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Erminio Rovida

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Erminio Rovida
NascitaBattuda (PV), 7 settembre 1885
MorteMarcignago (PV), 15 maggio 1970
Luogo di sepolturaMarcignago (PV)
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1909-1945
GradoGenerale di divisione
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Comandante di105ª Divisione fanteria "Rovigo"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Generals[1]
voci di militari presenti su Wikipedia
foto lapide

Erminio Rovida (Battuda (PV), 7 settembre 1885Marcignago (PV), 15 maggio 1970) è stato un generale italiano durante la seconda guerra mondiale.

Nacque a Battuda, in provincia di Pavia, il 7 settembre 1885. Entrò giovanissimo, nel 1907, nella Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, uscendone il 19 settembre 1909 con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria. Partecipò alla guerra italo-turca in qualità di tenente del 79º Reggimento fanteria "Roma", e alla prima guerra mondiale, conseguendo il grado di maggiore al comando del III Battaglione del 260º Reggimento fanteria "Murge" nel 1917.

Nel 1920-1921 frequentò la Scuola di guerra dell'esercito di Torino, venendo riassegnato dapprima al comando del I Battaglione del 44º Reggimento fanteria "Forlì", e poi in servizio presso il Corpo d'armata di Milano.

Promosso tenente colonnello, dal 15 agosto 1927 fu assegnato al Corpo di Stato maggiore a Roma.

Promosso al grado di colonnello il 15 dicembre 1934, comandò prima il 12º Reggimento fanteria "Casale",[1] e poi insegnò presso l'Istituto superiore di guerra sino al maggio 1940.[1] Essendo stato promosso generale di brigata[1] dal 1º di gennaio di quell'anno, rimase a disposizione dello stesso ente sino al maggio 1941, quando partì per l'Africa Settentrionale Italiana.

Con l'ingresso in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, fu assegnato in servizio, in qualità di vicecomandante, alla 25ª Divisione fanteria "Bologna". Ricoprì tale incarico sino al 16 luglio 1941 per passare poi a disposizione del Comando superiore FF. AA. Africa Settentrionale per incarichi speciali.

Rientrato in Patria, fu promosso generale di divisione il 16 settembre 1942 e assunse il comando, dal 10 ottobre seguente, della nuova 105ª Divisione fanteria "Rovigo",[1] appena costituita e stazionante in Liguria.

Con Regio Decreto del 18 marzo 1943 fu nominato Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Il 9 settembre 1943, subito dopo la firma dell'armistizio con gli Alleati fu catturato dai tedeschi presso il comando della Divisione "Rovigo a Riccò del Golfo, vicino a La Spezia e fu internato sino al 26 gennaio 1945[1] nel campo di concentramento 64/Z di Schokken in Polonia.

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sotto violento fuoco di sbarramento nemico, porta brillantemente il proprio battaglione all'attacco e conquista una forte posizione, che poi mantiene salda, nonostante i ripetuti contrattacchi nemici. Costretto a lasciare il campo di battaglia, perché leso, vi ritorna spontaneamente non appena si sente meglio. Carso-Flondar, 20-22-23 agosto 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Dava continua prova di calma e di ardire nel condurre la sua compagnia all'attacco. Durante tre successivi contrattacchi sferrati dall'avversario era anima della resistenza, incorando la truppa con le parole e con l'esempio e portandosi sempre con sereno sprezzo del pericolo, nei punti ove il nemico concentrava maggiormente il suo fuoco. Carso, 26-27 maggio 1917
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Condussero arditamente il plotone sotto il fuoco nemico. Sidi Almeda, 13 luglio 1913. Si erano lodevolmente comportati anche nelle ricognizioni sul monte Regima, 15 aprile 1913
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Instancabile, per nove giorni continui tenne il comando d'importante posizione conquistata, organizzandone con intelligente iniziativa e tenacia la difesa. Per ben due volte nella notte del 26 con vigoroso contrattacco ricacciava il nemico che preponderante di forze, aveva messo piede nella contesa posizione e saldamente la manteneva rafforzandola. Monte Corno, 26 maggio 1918


  1. ^ a b c d e f Generals.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.

Collegamenti esterni

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