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Alfred Baudrillart - Wikipedia

Alfred Baudrillart

cardinale francese

Alfred Henri Marie Baudrillart (Parigi, 6 gennaio 1859Parigi, 19 maggio 1942) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico francese, storico e scrittore, membro dell'Académie française e rettore dell'Institut catholique de Paris.

Alfred Henri Marie Baudrillart, C.O.
cardinale di Santa Romana Chiesa
Il futuro cardinale Baudrillart nel 1918
 
Incarichi ricoperti
 
Nato6 gennaio 1859 a Parigi
Ordinato diacono8 dicembre 1892 dal vescovo Edmond-Frédéric Fuzet
Ordinato presbitero9 luglio 1893 dal cardinale François-Marie-Benjamin Richard
Nominato vescovo29 luglio 1921 da papa Benedetto XV
Consacrato vescovo28 ottobre 1921 dal cardinale Louis-Ernest Dubois
Elevato arcivescovo12 aprile 1928 da papa Pio XI
Creato cardinale16 dicembre 1935 da papa Pio XI
Deceduto19 maggio 1942 (83 anni) a Parigi
Firma
 

Biografia

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Nacque a Parigi il 6 gennaio 1859, figlio di Henri Baudrillart e Marie de Sacy, nonché nipote e pronipote degli orientalisti Samuel Ustazade Silvestre de Sacy e Antoine-Isaac Silvestre de Sacy e nipote dell'agronomo e avvocato forestale Jacques-Joseph Baudrillart.

Fu ordinato sacerdote nel 1893. Storico di formazione, è autore di numerose opere tra cui una monumentale storia di "Filippo V e la Corte di Francia".

Professore all'Institut catholique de Paris, ne divenne rettore nel 1907. Durante la crisi modernista si oppose vigorosamente alla corrente modernista e sostenne l'obbedienza all'enciclica Pascendi Dominici gregis di Pio XI, che poi lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 16 dicembre 1935.

Su sollecitazione di Paul Claudel, allora console generale di Francia, e Philippe Berthelot, direttore di gabinetto del ministro Aristide Briand, contribuì alla fondazione del Comitato cattolico di propaganda francese all'estero «per promuovere una Francia patriottica, universale e religiosa» (3 marzo 1915) di cui resterà presidente fino alla sua morte. In Comitato fu attivo in Europa e in America negli anni della prima guerra mondiale e oltre, attraverso comitati locali francofoni e francofili. Dopo la guerra (1921) si trasformò in un'associazione delle amicizie cattoliche francesi nel mondo.

Baudrillart fu eletto membro dell'Académie française nel 1918 e nominato cavaliere della Legion d'onore nel 1920, ufficiale nel 1931 e commendatore nel 1935. Vicino agli ambienti politici, tra gli altri al presidente Raymond Poincaré, al maresciallo Foch e ad Aristide Briand, annota nei suoi diari (iniziati il 2 agosto 1914 e redatti ogni giorno senza alcuna interruzione fino alla morte) i suoi spostamenti e tutti i suoi incontri come le sue attività religiose e universitarie[1].

Ordinò vescovo Ange-Marie Hiral il 19 maggio 1929 a Parigi.

La seconda guerra mondiale

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Il cardinale Baudrillart aveva tacciato il regime di Hitler, in particolare nel novembre 1939, come pagano e inumano ([il nazismo è una] «rinnovata barbarie del paganesimo»), in linea con l'enciclica Mit brennender Sorge pubblicata nel marzo 1937 da Pio XI. Ma era anche, da tempo, ossessionato dalla paura del bolscevismo, tanto da aver organizzato, nel 1930, con Henry Bordeaux un concorso di romanzi su questo soggetto (nel 1936 confidava che questa operazione era stata commissionata direttamente da Pio XI[2]).

Ma Pio XI era morto nel febbraio del '39, sul soglio pontificio era arrivato Pio XII e dall'inizio dell'occupazione tedesca a Parigi nel 1940, Baudrillart cadde, pare, sotto l'influenza della spia nazista Kurt Reichl (che incontrò spesso[3]); dienne dunque sostenitore di Pétain «che guarda la realtà in faccia» e, influenzato dalla lettura di Abel Bonnard e di Alphonse de Châteaubriant, sostenne la collaborazione con l'occupante fin dal mese di giugno[4].

In luglio, dopo la distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir, giudicò la condotta di Churchill «odiosa», e in novembre, dopo il discorso di Pétain, trasmesso il 30 ottobre, a favore della collaborazione, invitava pubblicamente i francesi a seguirlo. Fece parte del comitato d'onore del gruppo Collaboration e secondo Philippe Valode[5], aderì al Partito Popolare Francese del fascista Doriot.

Nel 1941 diede tutto il suo appoggio alla creazione della Legione dei volontari francesi contro il bolscevismo, esaltandone i partecipanti: "Come sacerdote e come francese, oserei dire che i Legionari della Crociata antibolchevica si collocano tra i migliori figli della Francia. Posta all'avanguardia della lotta definitiva, la nostra Legione è l'illustrazione operante della Francia del Medioevo, della nostra Francia delle cattedrali risorte e dico, perché ne sono sicuro, che questi soldati contribuiscono a preparare la grande rinascita francese. In verità, questa Legione costituisce a suo modo una cavalleria nuova. Questi legionari sono i crociati del XX secolo. Siano benedette le loro armi! La tomba di Cristo sarà liberata."[6].

Morì quasi cieco, a Parigi, nella notte tra il 18 e il 19 maggio 1942, all'età di 83 anni.

Il suo elogio funebre fu pronunciato all'Académie française il 21 maggio da Paul Hazard; fu sepolto nella cappella dei Carmelitani dell'Institut catholique il 23 maggio. Una messa di requiem è ancora celebrata in sua memoria, il 25 novembre 1942, alla presenza di una trentina di arcivescovi e vescovi, a Notre-Dame di Parigi.

Genealogia episcopale e successione apostolica

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La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

  1. ^ I diari furono poi pubblicati, in 9 volumi, dalle Éditions du Cerf: Les carnets du cardinal Alfred Baudrillart, 1994-2003
  2. ^ Si veda in Paul Christophe, 1936 : Les Catholiques et le Front populaire, Éditions de l'Atelier, 1986, p. 35
  3. ^ Robert A. Graham, Chapter 9 : « The "French Legion" and the Case of Cardinal Baudrillart », in The Vatican and Communism in World War II : What Really Happened ?, Ignatius Press, p. 84 & 88–89, 1996 (ISBN 9780898705492).
  4. ^ Simon Epstein, Un paradoxe français : Antiracistes dans la Collaboration, antisémites dans la Résistance, Albin Michel, 2015
  5. ^ Philippe Valode, Les Hommes de Pétain, Paris, Éditions Nouveau Monde, 2011
  6. ^ da L’Émancipation nationale (periodico del PPF) del 12 dicembre 1941.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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