Azap
Gli Azeb, Azab o Azap (in turco ottomano: عزب, dall'arabo, letteralmente "celibe", "scapolo"), noti anche come Asappi, erano soldati irregolari, originariamente costituiti da giovani non sposati. Erano coscritti tra i Rayah e servivano in vari ruoli nel primo esercito ottomano.[1][2][3] La parola azeb o indica spesso un soldato di fanteria leggera che era chiamato yaya azeb o un fante di marina che era chiamato bahriye (marina) e deniz (mare) azeb.[2] Il termine era usato nel senso di "pirata" o "bucaniere" nelle fonti bizantine, latine e italiane dal XIV al XVI secolo.[4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Gli azeb erano originariamente un'unità di fanteria ausiliaria risalenti ai beilicati anatolici che divennero indipendenti dal sultanato selgiuchide. Nei beilicati che avevano accesso al mare servivano anche come unità navali.[5] Per esempio, nel XIII secolo le fonti parlano dell'esistenza di truppe chiamate azeb nel Beilicato di Aydın.[2]
Secondo Stein (2007), dal XIV secolo gli azeb che presidiavano le roccaforti erano chiamati azeb kale (fortezza). Gli azeb nelle fortezze avevano compiti come costruire ponti, lavorare come genieri e fare il lavoro degli armaioli, soprattutto dopo la cessazione della coscrizione degli armaioli devshirme.[6] Di solito comprendevano la maggior parte della guarnigione nelle fortezze più piccole e nelle palanka.[2][5]
Nell'Impero ottomano il ruolo principale degli azeb era quello di combattere come arcieri di fanteria di linea davanti ai cannoni e ai giannizzeri,[2] dopo che gli azeb avevano rallentato la carica nemica iniziale, si ritiravano a sinistra e a destra, e lasciavano che i cannoni e i giannizzeri ottomani sparassero sui nemici.[7]
Arruolamento
[modifica | modifica wikitesto]Gli azeb erano reclutati in conformità con i kanunnames (codice di leggi) di Solimano I. Il Kadı (giudice) supervisionava la stesura della lista degli azeb a livello locale, chiamato sanjak. Un uomo veniva arruolato da ogni 20-30 famiglie, mentre gli altri lo sostenevano finanziariamente. Gli azeb erano inizialmente reclutati solo tra i turchi dell'Anatolia e poi anche in Rumelia. Gli Azeb di guarnigione nei forti erano regolarmente pagati.[2][7] Alla fine del XVI secolo tutti gli uomini musulmani potevano arruolarsi.
Organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Il loro nome ufficiale, come generalmente appariva nelle liste di paga, era rüesa ve azeban. La parola reis (al plurale rüesa) si riferiva al capo o al capitano di una nave in mare o al capo di un'unità di medie dimensioni composta da kale azeb. I kale azeb erano divisi in ağalıks che erano comandati da ağa e dai loro aiutanti kethüda. Questi erano suddivisi in cemaat o riayet (una compagnia composta da 3 o 4 squadre) che erano guidati da reis.[5]
Armamento
[modifica | modifica wikitesto]Come volontari, gli azapi avevano una vasta gamma di armi. Queste includono armi inastate, come il tirpan (falce da guerra) e la harba così come la balta (alabarda). Oltre alle armi ad asta erano armati con una varietà di mazze, archi, sciabole e più raramente balestre. Più tardi vennero invece adottate le pistole. Gli Azeb indossavano anche i börk rossi, un cappello di feltro come quelli indossati dai giannizzeri ma in colori diversi.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Gábor Ágoston e Bruce Alan Masters, Encyclopedia of the Ottoman Empire, Facts On File, 2009, p. 616, ISBN 978-1-4381-1025-7, OCLC 435911915. URL consultato il 5 novembre 2021.
- ^ a b c d e f g (EN) Mark L. Stein, Guarding the frontier : Ottoman border forts and garrisons in Europe, Tauris Academic Studies, 2007, pp. 75-78, ISBN 978-1-4356-0356-1, OCLC 174134767. URL consultato il 5 novembre 2021.
- ^ Acta Orientalia Academiae Scientiarum Hungaricae, vol. 74, n. 1, 31 marzo 2021, DOI:10.1556/062.2021.74.issue-1, http://dx.doi.org/10.1556/062.2021.74.issue-1 . URL consultato il 5 novembre 2021.
- ^ (TR) AZEB, in TDV İslâm Ansiklopedisi’nin.
- ^ a b c (EN) Klára Hegyi, The Ottoman military organization in Hungary : fortresses, fortress garrisons and finances, First edition, 2018, ISBN 978-3-87997-467-2, OCLC 1048880791. URL consultato il 5 novembre 2021.
- ^ (EN) Akto, Deniz Armağan, Ottoman Fortresses and Garrisons in the Hungary and Eastern Frontiers (1578-1664) (PDF), p. 55.
- ^ a b (EN) David Nicolle, Armies of the Ottoman Turks, 1300-1774, illustrazioni di Angus McBride, Osprey Publishing, 1983, ISBN 0-85045-511-1, OCLC 11479030. URL consultato il 5 novembre 2021.