli è concessa una borsa di studio ed entra nel collegio di Pforta. [...] Nietzsche si adatta al giogo disciplinare. Non si lagna, studia, si irrobustisce nello spirito e nel corpo.»

  42. ^ Hayman, p. 30.
  43. ^ a b c Young, p. 28.
  44. ^ a b Hayman, p. 34.
  45. ^ a b Canfarini, p. 21.
  46. ^ Fini, p. 33:

    «È contrario al fumo, beve pochissimo vino, alla birra preferisce, come una vecchia zia, i dolciumi, le tazze di cioccolato e di tè, evita i giochi chiassosi e nelle questioni di sesso è pudicissimo. Si lamenta, nei suoi diari, che a Jena, dove si è recato in gita, "si corre un po' troppo la cavallina" e l'incontro casuale con un'associazione di goliardi, "famigerata per le bevute e i duelli", lo scandalizza.»

  47. ^ a b c Young, p. 27.
  48. ^ Abraham, p. 24.
  49. ^ a b Hayman, p. 37.
  50. ^ Abraham, p. 26.
  51. ^ Fini, p. 35.
  52. ^ a b Hayman, p. 38.
  53. ^ Young, p. 5.
  54. ^ Beonio-Brocchieri, p. 7.
  55. ^ Young, pp. 28-29.
  56. ^ Young, p. 29.
  57. ^ Hayman, p. 41.
  58. ^ Hayman, p. 42.
  59. ^ Young, p. 23.
  60. ^ Hayman, p. 28.
  61. ^ Abraham, p. 22.
  62. ^ Hayman, pp. 48-49.
  63. ^ Young, p. 30.
  64. ^ Abraham, p. 29.
  65. ^ a b Young, p. 31.
  66. ^ Abraham, p. 31.
  67. ^ Canfarini, p. 35.
  68. ^ Canfarini, p. 36.
  69. ^ a b c Young, p. 51.
  70. ^ a b c Young, p. 52.
  71. ^ a b c Young, p. 53.
  72. ^ Abraham, p. 33.
  73. ^ Abraham, p. 34.
  74. ^ Canfarini, p. 37.
  75. ^ Beonio-Brocchieri, p. 14:

    «Passando all'Università di Bonn, Nietzsche si trova d'un tratto sbalzato in pieno ambiente goliardico. [...] Chiasso, turbolenza e baldoria. Ribellioni della esuberante giovinezza che si inebbria di sole e di moto lungo le rive del Reno; canzoni, avventure e duelli. Dopo breve esperienza Nietzsche si apparta.»

  76. ^ Young, p. 55.
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  82. ^ Canfarini, p. 39.
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  90. ^ a b c Young, p. 62.
  91. ^ Abraham, p. 38.
  92. ^ Beonio-Brocchieri, pp. 19-20.
  93. ^ a b c Young, p. 63.
  94. ^ a b Abraham, p. 39.
  95. ^ a b c Young, p. 64.
  96. ^ Canfarini, p. 44:

    «La lettura avvenne tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre [...], ma già a dicembre chiese in regalo alla madre i Parerga e Paralipomena e il saggio su Schopenhauer di Rudolf Haym.»

  97. ^ Canfarini, p. 45.
  98. ^ a b c Abraham, p. 45.
  99. ^ Young, pp. 64-65.
  100. ^ Canfarini, p. 46.
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  112. ^ a b Abraham, p. 47.
  113. ^ Canfarini, pp. 51-52.
  114. ^ Canfarini, p. 50, riassume così il periodo di leva di Nietzsche:

    «All'inizio il nuovo regime di vita gli parve eccessivamente gravoso [...], ma poi ne apprezzò i lati positivi e si lasciò coinvolgere, complice l'attrazione per l'equitazione [...]»

  115. ^ Abraham, p. 48.
  116. ^ a b c d Young, p. 75.
  117. ^ a b c Gutman, p. 353.
  118. ^ Canfarini, p. 30.
  119. ^ Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 4.
  120. ^ a b c d Young, p. 76.
  121. ^ a b Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 5.
  122. ^ Abraham, p. 49.
  123. ^ Citati più dettagliatamente in: Fini, p. 74.
  124. ^ Young, pp. 77-78.
  125. ^ Abraham, p. 50.
  126. ^ Canfarini, p. 54:

    «Troppi erano gli agganci culturali e piscologici perché l'incontro [tra Wagner e Nietzsche] non producesse effetti [...]»

  127. ^ Beonio-Brocchieri, p. 26.
  128. ^ Abraham, p. 51.
  129. ^ a b c Young, p. 78.
  130. ^ Abraham, p. 52.
  131. ^ Young, pp. 78-79.
  132. ^ a b Young, p. 79.
  133. ^ a b c Young, p. 80.
  134. ^ Fini, p. 67.
  135. ^ Young, p. 99.
  136. ^ Abraham, p. 53.
  137. ^ a b Young, p. 100.
  138. ^ a b c d Young, p. 101.
  139. ^ Canfarini, p. 62.
  140. ^ Abraham, pp. 53-54.
  141. ^ a b Beonio-Brocchieri, p. 29.
  142. ^ a b c Young, p. 104.
  143. ^ Canfarini, p. 58.
  144. ^ a b c Young, p. 103.
  145. ^ Fini, p. 73.
  146. ^ Young, pp. 104-105.
  147. ^ a b c d Young, p. 105.
  148. ^ a b c d Young, p. 106.
  149. ^ Canfarini, p. 60.
  150. ^ Desideri et al., p. 841:

    «C'è un unico caso nel quale riconosco un mio uguale — lo confesso con profonda gratitudine. La signora Cosima Wagner è di gran lunga la natura più nobile; e, per non tacere nulla, dirò che Richard Wagner è stato l'uomo di gran lunga più affine a me...»

  151. ^ a b c Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 10.
  152. ^ Epistolario Nietzsche-Wagner, pp. 10-11.
  153. ^ a b Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 11.
  154. ^ Abraham, p. 54.
  155. ^ Desideri et al., p. 652:

    «[…] quale uomo accorto scriverebbe ancora una parola onesta su se stesso? — […] Ci viene promessa un'autobiografia di Richard Wagner: chi dubita del fatto che sarà una biografia accorta

  156. ^ a b Abraham, p. 57.
  157. ^ Young, p. 136.
  158. ^ Canfarini, pp. 65-66.
  159. ^ Young, p. 137.
  160. ^ Canfarini, p. 66.
  161. ^ Young, p. 3.
  162. ^ Beonio-Brocchieri, p. 31:

    «Torce lo sguardo dai saturnali Bismarckiani celebrati con facile baldanza sotto la vinta capitale nemica, e torna allo studio.»

  163. ^ Abraham, p. 59.
  164. ^ a b Abraham, p. 60.
  165. ^ Fini, pp. 49-50.
  166. ^ a b Abraham, p. 61.
  167. ^ a b Canfarini, p. 64.
  168. ^ a b Cate, p. 126.
  169. ^ Abraham, pp. 62-63.
  170. ^ Abraham, p. 63.
  171. ^ Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 93.
  172. ^ Epistolario Nietzsche-Wagner, pp. 94-95.
  173. ^ a b Abraham, p. 64.
  174. ^ Beonio-Brocchieri, pp. 35-36; l'autore definisce lo scritto ancora con la traduzione italiana in vigore nei primi anni del Novecento (prima degli interventi linguistici di Colli e Montinari): L'origine della tragedia.
  175. ^ a b Fini, p. 102.
  176. ^ Fini, p. 107.
  177. ^ Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 115.
  178. ^ Fini, pp. 107-108.
  179. ^ Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 116.
  180. ^ a b Fini, p. 108.
  181. ^ a b c Fini, p. 109.
  182. ^ Fini, p. 110.
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  184. ^ a b Fini, p. 111.
  185. ^ a b c Fini, p. 112.
  186. ^ Beonio-Brocchieri, p. 52.
  187. ^ Diari di Cosima Wagner, citati in: Fini, p. 113.
  188. ^ Beonio-Brocchieri, pp. 48-49.
  189. ^ a b Fini, p. 114.
  190. ^ Fini, p. 115.
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  232. ^ a b Desideri et al., p. 742.
  233. ^ Hernández, p. 36.
  234. ^ Hernández, pp. 37-42.
  235. ^ Hernández, p. 37.

    «L'opera [La nascita della tragedia] suscitò in Ritschl, suo professore e mentore, una profonda delusione. [...] Il vecchio professore scrisse nel suo diario con un velo di sarcasmo che quel libro era un "ingegnoso inebriamento" e, riferendosi alla lettera del suo ex alunno, annotò: "Lettera fantastica di Nietzsche (= megalomania")»

  236. ^ Hernández, p. 37.
  237. ^ Desideri et al., pp. 743-744.
  238. ^ (EN) Jennifer Ratner-Rosenhagen, Nietzsche's Quarrel with History. Are there any lessons left for history to teach us?, su hedgehogreview.com. URL consultato il 15 agosto 2024.
  239. ^ Friedrich Nietzsche, Sull'utilità e il danno della storia per la vita, in Franco Bianco (a cura di), Il dibattito sullo storicismo, Bologna, Il Mulino, 1978, p. 14, SBN IT\ICCU\SBL\0053515.
  240. ^ (FR) Erich Friedrich Podach, L'effondrement de Nietzsche, traduzione di Andhrée Vaillant e Jean R. Kuckenburg, Parigi, Gallimard, 1978, pp. 73-81, SBN IT\ICCU\LO1\0098682.
  241. ^ Hernández, pp. 43-44.
  242. ^ Hernández, p. 44.
  243. ^ Colli e Montinari, pp. 21-26.
  244. ^ Colli e Montinari, pp. 31-46.
  245. ^ Federica Girelli, Friedrich Nietzsche. Musica e filosofia, su tesionline.it, pp. 103-107. URL consultato il 17 agosto 2024.
  246. ^ Desideri et al., pp. 669-670.
  247. ^ Luisa Moradei, La musica di Nietzsche: proposte di analisi, con una prefazione di Mazzino Montinari, Padova, Zanibon, 1983, pp. 24, 25, SBN IT\ICCU\RAV\0002063. Citato in: Federica Girelli, Friedrich Nietzsche. Musica e filosofia, su tesionline.it, p. 3. URL consultato il 17 agosto 2024.
  248. ^ Hernández, pp. 36-37.
  249. ^ Hernández, pp. 32-36.
  250. ^ Desideri et al., pp. 25-46.
  251. ^ Ferruccio Masini, citato in Desideri, pp. 217-229.
  252. ^ Hernández, p. 50.
  253. ^ Desideri et al., p. 12.
  254. ^ Sergio Moravia, citato in Desideri, pp. 565-580.
  255. ^ Hernández, p. 53.
  256. ^ Desideri et al., p. 876.
  257. ^ Desideri et al., p. 711:

    «Persino Socrate disse, in punto di morte: "vivere — è come esser malati a lungo: debbo un gallo ad Asclepio salvatore"»

  258. ^ a b Desideri et al., pp. 711-714.
  259. ^ Desideri et al., p. 718.
  260. ^ Desideri et al., pp. 758-761.
  261. ^ Informazioni reperite presso: Hernández, p. 100. Vi si cita:

    «Per Nietzsche, Paolo era in realtà un "disangelista" [...] poiché corruppe e falsificò la Buona Notizia. Genio del male e apostolo della vendetta, non cessò mai di essere Saulo - il suo nome ebraico -, il persecutore dei cristiani, ma prese a farlo con una strategia ben più subdola. [...] i primi cristiani, con Paolo in testa, furono in realtà i veri anticristiani.»

  262. ^ Desideri et al., p. 813.
  263. ^ Losurdo, pp. 711-745.
  264. ^ Desideri et al., p. 244.
  265. ^ Cameron e Dombowsky, p. 15.
  266. ^ Cameron e Dombowsky, p. 161.
  267. ^ Losurdo, p. 344.
  268. ^ Losurdo, p. 581.
  269. ^ Losurdo, p. 929.
  270. ^ Beonio-Brocchieri, p. 32.
  271. ^ Desideri et al., p. 484.
  272. ^ (EN) George Allen Morgan, What Nietzsche Means, Cambridge, Harvard University Press, 1941, p. 36, ISBN 978-0-8371-7404-4.
  273. ^ (DE) Elisabeth Kuhn, Nietzsches Philosophie des europäischen Nihilismus, Berlino-New York, De Gruyter, 1992, pp. 10-11, 14-15, ISBN 3110129078.
  274. ^ (DE) Martin Walter e Jörg Hüttner, Nachweis aus Nicolai Karlowitsch, Die Entwickelung des Nihilismus (1880) und aus Das Ausland (1880), in Nietzsche Studien, vol. 51, Berlino, De Gruyter, 1972, pp. 330-333, SBN IT\ICCU\UFI\0006597.
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  279. ^ Desideri et al., p. 461.
  280. ^ Desideri et al., p. 233.
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