Rufo (vescovo di Torino)
Rufo di Torino, in latino Rufus, (... – Torino, ...; fl. VI secolo) è stato vescovo di Torino documentato nella seconda metà del VI secolo.
Rufo vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Torino |
Nato | ? |
Deceduto | ?, Torino |
Note biografiche
modificaRufo è noto per essere menzionato nel De gloria martyrum di Gregorio di Tours. Questi racconta che il vescovo Rufo di Torino si oppose alla richiesta del suo Arcidiacono di trasferire a Torino le reliquie di san Giovanni Battista venerate nella Maurienna urbs, ossia l'odierna San Giovanni di Moriana, che all'epoca faceva parte della diocesi torinese; quando l'arcidiacono tentò di sottrarle, fu colpito da una malattia improvvisa che lo portò in tre giorni alla morte.
Questo episodio è da collocarsi cronologicamente prima che Moriana venisse elevata al rango di sede episcopale, all'epoca del re di Borgogna Gontrano, in un periodo compreso tra il 575 e il 581/583.[1] In base all'epitaffio del vescovo Ursicino, che, se corretta l'interpretazione della cronologia della sua vita, sarebbe diventato vescovo nel 562, l'episcopato di Rufo deve giocoforza collocarsi prima di questa data.[2]
In un'altra parte del suo De gloria martyrum, Gregorio di Tours racconta di un altro episodio, precedente a quello del vescovo Rufo, in cui tre vescovi, a causa della notizia dei prodigi operati attorno alle reliquie del Battista, portate dall'Oriente da una donna di Moriana, si recarono nella città per venerarle; nel tentativo di staccarne ognuno una parte, non vi riuscirono, ma miracolosamente ottennero in cambio una goccia del sangue del Precursore. Nella Vita Tigridis risalente al X secolo, questi tre vescovi vengono identificati con Rufo di Torino e con i vescovi di Aosta e di Belley. Nulla però induce ad identificare uno dei tre vescovi del racconto gregoriano col vescovo Rufo, visto che Gregorio di Tours non ne menziona né i nomi né le loro sedi di appartenenza.[3]
Il vescovo di Torino viene poi identificato con il vescovo Rufo, la cui sede però non è menzionata, che, su richiesta di Nicezio di Treviri (526-561), suo amico, inviò in Germania degli artigiani de partibus Italiae.[4] In realtà si tratterebbe del vescovo Rufo di Octodurus nel Vallese.[5]
Note
modifica- ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, II, p. 1945.
- ^ Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. Il Piemonte, p. 297. Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, p. 2355.
- ^ Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, pp. 1048-1049. Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, p. 1946.
- ^ Gundlach, Epistolarum, III, p. 133, in Monumenta Germaniae Historica.
- ^ Jean Gremaud, Documents relatifs à l'histoire du Valais, tomo I, 6. Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, p. 1048.
Bibliografia
modifica- Giovanni Battista Semeria, Storia della Chiesa Metropolitana di Torino, Torino 1840, p. 41
- Fedele Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. Il Piemonte, Torino 1898, pp. 296-297
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza 1927, pp. 1048-1049
- (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. II, Roma 2000, pp. 1945-1946
Controllo di autorità | VIAF (EN) 56152742992227732533 |
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