L'arte ed il mistero, l'arte e l'ineffabile, l'arte e la cultura esoterica; questi sono solo alcuni dei binomi inscindibili che da sempre accompagnano la letteratura artistica a partire dall'arte rinascimentale, la più esoterica per definizione visto che contempla artisti (ed esponenti dell'occulto) come Leonardo Da Vinci, Parmigianino e Giorgione. In epoca moderna troviamo artisti come Schiele, Klimt o Rembrandt. Ma cosa si intende esattamente per esoterismo e perchè affascina tanto la mente umana?
Definizione: secondo il dizionario, esoterismo indica una dottrina i cui segreti sono propri di una ristretta comunità di persone, e non possono essere rivelati a terzi rendendo incapace il resto della popolazione a comprendere segni e scritte che risulteranno dunque indecifrabili. Detto in altri termini, l'esoterismo è qualcosa che non può essere compreso, ed il limite che la sua ineffabilità pone, lo rende dinnanzi al cervello umano – geneticamente programmato per scavalcare la limitatezza della realtà visibile- oggetto di fascino ed attrazione. Molte infatti sono le aree cerebrali che il ragionamento che tenta di decodificare qualcosa stimola, ma, almeno nel caso dell'arte esoterica, pochi sono stati i risultati raggiunti nella decifrazione di simboli e iconologie; infatti se è vero che a riguardo esistono veri e propri studi di carattere universitario e di ricerca, è altrettanto vero che il fascino che la disciplina suscita, spesso spinge il ricercatore o l'appassionato a vedere misteri dove non ce ne sono, forzando l'interpretazione di opere che non vogliono comunicare niente di più di quello che mostrano.
Quel che è certo, è che l'esoterismo sta alla base della fortuna e del fascino di molti artisti che sono passati alla storia anche grazie all'alone di mistero che circonda le loro opere più famose. In epoca moderna, un simbolo dell'occulto è senza dubbio Gustav Klimt esponente della secessione viennese e dell'arte dalla forte introspezione psicologica che tanto caratterizzerà il suo allievo Schiele. Klimt, si è servito dell'erotismo per comunicare ai posteri i suoi segreti, affidando ad esempio alla Giuditta il pensiero che la bellezza femminile debba la sua forte attrattiva alla sua intrinseca natura demoniaca; parrebbe infatti che le tantissime gemme e pietre preziose che circondano la donna, nella letteratura Ottocentesca simboleggino la presenza occulta del demonio. Più diretto, con la precisa volontà di comunicare un messaggio che vada ben oltre la semplice visione, è stato Albrecht Dürer che con la sua Melancholia ha voluto fare il pieno di oggetti simbolici mettendo in pochi centimetri di incisione la clessidra, la cometa, la scala, il compasso ed dulcis in fundo, il quadrato magico. Quel che è certo è che l'autore era un alchimista, ed i suddetti oggetti sono elementi allegorici che fanno capo a questa disciplina; il titolo si ricollega al sentimento di melanconia perfettamente espresso dallo sguardo corrucciato della donna alata, che non è niente altro che lo stato d'animo che avvolge il pittore prima di mettersi all'opera, combattuto tra l'istinto che scaturisce dal demone artistico che è in lui e la ragione, che impone la necessità di tramutare questo impeto in oggetti razionali, rappresentabili. Il compasso e altri arnesi sul pavimento indicano gli strumenti di lavoro dell'artista, il cane accovacciato e la corona sul capo dell'angelo, indicano la genialità. Il quadrato magico sullo sfondo invece, suggerisce la data di creazione dell'opera 1514; inoltre, la somma dei numeri del quadrato, sia in orizzontale che in verticale, dà sempre come risultato 34: questo numero simboleggia la capacità di realizzazione dell'uomo. L'arcobaleno sullo sfondo si fa portatore della promessa di una nuova conoscenza scaturita proprio da questa stessa realizzazione.
Quasi contemporaneo a Dürer, il maestro dell'occulto per eccellenza, Leonardo Da Vinci. Ogni sua opera sembra essere caratterizzata da un messaggio subliminale, ogni elemento, anche il più piccolo dettaglio, pare essere riconducibile ad una verità nascosta o al richiamo di una conoscenza superiore. Sui misteri della sua arte sono stati scritti fiumi d'inchiostro. Le opere più analizzate sono senza dubbio la Vergine delle rocce, in cui la particolare posizione della mano della Madonna, sembra ricordare gli artigli di un'aquila rapace, e per tanto suggerire una natura demoniaca, o il Cenacolo, in cui il famoso volto angelico che siede alla destra di Gesù secondo le moderne interpretazioni potrebbe essere non l'apostolo Giovanni, bensì la Vergine o Maria Maddalena. Riguardo alla Mona Lisa invece, si può solo immaginare quanti simboli, significati e interpretazioni le sono stati attribuiti negli ultimi cinquecento anni, raccoglierli tutti sarebbe pressochè impossibile.
E oggi? Nel 2000 a fare da padrone è il concettualismo che non deve essere però erroneamente confuso con l'esoterico; il primo infatti lascia nello spettatore libero arbitrio, rende il fruitore libero di interpretare l'opera secondo la sua personale percezione, e si pone a metà strada fra il pensiero razionale ed il sentimento. L'esoterismo invece, come già detto, presuppone una conoscenza precisa e non opinabile che però è rilegata a pochi eletti che la conoscono, per tutti gli altri l'opera esoterica è un rebus destinato a rimanere insoluto e non c'è spazio per i personali sentimentalismi.
Ma allora a quali artisti contemporanei è affidato il fascino dell'occulto? Senza dubbio la risposta è Giancarlo Prandelli, architetto bresciano che si presenta come l'ultimo allievo di Leonardo. Prandelli non si limita infatti a riproporre i soggetti del grande maestro (Gioconda, Dama con l'ermellino, Cenacolo, battaglia di Anghiari..) ma con Da Vinci condivide i segreti della cultura esoterica del Cinquecento. Come lui, Prandelli scrive da destra verso sinistra, utilizza la grafia che il genio toscano ha utilizzato per scrivere il Codice Atlantico e come se non bastasse, sa spiegare quali segreti e simboli nascosti si celano nei più famosi dipinti del Rinascimento. Per esempio, avreste mai detto che nella manica della dama con l'ermellino si nasconde il ritratto di Ludovico il Moro? Stay tuned.....