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Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2000 - Wikipedia

Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2000

54ª elezione presidenziale degli Stati Uniti d'America

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2000 si svolsero il 7 novembre. La sfida oppose il candidato repubblicano George W. Bush e il vicepresidente democratico uscente Al Gore. In termini di voto popolare prevalse quest'ultimo, ma i voti elettorali, 271 contro 266, furono favorevoli a Bush e ne determinarono l'elezione.

Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2000
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Data7 novembre
Collegio elettorale538 elettori
Affluenza54,2% (Aumento 2,5%)
GeorgeWBush (1).jpg
Al Gore, Vice President of the United States, official portrait 1994 (a).jpg
Candidati George W. Bush Al Gore
Partiti Repubblicano Democratico
Voti 50 456 002
47,86%
50 999 897
48,38%
Elettori
271 / 538
266 / 538
Elettori per stato federato
Presidente uscente
Bill Clinton (Partito Democratico)
Voti nel Collegio Elettorale: George W. Bush/Dick Cheney (271); Al Gore/Joe Lieberman (266); Astensione (1).
Voti nel Collegio Elettorale: George W. Bush/Dick Cheney (271); Al Gore/Joe Lieberman (266); Astensione (1).

La proclamazione del vincitore venne rinviata per molti giorni, poiché nello stato determinante della Florida fu necessario ricontare i voti, addirittura a mano. Bush ottenne la maggioranza in Florida con un distacco di appena 537 voti.

Candidature

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Candidati Partito Logo
Presidente Vicepresidente
  George W. Bush (TX)   Dick Cheney (WY) Partito Repubblicano  
  Al Gore (TN)   Joe Lieberman (CT) Partito Democratico  
  Ralph Nader (CT)   Winona LaDuke (MN) Partito Verde degli Stati Uniti  
  Pat Buchanan (VA) Ezola Foster (CA) Partito della Riforma  
  Harry Browne (TN)   Art Olivier (CA) Partito Libertario
  Howard Phillips (VA) Curtis Frazier (MO) Partito della Costituzione
  John Hagelin (IA)   Nat Goldhaber (CA) Partito della Legge Naturale  

Risultati

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Candidati Partiti Voti % Delegati
Presidente Vicepresidente
50 456 002 47,86 271
50 999 897 48,38 267
2 882 955 2,73
Ezola Foster
448 895 0,43
Art Olivier
384 431 0,36
Curtis Frazier
98 020 0,09
Nat Goldhaber
83 714 0,08
Altri candidati
-
-
51 186 0,05
Totale
105 421 423
100
538
Riepilogo dei voti
Al Gore
48,38%
George W. Bush
47,86%
Ralph Nader
2,74%
Pat Buchanan
0,43%
Harry Browne
0,36%
Altri
0,22%

Elettori per candidato

Quorum: 270


      Bush (271)

      Gore (266)

      Nessuno (1)

Una delegata democratica, Barbara Lett-Simmons, si astenne dal voto presidenziale.

Quando i risultati parziali cominciarono ad essere diffusi, fu subito chiaro che, a differenza di quanto accaduto in passato, l'esito del voto sarebbe rimasto in sospeso fino al quasi completamento degli scrutini. Con la sola eccezione dello stato della Florida, Bush aveva ottenuto la maggioranza dei voti in tutti gli stati meridionali con larghi margini, ed inoltre aveva ottenuto più voti anche in Ohio, Indiana e diversi stati della zona del Midwest e delle Montagne Rocciose.

Gore, invece, aveva vinto in tutti gli stati nordorientali (con la sola eccezione del New Hampshire), diversi stati dell'Upper Midwest e della costa del Pacifico (inclusa la California). Nella notte del 7 novembre, col passare delle ore, era divenuto ormai chiaro che sarebbe stata la Florida lo stato il cui vincitore sarebbe stato eletto presidente. La mattina dell'8 novembre, quando i risultati nazionali furono resi noti, Bush aveva ottenuto un totale di 246 voti elettorali mentre Gore, che si aggiudicò anche il Wisconsin (11 voti) e il New Mexico (5 voti), entrambi con stretto margine, ne aveva ottenuti 260: servivano 270 voti per vincere. L'ultimo responso delle urne lo diede l'Oregon (possessore di 7 voti elettorali), in seguito vinto di misura dal vicepresidente, portando il proprio conteggio complessivo a 267 delegati. Tuttavia il caso più rilevante dal punto di vista mediatico era la Florida, che con i suoi 25 voti si rivelò essere lo stato decisivo ai fini della vittoria di uno dei due candidati. I risultati ufficiali non furono resi noti per oltre un mese, a causa delle difficoltà nella raccolta e nel riconteggio delle schede.

Contestazioni

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Bush v. Gore.

Il caso Bush vs Gore fu un caso giudiziario trattato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti l'11 dicembre del 2000 e determinò il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi del 2000. In tre separate sessioni di giudizio, i giudici decisero con una maggioranza di 7 a 2 che il riconteggio delle schede che stava avendo luogo in alcune contee della Florida doveva essere sospeso a causa di una mancanza di basi coerenti. In un'ulteriore sessione di giudizio fu stabilito con una maggioranza di 5 a 4 che non vi era tempo a sufficienza per stabilire le basi per un nuovo riconteggio che avrebbe potuto rispettare i termini elettorali nello stato della Florida.[1]

La decisione della corte fermò il riconteggio dei voti e permise al segretario di stato della Florida Katherine Harris di validare la vittoria elettorale di George W. Bush in quello Stato. I 25 voti dei grandi elettori nella Florida diedero al candidato repubblicano la vittoria nelle elezioni presidenziali.

Il retroscena

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Le elezioni presidenziali ebbero luogo il 7 novembre del 2000. Secondo il sistema elettorale statunitense, ogni stato conduce le proprie consultazioni per la scelta del presidente e ogni candidato riceve un numero diverso di voti dei grandi elettori, a seconda dello stato in cui vince. Chi ottiene la maggioranza dei voti dei grandi elettori a livello federale è eletto presidente degli Stati Uniti d'America. Nel 2000, il numero dei voti dei grandi elettori necessari per la vittoria era 270.

L'8 novembre del 2000, il rapporto della divisione elettorale in Florida affermava che Bush aveva un margine di vittoria di 1784 voti[2], equivalente allo 0,5 % di scarto. Secondo lo statuto della Florida, una tale situazione richiedeva un riconteggio automatico dei voti.[3] Tale processo risultò in una restrizione del margine di vittoria per Bush e il 10 novembre, terminato il riconteggio in tutte le contee tranne una, tale margine si era assottigliato fino a raggiungere 327 voti.[4]

Le leggi elettorali della Florida[5] consentono a un candidato di richiedere un riconteggio manuale dei voti espressi in una contea, cosa che Gore fece per quattro casi della Florida: Volusia, Palm Beach, Broward e Miami-Dade, che acconsentirono alla procedura. Tuttavia, secondo tali leggi, tutte le contee dovevano dichiarare i loro risultati al segretario di stato della Florida entro sette giorni dalle elezioni; molte di esse, che effettuavano il riconteggio manuale, credettero di non poter rispettare tale scadenza. Il 14 novembre, ultimo giorno a disposizione, la corte della Florida dichiarò tale termine come obbligatorio, permettendo però che le contee potessero emendare i loro risultati in una data successiva.

Il caso

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La disputa nel caso Bush vs. Gore venne portata davanti alla corte l'11 dicembre dagli avvocati di ambo le parti: per Bush dall'avvocato Theodore B. Olson, proveniente dal Distretto di Columbia e per Gore da David Boies. Data l'importanza del caso, la Corte Suprema espresse il suo verdetto solamente 16 ore dopo le udienze e le sorti del caso vennero strettamente legate alle sorti del caso "Bush v. Palm Beach County Canvassing Board".

  1. ^ Bush v. Gore, US Supreme Court Opinion, Per curiam.
  2. ^ (EN) Palm Beach Country Canvassing Board vs. Katherine Harris, etc., et al. Consultato il 28 ottobre 2006. Vedi http://www.presidency.ucsb.edu/florida2000.php per altri documenti correlati.
  3. ^ Vedi Fla. Stat. § 102.141(4). The 2000 Florida Statutes, Title IX, Chapter 102, Section 141.
  4. ^ Election 2000 Timeline. PG Publishing Co., Inc. (17 dicembre 2000). Consultato il 28 ottobre 2006.
  5. ^ Vedi Fla. Stat. § 102.166. The 2000 Florida Statutes, Title IX, Chapter 102, Section 166.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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