iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.
iBet uBet web content aggregator. Adding the entire web to your favor.



Link to original content: http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrari_F93A
Ferrari F93A - Wikipedia Vai al contenuto

Ferrari F93A

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Ferrari F93A
La Ferrari F93A di Alesi
Descrizione generale
CostruttoreItalia (bandiera)  Ferrari
CategoriaFormula 1
SquadraScuderia Ferrari
Progettata daJohn Barnard, Harvey Postlethwaite, George Rayton, Claudio Lombardi
SostituisceFerrari F92A
Sostituita daFerrari 412 T1
Descrizione tecnica
Meccanica
TelaioMateriali compositi, a nido d'ape con fibre di carbonio
MotoreFerrari tipo E2 A - 93, V12, 3.497,96 cc e potenza di 730 CV
TrasmissioneTrasversale Ferrari, semiautomico sequenziale a controllo elettronico. 6 marce e retromarcia
Dimensioni e pesi
Lunghezza4350 mm
Larghezza1995 mm
Altezza995 mm
Passo2930 mm
Peso505 kg
Altro
CarburanteAgip
PneumaticiGoodyear
Risultati sportivi
DebuttoGran Premio del Sud Africa 1993
Piloti27. Francia (bandiera) Jean Alesi
28. Austria (bandiera) Gerhard Berger
Palmares
Corse Vittorie Pole Giri veloci
16 0 0 0
Campionati costruttori0
Campionati piloti0

La Ferrari F93A è un'automobile monoposto sportiva di Formula 1 che gareggiò nel 1993, la quarantesima costruita e utilizzata dalla Scuderia Ferrari.

Nata come vettura di transizione in previsione dello sviluppo e del successivo debutto (mai verificatosi) di una nuova monoposto nota come 645, risultò più veloce rispetto alla monoposto dell'anno precedente, ma ancora una volta non sufficientemente affidabile e competitiva per poter lottare per la vittoria nelle gare.

Il grande sviluppo dell'elettronica

[modifica | modifica wikitesto]

Con l'inizio degli anni 1990 l'impiego di ausili elettronici sulle monoposto di Formula 1 crebbe in maniera esponenziale[1]: tra i pionieri in tale settore vi era stata proprio la Ferrari, che già nel 1989 aveva introdotto sulla propria monoposto il cambio con comandi al volante (semiautomatico prima e automatico poi).

Fu tuttavia la Williams a effettuare gli sviluppi più estremi e a raccoglierne i migliori frutti,[1] riuscendo dapprima a lottare ad armi pari con le concorrenti Ferrari e in particolare McLaren (autentica dominatrice della Formula 1 sul finire degli anni 1980) e successivamente a surclassare la concorrenza dominando la stagione 1992, con Nigel Mansell e Riccardo Patrese ai primi due posti nella classifica piloti e 65 punti di vantaggio in quella dei costruttori.

La chiave del successo dell'annata 1992 fu la monoposto FW14B, munita di innumerevoli dispositivi elettronici d'avanguardia (su tutti le sospensioni attive, unite a ABS, controllo di trazione, launch control e drive by wire[2]), tanto avanzati ed efficienti da conferirle un grande vantaggio sulla concorrenza;[1] anni più tardi l'ingegnere Adrian Newey, che si era occupato della progettazione della parte aerodinamica della monoposto, affermò che, qualora nel 1994 i regolamenti non avessero imposto limiti all'elettronica imbarcata, la squadra di Frank Williams aveva un tale vantaggio nei confronti dei rivali da poter dominare il mondiale almeno per un altro biennio.[3]

Analogamente alle altre squadre di vertice, anche la Ferrari s'ingegnò per colmare il divario tecnologico con la concorrenza, introducendo a sua volta sulla propria monoposto una vasta gamma di dispositivi elettronici.

Sviluppo: il passaggio dalla F92A alla F93A

[modifica | modifica wikitesto]

La stagione 1992 era stata disastrosa per la Ferrari: la F92A, vettura dal design rivoluzionario e con diverse soluzioni estreme,[4] si era infatti rivelata lenta e difficile da guidare, cogliendo come migliori risultati solo due terzi posti con Alesi.

Al fine di non ripetere gli errori commessi, a campionato 1992 ancora in corso il presidente della Ferrari Montezemolo prese contatti con il progettista John Barnard, che già aveva collaborato con il team italiano nel biennio 1989-1990, offrendogli un contratto a lungo termine per varare un progetto di rilancio della squadra corse del "cavallino rampante".[5] Per favorire il suo lavoro venne anche creata una struttura interna alla Scuderia, deputata espressamente allo sviluppo delle nuove monoposto, il Ferrari Design and Development, con sede in Inghilterra.[6]

Il programma di lavoro prevedeva la costruzione di due modelli: la F93A, vettura di transizione (comunque già dotata di opportuni ausili tecnologici) da usare nella prima parte della stagione 1993, e la 645, più avanzata e con la massima integrazione possibile dell'elettronica imbarcata, da far debuttare a stagione in corso e sviluppare ulteriormente in previsione del 1994. Barnard avrebbe lavorato a tempo pieno sul modello "definitivo", fornendo in parallelo semplici consulenze ai tecnici impegnati sul progetto F93A[7].

In controtendenza rispetto alle linee estreme e avveniristiche viste sulla vettura del 1992, la F93A adottò soluzioni tecnico-stilistiche nel complesso più convenzionali.

Dal punto di vista dell'aerodinamica, la vettura mantenne il muso rialzato già sperimentato nel 1992, ma rispetto alla vettura di quell'anno perse le prese d'aria delle pance laterali ovali e staccate dal corpo vettura, che vennero ridisegnate con forme generose e imboccature squadrate, onde garantire il massimo afflusso d'aria possibile al propulsore. Venne inoltre accantonata la soluzione a doppio fondo adottata sulla F92A, che in pista si era rivelata non all’altezza dei modelli progettuali.

Telaio e sospensioni

[modifica | modifica wikitesto]

La novità tecnica più importante fu rappresentata dal miglioramento degli strumenti elettronici di bordo; in particolare la F93A fu la prima e unica Ferrari da Formula 1 dotata di sospensioni attive a controllo elettronico.[8] Inoltre, siccome il regolamento aveva stabilito il restringimento dell'impronta a terra del battistrada degli pneumatici posteriori (inducendo una minore larghezza complessiva della carreggiata posteriore), venne implementata anche una riduzione delle dimensioni della carreggiata anteriore.

Per quanto riguarda i piloti, in sostituzione di Nicola Larini (che aveva corso le ultime due gare del 1992 ed era poi tornato al suo ruolo di collaudatore) venne ingaggiato Gerhard Berger, che affiancò il confermato Alesi.[5]

Scheda tecnica

[modifica | modifica wikitesto]
Caratteristiche tecniche - Ferrari F93A
Configurazione
Carrozzeria: monoposto Posizione motore: posteriore Trazione: posteriore
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt. in mm): 4350 × 1995 × 995 Diametro minimo sterzata:
Interasse: 2930 mm Carreggiate: anteriore 1690 - posteriore 1605 mm Altezza minima da terra:
Posti totali: 1 Bagagliaio: Serbatoio:
Masse / in ordine di marcia: 505 kg
Meccanica
Tipo motore: Ferrari tipo 041 V12 Cilindrata: 3.497,96 cm³
Distribuzione: doppio albero a camme Alimentazione: Iniezione indiretta elettronica digitale Weber-Marelli con doppio iniettore
Prestazioni motore Potenza: 730 CV
Accensione: elettronica Magneti Marelli statica Impianto elettrico:
Frizione: 3 dischi in carbonio Cambio: Ferrari trasversale, 6 marce+retromarcia, semiautomatico a gestione elettronica
Telaio
Corpo vettura materiali compositi, a nido d'ape con fibre di carbonio
Sterzo cremagliera
Sospensioni anteriori: idrauliche, indipendenti, a puntone, con attuatori a controllo elettronico / posteriori: idrauliche, indipendenti, a puntone, con attuatori a controllo elettronico
Freni anteriori: a disco autoventilanti in carbonio / posteriori: a disco autoventilanti in carbonio
Pneumatici Goodyear / Cerchi: 13" BBS
Fonte dei dati: [9]

Presentazione

[modifica | modifica wikitesto]

La F93 A venne presentata a Maranello pochi giorni prima del Natale del 1992[10], in netto anticipo rispetto agli usi della Scuderia. Tale scelta fu indotta dal desiderio di avere più tempo per lo sviluppo della monoposto e in particolare delle nuove sospensioni attive.[10]

Alla cerimonia, svoltasi in un clima di sobrietà, erano presenti i piloti ufficiali Jean Alesi e Gerhard Berger, il presidente Luca Cordero di Montezemolo e tutto lo staff di tecnici che avevano lavorato alla creazione della vettura (John Barnard, Harvey Postlethwaite, George Rayton e Claudio Lombardi)[7].

Carriera agonistica

[modifica | modifica wikitesto]

Durante i test invernali la vettura si dimostrò alquanto lenta, ottenendo tempi di molto superiori rispetto alle monoposto delle squadre di punta, e palesò fin da subito problemi alle sospensioni attive.[11]

Jean Alesi alla guida della sua F93A durante le prove libere del Gran Premio di Gran Bretagna 1993.

Il debutto nel campionato di Formula 1 avvenne al Gran Premio del Sud Africa, il 14 marzo del 1993: Gerhard Berger riuscì, nell'occasione, a concludere sesto, mentre Alesi fu costretto al ritiro mentre si trovava in zona punti.

Le gare seguenti furono avare di risultati e costellate da vari ritiri, causati per lo più da guasti alle sospensioni attive, le quali, lungi da costituire un vantaggio, erano invece foriere di frequenti difficoltà nella messa a punto.[8] Il primo podio arrivò al Gran Premio di Monaco, grazie al terzo posto di Alesi; Berger replicò il medesimo risultato in Ungheria. Il miglior risultato della stagione venne poi conquistato da Alesi, che concluse al secondo posto al Gran Premio d'Italia.

Frattanto, sempre nel quadro degli sforzi della Ferrari per ridare competitività al proprio reparto corse, venne assunto come nuovo team manager il francese Jean Todt.

In aggiunta a metà della stagione venne preannunciato un cambio dei regolamenti della Formula 1, che dal 1994 avrebbero comportato forti limitazioni all'elettronica imbarcata sulle vetture. La Ferrari dovette pertanto abbandonare il progetto della costruenda monoposto 645 e utilizzare la F93A per tutto il 1993.[6]

La squadra di Maranello concluse il mondiale costruttori 1993 al quarto posto con 28 punti, 12 dei quali conquistati da Berger e 16 da Alesi. Per il terzo anno di fila rimase a secco di vittorie e pole position; come nel 1992, inoltre, non fissò nessun giro veloce in gara.

Risultati completi

[modifica | modifica wikitesto]
Anno Vettura Motore Gomme Piloti Punti Pos.
1993 F93A Ferrari Tipo 041 G Alesi Rit 8 Rit Rit Rit 3 Rit Rit 9 7 Rit Rit 2 4 Rit 4 28
Berger 6 Rit Rit Rit 6 14 4 14 Rit 6 3 10 Rit Rit Rit 5
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota
  1. ^ a b c Luca Ferrari, Williams FW15C: la macchina più avanzata mai costruita, su formulapassion.it, 7 gennaio 2013. URL consultato il 6 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2015).
  2. ^ (EN) The changing face of F1, in bbc.co.uk, 12 luglio 2006. URL consultato il 6 luglio 2015.
  3. ^ Mario Donnini, Memorie di Adrian, su autosprint.corrieredellosport.it, 15 gennaio 2013. URL consultato il 6 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2015).
  4. ^ Acerbi, p. 303.
  5. ^ a b Corbetta, pp. 7-12.
  6. ^ a b Carlo Marincovich, Ferrari, stop a Barnard, in la Repubblica, 20 febbraio 1993. URL consultato il 6 luglio 2015.
  7. ^ a b Cristiano Chiavegato, Ferrari, sotto quel vestito c'è qualcosa che cambia, in La Stampa, 24 dicembre 1992, p. 33.
  8. ^ a b Acerbi, p. 309.
  9. ^ Acerbi, p.308.
  10. ^ a b Nestore Morosini e Giancarlo Faletti, "Ferrari brutta è Ferrari vincente", in Corriere della Sera, 24 dicembre 1992, p. 34 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2015).
  11. ^ Cristiano Chiavegato, Ferrari, partenza in salita, in La Stampa, 27 gennaio 1993, p. 29.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Sito ufficiale, su ferrariworld.com. URL consultato il 19 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2008).